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Gli studenti italiani si trovano di fronte una nuova opportunità per arricchire il proprio percorso culturale: il Ministero della Cultura ha ufficialmente riaperto la piattaforma (dalle ore 11 del 31 gennaio 2025) per richiedere il Bonus Cultura, che quest’anno è stato trasformato in Carta della Cultura Giovani e Carta del Merito. Due contributi distinti, ciascuno da 500 euro, che non solo sostituiscono il vecchio Bonus Cultura 18app, ma offrono anche nuove possibilità per chi si distingue per merito o si affaccia al mondo degli adulti.

La novità più interessante è che le due carte, pur avendo un valore individuale, sono cumulabili: se uno studente soddisfa i requisiti di entrambe, può ottenere un bonus complessivo di 1000 euro da spendere in ambito culturale. Ma quali sono le condizioni per accedere a questi contributi e come possono essere spesi? Entriamo nei dettagli.

Carta della Cultura Giovani e Carta del Merito

La Carta della Cultura Giovani è riservata ai giovani che nel 2024 hanno compiuto 18 anni (cioè, nati nel 2006), con un ISEE familiare non superiore ai 35.000 euro. Questo contributo di 500 euro può essere utilizzato entro l’anno successivo al compimento dei 18 anni, per acquistare una vasta gamma di beni e servizi culturali.

Questa carta è pensata per arricchire l’esperienza culturale dei giovani, offrendo un ampio ventaglio di possibilità di spesa. Dai biglietti per il cinema, teatro e concerti, alle visite a musei, mostre, e parchi naturali, la Carta della Cultura Giovani è un’opportunità imperdibile per chi vuole immergersi nel mondo della cultura. Inoltre, è possibile acquistare libri (compresi quelli digitali), abbonamenti a quotidiani e riviste, musica registrata e anche strumenti musicali.

Ma non finisce qui: il Governo ha pensato anche a premiare gli studenti che si sono distinti per i loro risultati scolastici. La Carta del Merito è destinata a chi ha conseguito il diploma con il massimo dei voti, ossia 100 o 100 e lode, nell’anno scolastico 2023/2024. Anche in questo caso, il contributo è di 500 euro, e i beneficiari possono utilizzarlo per acquistare beni e servizi culturali simili a quelli previsti per la Carta della Cultura Giovani.

Questa iniziativa vuole celebrare l’impegno e il talento degli studenti, offrendo loro un riconoscimento tangibile sotto forma di un bonus che può essere speso per corsi di musica, teatro, danza, corsi di lingua straniera, e tantissimo altro ancora. Una spinta verso una formazione continua e la possibilità di approfondire le proprie passioni culturali.

Ecco la novità più interessante: se un giovane ha diritto sia alla Carta della Cultura Giovani che alla Carta del Merito, potrà cumulare i 500 euro di ciascun contributo, arrivando a un totale di 1000 euro da spendere in cultura. Un’opportunità unica per chi ha avuto il privilegio di diplomarsi con il massimo dei voti e che, allo stesso tempo, ha un ISEE familiare inferiore a 35.000 euro. Insomma, un doppio bonus per il futuro culturale dei nostri giovani.

Come richiedere i bonus

Per ottenere uno dei due bonus, basta registrarsi sulla piattaforma dedicata, a partire dalle ore 11:00 del 31 gennaio 2025. È necessario disporre di SPID o CIE per l’accesso e avere i requisiti necessari:

  • Per la Carta della Cultura Giovani, bisogna essere nati nel 2006 e avere un ISEE familiare fino a 35.000 euro.
  • Per la Carta del Merito, bisogna essersi diplomati con 100 o 100 e lode nell’anno scolastico 2023/2024.

Le richieste devono essere presentate entro il 30 giugno 2025, mentre l’attivazione delle carte può avvenire fino al 31 dicembre dello stesso anno. Una volta ottenuto il bonus, sarà possibile utilizzarlo per acquistare beni culturali fino alla fine dell’anno.

Cosa puoi acquistare con i Bonus?

Ecco una lista degli acquisti che è possibile fare con i due contributi:

  • Biglietti per cinema, teatro, concerti, spettacoli dal vivo: una chance per accedere a eventi culturali di ogni tipo.
  • Libri: siano essi cartacei o digitali, ogni giovane può rinnovare la propria biblioteca personale.
  • Abbonamenti a quotidiani e periodici: anche in formato digitale, per tenersi sempre aggiornati.
  • Musica registrata: CD, vinili e download.
  • Strumenti musicali: una novità interessante, che offre la possibilità di acquistare strumenti per i più appassionati.
  • Corsi di musica, teatro, danza e lingue straniere: formazione di qualità per tutti i gusti.

Esclusi dal bonus i videogiochi, i video-corsi non strettamente culturali e gli abbonamenti a piattaforme di contenuti audiovisivi.

Il Bonus Cultura si evolve, ma non perde la sua missione: favorire la crescita culturale dei giovani e premiare chi si distingue nel campo dell’istruzione.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Lo yoga cambia la forma del cervello (ed è una buona...

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Ragazza Fa Yoga

Lo yoga può modificare la struttura fisica del cervello. A rivelarlo sono ricerche emergenti, inclusi studi approfonditi ripresi da Associated Press, articoli su testate come Frontiers in Integrative Neuroscience e Journal of Alzheimer’s Disease, e lavori accademici.

Secondo questi studi la pratica millenaria originaria dell’India, nota per i suoi numerosi benefici fisici e mentali, non solo migliora la flessibilità e riduce lo stress, ma può anche indurre cambiamenti significativi nella struttura e nella funzione del cervello.

Come lo yoga cambia il cervello

Una ricerca condotta dal Massachusetts General Hospital ha esaminato gli effetti di un programma di yoga e meditazione della durata di otto settimane. I partecipanti hanno mostrato un aumento della densità della materia grigia in aree del cervello associate alla memoria, all’apprendimento e alla regolazione emotiva. Questi risultati suggeriscono che anche un periodo relativamente breve di pratica può portare a cambiamenti neuroplastici significativi. Altri studi condotti con tecniche avanzate di neuroimaging, come la risonanza magnetica (RM) e la tomografia a emissione di positroni (PET), offrono una finestra privilegiata per osservare i cambiamenti cerebrali indotti dallo yoga. Queste ricerche mostrano che lo yoga può:

  • Aumentare il volume della materia grigia: in particolare, si osserva un incremento nelle aree dell’ippocampo, dell’insula e della corteccia prefrontale. Queste regioni sono cruciali per la memoria, l’autoregolamentazione, la consapevolezza interiore, le funzioni cognitive superiori e la creatività;
  • Preservare la materia grigia: questo declino non è così evidente in chi invece pratica yoga, suggerendo che questa ha un effetto protettivo contro l’invecchiamento della struttura cerebrale. Studi hanno dimostrato che lo yoga rallenta la perdita di memoria, in particolare nelle donne a rischio di Alzheimer;
  • Migliorare la connettività cerebrale: le scansioni cerebrali rivelano una maggiore efficienza nella comunicazione tra diverse aree del cervello, in particolare nel Default Mode Network (DMN), una rete coinvolta nell’introspezione e nell’elaborazione delle informazioni. Gli Asana o i Mantra rigenerano le cellule del corpo e stimolano il cervello ad emettere le onde Alfa;
  • Effetti sull’ippocampo e sull’amigdala: l’ippocampo viene rafforzato e persino accresciuto attraverso asana e pranayama e l’amigdala, ovvero quella struttura cerebrale che influisce sulla regolazione delle emozioni, viene attivata.

Lo yoga migliora le funzioni del cervello poiché aiuta a prevenire e a controllare lo stress. In pratica, le asana, i pranayama e la meditazione permettono di evitare un sovraccarico fisico e mentale e ciò crea un miglioramento nelle funzioni cerebrali. La respirazione e le varie contorsioni dello yoga riplasmano alcune strutture del cervello.

Gli effetti dello yoga su stress, ansia e funzioni cognitive

Studi scientifici hanno dimostrato che la pratica regolare dello yoga può portare a cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello, migliorando così la nostra capacità di gestire lo stress, concentrare attenzione e migliorare le funzioni cognitive. La pratica dello yoga è infatti associata a una riduzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress come confermato da uno studio condotto presso la Srinharinwirot University.

I benefici dello yoga sul cervello possono manifesta già dopo poche settimane di pratica costante. Tuttavia, la durata e l’intensità necessarie possono variare in base all’individuo e al tipo di yoga praticato. È importante mantenere la pratica regolare per massimizzare gli effetti positivi sul cervello e sul benessere generale. Secondo alcuni ricercatori lo yoga avrebbe persino il potenziale per arrestare il declino neurodegenerativo legato all’invecchiamento. È stato scoperto che lo yoga aumenta i livelli di acido gamma-amminobutirrico (Gaba) nel cervello, un neurotrasmettitore che rallenta l’attività cerebrale bloccando la capacità delle cellule nervose di ricevere e inviare messaggi chimici. Un corso di 12 settimane di yoga porta ad aumenti di Gaba che sono stati correlati a miglioramenti dell’umore e diminuzioni dell’ansia.

Seguendo questo percorso, lo yoga potrebbe avere benefici ancora maggiori. Quando una persona sperimenta un evento stressante, viene attivato il sistema nervoso simpatico, la parte del sistema nervoso autonomo che controlla le funzioni corporee involontarie come la respirazione e il battito cardiaco, ma aiuta anche a governare la nostra risposta. In questo momento i geni vengono attivati ​​per produrre proteine ​​chiamate citochine che causano infiammazione a livello cellulare.

Si tratta di una reazione utile sul momento, che consente al corpo di proteggersi da ferite o infezioni. Tuttavia, se lo stress perdura per molto tempo, l’infiammazione a lungo termine diventa dannosa e aumenta il rischio di cancro, invecchiamento precoce e depressione. Qui subentra lo yoga: interventi mente-corpo come l’antica pratica indiana e la meditazione fanno ridurre la produzione di citochine e, quindi, il rischio di malattie e condizioni correlate allo stato infiammatorio.

Altri benefici dello yoga sulla salute

Lo yoga non è solo meditazione perché implica anche l’impiego del corpo che assume diverse ‘figure’ a seconda delle tecniche. Per questo, lo yoga può migliorare anche la resistenza e l’agilità aiutando a prevenire gli infortuni. Diversi calciatori di fama mondiale, giocatori di football americano e giocatori di basket hanno riconosciuti tali benefici allo yoga. Oltre agli sportivi, anche altre celebrità hanno elogiato lo yoga che praticano ormai da molti anni, tra cui Sting, Gwyneth Paltrow, Uma Thurman e Madonna. Gwyneth Paltrow, in particolare, è stata una delle prime star a dichiarare il proprio amore per lo yoga ed è convinta di aver contribuito ad accrescerne la popolarità.

Sono sempre più numerose le ricerche che dimostrano che lo yoga può avere effetti benefici su un’ampia gamma di problemi di salute.

Nei malati di epilessia, ad esempio, si è visto che praticare yoga riduce significativamente il numero di crisi epilettiche, o addirittura le previene del tutto. Lo yoga è stato utilizzato come intervento per aiutare a gestire il diabete di tipo 2, ridurre il dolore cronico e aiutare nella riabilitazione dopo un ictus. È stato anche dimostrato che è più efficace della fisioterapia nel migliorare la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla e uno studio suggerisce persino che potrebbe essere utile per persone che hanno affrontato il cancro.

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Invalsi 2025, cosa cambia quest’anno?

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Esame Scuola

Ogni anno, come un rito collettivo, migliaia di studenti si trovano di fronte alle prove Invalsi, test standardizzati che valutano le competenze in Italiano, Matematica e Inglese: un momento chiave nel calendario scolastico, con un impatto significativo non solo sugli studenti, ma sull’intero sistema educativo. La prova nazionale (introdotta con la legge n. 176 del 25 ottobre 2007) prevede che, ogni anno, gli studenti di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado affrontino i test in Italiano, Matematica e Inglese (Reading e Listening per i gradi 5, 8 e 13). Tuttavia, la distribuzione delle date e le modalità di somministrazione variano sensibilmente a seconda del livello scolastico e del tipo di scuola frequentata.

Le prove si svolgono tra marzo e maggio, con sessioni ordinarie e suppletive. Per gli studenti del grado 13 (ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado), il periodo designato nel 2025 va dal 3 al 31 marzo, con le classi campione che sosterranno i test tra il 4 e il 7 marzo. Le terze medie (grado 8) affronteranno le prove tra il 1° e il 30 aprile, mentre per le seconde superiori (grado 10) la finestra è fissata dal 12 al 30 maggio. Nella scuola primaria, i test inizieranno il 6 maggio con la prova di Inglese per il grado 5, seguita il 7 maggio da Italiano e il 9 maggio da Matematica.

Il formato delle prove varia: mentre la scuola primaria mantiene il metodo tradizionale carta e matita, la scuola secondaria adotta il CBT (computer-based testing), permettendo maggiore flessibilità organizzativa. Le classi campione, selezionate per fornire dati rappresentativi a livello nazionale, sosterranno le prove in giorni prestabiliti con la supervisione di osservatori esterni.

I risultati 2024, tra progressi e ombre

Uno sguardo ai dati del Rapporto Invalsi 2024 offre un quadro dettagliato delle tendenze nel sistema scolastico italiano, con alcuni segnali positivi ma anche sfide ancora da affrontare. Il fenomeno della dispersione scolastica implicita ha registrato una riduzione significativa, passando dal 16,6% del 2021 al 12,9% del 2024, il valore più basso mai registrato a livello nazionale. Tuttavia, persistono ampie differenze territoriali: Calabria, Sicilia e Sardegna presentano ancora tassi di rischio superiori al 20%, mentre regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si attestano sotto il 10%.

Un aspetto interessante riguarda la distribuzione degli studenti eccellenti, che nel 2024 sono il 19,5% nelle terze medie, in leggero calo rispetto al 2023. Questo dato varia ampiamente su base geografica: in regioni come Lombardia e Veneto oltre il 20% degli studenti rientra nella categoria di eccellenza, mentre in Calabria la percentuale scende sotto il 10%. Le competenze in Inglese, invece, mostrano segnali di miglioramento: nel 2024, la percentuale di studenti con fragilità in Reading e Listening è diminuita, particolarmente nelle scuole primarie, dove si è registrato un calo di 4,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

In termini di preparazione matematica, il 2024 ha visto un lieve miglioramento nelle competenze numeriche nelle scuole primarie, mentre nelle secondarie di secondo grado si registra ancora una discreta difficoltà nel raggiungere risultati soddisfacenti, specialmente negli istituti tecnici e professionali. L’analisi dei risultati ha evidenziato che gli studenti con un background socio-economico più elevato ottengono mediamente punteggi più alti, confermando un divario che il sistema scolastico fatica ancora a colmare.

Novità 2025, tra riforme e innovazione didattica

Le Prove Invalsi non sono solo uno strumento di valutazione, ma rappresentano una cartina tornasole della qualità dell’istruzione in Italia. Il loro impatto va oltre il singolo studente: i risultati raccolti forniscono indicazioni fondamentali per il Ministero dell’Istruzione e per le scuole stesse, aiutando a delineare politiche educative mirate. Ad esempio, i dati sulla dispersione scolastica implicita hanno contribuito a sviluppare programmi di intervento come Agenda Sud, che mira a ridurre i divari formativi nelle regioni meridionali attraverso tutoraggio personalizzato e didattica innovativa.

Nel 2025, per la prima volta, le classi campione delle scuole superiori testeranno le competenze digitali, secondo il framework europeo Digcomp 2.2. Questa novità riflette la crescente importanza delle competenze tecnologiche nel mondo del lavoro e nell’istruzione superiore. La rilevazione mira a fornire un quadro più chiaro sul livello di alfabetizzazione digitale degli studenti italiani e ad orientare future iniziative didattiche.

Inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha annunciato nuove strategie per il potenziamento delle competenze linguistiche e matematiche, con un focus su metodologie didattiche innovative e utilizzo di tecnologie educative avanzate. L’obiettivo è quello di ridurre il divario tra le diverse aree geografiche e garantire una maggiore equità nell’accesso alle opportunità formative.

Le Prove Invalsi sono spesso percepite dagli studenti come un’ulteriore incombenza, ma la loro importanza è innegabile. Un dubbio che puntualmente si ripropone tra studenti e famiglie è: le prove Invalsi fanno media? La risposta è no. I risultati non influenzano il voto finale né in terza media né alla Maturità. Tuttavia, dal 2018 rappresentano un requisito per l’ammissione agli esami: devono essere svolte, ma il loro esito non pesa sul diploma.

Eppure, se da un lato gli studenti temono queste prove, dall’altro il loro scopo non è la valutazione individuale, bensì la misurazione della salute del sistema scolastico italiano. E proprio grazie a questi test si è potuto rilevare l’impatto della pandemia sugli apprendimenti e sviluppare strategie per il recupero, come i fondi del PNRR per il potenziamento delle competenze nelle scuole del Sud.

Le Prove Invalsi 2025, dunque, si preannunciano come un appuntamento chiave per monitorare le nuove tendenze del sistema educativo italiano, tra sfide vecchie e nuove opportunità. Ma per gli studenti resta un solo imperativo: affrontarle con serietà, ma senza paura.

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Decreto Cultura 2025, dal Piano Olivetti alle nuove misure...

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Cultura Biblioteca Libri

L’approvazione alla Camera del Decreto Cultura 2025 segna un passo significativo per il settore culturale italiano, introducendo misure che spaziano dalla rigenerazione culturale delle periferie al sostegno all’editoria libraria, dal potenziamento delle biblioteche alla semplificazione delle procedure per eventi culturali. Con 149 voti a favore e 98 contrari, il provvedimento passa ora al Senato per la definitiva conversione in legge (entro il prossimo 25 febbraio). Il testo si articola in tredici articoli che delineano strategie di lungo respiro per trasformare la cultura in un motore di sviluppo sociale ed economico.

Il Piano Olivetti

Uno dei pilastri del Decreto è il “Piano Olivetti per la Cultura”, ispirato alla visione di Adriano Olivetti, che mira a rendere la cultura accessibile e diffusa, con un’attenzione particolare alle periferie e alle aree interne del Paese. L’iniziativa punta a combattere la marginalizzazione sociale attraverso la riqualificazione di spazi culturali e biblioteche, promuovendo la lettura e il coinvolgimento delle comunità locali. Le biblioteche vengono riconosciute non solo come luoghi di conservazione del sapere, ma anche come spazi di aggregazione, educazione e socialità.

L’ambizioso progetto si estende alla valorizzazione di archivi storici, istituti culturali e alla digitalizzazione di documenti, per rendere la cultura più fruibile e diffusa. Un altro elemento chiave è la promozione dell’alfabetizzazione digitale e della produzione audiovisiva, per sostenere la creatività dei giovani artisti e rendere il patrimonio culturale più accessibile attraverso le nuove tecnologie.

Sostegno a librerie, editoria e biblioteche

Il Decreto prevede misure economiche a sostegno del settore editoriale e delle librerie indipendenti. Un fondo di 4 milioni di euro è destinato all’apertura di nuove librerie da parte di giovani imprenditori under 35, con particolare attenzione ai piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, spesso privi di punti vendita di libri. Un’ulteriore dotazione di 25 milioni di euro per il 2025 e 5 milioni per il 2026 è stanziata per la filiera editoriale, comprese le librerie storiche e di prossimità.

Le biblioteche statali riceveranno fondi specifici per l’acquisto di libri, sia cartacei che digitali, per ampliare le proprie collezioni e rendere la lettura più accessibile. Il governo intende anche incentivare la lettura attraverso misure mirate alla promozione editoriale, sostenendo la distribuzione di libri in aree meno servite e favorendo il ruolo delle librerie come centri culturali attivi nelle comunità locali.

Il Decreto prevede inoltre misure per il rafforzamento dell’offerta culturale dei quotidiani cartacei, attraverso un fondo di 10 milioni di euro per il 2025, destinato al potenziamento delle pagine dedicate a cultura, spettacolo e audiovisivo. L’iniziativa intende contrastare il calo delle vendite dei giornali tradizionali e favorire una maggiore diffusione di contenuti culturali di qualità.

Un ulteriore stanziamento è destinato alla fotografia contemporanea, con l’obiettivo di sostenere artisti emergenti e istituzioni impegnate nella valorizzazione del linguaggio fotografico come espressione artistica e testimonianza sociale.

La Carta della cultura e il Bonus 18App

Il Decreto introduce nuove regole per la gestione della Carta della Cultura Giovani e della Carta del Merito, strumenti destinati a incentivare la fruizione culturale tra i giovani. Gli esercenti presso cui è possibile utilizzare questi bonus dovranno trasmettere le fatture entro 90 giorni dalla conclusione dell’iniziativa, con scadenza fissata al 31 marzo 2025 per il Bonus Cultura 18App.

Questa misura punta a garantire un utilizzo più trasparente ed efficace dei fondi destinati alla promozione della cultura tra le nuove generazioni, evitando sprechi e irregolarità nella gestione dei rimborsi.

Snellimento delle procedure per eventi culturali

Un altro aspetto centrale del Decreto riguarda la semplificazione burocratica per l’organizzazione di eventi culturali dal vivo, che includono spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche e performance artistiche. Le nuove norme riducono il numero di autorizzazioni richieste per gli eventi con meno di 2.000 partecipanti, sostituendo alcune licenze con una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), a patto che non vi siano vincoli ambientali o paesaggistici nei luoghi di svolgimento.

Questa misura è pensata per incentivare la produzione artistica e rendere più fluida la programmazione di eventi, garantendo al contempo il rispetto delle normative sulla sicurezza e sull’impatto ambientale. L’obiettivo è creare un contesto più favorevole alla crescita del settore dello spettacolo dal vivo, che rappresenta una componente fondamentale dell’industria culturale italiana.

Cooperazione culturale con l’Africa

Tra le novità del Decreto, spicca l’istituzione di un’unità di missione dedicata alla cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato. Questa struttura avrà il compito di coordinare progetti di collaborazione con enti e istituzioni culturali africane, promuovere scambi culturali e sostenere la valorizzazione del patrimonio storico e artistico del continente africano. Il Ministero della Cultura collaborerà con il Ministero degli Esteri per attuare programmi di alta formazione, ricerca e partenariato pubblico-privato finalizzati alla conservazione e alla diffusione del patrimonio culturale africano. L’iniziativa mira a rafforzare i legami culturali tra l’Italia e i paesi africani, promuovendo la conoscenza reciproca e stimolando nuove forme di cooperazione internazionale nel campo delle arti e del patrimonio storico.

Il Decreto Cultura 2025 rappresenta un intervento ampio e articolato per il rilancio del settore culturale italiano, con misure che spaziano dal sostegno alle librerie e all’editoria fino alla semplificazione burocratica per gli eventi dal vivo e alla cooperazione internazionale. Se da un lato il provvedimento mira a rendere la cultura più accessibile e diffusa, dall’altro restano aperte alcune questioni, come la necessità di garantire un’efficace attuazione delle misure previste e la sostenibilità a lungo termine dei finanziamenti stanziati. L’attenzione ora si sposta al Senato, dove il testo dovrà superare l’ultimo scoglio per diventare legge definitiva.

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