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Meloni, avviso di garanzia alla premier per caso Almasri: ecco la denuncia
L'atto presentato dall'avvocato Luigi Li Gotti
La premier Giorgia Meloni indagata a Roma per il caso Almasri insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano e ai ministri Nordio e Piantedosi dopo la denuncia sulla vicenda presentata alla procura capitolina dall'avvocato Luigi Li Gotti.
In particolare, Li Gotti, come si legge nell'atto, corredato anche da un resoconto giornalistico dei fatti, ha presentato denuncia per i reati di "favoreggiamento personale" e "peculato" nei confronti "della Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro della Giustizia, del Ministro dell’Interno e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, in relazione alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche".
L'avvocato e politico crotonese, noto tra l'altro per essere stato difensore di diversi pentiti tra i quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo, nel documento, chiede "che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia".
Politica
Alleanza Nazionale, 30 anni da nascita destra governo. La...
Convegno al Senato oggi in occasione del trentennale dalla svolta di Fiuggi. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Tatarella: "Abbiamo nostro premier, manca il Capo di Stato". Donzelli (FdI): "Antifascismo momento essenziale". Fini: "Dobbiamo dare vita a una nuova Italia"
Una storia condivisa nel tempo: dall'Msi, passando per Alleanza nazionale, arrivando a Fratelli d'Italia, forze di una destra nazionale, legata nel tempo da una passione comune, quella dell''amore per l'Italia.
"La forza autentica della comunità di destra è che chi si colloca lì, lo fa perché non vuole vantaggi personali, ma sceglie quella parte per 'amore dell'Italia', come avrebbe detto Giorgio Almirante", assicura Gianfranco Fini, facendo la sintesi della 'sua' storia repubblicana, al convegno dal titolo 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', evento organizzato dalla Fondazione Tatarella con il patrocinio del Senato per ricordare il congresso di Fiuggi del gennaio del 1995.
A lui si associa il presidente La Russa, che concluderà i lavori, ringraziando pubblicamente Fini per la sua svolta, ricordando il primo slogan voluto da Meloni per FdI: "Volle scritto 'a testa alta'" e ora "la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa 'non alta', ma 'altissima'".
Nella sala, gremitissima, a prendere la parola, con il presidente del Senato La Russa e l'ex presidente della Camera Fini, il responsabile organizzativo di Fdi, Giovanni Donzelli, Valentino Valentini e Fabrizio Tatarella della Fondazione An, il ministro Adolfo Urso. Ad ascoltarli, non facendo mancare applausi sono ex aennini, come Domenico Gramazio e Carmelo Briguglio, tanti giornalisti d'area, come il direttore editoriale del Secolo d'Italia, Italo Bocchino e il direttore dello stesso quotidiano Antonio Rapisarda. Presenti anche alcuni senatori di Fdi, tra cui Roberto Menia. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Qualcuno in sala indossa pure una sciarpa con la scritta 'Fini sindaco', ricordando la sfida con Rutelli a Roma, del '93. Campagna più volte evocata in sala, con lo stesso Fini e Donzelli che ricordano come siano stati i voti degli elettori a sdoganare la destra in Italia, piuttosto che Berlusconi.
"Non si poteva chiedere a Almirante di rinnegare se stesso, ma aveva detto che non voleva restaurare", dice sempre il fondatore di An Fini, aggiungendo che per il Msi "il tema, la questione era la presunzione di quei partiti che tenevano fuori dalla dialettica politica una forza legittimata democraticamente". "Poi ci hanno scelto per l'onestà, quella dei nostri padri", spiegherà ancora La Russa.
Donzelli, che si rammarica di non aver potuto conoscere personalmente Pinuccio Tatarella per motivi anagrafici ("era uno che non andava in tv, lo sentivo alla radio") parla di fascismo: "Non abbiamo nessun problema ad ammettere, come è scritto nelle tesi di Fiuggi, che l'antifascismo è stato un momento essenziale, ma la sinistra deve capire che non basta essere antifascisti per essere democratici", è quanto scandisce tra gli applausi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni - racconta Fabrizio Tatarella - . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra e oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato e un vicepresidente esecutivo in Ue". "An - spiega - ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
Politica
An, Fabrizio Tatarella: “Ora manca ultimo passaggio,...
"Oggi la destra è al governo per la terza volta, con Giorgia Meloni". Un successo che "non ci sarebbe stato senza Fiuggi di 30 anni fa". Così Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione Alleanza nazionale, in apertura dei lavori del convegno in Senato dal titolo 'Alleanza Nazionale.
A 30 anni dalla nascita della destra di governo'. L'evento organizzato dalla Fondazione Tatarella ricorda, in collaborazione con la Fondazione An, la svolta Fiuggi voluta da Pinuccio Tatarella. L’evento, con il patrocinio del Senato della Repubblica, vede in sala tra gli altri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso e Gianfranco Fini, già presidente di Alleanza Nazionale e protagonista della svolta di Fiuggi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni -aggiunge- . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra. Oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato". "An -ha ricordato Fabrizio Tatarella- ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
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La Russa: “Destra sdoganata dall’onestà dei...
Così il Presidente del Senato chiudendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella
"Il voto del '93 premia Fini e Alessandra Mussolini, e poi Musumeci a Catania, più che le idee dei nostri padri, è stata l'onestà dei nostri padri" a farci vincere "per quello gli italiani votarono Fini e Mussolini, il tema dell'onestà e della questione morale era sul tappeto, e chi poteva dire che non faceva parte di quella cosa negativa, furono i nostri padri con la loro onestà, così nacque An". Così Ignazio La Russa, concludendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella.
"Gli applausi vanno a Almirante, Romualdi, a tutti i nostri padri, a Fini, a Tatarella, - ha proseguito La Russa - senza cui non ci sarebbe la destra moderna, ma se non avesse avuto al suo fianco Fini non ci sarebbero stati quei risultati, poi a Meloni, che bocciando un mio slogan ne volle uno che diceva 'a testa alta', la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani, è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa altissima".
"Ci sono tante sliding doors, - ha detto il Presidente del Senato - quando qualcuno sbagliando, ma romanticamente, si oppone alla repubblica i fasci di azione rivoluzionari, ma poi si decise di 'non restaurare, ma neanche rinnegare', come si diceva" come fece il Msi. "Quando sono stato eletto presidente del Senato citai Pertini che diceva più o meno che bisogna lottare per le cose impossibili.Nel '72, dopo i congressi del Msi, dopo l'avanzata a Catania, quel convegno disse 'noi siamo la destra italiana'. Si chiamavano a raccolta monarchici, antifascisti bianchi".