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Mattarella: ‘torniamo da Auschwitz sempre sconvolti’
Il Presidente della Repubblica celebra il Giorno della Memoria al Quirinale dopo la cerimonia per l'80/mo anniversario della liberazione del campo di sterminio. 'Ieri rinnovato patto tra Nazioni e popoli. Ripetiamo mai più'.
"Auschwitz provoca sempre infinito orrore, scuote le nostre coscienze, le nostre convinzioni. Genera angoscia, turbamento, interrogativi laceranti. Non si va, non vi si può andare, come se fosse solo un memoriale di un’epoca passata, un sito storico oggi trasformato in un monumento alle vittime di tanta sofferenza. Da Auschwitz –smisurato cimitero senza tombe- si torna ogni volta sconvolti. Perché Auschwitz è il 'non luogo' per eccellenza, una nebulosa, dove le coordinate spaziali si smarriscono e il tempo si ferma. Non è una parentesi, per quanto orribile. Alberga nel fondo dell’animo dell’uomo. È un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora. Ripetiamo allora anche noi, con particolare determinazione in questi nostri giorni, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case e nelle piazze, quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: 'Mai più!'". Un Giorno della Memoria che si carica di ulteriori significati quello celebrato quest'anno al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presenza dei presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio e dei ministri degli Esteri, della Difesa, dell'Interno, dell'Istruzione e della Cultura.
La cerimonia è stata infatti spostata di un giorno all'indomani della manifestazione con la quale ieri è stata ricordato l'80/mo anniversario della liberazione del campo di concentramento. "Insieme a molti Capi di Stato e rappresentanti nazionali provenienti da tanti Paesi, ma soprattutto da tutti quelli dell’Europa, che si riconoscono nella sua civiltà, dell’Europa unita anche in questa memoria, ho partecipato alla cerimonia che ricorda l’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli del più grande campo di sterminio che la storia ricordi", sottolinea il Capo dello Stato.
"Un evento storico, di straordinaria importanza, che tesse insieme, in un’unica tela, passato e futuro, memoria e responsabilità di oggi. Un evento -rimarca il Presidente della Repubblica- che ha espresso anche il significato di rinnovare un patto tra le Nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui la violenza, l’aggressione, l’inimicizia, la guerra sembrano voler prendere il sopravvento, accende una speranza".
'fascismo e Repubblica Salò complici fino a soluzione finale'
Ancora una volta Mattarella mette in evidenza quella parola che ha caratterizzato il discorso di fine anno del 31 dicembre scorso, perchè "abbiamo fiducia nei giovani, nei valori consacrati nella nostra Costituzione repubblicana, che respinge con fermezza le discriminazioni e l’intolleranza. Abbiamo fiducia nella vigilanza attiva delle forze politiche e sociali che, al di là delle legittime differenze, sono unite nel ripudio delle parole e dei gesti di morte. Non cediamo allo sconforto. Abbiamo fiducia nel futuro dell’umanità, nella saggezza dei popoli, nella determinazione di tante donne e tanti uomini in grado di impedire con onestà e coraggio, che forze oscure possano prevalere sull’aspirazione naturale dell’umanità alla pace, alla giustizia, alla fratellanza".
Per questo non è sufficiente "ricordare", ma è necessario "ribadire solennemente il nostro comune e inderogabile impegno a non permettere che simili atrocità si ripresentino". Perchè, spiega Mattarella, "con la definitiva sconfitta del nazifascismo in Europa, con la ripresa delle democrazie, le ferite non si sono mai del tutto rimarginate" e perchè Auschwitz rappresenta "un universo di orrore e di abiezione, che appartiene a quello stesso genere umano che oggi guarda a quella stagione con dolore, sconcerto, talvolta con la tragica indifferenza di chi pensa che si tratti di un passato che non può tornare".
Occorre allora tenere bene a mente, afferma il Capo dello Stato, che "Auschwitz è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla 'soluzione finale'". Invece "il sacrificio dei tanti caduti per la libertà", ha "plasmato lo spirito e la forma della nostra Costituzione, che è nata –e vive– per cancellare i principi, le azioni, le parole d’ordine del cupo dominio nazifascista, di cui il sanguinoso conflitto mondiale e i campi di sterminio furono gli esiti crudeli e inevitabili".
'grazie per testimonianza e impegno memoria superstiti'
"In luogo della predicazione della guerra d’aggressione, la Costituzione prevede la pace e la collaborazione internazionale. Al posto della discriminazione e della persecuzione, la Costituzione promuove l’eguaglianza e la giustizia. In luogo dell’oppressione, la libertà. Invece dell’indottrinamento e della propaganda che manipola la realtà sino alla menzogna, il confronto e il pluralismo. Al contrario della fede cieca e dell’obbedienza incondizionata, la Costituzione prevede la democrazia, la partecipazione, le garanzie e i controlli".
Quella stessa Costituzione alla quale hanno contribuito "la sofferenza vostra e dei vostri cari" dice Mattarella rivolgendosi ai superstiti dei campi di sterminio che sono al Quirinale ad ascoltarlo: Liliana Segre, Edith Bruck, Andra e Tatiana Bucci, Sami Modiano e idealmente, seguendo da casa, Goti Bauer e Gilberto Salmoni.
"Desidero salutare ciascuna e ciascuno di voi, con il più grande rispetto e con immenso affetto. Ringraziandovi, ancora una volta, per la testimonianza, per l’impegno di memoria e di verità, per le parole preziose, che non sono mai di odio, di vendetta, ma di giustizia, di umanità, di speranza. Testimoni e vittime di un orrore indicibile, avete portato il peso -evidenzia il Presidente della Repubblica- di sofferenze atroci, trovando dentro di voi la forza di raccontare, di condividere, di far ricordare".
'respingiamo con forza risorgente antisemitismo'
"Avete costruito un ponte con le nuove generazioni, trasferendo coraggio, passione, amore per la libertà, ripulsa per l’ingiustizia e la sopraffazione. Le vostre vicende sono incise, indimenticabili, nella storia della nostra Repubblica".
Perciò, mette in chiaro Mattarella, "respingiamo con forza il risorgente antisemitismo, una piaga in crescita: gli italiani di origine ebraica hanno dato un fondamentale contributo alla costruzione italiana ed europea, sono in casa propria, quella condivisa con tutti gli altri concittadini, liberi, protetti, rispettati e tali hanno il diritto di sentirsi. È la Costituzione a stabilirlo solennemente".
Quindi, conclude il Capo dello Stato, "è doloroso e inaccettabile che vi siano ignobili insulti razzisti alla senatrice Segre, su quei social media che sono nati come espressione di libertà e che rischiano invece, sovente, di diventare strumento di violenza e di negazione di diritti. Occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia". (di Sergio Amici)
Politica
Alleanza Nazionale, 30 anni da nascita destra governo. La...
Convegno al Senato oggi in occasione del trentennale dalla svolta di Fiuggi. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Tatarella: "Abbiamo nostro premier, manca il Capo di Stato". Donzelli (FdI): "Antifascismo momento essenziale". Fini: "Dobbiamo dare vita a una nuova Italia"
Una storia condivisa nel tempo: dall'Msi, passando per Alleanza nazionale, arrivando a Fratelli d'Italia, forze di una destra nazionale, legata nel tempo da una passione comune, quella dell''amore per l'Italia.
"La forza autentica della comunità di destra è che chi si colloca lì, lo fa perché non vuole vantaggi personali, ma sceglie quella parte per 'amore dell'Italia', come avrebbe detto Giorgio Almirante", assicura Gianfranco Fini, facendo la sintesi della 'sua' storia repubblicana, al convegno dal titolo 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', evento organizzato dalla Fondazione Tatarella con il patrocinio del Senato per ricordare il congresso di Fiuggi del gennaio del 1995.
A lui si associa il presidente La Russa, che concluderà i lavori, ringraziando pubblicamente Fini per la sua svolta, ricordando il primo slogan voluto da Meloni per FdI: "Volle scritto 'a testa alta'" e ora "la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa 'non alta', ma 'altissima'".
Nella sala, gremitissima, a prendere la parola, con il presidente del Senato La Russa e l'ex presidente della Camera Fini, il responsabile organizzativo di Fdi, Giovanni Donzelli, Valentino Valentini e Fabrizio Tatarella della Fondazione An, il ministro Adolfo Urso. Ad ascoltarli, non facendo mancare applausi sono ex aennini, come Domenico Gramazio e Carmelo Briguglio, tanti giornalisti d'area, come il direttore editoriale del Secolo d'Italia, Italo Bocchino e il direttore dello stesso quotidiano Antonio Rapisarda. Presenti anche alcuni senatori di Fdi, tra cui Roberto Menia. Tra gli ospiti anche l'amministratore delegato del gruppo Adnkronos Angela Antonini e il presidente Pippo Marra. Qualcuno in sala indossa pure una sciarpa con la scritta 'Fini sindaco', ricordando la sfida con Rutelli a Roma, del '93. Campagna più volte evocata in sala, con lo stesso Fini e Donzelli che ricordano come siano stati i voti degli elettori a sdoganare la destra in Italia, piuttosto che Berlusconi.
"Non si poteva chiedere a Almirante di rinnegare se stesso, ma aveva detto che non voleva restaurare", dice sempre il fondatore di An Fini, aggiungendo che per il Msi "il tema, la questione era la presunzione di quei partiti che tenevano fuori dalla dialettica politica una forza legittimata democraticamente". "Poi ci hanno scelto per l'onestà, quella dei nostri padri", spiegherà ancora La Russa.
Donzelli, che si rammarica di non aver potuto conoscere personalmente Pinuccio Tatarella per motivi anagrafici ("era uno che non andava in tv, lo sentivo alla radio") parla di fascismo: "Non abbiamo nessun problema ad ammettere, come è scritto nelle tesi di Fiuggi, che l'antifascismo è stato un momento essenziale, ma la sinistra deve capire che non basta essere antifascisti per essere democratici", è quanto scandisce tra gli applausi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni - racconta Fabrizio Tatarella - . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra e oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato e un vicepresidente esecutivo in Ue". "An - spiega - ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
Politica
An, Fabrizio Tatarella: “Ora manca ultimo passaggio,...
"Oggi la destra è al governo per la terza volta, con Giorgia Meloni". Un successo che "non ci sarebbe stato senza Fiuggi di 30 anni fa". Così Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione Alleanza nazionale, in apertura dei lavori del convegno in Senato dal titolo 'Alleanza Nazionale.
A 30 anni dalla nascita della destra di governo'. L'evento organizzato dalla Fondazione Tatarella ricorda, in collaborazione con la Fondazione An, la svolta Fiuggi voluta da Pinuccio Tatarella. L’evento, con il patrocinio del Senato della Repubblica, vede in sala tra gli altri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso e Gianfranco Fini, già presidente di Alleanza Nazionale e protagonista della svolta di Fiuggi.
"I destinatari principali del lavoro di Tatarella e di quel gruppo erano le nuove generazioni -aggiunge- . Fiuggi segna un prima e un dopo nella storia della destra. Oggi abbiamo un premier e la seconda carica dello Stato". "An -ha ricordato Fabrizio Tatarella- ha permesso di esprimere l'attuale classe dirigente italiana, ora quindi manca un ultimo passaggio: l'elezione di un presidente della Repubblica, proveniente dalla destra italiana".
Politica
La Russa: “Destra sdoganata dall’onestà dei...
Così il Presidente del Senato chiudendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella
"Il voto del '93 premia Fini e Alessandra Mussolini, e poi Musumeci a Catania, più che le idee dei nostri padri, è stata l'onestà dei nostri padri" a farci vincere "per quello gli italiani votarono Fini e Mussolini, il tema dell'onestà e della questione morale era sul tappeto, e chi poteva dire che non faceva parte di quella cosa negativa, furono i nostri padri con la loro onestà, così nacque An". Così Ignazio La Russa, concludendo i lavori del convegno 'Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo', organizzato nella Sala Koch del Senato su iniziativa della Fondazione Tatarella.
"Gli applausi vanno a Almirante, Romualdi, a tutti i nostri padri, a Fini, a Tatarella, - ha proseguito La Russa - senza cui non ci sarebbe la destra moderna, ma se non avesse avuto al suo fianco Fini non ci sarebbero stati quei risultati, poi a Meloni, che bocciando un mio slogan ne volle uno che diceva 'a testa alta', la nostra caratteristica ieri come oggi e spero domani, è quello di guardare al nostro presente e al nostro passato a testa altissima".
"Ci sono tante sliding doors, - ha detto il Presidente del Senato - quando qualcuno sbagliando, ma romanticamente, si oppone alla repubblica i fasci di azione rivoluzionari, ma poi si decise di 'non restaurare, ma neanche rinnegare', come si diceva" come fece il Msi. "Quando sono stato eletto presidente del Senato citai Pertini che diceva più o meno che bisogna lottare per le cose impossibili.Nel '72, dopo i congressi del Msi, dopo l'avanzata a Catania, quel convegno disse 'noi siamo la destra italiana'. Si chiamavano a raccolta monarchici, antifascisti bianchi".