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Massimo Ghini, “con ‘E se mio padre’ racconto la storia vera della mia famiglia allargata”
L’attore inaugura il Sudestival : "E' un piccolo fenomeno in cui girato con pochi soldi, che non ha avuto la raccomandazione di nessuno"
"Mi piace definirlo 'un piccolo fenomeno', girato con pochi soldi, che non ha avuto la raccomandazione di nessuno. Ci stiamo sacrificando per farlo arrivare a più persone possibili". L’uscita nelle sale è stata breve ma "molte città, da Napoli a Firenze, e anche molte scuole continuano a chiedercelo perché il cinema è fatto di storie, che oggi si perdono. Si produce troppo e le sale chiudono per trasformarle in supermercati o fast food, dobbiamo far tornare le persone in sala. Non c'è un segreto su come cambiare tendenza, servono le storie". A dirlo all'Adnkronos è Massimo Ghini, che questa sera inaugura la 25esima edizione del Sudestival (in programma fino al 15 marzo), il progetto dell’Associazione Culturale Sguardi fondato e diretto da Michele Suma, con il film 'E se mio padre', diretto dalla sorella Solange Tonnini. "Sono stato io a darle questo nome. Mia nonna, romanissima, non capiva bene la pronuncia e mi ha detto 'come la chiami 'sta ragazzina? Suor Angela'", racconta Ghini con l'ironia che lo contraddistingue. Un film 'di famiglia' che racconta una famiglia "extra-large" come tante, ambientato nella metà degli Anni 80.
"Le persone che sono andate a vedere il film mi hanno detto che si sono riconosciute nella nostra storia. A quel tempo molti si vergognavano, non lo raccontavano il divorzio. La maggior parte delle famiglie erano costrette a fingere". Ma 'E se mio padre' "è anche una storia che vuole parlare ai giovani, per mostrargli quante cose abbiamo vinto in termini di diritti e di come si viveva in quel periodo storico". Il film è raccontato attraverso il punto di vista di Aida (Margherita Pantaleo), ha 12 anni e già da tempo ha capito che c'è qualcosa di oscuro sul conto di suo padre Adriano: sospetta che sia coinvolto in loschi affari. Con l'amico Daniel indaga, immaginandolo terrorista, killer o spia, legato a crimini degli Anni 70 e 80, fino a una sconcertante scoperta. Nei panni della mamma di Aida c'è Claudia Gerini: "Mi ha emozionato molto vederla nei panni di mia madre", ammette Ghini, che ha condiviso il set con suo figlio Leonardo, nei panni di suo papà da giovane. "Mi somiglia tantissimo, a quell'età ero un vero rompicogl**ni e lui mi rifà alla perfezione. Quando glielo dico ride come un pazzo", racconta.
L'emozione si fa strada tra i ricordi dal set: "Durante le riprese mi fermavo a pensare 'questa è la mia famiglia e la stiamo rappresentando'. Sono ancora senza parole", dice Ghini. Ma non è l’unico film personale a cui ha preso parte. "Ne 'La tregua' di Francesco Rosi io e John Turturro abbiamo raccontato la storia dei deportati che rientravano da Auschwitz. In quel racconto – spiega l'attore - c'è un po' di me, io sono figlio di un deportato. Mio padre è stato nel campo di concentramento a Mauthausen, se sono qui è perché abbiamo avuto fortuna". Ma "per me è stato un film emotivamente molto difficile da fare".
In occasione della presentazione del film, il Sudestival consegna a Ghini il premio alla Carriera. "Mi sento riconosciuto dal pubblico piuttosto che dal mio mondo, se devo dire la verità. Non mi hanno mai dato un David di Donatello. Mia moglie dice 'se te lo dovessero dare quando tu non ci sarai, non lo accetterò'. Non è un atto di presunzione o una polemica: mi colpisce il fatto che dopo tanti film hanno dato un David a tutti tranne che a me. Forse ho pagato lo scotto di essere stato sempre un po' dentro la politica del cinema, sono stato per oltre 10 anni presidente nazionale del Sindacato Attori Italiani-Cgil ma anche consigliere comunale". Oltre cento film e più di 40 anni di carriera, ma a Massimo Ghini il tempo che passa non spaventa: "Ho ancora voglia di fare film, non ci ho pensato all’ultimo che girerà. Intanto l’ultimo progetto a cui ho preso parte è di un regista americano, uscirà prossimamente", conclude.
Spettacolo
Sanremo 2025, Rose Villain: “Io donna libera, non...
L'artista in gara con il brano 'fuorilegge': "Quest'anno torno con una nuova consapevolezza. Con i live ho imparato a lasciarmi andare"
"Sono una donna libera e non voglio essere silenziata". E' una Rose Villain ancora più determinata quella che, reduce da un anno di successi, torna al Festival di Sanremo 2025 con il brano in gara 'Fuorilegge' (Warner Music Italy). Alla vigilia della kermesse, l'artista si racconta, ripercorrendo il percorso dal successo di 'Click Boom' all'evoluzione artistica e personale maturata anche grazie all'esperienza dei live. "Sanremo mi ha cambiato la vita e quest'anno torno con una nuova consapevolezza. L'anno scorso ci tenevo molto a farmi conoscere ma adesso che ho visto che la mia musica è apprezzata sia dai bambini che dagli anziani, mi voglio godere questa esperienza", dice l'artista che propone un brano che parla di desiderio, di un sentimento così viscerale e logorante da far quasi sentire sbagliati.
Un fuoco che arde così forte da indurre a pensare e agire fuori dagli schemi, pur di avverare i propri sogni. Per Rose, la partecipazione a Sanremo per il secondo anno consecutivo è una scelta dettata dal cuore: "Torno per l'amore per questa canzone che ho scritto prima di 'Click boom'. Non ho pensato a strategie, ho scelto semplicemente la canzone che mi piaceva di più". L'artista, tra le più internazionali del panorama italiano, con successi su Spotify e un secondo posto nella Top Women Italia, crede fortemente nella propria musica: "Credo veramente in quello che faccio. La mia musica mi rende felice e questa è una cosa bella".
In questo anno, racconta Rose Villain, "i veri insegnamenti li ho ricevuti durante i live dove ho imparato a lasciarmi andare. Ho capito che esprimere la propria opinione non è mai inutile, perché ognuno di noi ha molteplici sfaccettature. Non voglio essere silenziata. Sia nella musica che nei miei sentimenti o nelle tematiche sociali, voglio parlare apertamente di tutto ciò che penso". Purtroppo, "c'è un po' di ignoranza quando si parla di femminismo o sessualizzazione. Io da donna libera voglio fare quello che mi pare però ho bisogno che questo mio essere libera non tolga valore alla mia arte".
Sulla presenza di Tony Effe e le polemiche sui suoi testi, Rose Villain ha le idee chiare: "Sono molto felice che il rap sia a Sanremo perché è la musica del futuro, rivoluzionaria da sempre. Per me è punk e quello che è divisivo porta discussione". E sui testi contestati dice: "Quando si scrive è cinema e anche la musica è cinema. Non mi sono mai sentita attaccata. Conosco Tony Effe e gli altri, sono bravissimi ragazzi. Sinceramente mi preoccupa di più il fatto che vengano tagliati i fondi per contrastare la violenza sulle donne".
E sull'autotune dice: "Per me è uno strumento musicale, è una cifra stilistica. Ovviamente se l'autotune viene utilizzato perché non si sa cantare allora è diverso. Ma è il suono del futuro". Quanto alla serata duetti Rose Villain salirà sul palco con Chiello: "Un gioiello della musica italiana che ancora non è arrivato al grande pubblico e che fa delle canzoni incredibili". E la canzone è 'Fiori rosa, fiori di pesco': "Non abbiamo avuto dubbi. Sarà quasi un dialogo". I suoi preferiti al festival? Oltre agli amici come Gaia, Tony Effe e Guè cita nuove scoperte: "Lucio Corso, Joan Thiele e Brunori Sas: la musica cantautorale va messa su un piedistallo", conclude. di Loredana Errico
Spettacolo
Fabio Fazio e il rischio incidente a Che tempo che fa: il...
Il conduttore, dopo l'esibizione di Claudio Baglioni, per poco non finisce nella 'botola'
Fabio Fazio rischia l'incidente nella puntata di oggi di Che tempo che fa. Il conduttore, dopo l'esibizione di Claudio Baglioni, inciampa e per poco non finisce nella 'botola' che si apre nel pavimento dello studio per l''emersione' dell'acquario. E' provvidenziale l'intervento di un tecnico, che evita una rovinosa caduta e salva Fazio.
Rivediamo a Var.#CTCF pic.twitter.com/SAeUszy7kE
— Cussiddu (@cussiddu) January 26, 2025
Il video rimbalza su X e, tra sospiri di sollievo e ironia per sdrammatizzare, ecco il paragone con l'incidente occorso mesi fa a Gigione.
A Fabio Fazio c'è mancato poco stasera#CTCF pic.twitter.com/K0FBVcAX7Z
— Il Narratore (@edwardtivede) January 26, 2025
Il cantante, durante un concerto all'aperto, è stato tradito dal palco: il cedimento di un asse di legno ha provocato, in questo caso, una caduta rovinosa.
Tv & Gossip
My Home My Destiny 2: svolte, tensioni e rivelazioni dal 27...
Gli intrecci familiari e amorosi hanno un modo tutto loro di colpire. Ti ritrovi a guardare e tac, ti arrivano addosso quelle emozioni che sembrano quasi prendersi gioco di te. In queste puntate di My Home My Destiny 2, dal lunedì al venerdì su Canale 5 alle 16.50, ci sono sguardi che parlano più di mille parole, scelte che sembrano quasi gridare “attento, la vita cambia!”. Ogni momento è un salto nel buio, un passo verso qualcosa di nuovo, forse bello, forse doloroso. Ma chi lo sa? Alla fine, non è questo il bello delle storie?
Qualcuno potrebbe pensare che sia soltanto finzione, ma la verità è che certe dinamiche sono universali: gelosie, incomprensioni, speranze che si accendono all’improvviso. Siamo pronti a raccontarvi quello che accade nella settimana dal 27 al 31 gennaio 2025, in un percorso un po’ disordinato – perché a volte è proprio così che la vita si presenta, no? – ma che restituisce il sapore più autentico di una storia che scalpita per essere vissuta appieno.
Un gioco di sguardi e qualche sospetto: il legame tra Baris e Nesrin
Sembra quasi assurdo, ma in questi giorni l’atmosfera si è riscaldata per via di una presenza che non passa inosservata: Nesrin. Il suo modo di osservare Baris, di girargli intorno con un sorriso che lascia intendere più di quanto dica apertamente, ha fatto alzare qualche antenna a chi le sta attorno. E non soltanto a noi spettatori, ma anche a Zeynep, che si ritrova a guardare questa situazione con un certo disagio. Sappiamo che Zeynep è riuscita a farsi valere come amministratore delegato alla Lotus Group ma la tensione privata può minare anche la più incrollabile delle certezze professionali.
Nel frattempo Baris osserva Nesrin con occhio critico: non è del tutto chiaro cosa gli passi per la testa, ma pare che ci siano ragioni solide per vigilare su di lei. La donna, però, non si dà per vinta e cerca ogni occasione per giocare col fuoco: nel bel mezzo di una serata conviviale, addirittura propone un gioco della bottiglia che porta Baris a dover ballare con lei. Un momento imbarazzante? Senza dubbio, ma anche un momento che rischia di far scattare qualche scintilla indesiderata.
Emine e Savas: dal litigio alla confusione emotiva
Proseguendo nella nostra carrellata di vicende, ci imbattiamo in Emine e Savas. All’inizio della settimana le tensioni tra loro sono tangibili: lei commette un errore sul lavoro, lui è troppo severo nel rimproverarla. Forse è soltanto una questione di orgoglio ferito o magari di insicurezze che vengono a galla. Ma c’è anche un velo di gelosia nell’aria. In particolare, Savas non sopporta la complicità tra Emine e Nuh, un amico che la sostiene e la incoraggia in un modo che a Savas proprio non va giù.
La situazione si complica quando Emine si ritrova, un po’ per forza di cose, a doversi chiarire con il giovane avvocato. Lui fa marcia indietro, si scusa per il suo atteggiamento brusco. Eppure, dietro questa calma apparente cova un’inquietudine che non si risolve in due battute. Emine non è affatto indifferente a ciò che succede e, tra l’altro, la presenza di Nesrin in casa di Baris finisce per irritarla parecchio: ci sono troppi sguardi doppi, troppe parole non dette.
L’arrivo di Tarik: idee moderne e scontri con Ali Riza
E mentre Emine e Savas si confrontano, c’è un altro ingresso che si fa notare: Tarik. Arriva con una macchina del caffè sotto braccio, pronto a condividere i suoi metodi innovativi con la famiglia. E chi trova a contrastarlo? Ali Riza, figura dal pensiero più tradizionale che non gradisce troppi scossoni alle abitudini consolidate. Il conflitto tra i due non si limita a semplici punzecchiature: rispecchia due visioni opposte del mondo e in certe scene si percepisce quasi il timore che possa esplodere una vera e propria guerra fredda a suon di commenti sferzanti.
Nel mezzo, Nermin si trova in una posizione di mediazione. Nonostante le differenze, lei vede qualcosa di intrigante in Tarik. E non lo nasconde. Anzi, la donna si lascia prendere dall’entusiasmo di questa novità che, in qualche modo, la spinge a guardare oltre il suo passato con Ekrem. Ci sono attimi in cui sembra quasi che Nermin voglia concedersi una nuova opportunità e Tarik è lì, pronto ad accendere la fiamma con un invito a cena.
Dolori, promesse e sentimenti: l’altalena emotiva di Nuh e Cemile
Non possiamo dimenticare, in questa settimana carica di eventi, il dramma silenzioso di Nuh. L’uomo, costretto a convivere con l’assenza di sua moglie Cemile, è sopraffatto dalla nostalgia e si chiede senza sosta perché lei sia andata via. Lo vediamo allontanarsi per non mostrare a tutti le sue lacrime: c’è una vena di tristezza che scorre, un dolore malcelato che parla a chiunque abbia vissuto una perdita o una separazione difficile.
Il futuro di Zeynep e Baris: nozze in vista?
In mezzo alle evoluzioni sentimentali e alle rivalità che prendono forma, c’è chi fa progetti concreti. Ali Riza insiste: Baris dovrebbe sposare Zeynep in fretta, perché crede fermamente che i due siano fatti l’uno per l’altra. Allo stesso tempo, non manca chi mette in guardia la coppia dall’influenza di Nesrin, considerata un elemento ambiguo e chi mette in dubbio la buona fede di Tarik, definendolo un manipolatore o un donnaiolo.
In fondo, i personaggi nuovi fanno sempre scattare le antenne a chi si sente protettore di una famiglia già consolidata. Sul lato pratico, però, Zeynep procede spedita con la sua carriera: c’è un’intervista che esce online e la riempie di orgoglio. Vuole addirittura portare sua madre Sakine alla Lotus Group, in modo da mostrargliela con soddisfazione. È come se il cerchio si chiudesse: da un lato una donna in ascesa che trova conferma nel lavoro, dall’altro una famiglia che la sostiene, pur con qualche turbamento di sottofondo che non accenna a sparire.
Una settimana che scuote gli equilibri
Questa nuova tornata di episodi non è soltanto un continuo passarsi la palla tra una gelosia e un chiarimento: parla di sogni, di ferite che chiedono di essere rimarginate e di persone che cercano di costruire qualcosa di positivo nonostante i colpi bassi del destino. È una settimana in cui gli animi si accendono, e ci troviamo davanti a momenti di passione (anche se a volte celata) e a fratture che attendono di essere risanate.
My Home My Destiny 2 non sembra accontentarsi delle solite dinamiche, ma getta in campo personaggi che evolvono di continuo. Chi crede di aver capito tutto, all’improvviso si ritrova spiazzato dalle azioni di chi lo circonda. È quel pizzico di imprevedibilità che tiene viva la nostra attenzione e che, in fondo, ci costringe a domandarci: quante volte abbiamo giudicato qualcuno in modo superficiale?
Siamo solo all’inizio di una stagione che promette continui stravolgimenti. Perciò, restate sintonizzati, sempre su Canale 5 a partire dalle 16.50, per non perdervi l’evoluzione di questi personaggi così umani e, a tratti, spiazzanti. Del resto, guardare come le tensioni si risolvono (o si complicano) davanti ai nostri occhi potrebbe offrirci qualche spunto di riflessione anche su come, nella vita reale, è necessario imparare a convivere con l’imprevisto. A volte basta un semplice ballo, un gioco all’apparenza innocente o un gesto di sostegno per far esplodere vecchi nodi che pensavamo superati. E questa soap turca, che tanto ci sta appassionando, ne è la conferma.