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Il fondatore di DeepSeek? “Molto nerd con una pettinatura orribile. Non lo abbiamo preso sul serio”

Liang Wenfeng, ceo DeepSeek

“Quando lo abbiamo incontrato per la prima volta, era un tipo molto nerd con un’acconciatura terribile”, parla così un socio in affari di Liang Wenfeng, Ceo e fondatore di DeepSeek, l’intelligenza artificiale cinese che ha sconvolto il settore tech e i mercati finanziari occidentali.

Un successo inaspettato anche, o soprattutto, per via del suo modo di apparire e della sua “pettinatura orribile”: “Parlava di costruire un sistema di calcolo con 10.000 chip per addestrare i suoi modelli. Non lo abbiamo preso sul serio”, aggiunge il socio citato dal Financial Times.

Eppure, Liang Wenfeng aveva già una visione molto chiara del progetto: “Voglio costruirlo e sarà rivoluzionario”.

Liang Wenfeng, il nerd che sconvolto i mercati

Nel 2021 Wenfeng iniziò ad acquistare migliaia di unità di elaborazione grafica Nvidia per il suo progetto di intelligenza artificiale, che era in una fase molto sperimentale. Allora Wenfeng, classe 1985, era un imprenditore di 36 anni poco conosciuto in Cina, praticamente sconosciuto al resto del mondo. Oggi, che di anni ne ha 40, è diventato un orgoglio per la Cina tanto da meritarsi la convocazione del presidente Xi Jinping, che ha riunito i più importanti imprenditori del Dragone. Il Ceo di DeepSeek è stato l’unico invitato del settore Ai.

Il sogno sarebbe potuto finire nel 2022, quando Washington vietò alle aziende cinesi l’accesso a chip di avanguardia come quelli di Nvidia. Wenfeng non si arrese e sviluppò il nuovo modello di Ai spendendo solo 5,6 milioni di dollari. A distanza di tre anni proprio l’abbattimento dei costi avrebbe fatto crollare le certezze occidentali e statunitensi sul settore, anche se l’analisi delle spese sostenute per sviluppare i modelli di DeepSeek è più complessa di quanto venga narrato. E forse la preoccupazione occidentale è eccessiva.

Di certo, i risultati raggiunti da quel progetto nato in Cina con tanta speranza e “poche” risorse ha sorpreso gli stessi soci: “Pensavamo che fosse qualcosa di realizzabile solo da giganti come ByteDance e Alibaba”, ha detto la fonte citata dal Ft.

Liang Wenfeng è nato nel 1985 a Zhanjiang, una città della provincia del Guangdong, in Cina. Le informazioni su di lui sono poche, ma è nota la sua insaziabile curiosità per il mondo tecnologico. L’imprenditore cinese ha conseguito la laurea in ingegneria dell’informazione elettronica presso l’Università di Zhejiang nel 2007, prima di sviluppare esperienza nella computer vision e nei big data iniziare il suo percorso nel mondo della finanza. Prima di DeepSeek, il “tipo molto nerd” aveva già raggiunto interessanti traguardi.

Non solo DeepSeek

Nel 2015, assieme a due soci, Wenfeng ha fondato High-Flyer (Huanfang Quantitative), un hedge fund che ha integrato presto l’intelligenza artificiale per sviluppare l’apprendimento automatico nelle strategie di trading. Dopo soli due anni, nel 2017, l’Ai era diventata fondamentale nelle decisioni di investimento dell’imprenditore anche se il fondo ha vissuto periodi di forte ribasso. Anche in quel caso, come sarebbe successo qualche anno dopo per i chip, il fondatore di DeepSeek non si è demoralizzato: insieme al suo team ha sfruttato la volatilità dei mercati finanziari per perfezionare costantemente i modelli di Ai integrati in High-Flyer. In meno di dieci anni la piattaforma è diventata un gigante del settore informatico e hi-tech in Cina. È proprio da quel fondo, che oggi gestisce circa 8 miliardi di dollari di asset, che nel 2023 Wenfeng ha creato DeepSeek usando le risorse finanziarie per costruire i propri modelli Ai.

La visione era già chiara nella sua mente: “Il nostro obiettivo non è semplicemente costruire un modello, vogliamo ridefinire le regole dell’innovazione”. Una direzione confermata dalla scelta di rendere DeepSeek-V2 open-source: “L’innovazione non si protegge con il segreto, ma con la velocità e la capacità di adattamento”, ha detto in una recente intervista aggiungendo che “OpenAI non può impedire agli altri di recuperare terreno”.

La rivincita dei nerd?

Per decenni, il termine “nerd” è stato usato in modo dispregiativo per descrivere persone ossessionate da interessi ritenuti di nicchia, spesso con scarse abilità sociali. I nerd erano i secchioni, gli smanettoni del computer, gli outsider emarginati dalla cultura dominante. Ma con l’evoluzione della società e l’avvento della rivoluzione digitale, la narrazione è cambiata.

Oggi i nerd non solo dominano l’innovazione tecnologica, ma ridefiniscono anche il concetto stesso di potere economico e culturale.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale segna un ulteriore punto di svolta. Se nel XX secolo il successo era associato alla capacità di comandare e gestire risorse fisiche, nel XXI secolo il valore si concentra sulla gestione della conoscenza e sulla capacità di creare sistemi intelligenti. E chi meglio dei nerd può farlo? La loro abilità nel programmare, nell’analizzare dati e nel pensare in modo creativo li mette in una posizione unica per guidare le prossime trasformazioni globali. La Silicon Valley è già piena di ex “sfigati” diventati miliardari, e con l’avanzare dell’Ai questo trend potrebbe intensificarsi. Forse, senza che ce ne rendiamo conto, stiamo entrando in un’era in cui il mondo sarà progettato, gestito e posseduto da chi un tempo veniva deriso per la propria passione. Intanto, Liang Wenfeng si è già preso la sua rivincita.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Medici in pensione a 72 anni e da primari. Quando la...

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Medico Anziano

I medici potrebbero restare in servizio fino a 72 anni, mantenendo anche ruoli di vertice come quello di primario. La proposta, avanzata da Forza Italia attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe, punta a prorogare fino al 2027 una misura già introdotta lo scorso anno. Se approvata, consentirebbe ai dirigenti sanitari di proseguire la loro carriera per altri due anni oltre il limite attuale, senza perdere incarichi già ottenuti.

Oltre alla possibilità di restare in servizio, la novità più importante riguarda il ruolo di primario. Fino ad oggi, chi restava in servizio oltre i 70 anni doveva rinunciare a posizioni dirigenziali apicali a causa dell’età avanzata. Con la modifica proposta, invece, i medici potranno continuare a guidare reparti ospedalieri, mantenendo ruoli di comando e coordinamento. La decisione finale arriverà nei prossimi giorni, ma la proposta ha già sollevato discussioni.

La reazione dei medici: “Non è la soluzione giusta”

La proroga non convince tutti, a partire dai diretti interessati. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), ha espresso forti perplessità: Mantenere in servizio i medici fino a 72 anni non risolve il problema della carenza di personale. La vera soluzione è La soluzione vera è quella di rendere attrattivo il sistema, investendo sui giovani e sui professionisti per migliorare le loro condizioni di lavoro e valorizzare il loro ruolo. Secondo Anelli, il rischio è quello di rallentare i percorsi di carriera dei medici più giovani, costringendoli ad aspettare ancora per ottenere posizioni di responsabilità.

L’ipotesi di prorogare l’età pensionabile dei medici è legata a doppio filo alla crisi demografica. In primis perché ci sono sempre meno nati e quindi meno lavoratori. Nella sanità la situazione è particolarmente critica a causa delle violenze, sempre più frequenti, su medici e infermieri e per i salari poco competitivi rispetto ad altri Paesi europei. Inoltre, mentre gli operatori diminuiscono, l’invecchiamento della popolazione spinge mette sempre più sotto pressione il Sistema sanitario nazionale, richiedendo più cure e assistenza.

Non a caso la questione era già stata discussa due anni fa, quando, ricorda Anelli, erano state stabilite delle condizioni: “La temporaneità, la volontarietà e, soprattutto, l’impegno a migliorare le condizioni di lavoro dei medici, in ospedale e sul territorio. Impegno che, pur apprezzando gli sforzi del governo, non si è purtroppo concretizzato, sinora, in misure realmente risolutive”.

Nel 2018, poi, con la campagna sui “medici centenari”, il presidente della Fnomceo aveva denunciato il problema, sottolineando che spostare l’età pensionabile senza riformare il sistema sanitario è solo un rimedio temporaneo.

La carenza di medici e infermieri

L’estensione dell’età pensionabile rientra in una strategia più ampia per affrontare la mancanza di personale sanitario in Italia. Negli ultimi anni, sempre più medici hanno lasciato il Servizio Sanitario Nazionale per condizioni di lavoro difficili, turni massacranti e stipendi poco competitivi. Con meno giovani disposti a intraprendere questa carriera e molti professionisti che preferiscono lavorare nel settore privato o all’estero, il governo cerca di rallentare i pensionamenti per evitare un ulteriore svuotamento degli ospedali. Questa misura, però, “riguarda solo una minoranza di medici e rischia di bloccare gli avanzamenti di carriera”, avverte Anelli. Senza investimenti in nuove assunzioni e miglioramento delle condizioni di lavoro, il rischio è che il Servizio Sanitario Nazionale continui a perdere personale.

A ottobre scorso Ivano Russo, presidente di ONWS, Osservatorio Nazionale Welfare & Salute, ha evidenziato che non può più bastare il Ssn, ma occorre la sanità integrativa “che discende dal welfare aziendale e cioè dalle scelte che le parti sociali compiono all’atto della stipula o dei rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro” per “destinare una quota della retribuzione al welfare aziendale”. In questo caso “la scelta è assunta da parti datoriali e sindacati e per ognuna delle grandi categorie coinvolte – edili, artigiani, metalmeccanici, commercio, logistici, qualunque categoria – diventa un fondo che eroga prestazioni sanitarie ispirate ai principi di mutualismo e collettività”, ha spiegato Russo all’Adnkronos.

Dunque, il tema della sanità si intreccia con quello della crisi demografica anche passando per il lavoro (non solo degli operatori sanitari): “Il problema principale del Sistema Sanitario è questo di carico, di domanda di cura legata anche al fatto che siamo la popolazione più anziana d’Europa e la seconda più anziana al mondo dopo il Giappone. Tutto questo ovviamente produce un’esigenza di sanità che è crescente e che si allaccia a temi come le pluri-patologie e le cronicità, perché l’anziano o il malato cronico tornano ciclicamente a fare cure e controlli.

Ecco allora che il lavoratore medio quaranta-cinquantenne mediamente sano che debba fare ad esempio la mappa di nei o un check up di controllo non la dovrebbe mai vedere una struttura pubblica perché tutte queste cose sono offerte dai piani sanitari di fondi contrattuali”, ha aggiunto il presidente di ONWS.

La strategia del governo sulle pensioni

Il prolungamento della carriera dei medici si inserisce in un piano più ampio per scoraggiare i pensionamenti anticipati, legato alla crisi demografica che colpisce l’Italia. Negli ultimi tre anni, il governo ha introdotto diverse misure per rendere più difficile l’uscita dal mondo del lavoro prima dei 67 anni. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato una direttiva che permette ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio volontariamente fino a 70 anni. Una novità che è stata inserita nella Manovra 2025 ma non riguarda i medici (e non è ancora chiaro se li riguarderà in futuro).

Intanto, è stata prorogata “Quota 103”, che consente il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 di contributi, ma le adesioni sono crollate a causa dei disincentivi economici per chi vuole andare in pensione anticipata, che si sono fatti sempre più pressanti sotto la scure dei dati demografici. Le pensioni anticipate nel 2024 si sono attestate a 215.058, in calo del 15,7% rispetto alle 255.119 del 2023 mentre le pensioni di vecchiaia sono rimaste sostanzialmente stabili attestandosi a 254.213 contro 256.342 nel 2023 (-0,8%), come emerge dai dati dell’Inps contenuti nell’Osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento.

Cosa succederà ora?

L’emendamento al Milleproroghe sarà discusso nei prossimi giorni e potrebbe essere approvato rapidamente. Se la proposta passerà, i medici che lo vorranno potranno restare in servizio fino a 72 anni e mantenere incarichi di vertice. Resta da vedere se questa sarà davvero la soluzione alla carenza di personale o se, come temono molti esperti, finirà solo per posticipare un problema più grande: la necessità di riformare il sistema sanitario e rendere la professione medica più attrattiva per le nuove generazioni.

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Maturità 2025, ecco le materie della seconda prova e le...

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Milano Esami Di Maturità, Primo Giorno Di Prove Scritte, Italiano, Istituto Tecnico Cattaneo In Piazza Vetra

Latino al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Lingua e cultura straniera 1 al Liceo linguistico, Lingua inglese per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Turismo”, Geopedologia, Economia ed Estimo per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2025, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

L’esame di maturità 2025

Nel 2024, l’esame di maturità è tornato alla struttura precedente alla pandemia, con due prove scritte nazionali, la terza prova (solo per gli indirizzi che la prevedono), e il colloquio finale che integra più discipline. Per l’esame di maturità 2025 non si prevedono cambiamenti significativi rispetto all’anno passato: si manterranno le due prove scritte, la prima, di italiano, comune a tutti gli indirizzi, e la seconda prova che cambia a seconda dell’indirizzo di studio. Le uniche vere novità riguardano i criteri di ammissione e la gestione della condotta, ma la struttura fondamentale dell’esame rimane intatta.

L’elemento che più incide sulle scelte degli studenti riguarda proprio la seconda prova, quella che, per ogni indirizzo, rappresenta la sfida principale. Per il liceo classico, ad esempio, l’anno scorso gli studenti si sono trovati a fare i conti con la traduzione di un testo di Platone, mentre per gli studenti dello scientifico il compito di matematica ha presentato una sfida originale, con un esercizio che, risolto correttamente, dava come risultato un cuore tracciato nel piano cartesiano. Questi temi, tra tradizione e novità, sono destinati a continuare anche nel 2025, con la possibile conferma delle discipline storiche o l’introduzione di nuove combinazioni.

Le materie della seconda prova

Per gli studenti del liceo classico, la seconda prova riguarda il Latino, allo scientifico c’è la prova di Matematica (anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo), Lingua e cultura straniera 1 al Liceo linguistico, Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale), Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico, Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale, Tecniche della danza per il Liceo coreutico.

Per gli Istituti tecnici: Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Lingua inglese nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”, Informatica nell’articolazione “Sistemi informativi aziendali”) e Lingua inglese per l’indirizzo Turismo; Geopedologia, Economia ed Estimo per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; nell’indirizzo “Informatica e telecomunicazioni”, Informatica per l’articolazione “Informatica” e Telecomunicazioni per l’articolazione “Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Economia, Estimo, Marketing e Legislazione per le articolazioni “Produzioni e trasformazioni” e “Gestione dell’ambiente e del territorio” degli Istituti agrari (Enologia per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”).

“Sarà un esame che consentirà a ogni ragazzo di esprimere il meglio di quanto ha appreso negli anni e che terrà conto anche della valutazione del comportamento” ha affermato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nella nota che annuncia le materie della seconda prova scritta dell’Esame di Stato. “Il nostro obiettivo è una scuola con standard di qualità sempre più alti, in cui la centralità della persona e la cultura del rispetto sono fondamentali”, ha aggiunto Valditara.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena del Friuli Venezia Giulia).

L’ammissione all’esame

Una delle principali novità per il 2025, infatti, riguarda il comportamento degli studenti durante l’anno scolastico. Fino all’anno scorso, il 5 in condotta rappresentava una condizione estrema che poteva portare all’esclusione dall’esame, ma solo in casi particolari, come comportamenti che configurano un reato penale. Ora, il Ministero ha deciso di inasprire i criteri di ammissione: gli studenti che avranno un comportamento che violi ripetutamente il regolamento d’istituto potrebbero essere esclusi dall’esame, indipendentemente dalla gravità dell’episodio. Inoltre, anche chi ottiene un 6 in condotta, pur evitando la non ammissione, dovrà presentarsi all’orale con un elaborato critico su temi di cittadinanza e costituzione, come misura di recupero.

Questa stretta sulla condotta rispecchia l’intenzione del Ministero di garantire che gli studenti, oltre a essere preparati sul piano accademico, dimostrino anche un comportamento adeguato e rispettoso delle regole durante il percorso scolastico. In effetti, l’esame di maturità non è solo una valutazione delle conoscenze acquisite, ma anche una prova di responsabilità personale. Questa misura potrebbe avere un impatto significativo sugli studenti che, pur eccellendo nelle discipline, hanno un comportamento più “esuberante” o che si sono resi protagonisti di comportamenti meno conformi alle aspettative scolastiche.

Dal 2025, la condotta assume un’importanza ancora maggiore nell’esito finale dell’esame. Infatti, non solo un 5 in condotta potrebbe portare a un’esclusione immediata, ma anche chi ottiene un voto inferiore a 9 durante il triennio rischia di non raggiungere il punteggio massimo nei crediti. I crediti scolastici, che possono arrivare fino a un massimo di 60 punti, sono una parte fondamentale del punteggio finale. Gli studenti che avranno accumulato una media tra 9 e 10 avranno un “tesoretto” di crediti che inciderà sul risultato finale, ma una condotta insufficiente potrebbe ridurre significativamente questo punteggio.

Tutto ciò rende evidente quanto l’esame di maturità del 2025 sia, oltre che una prova di preparazione accademica, anche un test di responsabilità e maturità personale. Gli studenti sono chiamati a dimostrare non solo le loro capacità in ambito disciplinare, ma anche la loro serietà e impegno nel rispettare le regole e nel partecipare attivamente alla vita scolastica.

Date e prove

La maturità 2025 inizierà ufficialmente il 18 giugno alle ore 8.30 con la prima prova scritta di italiano. Come per tutte le altre edizioni, si tratterà di una prova unica per tutti gli indirizzi scolastici. Gli studenti dovranno scegliere una delle sette tracce proposte, che spaziano tra l’analisi del testo, la scrittura argomentativa e i temi di attualità. L’esame di italiano si svolge in sei ore e viene valutato per un massimo di 20 punti, con una significativa incidenza sul risultato finale.

La seconda prova, che segna il vero banco di prova per i maturandi, avrà invece una durata che varia a seconda dell’indirizzo, con tempi che vanno dalle quattro alle sei ore, fino a 18 ore per gli indirizzi più complessi.

A valutare gli studenti ci sarà una commissione composta da una parte interna, tre membri tra i docenti che hanno seguito gli studenti durante il percorso di studi, e una parte esterna, costituita da tre professori provenienti da altre scuole. Il presidente della commissione è sempre esterno. Questa composizione garantisce un equilibrio tra la conoscenza diretta degli studenti da parte dei docenti interni e un giudizio imparziale da parte degli esterni.

Come funziona il calcolo del voto finale

Il voto finale della Maturità viene calcolato tenendo conto di vari fattori. Le due prove scritte e l’orale contribuiscono ciascuna per 20 punti al punteggio finale, mentre i crediti scolastici accumulati durante il triennio hanno un valore massimo di 60 punti. Questi crediti dipendono dalla media dei voti ottenuti negli ultimi tre anni e dalla valutazione del comportamento. La prova finale di maturità, composta da due scritti e un orale, rappresenta il 60% del risultato finale, un peso significativo che rende fondamentale la preparazione di ogni singolo studente. Non vanno dimenticati i test Invalsi, obbligatori per tutti, ma che non incidono sul punteggio finale.

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Capodanno cinese 2025, cosa ci porta l’Anno del Serpente...

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Capodanno Cinese

Oggi, 29 gennaio 2025, la Cina celebra l’inizio del Capodanno lunare, un evento che segna la transizione dall’Anno del Drago all’Anno del Serpente di Legno. Un cambiamento simbolico, ma anche ricco di significato per le tradizioni millenarie del Paese. Se l’Anno del Drago ha rappresentato, per la Cina, resistenza alle tempeste globali e aperture verso l’innovazione, l’Anno del Serpente promette saggezza, vitalità e un rinnovato impegno verso la modernizzazione. In un contesto economico complesso, segnato da difficoltà come la crisi del settore immobiliare e una crescita a ritmo rallentato, il messaggio di ottimismo e determinazione di Xi Jinping è chiaro: “Il futuro è ancora nelle nostre mani”.

E mentre la Cina riflette sul proprio passato recente e guarda al futuro, le tradizioni culturali del Capodanno cinese sono più vive che mai, non solo in patria ma anche in Italia, dove una solida comunità cinese celebra con gioia questa festività carica di significati.

Cosa ci aspetta nell’Anno del Serpente

Il calendario lunare cinese, tra i più antichi e misteriosi del mondo, è scandito da dodici segni, ognuno dei quali rappresenta caratteristiche specifiche. Ogni anno è associato a un segno animale, e l’Anno del Serpente di Legno non fa eccezione. Il Serpente, simbolo di saggezza, intelligenza e resilienza, porta con sé l’invito a riflettere profondamente sulle scelte da compiere. Il Serpente di Legno, in particolare, è legato a tratti di vitalità, creatività e diplomazia. Questo segno ci sprona a trovare un equilibrio tra l’energia vitale e la riflessione strategica, a prendere decisioni sagge e ponderate, ma anche a mantenere una visione ottimista sul futuro. È un momento di rinascita, perfetto per seminare nuovi progetti e per fare tesoro degli insegnamenti del passato.

Ma non è solo il segno a guidare le festività. Le tradizioni legate al Capodanno cinese sono un vero e proprio caleidoscopio di colori, suoni e significati. I fuochi d’artificio, simbolo di auspicio e protezione contro gli spiriti maligni, sono solo l’inizio. Le case vengono decorate con lanterne rosse, simbolo di fortuna, mentre il cibo assume un valore sacro, con piatti come i ravioli cinesi che rappresentano la ricchezza e la prosperità. Ogni gesto, ogni tradizione è pensata per attrarre buona sorte e scacciare le disgrazie, in un’atmosfera che unisce famiglia e comunità in un abbraccio caldo e solidale.

Cos’è il serpente di legno?

Nel calendario lunare cinese, ogni anno è associato a un animale dello zodiaco, ma non solo. Ogni segno è anche influenzato da uno degli elementi naturali (legno, fuoco, terra, metallo, acqua) che ne amplificano le caratteristiche specifiche. L’Anno del Serpente, ad esempio, è simbolo di saggezza, intelligenza e resilienza, e quando questo segno si combina con l’elemento Legno, acquista ulteriori tratti di vitalità, creatività e diplomazia. Il Serpente di Legno, dunque, rappresenta un’energia dinamica, ma anche riflessiva, che spinge a ponderare le proprie decisioni con una visione ottimistica verso il futuro.

L’oroscopo cinese è composto da dodici segni: Topo, Bue, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale. Ogni segno, pur con la sua natura peculiare, è caratterizzato da una combinazione unica di animali ed elementi, e ciascun anno segna una nuova fase del ciclo zodiacale che si ripete ogni dodici anni. Per esempio, l’Anno del Serpente di Legno ci invita a un periodo di rinnovamento, in cui i tratti distintivi della saggezza del Serpente e della forza vitale del Legno si fondono, proponendo un anno in cui le sfide possano essere affrontate con equilibrio e determinazione.

Tradizioni e riti

Il Capodanno cinese (o Festa della Primavera) è festeggiato da milioni di persone in tutto il mondo. Non ha un giorno fisso, perché l’inizio dell’anno deve coincidere con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, una data che, seguendo il calendario gregoriano, cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio. I festeggiamenti durano per tutto il mese di febbraio, con numerose iniziative pubbliche.

Il Capodanno cinese non è solo una festa, ma una celebrazione profonda che coinvolge l’intera società, dai riti familiari a quelli più pubblici. La tradizione vuole che il Capodanno inizi con una cena abbondante in famiglia, dove piatti simbolici come il pesce, che simboleggia abbondanza, e i nian gao (le torte di riso), che rappresentano la crescita e il progresso, non mancano mai. In molte famiglie, il primo giorno dell’anno è dedicato ai riti di purificazione: si spazzano via le vecchie energie per fare spazio a quelle nuove, con un simbolismo che vuole scacciare la negatività e accogliere la prosperità.

A livello spirituale, il Capodanno cinese è anche un’occasione per rendere omaggio agli antenati, un atto che in Cina assume un valore sacro. Le famiglie si riuniscono nei templi per pregare, chiedere benedizioni e fare offerte agli spiriti degli antenati, in un gesto di rispetto verso il passato e di speranza per il futuro. Questo atto di continuità tra le generazioni è un elemento fondamentale nella cultura cinese, che vede nel Capodanno un’opportunità per rinnovare i legami familiari e comunitari.

La comunità cinese in Italia

In Italia, la comunità cinese rappresenta una delle presenze più consolidate e numerose tra le popolazioni di origine straniera. Con 284.495 cittadini cinesi residenti nel nostro Paese (al 1° gennaio 2023), la comunità si distingue non solo per le sue dimensioni, ma anche per il suo radicamento nel tessuto socio-economico italiano. Nonostante il recente calo delle presenze (-2,3% rispetto all’anno precedente), la Cina continua a essere una delle principali nazionalità extra-Ue, e la sua influenza si fa sentire in molteplici ambiti, dalla ristorazione all’imprenditoria, fino all’industria.

La concentrazione della popolazione cinese in Italia è particolarmente alta nel Nord del Paese, con la Lombardia in testa (24,3%), seguita dal Veneto (12,3%) e dalla Toscana (19,7%), dove la comunità è particolarmente radicata. A caratterizzare la comunità cinese in Italia è un forte equilibrio di genere (50,5% di donne e 49,5% di uomini) e una fascia di età predominante giovanile, con quasi il 40% degli appartenenti alla comunità al di sotto dei 30 anni. Questo dato non solo evidenzia una comunità dinamica e in crescita, ma anche una solida capacità di integrazione nel mercato del lavoro, dove la comunità cinese si distingue per l’alto tasso di occupazione, superiore alla media degli altri gruppi non comunitari (66,3%).

L’integrazione della comunità cinese in Italia non è stata priva di sfide, ma i numeri raccontano di un successo in termini di stabilizzazione e occupazione. Con il 65,2% dei cittadini cinesi titolari di permessi di soggiorno di lungo periodo, la comunità cinese in Italia è fortemente radicata e stabilizzata. Inoltre, la presenza di nuclei familiari numerosi (32,1% delle famiglie ha da 5 a 7 membri) evidenzia un forte legame alla tradizione familiare, una delle basi su cui poggia la cultura cinese. L’industria, in particolare, è un settore dove la comunità ha saputo fare la differenza, con un significativo numero di imprenditori individuali e una netta predominanza nel settore manifatturiero, che rappresenta il 33% delle attività cinesi in Italia.

Inoltre, la presenza di studenti cinesi nelle università italiane è in costante crescita, con oltre il 39% dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio. Questo dato dimostra come l’Italia sia una meta ambita per i giovani cinesi, pronti a integrare la propria cultura con quella italiana, portando con sé nuove idee e prospettive. Non è un caso che la comunità cinese sia la seconda per numero di titolari di imprese individuali in Italia, con una forte propensione verso il commercio e il settore ristorativo. Un dato che sottolinea la resilienza e l’adattabilità della comunità cinese, capace di integrare le tradizioni imprenditoriali cinesi con le opportunità offerte dal mercato italiano.

L’Anno del Serpente inizia sotto il segno di una comunità in continua evoluzione, che celebra le proprie radici e al contempo si proietta verso il futuro con determinazione e ottimismo. Se la Cina, come ha detto Xi Jinping, ha affrontato “situazioni complesse e difficili” nell’ultimo anno, la comunità cinese in Italia dimostra di saper affrontare con lo stesso spirito di resilienza e forza le sfide quotidiane dell’integrazione e della crescita, mantenendo sempre salde le tradizioni che li legano alla madrepatria.

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