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“Il popolo eterno non dimentica”, il messaggio di Israele sui braccialetti dei palestinesi rilasciati
E' una delle due frasi scritte in ebraico e in arabo su delle fascette bianche messe al polso dei detenuti palestinesi rilasciati oggi in base agli accordi con Hamas
"Il popolo eterno non dimentica", "ho inseguito i miei nemici e li ho catturati". E' con queste scritte in arabo e in ebraico su dei braccialetti bianchi con la bandiera con la Stella di David che sono stati rilasciati dal carcere di Ketziot i prigionieri palestinesi. Lo riferisce la stampa israeliana.
"I combattenti che erano in prigione sono tra i peggiori nemici di Israele e fino all'ultimo istante sul suolo israeliano saranno trattati con regole simili a quelle della prigione. Non scenderemo a compromessi sulla sicurezza del nostro popolo", ha spiegato un portavoce del Servizio penitenziario israeliano a 'Haaretz'.
Dopo il rilascio di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel, nell'ambito della prima fase dell'accordo con Hamas, Israele ha rilasciato 183 detenuti palestinesi dalla prigione di Ketziot nel Negev e dal penitenziario di Ofer in Cisgiordania.
Esteri
Dazi a Canada, Messico e Cina: Trump firma l’ordine
Lo annuncia la Casa Bianca su X
Donald Trump ha annunciato di aver firmato l'ordine per i dazi straordinari a Messico, Cina e Canada. Il presidente statunitense "sta adottando misure decisive per proteggere gli americani dalla crisi del fentanyl. Il fentanyl è la principale causa di morte per gli americani di età compresa tra 18 e 45 anni. L'annuncio tariffario di oggi è necessario" per far sì che Cina, Messico e Canada rispondano "delle loro promesse di fermare l'afflusso di farmaci tossici negli Stati Uniti". Lo annuncia la Casa Bianca su X.
In particolare, "una tariffa del 25% dovrà essere pagata dai produttori messicani finché il Messico non collaborerà con gli Stati Uniti nella lotta alla droga. I cartelli messicani sono i principali trafficanti di fentanyl, metanfetamine e altre droghe al mondo. Questi cartelli hanno un'alleanza con il governo del Messico e mettono a repentaglio la sicurezza nazionale e la salute pubblica degli Stati Uniti", viene rilevato.
Trump "sta applicando una tariffa del 25% sui prodotti canadesi e una tariffa del 10% sulle risorse energetiche canadesi finché il Canada non collaborerà con gli Stati Uniti nella lotta al narcotraffico e sulla sicurezza delle frontiere. In Canada la produzione di fentanyl è in crescita e, nell'ultimo anno fiscale, al confine settentrionale ne è stata sequestrata una quantità sufficiente a uccidere 9,8 milioni di americani. Inoltre, gli attraversamenti illegali delle frontiere dal Canada hanno raggiunto nuovi massimi storici ogni anno negli ultimi quattro anni fiscali". Tariffa del 10 percento alla "Cina finché non otterremo la piena cooperazione del governo cinese nella lotta contro il fentanyl. La Cina gioca un ruolo centrale nella crisi del fentanyl che sta distruggendo vite americane. Infatti, il Partito Comunista Cinese ha sovvenzionato le aziende chimiche cinesi per esportare il fentanyl. La Cina non solo non riesce a fermare la fonte di droghe illecite, ma aiuta attivamente questo business".
Esteri
Ucraina, Russia rivendica nuova avanzata nel Donetsk:...
Mosca annuncia: conquistata la città di Krymské, nella periferia nord-orientale di Toretsk. Almeno 12 morti in diversi raidBombardamenti su Kharkiv e Poltava, missili sul centro storico di Odessa
L'esercito della Russia ha reso noto di aver conquistato un villaggio ucraino molto vicino alla città di Toretsk, epicentro dei combattimenti nella regione orientale di Donetsk, mentre continuano i raid in tutto il Paese.
Le truppe di Kiev sono in grande difficoltà nel Donetsk, dove l'esercito russo avanza costantemente, poco a poco, nonostante le pesanti perdite umane e materiali. In un comunicato, il ministero della Difesa russo ha affermato che unità del Raggruppamento Centro hanno conquistato la città di Krymské situata nella periferia nord-orientale di Toretsk. La città è nel mirino del Cremlino da mesi, poiché la sua conquista consentirebbe alla Russia di ostacolare le vitali rotte di rifornimento ucraine.
Il gruppo di analisti ucraini DeepState indica che forze russe sono presenti nel centro di Toretsk e in quello di Chassiv Yar, due città contese da mesi. Mentre a febbraio l'invasione russa entrerà nel suo quarto anno, l'esercito russo avanza anche nella regione di Kharkiv (nord-est) e si avvicina all'importante città di Kupiansk.
La prospettiva di negoziati tra Mosca e Kiev viene sollevata sempre più spesso dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, visto come una potenziale svolta nella guerra. I combattimenti, tuttavia, non hanno dato segni di attenuazione, nonostante la promessa di Trump di proclamare un cessate il fuoco entro "24 ore" dal suo insediamento, avvenuto lo scorso 20 gennaio.
Il presidente americano è stato critico nei confronti delle somme spese dagli Stati Uniti per aiutare l'Ucraina, ma ha anche adottato un tono duro nei confronti di Mosca, che nelle ultime settimane ha minacciato di ulteriori sanzioni.
Kiev: Mosca ha colpito scuola nel Kursk
L'esercito ucraino ha reso noto che quattro persone sono morte in seguito a un attacco russo contro un edificio scolastico che ospitava dei civili nella città di Sudzha, in mano a Kiev, nella regione russa del Kursk. "Nel corso dei lavori di rimozione delle macerie, 84 civili sono stati salvati e hanno ricevuto assistenza medica, le loro condizioni di salute sono soddisfacenti, quattro sono in gravi condizioni e quattro persone sono morte", ha dichiarato lo Stato Maggiore dell'esercito ucraino su Telegram.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di aver colpito i suoi stessi “civili” nella regione del Kursk, dopo un attacco contro un collegio che ospitava almeno una cinquantina di persone. “Hanno distrutto l'edificio anche se c'erano decine di civili - ha detto Zelensky in un post su X - Le bombe russe distruggono le case ucraine allo stesso modo. E anche contro i propri civili, l'esercito russo usa tattiche simili".
Zelensky ha condiviso un video delle operazioni di recupero dei sopravvissuti dalle macerie. "Ecco come la Russia fa la guerra-Sudzha, regione di Kursk, territorio russo, un collegio con civili che si preparano ad evacuare. Una bomba aerea russa. È così che la Russia ha condotto la guerra contro la Cecenia decenni fa. Questo è uno Stato privo di civiltà. È un male che non si fermerà da solo. Ma se agiamo con forza e determinazione, anche la Russia può essere costretta a fermarsi. E questo deve essere fatto per garantire che il mondo sia al sicuro dalle bombe russe", ha scritto.
Kiev: Mosca ha lanciato nella notte 42 missili e 123 droni
La Russia ha lanciato 42 missili (non 46, come precedentemente comunicato) e 123 droni contro l'Ucraina durante la notte, in un bombardamento che ha danneggiato edifici e causato la morte di diverse persone. Lo ha reso noto l'aeronautica militare ucraina, sulla base di nuove informazioni riguardo l'attacco missilistico russo. "Nella notte del 1° febbraio 2025, gli invasori russi hanno lanciato un attacco combinato contro l'Ucraina con missili di vario tipo", ha affermato l'aeronautica militare, elencando 42 missili tra cui missili da crociera, balistici e guidati.
Secondo le autorità, almeno 12 persone sono morte negli attacchi russi in Ucraina centrale e orientale durante la scorsa notte e la mattina oggi. Otto di queste, tra cui un bambino, sono rimaste uccise nell'impatto di un missile su un edificio residenziale nella città centrale di Poltava, hanno riferito i servizi di emergenza.
Missili su Kharkiv e Poltava
Bombardate le regioni ucraine di Kharkiv e Poltava, dove è stata colpita l'infrastruttura energetica. Ieri sera missili russi hanno colpito il centro storico di Odessa provocando sette feriti, fra cui due donne e un ragazzo di 19 anni. Nell'"epicentro" del raid vi erano anche diplomatici norvegesi, ha reso noto il Presidente Zelensky. Danni sono stati registrati a edifici storici della città sito Unesco, come l'Ottocentesco Hotel Bristol, la sala da concerto della Filarmonica e alcuni altri edifici pubblici.
Intelligence Kiev risponde a Fico: su proteste fa propaganda ostile
Il servizio di intelligence militare ucraino (Hur) ha respinto le accuse del premier slovacco, Robert Fico, che aveva sostenuto di avere prove del coinvolgimento di Kiev nelle proteste anti-governative di massa in corso a Bratislava. L'Hur ha scritto su Telegram che le accuse sono false, e ha messo in guardia dalla “propaganda ostile”.
Il premier slovacco ha accusato gli organizzatori delle proteste di essere strettamente legati non solo all'opposizione slovacca, ma anche alla cosiddetta Legione georgiana, un'associazione di volontari georgiani che combattono a fianco dell'Ucraina contro la Russia. L'Hur ha chiarito che nelle sue strutture non c'è alcuna unità denominata “Legione Nazionale Georgiana”, pur riconoscendo che in passato ci sono stati contatti con Mamuka Mamulashvili, che Bratislava considera una delle menti dietro le manifestazioni.
Mamulashvili ha respinto le accuse in quanto diffamatorie nei confronti della legione da lui comandata. Su di lui, l'Hur ha dichiarato: “Questa persona ha rescisso il suo contratto con la Legione Internazionale dell'Hur presso il Ministero della Difesa nell'aprile 2023 e non lo ha rinnovato”. La Legione Internazionale è composta da soldati di vari Paesi impegnati sul fronte ucraino, si legge. “E naturalmente non conduce azioni ibride di alcun tipo sul territorio degli Stati dell'Unione Europea”, sottolineando che ciò danneggerebbe l'Ucraina.
L'Hur sostiene che la Russia stia cercando di seminare discordia tra gli Stati del mondo libero, di screditare i politici europei e persino di organizzare un omicidio politico in Europa. Fico, un nazionalista di sinistra, è criticato in Ucraina per aver mantenuto legami con la Russia. Il leader slovacco ha avuto colloqui con il Presidente Vladimir Putin a Mosca lo scorso dicembre, rompendo con la politica generale dell'Ue e seguendo l'esempio dell'ungherese Viktor Orbán, in visita a luglio. In risposta, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato in modo dimostrativo il leader dell'opposizione liberale slovacca Michal Šimečka a Kiev a gennaio.
Esteri
Trump, da oggi dazi per Canada, Messico e Cina. Il...
Da oggi, 1 febbraio 2025, gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% per il Canada e il Messico e del 10% per la Cina
I dazi di Donald Trump entrano in vigore. Da oggi, 1 febbraio 2025, gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% per il Canada e il Messico e del 10% per la Cina.
"E' una misura economica, abbiamo un deficit commerciale di quasi 200 miliardi con il Canada. Lo stesso accade con il Messico, un deficit da 250 miliardi. Con le passate amministrazioni, per anni dal Messico e dal Canada sono arrivati milioni di criminali. La Cina produce il fentanyl, che entra attraverso il Canada e attraverso il Messico", ha detto Trump escludendo una retromarcia in extremis. Non è escluso un provvedimento più leggero per il petrolio canadese: "Probabilmente ridurremo i dazi al 10%", ha ipotizzato il presidente. "Imporrò dazi all'Ue? Vuole la risposta vera o la risposta politica? Assolutamente. L'Ue ci ha trattato in maniera terribile", la risposta.
Da quando Trump ha minacciato i dazi contro di due Paesi accusati di non fermare i migranti e il traffico di droga sui confini, i consiglieri del presidente dietro le quinte hanno condotto negoziati con Canada e Messico. Ed esponenti dell'amministrazione hanno detto pubblicamente che i due Paesi hanno fatto progressi verso le richieste del presidente. Durante l'audizione di conferma al Senato il futuro segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha detto che se taglieranno ingressi di migranti e droga "non ci saranno dazi".
Nel quadro, vanno inserite le posizioni di esponenti del mondo del business nordamericano e rappresentanze sindacali che temono che i dazi universali provocheranno altri intoppi nella catena dei rifornimenti, l'aumento dei prezzi e della necessità di affidarsi a forniture di Paesi avversari, come Cina e Venezuela.
In attesa che il quadro normativo venga illustrato nel dettaglio, i media americani ipotizzano che la Casa Bianca utilizzi i poteri economici di emergenza, istituiti da una legge degli anni Settanta. Tra i consiglieri di Trump c'è chi si domanda se il ricorso a questi poteri economici, che non sono mai stati finora invocati per dazi, sia lo strumento adatto.
Il Canada prepara la risposta
Il Canada, intanto, ha promesso una risposta "forte e immediata", come ha affermato il premier Justin Trudeau. "Se il presidente sceglie di imporre qualsiasi dazio contro il Canada, noi siamo pronti con una risposta, una propositiva, forte ma ragionevole, risposta immediata", ha detto il premier canadese. "Non è quello che vogliamo, ma se lui andrà avanti, noi anche agiremo", ha aggiunto Trudeau che all'inizio dell'anno, di fronte a fortissime tensioni all'interno del suo partito, ha annunciato che si dimetterà non appena il partito liberale avrà completato il processo, il prossimo 9 marzo, di scelta del nuovo leader.
"Siamo in un momento critico", ha aggiunto Trudeau. L'imposizione dei dazi, ha continuato, avrà "conseguenze disastrose per gli Stati Uniti" e potrebbe "mettere a rischio posti di lavoro statunitensi, far aumentare i prezzi e minare la sicurezza collettiva".
Trudeau ha ricordato che a motivare Trump per l'imposizione di dazi "in maniera così tempestiva è il flusso di fentanyl e gli attraversamenti illegale del confine degli Stati Uniti". "Ribadisco che la nostra frontiera è sicura e meno dell'1% del fentanyl e degli attraversamenti illegali verso gli Usa passano dal Canada", ha detto ancora, elencando le misure adottate per rafforzare la sicurezza del confine, tra le quali le squadre con cani.
"Il nostro Paese potrebbe trovarsi ad affrontare momenti difficili nei prossimi giorni e settimane e i canadesi potrebbero provare ansia e preoccupazioni, ma vorrei che sappiano che il governo federale li sostiene", ha concluso Trudeau, che Trump ha più volte attaccato nelle scorse settimane chiamandolo il "51esimo governatore", continuando d'altro canto a ribadire l'auspicio che il Canada venga annesso agli Usa.
Il Messico
Il Messico è pronto "a qualsiasi scenario" ed agirà "con sangue freddo", ha detto la presidente messicana Claudia Sheinbaum assicurando che il governo ha "un piano A, un piano B, un piano C" da far scattare a seconda delle eventuali mosse di Washington. "E' molto importante che il Messico sappia che difenderemo sempre la dignità del nostro popolo, il rispetto della nostra sovranità e il dialogo tra pari", ha poi aggiunto.
Sheinbaum ha spiegato che i colloqui con l'amministrazione Trump sono continui e che si raggiungono accordi "tutti i giorni", su questioni di sicurezza e immigrazione. "Manterremo sempre il dialogo, è fondamentale per la relazione" tra i due Paesi, ha detto ancora indicando gli accordi raggiunti per il rimpatrio dei migranti messicani, sempre però con il "rispetto" per la sovranità e i diritti umani. Trump accusa Messico e Canada di non fare abbastanza per proteggere i confini degli Usa da infiltrazioni di migranti e droga e minaccia quindi dazi fino a quando non vi saranno politiche da lui considerate soddisfacenti.