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Meloni e caso Almasri, Li Gotti: “Ora magistratura faccia chiarezza”
All'Adnkronos parla il legale che ha presentato l'esposto sul caso Almasri
"Adesso su questa vicenda mi aspetto chiarezza, quello che non c'è stato finora". Dopo l'avviso di garanzia alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per il caso Almasri, parla l'avvocato Luigi Li Gotti. Il legale ha presentato l'esposto alla procura di Roma che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati della premier Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
"Nel mio esposto ho ipotizzato i reati di favoreggiamento e peculato, ma ora sarà la magistratura a indagare e fare accertamenti", dice Li Gotti all'Adnkronos. "L'iscrizione è un atto dovuto per legge, la procura non ha potuto iscrivere contro ignoti perché la denuncia è nominativa, ma è un atto consequenziale, scontato", aggiunge Li Gotti.
"Non è un avviso di garanzia. Io ho presentato una denuncia nominativa, come cittadino, in cui ipotizzavo due fattispecie di reato, era scontato per legge che la Procura facesse l'iscrizione nella notizia di reato", afferma poi a E' sempre Cartabianca su Rete4. "Io non so se è stata emessa anche un'informazione di garanzia, credo che sia stata fatta un'iscrizione a seguito di una denuncia nominativa presentata e per forza ci deve essere un'iscrizione", aggiunge. "L'ho fatto per dignità. Per me era insopportabile -dice Li Gotti- che venissero dette una serie di menzogne, che un boia venisse restituito alla Libia con un aereo di stato per continuare a fare quel che faceva: torture, violenze sessuali, omicidi".
Chi è Li Gotti
L'avvocato e politico crotonese 78enne, noto tra l'altro per essere stato difensore di diversi pentiti tra i quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo, nel documento chiede "che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia".
Sono molti i processi di primo piano da lui seguiti negli anni. Avvocato di parte civile nel processo per la strage di Piazza Fontana, Li Gotti ha anche assistito i familiari di due uomini della scorta di Aldo Moro, il maresciallo Oreste Leonardi e l'appuntato Domenico Ricci, assassinati dalle Br nella strage di via Fani del 16 marzo 1978. Ha inoltre rappresentato la famiglia del commissario Luigi Calabresi in un lungo iter processuale. Il legale ha partecipato anche al processo per i fatti della Diaz a Genova e ai processi di strage di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi. Più recentemente, ha assistito i familiari delle vittime del naufragio di Cutro, in Calabria.
Li Gotti ha ricoperto anche diversi incarichi politici. Dopo una militanza a destra che lo ha portato negli anni '70 in consiglio comunale a Crotone, nel 2002 è entrato nell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, assumendo l'incarico di responsabile del Dipartimento Giustizia. Dal 18 maggio del 2006 alla caduta del secondo governo Prodi è stato sottosegretario alla Giustizia. Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto senatore nelle file dell'Italia dei Valori in Emilia-Romagna.
Politica
Alleanza Nazionale, 30 anni da nascita destra governo. La...
Convegno al Senato oggi in occasione del trentennale dalla svolta di Fiuggi. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Tatarella: "Abbiamo nostro premier, manca il Capo di Stato". Donzelli (FdI): "Antifascismo momento essenziale". Fini: "Dobbiamo dare vita a una nuova Italia"
Una storia condivisa nel tempo: dall'Msi, passando per Alleanza nazionale, arrivando a Fratelli d'Italia, forze di una destra nazionale, legata nel tempo da una passione comune, quella dell''amore per l'Italia.
"La forza autentica della comunità di destra è che chi si colloca lì, lo fa perché non vuole vantaggi personali, ma sceglie quella parte per 'amore dell'Italia', come avrebbe detto Giorgio Almirante", assicura Gianfranco Fini, facendo la sintesi della 'sua' storia repubblicana, al convegno dal titolo 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', evento organizzato dalla Fondazione Tatarella con il patrocinio del Senato per ricordare il congresso di Fiuggi del gennaio del 1995.
A lui si associa il presidente La Russa, che concluderà i lavori, ringraziando pubblicamente Fini per la sua svolta, ricordando il primo slogan voluto da Meloni per FdI: "Volle scritto 'a testa alta'" e ora "la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa 'non alta', ma 'altissima'".
Nella sala, gremitissima, a prendere la parola, con il presidente del Senato La Russa e l'ex presidente della Camera Fini, il responsabile organizzativo di Fdi, Giovanni Donzelli, Valentino Valentini e Fabrizio Tatarella della Fondazione An, il ministro Adolfo Urso. Ad ascoltarli, non facendo mancare applausi sono ex aennini, come Domenico Gramazio e Carmelo Briguglio, tanti giornalisti d'area, come il direttore editoriale del Secolo d'Italia, Italo Bocchino e il direttore dello stesso quotidiano Antonio Rapisarda. Presenti anche alcuni senatori di Fdi, tra cui Roberto Menia. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Qualcuno in sala indossa pure una sciarpa con la scritta 'Fini sindaco', ricordando la sfida con Rutelli a Roma, del '93. Campagna più volte evocata in sala, con lo stesso Fini e Donzelli che ricordano come siano stati i voti degli elettori a sdoganare la destra in Italia, piuttosto che Berlusconi.
"Non si poteva chiedere a Almirante di rinnegare se stesso, ma aveva detto che non voleva restaurare", dice sempre il fondatore di An Fini, aggiungendo che per il Msi "il tema, la questione era la presunzione di quei partiti che tenevano fuori dalla dialettica politica una forza legittimata democraticamente". "Poi ci hanno scelto per l'onestà, quella dei nostri padri", spiegherà ancora La Russa.
Donzelli, che si rammarica di non aver potuto conoscere personalmente Pinuccio Tatarella per motivi anagrafici ("era uno che non andava in tv, lo sentivo alla radio") parla di fascismo: "Non abbiamo nessun problema ad ammettere, come è scritto nelle tesi di Fiuggi, che l'antifascismo è stato un momento essenziale, ma la sinistra deve capire che non basta essere antifascisti per essere democratici", è quanto scandisce tra gli applausi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni - racconta Fabrizio Tatarella - . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra e oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato e un vicepresidente esecutivo in Ue". "An - spiega - ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
Politica
An, Fabrizio Tatarella: “Ora manca ultimo passaggio,...
"Oggi la destra è al governo per la terza volta, con Giorgia Meloni". Un successo che "non ci sarebbe stato senza Fiuggi di 30 anni fa". Così Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione Alleanza nazionale, in apertura dei lavori del convegno in Senato dal titolo 'Alleanza Nazionale.
A 30 anni dalla nascita della destra di governo'. L'evento organizzato dalla Fondazione Tatarella ricorda, in collaborazione con la Fondazione An, la svolta Fiuggi voluta da Pinuccio Tatarella. L’evento, con il patrocinio del Senato della Repubblica, vede in sala tra gli altri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso e Gianfranco Fini, già presidente di Alleanza Nazionale e protagonista della svolta di Fiuggi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni -aggiunge- . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra. Oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato". "An -ha ricordato Fabrizio Tatarella- ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
Politica
La Russa: “Destra sdoganata dall’onestà dei...
Così il Presidente del Senato chiudendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella
"Il voto del '93 premia Fini e Alessandra Mussolini, e poi Musumeci a Catania, più che le idee dei nostri padri, è stata l'onestà dei nostri padri" a farci vincere "per quello gli italiani votarono Fini e Mussolini, il tema dell'onestà e della questione morale era sul tappeto, e chi poteva dire che non faceva parte di quella cosa negativa, furono i nostri padri con la loro onestà, così nacque An". Così Ignazio La Russa, concludendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella.
"Gli applausi vanno a Almirante, Romualdi, a tutti i nostri padri, a Fini, a Tatarella, - ha proseguito La Russa - senza cui non ci sarebbe la destra moderna, ma se non avesse avuto al suo fianco Fini non ci sarebbero stati quei risultati, poi a Meloni, che bocciando un mio slogan ne volle uno che diceva 'a testa alta', la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani, è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa altissima".
"Ci sono tante sliding doors, - ha detto il Presidente del Senato - quando qualcuno sbagliando, ma romanticamente, si oppone alla repubblica i fasci di azione rivoluzionari, ma poi si decise di 'non restaurare, ma neanche rinnegare', come si diceva" come fece il Msi. "Quando sono stato eletto presidente del Senato citai Pertini che diceva più o meno che bisogna lottare per le cose impossibili.Nel '72, dopo i congressi del Msi, dopo l'avanzata a Catania, quel convegno disse 'noi siamo la destra italiana'. Si chiamavano a raccolta monarchici, antifascisti bianchi".