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PlayStation unisce calcio e basket in un evento crossover a Parigi
Sony Interactive Entertainment fonde il mondo del calcio e del basket in un evento crossover senza precedenti a Parigi, con la partecipazione di stelle dello sport e content creator
Sony Interactive Entertainment (SIE), in collaborazione con NBA e UEFA Champions League, ha organizzato un evento unico nel suo genere a Parigi, fondendo calcio e basket in un'esperienza sportiva inedita. L'iniziativa, svoltasi in concomitanza con la partita di UEFA Champions League tra Paris Saint-Germain e Manchester City e l'edizione 2025 degli NBA Paris Games, ha visto la creazione di uno speciale campo da gioco ispirato al controller DualSense. Il campo, caratterizzato da due porte da calcio e due canestri da basket, ha fatto da sfondo a sfide avvincenti tra personalità del mondo dello sport e content creator. Tra i partecipanti, l'ex stella NBA Tony Parker, l'ex calciatore Robert Pires e la calciatrice Mary Earps, vincitrice della UEFA Women's Champions League.
L'evento ha coinvolto anche giocatori amatoriali locali in un torneo a doppia disciplina, in cui il pallone e lo sport cambiavano dopo ogni canestro o gol. I vincitori si sono aggiudicati biglietti per assistere alla partita NBA di Parigi e a una futura sfida di UEFA Champions League. Tony Parker, quattro volte campione NBA, ha espresso entusiasmo per l'iniziativa, sottolineando l'originalità dell'evento e il legame tra i due sport. Mary Earps ha evidenziato il carattere inclusivo dell'iniziativa e l'importanza di superare i propri limiti, sia in campo che fuori. Robert Pires ha infine elogiato la scelta di Parigi come location, definendola "magica" per la sua atmosfera e la vista sulla città. L'evento, che ha incarnato il motto "Play Has No Limits", ha offerto un'esperienza memorabile per i partecipanti e ha celebrato la passione per lo sport in tutte le sue forme.
Tecnologia
Mega-Alluvione Zancleana, un cataclisma ha plasmato il...
Una nuova ricerca rivela l'impronta di un evento geologico senza precedenti, un'inondazione colossale che ha riempito il Mediterraneo in pochi anni
Un team internazionale di studiosi, tra cui ricercatori dell'INGV e dell'Università di Catania, ha individuato in Sicilia le tracce di una mega-inondazione. Concentrandosi su un'area tra Siracusa e Ragusa, i ricercatori hanno analizzato le colline e i solchi presenti nel paesaggio, scoprendo che la loro forma è compatibile con l'azione di un flusso d'acqua turbolento di proporzioni gigantesche. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da un team internazionale di studiosi, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica "Communications Earth & Environment" di 'Nature', cui hanno preso parte – tra gli altri - l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l'Università di Catania.
Circa 5 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo fu protagonista di un evento geologico senza precedenti: la Mega-Alluvione Zancleana. Un cataclisma di proporzioni inimmaginabili, un'onda anomala gigantesca che in pochi anni riempì nuovamente il bacino del Mediterraneo, prosciugato a seguito della Crisi di salinità del Messiniano.
Tra 5,97 e 5,33 milioni di anni fa, l'area dello Stretto di Gibilterra si sollevò, isolando il Mediterraneo dall'Oceano Atlantico. Il Mare Nostrum si trasformò in un'immensa distesa desertica salata, con bacini ipersalini dove si accumularono enormi quantità di sale e gesso.
Per oltre 50 anni, gli scienziati si sono interrogati su come il Mediterraneo sia tornato a essere un mare. Alcuni sostenevano un riempimento lento, altri un evento catastrofico. Studi recenti, basati su modellizzazioni idrologiche, avevano ipotizzato che il riempimento fosse avvenuto rapidamente, in pochi anni, a causa del collasso dell'istmo di Gibilterra. Ma mancavano le prove concrete.
La Mega-Alluvione Zancleana è stata un evento di portata globale, un cataclisma che ha cambiato per sempre il volto del Mediterraneo. La ricerca, supportata da realistiche modellizzazioni numeriche, fornisce la prova visibile e più convincente di questa mega-inondazione, la più grande ipotizzata sul nostro Pianeta.
Le analisi stratigrafiche hanno permesso di ricostruire il paesaggio prima dell'alluvione: una baia di mare basso con sedimenti calcarei, gessi e sali. L'abbassamento del livello del mare aveva fatto emergere parte di quest'area, che venne poi inondata dalla massa d'acqua proveniente dal Mediterraneo occidentale. La forza dell'acqua e dei detriti ha rimodellato il paesaggio, scavando profondi solchi e creando il "canyon di Noto".
L'area analizzata in Sicilia potrebbe diventare un sito di interesse mondiale per gli studiosi di alluvioni catastrofiche, un tema sempre più attuale a causa dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacci. Comprendere questi eventi del passato è fondamentale per prevenire e gestire i rischi di inondazioni future, che potrebbero mettere a rischio milioni di persone in diverse regioni del mondo.
Immagine di copertina DALL-E
Immagini articolo INGV
Tecnologia
Fiducia nel tech: gli USA corrono, l’Europa insegue....
Annunciata la seconda edizione di VivaTech Confidence Barometer, un'indagine internazionale sugli executive tech condotta da OpinionWay in Europa (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Italia) e Nord America (USA, Canada)
Viva Technology ha pubblicato la seconda edizione del suo "Confidence Barometer", un'indagine condotta da OpinionWay che sonda le opinioni degli executives del settore tecnologico a livello internazionale. Lo studio evidenzia come la tecnologia sia considerata sempre più strategica, con l'intelligenza artificiale in testa agli investimenti. Tuttavia, emerge un netto divario tra la fiducia degli americani e quella degli europei, con l'Italia in particolare che appare più cauta. Il 100% degli intervistati riconosce i vantaggi dell'adozione tecnologica, citando aumento della produttività (62%) e riduzione dei costi (48%). L'intelligenza artificiale si conferma la tecnologia con maggiore impatto potenziale (65%), seguita da cybersecurity (41%) e cloud computing (39%). Non sorprende quindi che l'85% delle aziende preveda di aumentare gli investimenti in IA nei prossimi 12 mesi, a conferma di un trend globale.
François Bitouzet, Managing Director di Viva Technology, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati del secondo barometro che analizza il grado di fiducia dei top manager nel settore tech e che dimostra come i decision-makers aziendali di tutti i Paesi stiano sempre più orientandosi verso l’innovazione, con l’81% dei dirigenti che ha visto migliorare la propria percezione del ruolo delle nuove tecnologie nella competitività. Tuttavia, pur in questo quadro generalmente positivo, il barometro evidenzia una differenza tra gli Stati Uniti, che si distinguono per un maggiore ottimismo, e un’Europa che procede a velocità diverse. Da un lato, Paesi come Francia, Germania e Regno Unito mostrano un atteggiamento chiaramente positivo; dall’altro, realtà come Italia e Spagna appaiono meno fiduciose."
Se l'81% degli executive considera la tecnologia cruciale per la competitività internazionale, la fiducia nella propria posizione varia notevolmente. Stati Uniti (92%) e Regno Unito (81%) si percepiscono all'avanguardia, seguiti da Francia e Germania (76%). L'Italia, con solo il 64% degli executives ottimisti, mostra una minore fiducia nelle proprie capacità tecnologiche. Per garantire la competitività, gli intervistati puntano su personale qualificato (45%), investimenti in R&D (44%) e reputazione internazionale (43%). Stati Uniti e Francia, in particolare, sottolineano l'importanza della collaborazione internazionale. Anche nell'adozione di nuove tecnologie, USA (87%) e UK (82%) si percepiscono come leader, mentre l'Italia (44%) accredita un ritardo significativo. La Francia, con il 71%, registra comunque una crescita di oltre 10 punti rispetto al 2024.
La mancanza di personale qualificato (41%) e la resistenza al cambiamento (39%) sono visti come i principali ostacoli all'innovazione. Negli Stati Uniti, preoccupa la conformità normativa e la protezione dei dati (50%). Nonostante il suo potenziale, la tecnologia porta con sé preoccupazioni. Il 77% degli executives teme l'invasione della privacy e la diffusione di fake news. La privacy è un tema sentito in tutti i paesi, soprattutto in USA (83%) e Spagna (90%), mentre Germania e Italia appaiono meno preoccupate. Per affrontare questi rischi, 9 aziende su 10 hanno implementato misure informative. Oltre la metà prevede una maggiore complessità nella gestione dei dati in futuro.
L'impatto ambientale della tecnologia preoccupa il 70% degli intervistati, in particolare startup e scaleup (47% molto preoccupato). Gli Stati Uniti mostrano una crescente sensibilità al tema (74%). Nonostante le preoccupazioni, il 90% degli executives vede la tecnologia come soluzione alle sfide sociali, in particolare nell'ambito dell'educazione (45%) e della lotta alla disinformazione (42%). L'81% ritiene che l'ecosistema tech promuova diversità e inclusione. In conclusione, il "Confidence Barometer" di Viva Technology dipinge un quadro complesso del settore tecnologico globale. L'IA si conferma come motore di innovazione, ma l'Europa, e l'Italia in particolare, deve affrontare sfide significative per colmare il divario con gli Stati Uniti e sfruttare appieno il potenziale della trasformazione digitale.
Tecnologia
Scoperta epocale su Bennu, molecole chiave per la vita e...
L'analisi dei campioni dell'asteroide Bennu ha rivelato la presenza di molecole fondamentali per la vita e tracce di acqua salata, suggerendo che la vita potrebbe essere più diffusa nell'universo di quanto si pensasse
L'analisi dei campioni di roccia e polvere dell'asteroide Bennu, riportati sulla Terra dalla sonda OSIRIS-REx della NASA, ha rivelato la presenza di molecole cruciali per la vita, tra cui aminoacidi e nucleobasi, e tracce di acqua salata. Questa scoperta, pubblicata sulle riviste Nature e Nature Astronomy, non prova l'esistenza di vita su Bennu, ma suggerisce che le condizioni necessarie per l'emergere della vita fossero comuni nel sistema solare primordiale, aumentando le probabilità che la vita possa essere nata anche su altri pianeti e lune.
“La missione OSIRIS-REx della NASA sta già riscrivendo i libri di testo su ciò che comprendiamo riguardo alle origini del nostro sistema solare,” ha dichiarato Nicky Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate presso la sede della NASA a Washington. “Gli asteroidi rappresentano una capsula del tempo della storia del nostro pianeta, e i campioni di Bennu sono fondamentali per comprendere quali elementi del nostro sistema solare esistevano prima che la vita iniziasse sulla Terra.”
Tra le molecole identificate, spiccano 14 dei 20 aminoacidi utilizzati dalla vita sulla Terra per costruire le proteine, e tutte e cinque le nucleobasi che compongono il DNA e l'RNA, le molecole che codificano e trasmettono l'informazione genetica. È stata rilevata anche una grande quantità di ammoniaca, una molecola che, combinata con la formaldeide (anch'essa presente nei campioni), può formare aminoacidi in determinate condizioni.
Oltre alle molecole organiche, i campioni di Bennu contengono tracce di 11 minerali che si formano quando l'acqua salata evapora. Questa scoperta suggerisce che l'asteroide Bennu, nel suo lontano passato, ospitava un ambiente acquatico ricco di sali minerali, simile a quelli che si trovano su alcuni pianeti nani e lune del sistema solare, come Cerere ed Encelado.
"Le tracce che stiamo cercando sono così minime e così facilmente distrutte o alterate dall'esposizione all'ambiente terrestre," ha detto Danny Glavin, scienziato senior per i campioni presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland, e coautore principale dell'articolo su Nature Astronomy. "Ecco perché alcune di queste nuove scoperte non sarebbero possibili senza una missione di ritorno di campioni, misure meticolose di controllo della contaminazione, e una cura e conservazione attente di questo prezioso materiale proveniente da Bennu."
La scoperta di queste molecole fondamentali per la vita in un campione incontaminato, raccolto direttamente nello spazio, rafforza l'ipotesi che oggetti celesti formatisi lontano dal Sole abbiano potuto contribuire a "seminare" gli ingredienti primordiali della vita in tutto il sistema solare. Tuttavia, rimangono ancora molti misteri da svelare. Ad esempio, gli aminoacidi presenti su Bennu sono in egual misura destrorsi e sinistrorsi, mentre la vita sulla Terra utilizza quasi esclusivamente la versione sinistrorsa. Il motivo di questa "preferenza" della vita terrestre rimane un enigma.
La missione OSIRIS-REx ha fornito dati preziosi che aprono nuove prospettive nella ricerca della vita al di fuori della Terra. Le analisi dei campioni di Bennu continueranno ad arricchire la nostra conoscenza sull'origine della vita e sull'evoluzione del sistema solare. La speranza è che future missioni spaziali possano portare alla scoperta di forme di vita extraterrestri, confermando l'ipotesi che la vita sia un fenomeno diffuso nell'universo.
Crediti immagine NASA/James Tralie