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Migranti, partita da Albania la nave con 43 a bordo. Viminale: “Andremo avanti”
Gli extracomunitari trasferiti al centro di accoglienza richiedenti asilo
A bordo di un’imbarcazione della Guardia Costiera, sono arrivati a Bari i 43 migranti che non sono stati trattenuti in Albania per decisione della corte di appello di Roma. Presenti sul posto le forze dell’ordine, la capitaneria di porto e i volontari. Per i migranti, appena sbarcati, la Prefettura ha disposto l’accoglienza nel Cara di Bari Palese, il più grande centro in Puglia che ospita stranieri.
Fonti Viminale: "Modello Albania largamente condiviso"
La nave De Grazia della Guardia Costiera è partita da Shengjin dopo che ieri la Corte d'Appello di Roma ha sospeso il giudizio di convalida dei trattenimenti, rimettendo gli atti alla Corte di Giustizia di Giustizia dell'Unione Europa.
Fonti del Viminale sottolineano come sul tema dei trattenimenti nei centri per le procedure accelerate alla frontiera, siano essi in Italia o in Albania, si stia sviluppando in Italia "una giurisprudenza che appare di corto respiro, destinata a essere superata dagli eventi, visto che le corti di Appello scelgono di rinviare alla Corte di Giustizia europea sostanzialmente per prendere tempo, quando si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà al più tardi in vigore nel 2026”. Inoltre, proprio dal recente consiglio dell’Ue degli Affari Interni, tenutosi a Varsavia questa settimana, “la posizione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stata largamente condivisa dai colleghi presenti", sottolineano le stesse fonti.
"I partner europei in piena sintonia con la Commissione stanno pensando di rafforzare le norme dell’Ue che sostengono le procedure in frontiera applicate anche in Albania non solo con una anticipazione dell'entrata in vigore di alcune norme del Patto ma anche con soluzioni innovative - spiegano fonti del Viminale -. Gli stessi documenti, discussi a Varsavia, contengono un esplicito riferimento proprio al Protocollo Italia-Albania come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo. È il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei Ministri europei. Il governo, pertanto, andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli".
Capigruppo FdI: "Da magistrati chiara presa in giro del Parlamento"
"Tutti e cinque i giudici che hanno firmato i provvedimenti della Corte di appello provengono dalla Sezione specializzata del Tribunale di Roma" dichiarano i capigruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan. "Sono addirittura ancora sul portale pubblico di Giustizia. Quindi, il governo e il Parlamento hanno trasferito la competenza alla Corte di Appello per sottrarla alle Sezioni specializzate del Tribunale e loro migrano in massa, grazie anche al provvedimento del presidente della Corte che glielo consente. Una chiara presa in giro del Parlamento. Anche le opposizioni dovrebbero far sentire la propria voce di sdegno. Perché si può essere d'accordo o meno con una legge dello Stato, ma in democrazia la legge si rispetta e si applica. E questo vale anche per chi fa parte della magistratura".
Cronaca
“Non arrendersi mai”: malattia le impedisce di...
Nazarena Savino: "La disabilità ci rende unici e non la si deve vivere come un limite ma come uno sprone a studiare, ad agire, a fare"
'Nil difficile volenti' (nulla è arduo per colui che vuole), detto latino che identifica perfettamente la forza di volontà e la determinazione di Nazarena Savino, ragazza di 26 anni, originaria di Erchie (Brindisi), affetta da una malattia neurologica che le impedisce di leggere e scrivere. Ha appena conseguito la laurea in Storia dell’Arte con 110 e lode discutendo una tesi in Storia dell’Arte incentrata sull’accessibilità ai beni culturali, ed è la terza laurea in poco più di quattro anni. "Avevo 18 anni quando mi hanno diagnosticato una malattia neurologica che, pur vedendoci, mi impedisce di leggere e scrivere - racconta all'Adnkronos Nazarena Savino - ma questo, malgrado persone che dicevano che sarei rimasta a guardare il mondo da una finestra, non mi ha fermato e, grazie all'aiuto di mia madre, Lea, e di mia sorella Swami, mie mani per scrivere e miei occhi per leggere, ho raggiunto i miei obiettivi, ho realizzato i miei sogni".
"La disabilità spesso si tende a nasconderla, si prova vergogna, mentre io ritengo, anzi, credo che sia parte fondamentale di ciò che siamo - dice con fermezza Nazzarena Savino - la disabilità ci rende unici e non la si deve vivere come un limite, tutt'altro, è uno sprone a studiare, ad agire, a fare. Bisogna considerarla come un elemento che unisce, include tutti. Certo il mio non è stato un percorso facile, ma voglio continuare e lanciare il messaggio che la disabilità non deve fermare nessuno e che quindi l'accessibilità alla cultura, ai musei, ai palazzi storici è un principio universale che deve essere garantito a tutti". "Ho cominciato con i registratori, per poi arrivare alle applicazioni sui cellulari - spiega ancora Nazarena Savino - e ai computer: il bello della tecnologia è che si evolve e ritengo molto importante aprire la mente, studiare e promuovere una cultura inclusiva. Tutti devono poter apprendere indipendentemente dalle loro qualità o capacità. Le nuove tecnologie, l'Ia sono un aiuto, un'opportunità importante, ma ci vuole sempre il controllo della persona perché può comunque commettere errori. Un appello? Ai giovani dico non arrendesi mai. La perseveranza, la passione e lo studio sono la chiave del successo. Le cose belle e brutte della vita contribuiscono a renderci le persone che siamo oggi: con le sfide che si cresce e si diventa più forti".
La passione, la perseveranza e la disciplina di Nazarena Savino sono state sottolineate dal professore Francesco del Sole, ricercatore in Storia dell'Architettura presso l'Università del Salento, e relatore dell'ultima tesi di laurea della 26enne di Erchie. "Passione, forza di volontà, ma soprattutto il rispetto dimostrato, mi hanno particolarmente colpito di Nazarena - evidenzia Del Sole - e soprattutto il fatto di non aver mai chiesto un trattamento diverso dagli altri studenti: niente programmi o esami differenziati, di conseguenza non l'ho mai trattata diversamente dagli altri. Una studente modello che ha eseguito tutto in maniera impeccabile: la sua tesi, in storia dell'architettura, è un lavoro ben fatto". "Vorrei sottolineare che, in realtà, non ho mai effettivamente saputo fino in fondo quale fosse la sua disabilità. Non mi hai mai detto nulla, ritengo, per non mettermi in difficoltà - conclude Del Sole - non ha mai voluto un trattamento speciale. Credo che tutti i giovani debbano prendere Nazarena ad esempio, a modello per la costanza, la dedizione e la disciplina con cui a conseguito i suoi obiettivi: tre lauree in tempi davvero brevi. L'università oltre a conoscenza e cultura è una scuola di vita e Nazarena lo ha dimostrato ampiamente. Le sono molto affezionato e le auguro ogni bene!". (di Giselda Curzi)
Cronaca
Palazzo Chigi, istituzioni e comuni illuminati di blu per...
Secondo l'Anvcg, nel 2024 i civili uccisi sono aumentati del +51% (da 16.635 a 25.116) e quelli feriti del +81% (da 20.005 a 36.237)
"Oggi 1° febbraio 2025 si celebra la Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo istituita all'unanimità dal Parlamento con la legge n. 9 del 25 gennaio 2017. La ricorrenza, che si va ampliando in termini di partecipazione di anno in anno, nasce con un duplice obiettivo: commemorare le vittime civili di tutte le guerre e promuovere una riflessione profonda sull'impatto devastante che i conflitti attuali hanno sulle popolazioni civili coinvolte". Lo ricorda in una nota l'Anvcg, l'associazione nazionale vittime civili di guerra. (Foto)
"Di fronte all'intensificarsi della violenza indiscriminata in numerosi contesti di guerra, alcuni dei quali sono scoppiati o si sono protratti nell'ultimo anno, diventa sempre più urgente ribadire con forza l'assoluta necessità di proteggere i civili. Una protezione che è possibile solo attraverso l'applicazione del diritto internazionale umanitario: tutelare le vite dei civili, proteggere infrastrutture essenziali come abitazioni, scuole, ospedali, servizi sanitari e risorse idriche, e salvaguardare il patrimonio culturale".
"Ad illuminarsi di blu, nella serata del 1° febbraio, sono oltre 300 Comuni italiani, dai principali capoluoghi a numerosissimi Municipi in tutto il Paese e le sedi di numerose Regioni. A Roma - prosegue la nota - si tingeranno di blu anche i palazzi delle istituzioni nazionali come Palazzo Chigi, la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica e i principali Ministeri. 'Il sommo Pontefice' ha scritto il segretario di Stato Card. Pietro Parolin in un messaggio inviato al Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Michele Vigne per la ricorrenza 'auspica che nei conflitti sia sempre rispettato il diritto umanitario risparmiando famiglie, donne, bambini, malati e innocenti. Il Santo Padre voglie l'occasione per rinnovare la vicinanza alle famiglie provate dalla perdita di persone care e assicura la preghiera del cristiano suffragio per i defunti'". "La campagna 'Stop alle bombe sui civili' chiede, anche attraverso il gesto simbolico dell’illuminazione, il rispetto del diritto internazionale umanitario in un contesto di grande sofferenza per le popolazioni come evidenziano i dati: nel 2024 l’aumento delle vittime civili è stato del 67% con un totale di 61.353 morti e feriti, rispetto ai 36.640 dell'anno precedente. Nello specifico i civili uccisi sono aumentati del +51% (da 16.635 a 25.116) ed i civili feriti del +81% (da 20.005 a 36.237)".
Cronaca
Aggressione pitbull, il veterinario: “Razza di moda,...
Coccìa su 29enne aggredito a Ostia: "Bisogna far capire cosa è giusto e cosa è sbagliato"
"Lo vedi, ti piace, lo compri, tanto si trova anche a poco prezzo online, e ti metti in casa un cane che non sai gestire come il pittbull". Così all'Adnkronos il veterinario Federico Coccìa, commentando l'aggressione ad Ostia di un 29enne ad opera dei suoi due cani pitbull.
"Ultimamente se ne vedono molti, è quasi una moda, come se fosse un cellulare o un'auto - continua Coccìa - oppure lo si acquista per avere una senzazione di potere. Quando si decide di portare a casa un cane di razza, è bene conoscerne le caratteristiche, la sua storia e imparare a come gestirlo. Un pitbull non è certo di facile gestione: è un tipo di cane che necessita da subito di polso fermo, ci deve essere in casa un cosìddetto 'capobranco' che lo sappia gestire, deve socializzare sia con i suoi simili che con gli umani. Bisogna dare delle regole rigide altrimenti crederà di poter fare qualsiasi cosa, anche aggredire il padrone: bisogna insegnargli cosa è bene e cosa è male, giusto o sbagliato".