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World Cancer Day, Campitiello: “Importante personalizzare cure”
'Presto il "Prevention Hub" di coordinamento per la prevenzione con un ramo dedicato allo screening'
"Eventi come questo ci ricordano quanto sia importante l'umanizzazione e la personalizzazione delle cure. 'Uniti nella diversità' sta proprio a significare questo, rendere omogenei i trattamenti". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute in occasione del convegno 'United by Unique', organizzato oggi a Roma, per il World Cancer Day, da Aiom, Associazione italiana oncologia medica e Fondazione Aiom, che aderiscono alla Giornata mondiale e sostengono l’obiettivo della campagna.
"Ogni paziente è diverso, ogni paziente oncologico ha una propria realtà - continua Campitiello - Il compito delle istituzioni e, in particolare, del mio dipartimento, è cercare di rendere uguali le cure per tutti. È importante quindi agire sulla prevenzione primaria, secondaria e terziaria". Anche per questo "sta per nascere, presso il mio dipartimento, un ufficio dedicato, il 'Prevention Hub', una vera e propria struttura strategica di coordinamento di prevenzione, un’asse portante di dialogo tra il ministero e le regioni. L'ufficio dedicato al Prevention Hub avrà chiaramente vari rami, come un albero. Uno di questi rami dovrà necessariamente" essere dedicato agli "screening. Il Prevention Hub - chiarisce - è partito da un input ben preciso: capire cosa succedeva in Italia, per esempio, sugli screening. Si sono analizzate le best practice" di regioni come "Lombardia, Puglia, Sardegna, per prendere i migliori comportamenti, fare un'analisi" coinvolgendo anche "l'intelligenza artificiale" con l’obiettivo di farli applicare "in maniera omogenea".
Oggi "circa 3,7 milioni di pazienti in Italia combattono con un cancro - ricorda Campitiello - Sono stati fatti tantissimi passi avanti, ma non dobbiamo fermarci", in particolare sulla prevenzione. "I corretti stili di vita incidono per oltre il 40% per la sopravvivenza in pazienti malati di cancro". Sulla ricerca, "alla base, di queste terapie oncologiche" innovative e che "può realmente salvare la vita ai pazienti", il capo della Prevenzione del ministero ricorda l’importanza di "progetti come Alleanza contro il cancro e il Tumor molecular board nelle regioni", che "davvero cambiano l'aspettativa di vita".
Nel sottolineare l’impegno del ministero nell’essere "per una medicina personalizzata e di precisione accanto proprio ai cittadini", Campitiello, oltre a ringraziare Aiom, per favorire, una riflessione "su delle tematiche che" possono "sembrare scontate", sul tema dell’evento, 'Uniti e nella diversità', rimarca che "compito delle istituzioni non è solo evitare le diseguaglianze e quindi rendere equo il trattamento", ma anche "indirizzare la prevenzione primaria, promuovendo corretti stili di vita", la formazione nella scuola, tra i giovani, quindi la prevenzione "secondaria, mediante screening, e terziaria, nell’adesione alle cure", per ridurre il rischio di recidive.
Sul Prevention Hub, sugli screening, in particolare "sono aperta alle proposte perché dovranno essere investiti circa 25 milioni di euro del Pnrr - ribadisce Campitiello - per rendere omogenei i risultati, per fare prevenzione". Le risorse "ci sono al ministero. Forse il problema è" il loro impiego "per cambiare la vita delle persone. Questo forse dovrebbe essere il nostro obiettivo primario", riflette. "Questo ministero, per la prima volta è governato anche da medici - abbiamo un capo di gabinetto medico, un ministro medico e anche io, che sono capo del Dipartimento della Prevenzione, Ricerca ed Emergenza, sono medico - Diventa particolarmente importante, accanto alla prevenzione, l’umanizzazione sanitaria - conclude - la personalizzazione della terapia che effettivamente fa la differenza".
Cronaca
‘World Nutella Day’: al Maxxi di Roma un evento...
Una storia che, partendo da un laboratorio artigianale ad Alba, ha trasformato una semplice crema spalmabile in un fenomeno globale, capace di unire culture, emozioni e tradizioni in oltre 170 Paesi
Da 60 anni, milioni di persone iniziano la giornata con il gusto inconfondibile e l’energia positiva di Nutella, che dal 1964, partendo da Alba, in Piemonte, ha saputo trasformarsi in icona globale amata in oltre 170 Paesi. Questa straordinaria evoluzione è da sempre accompagnata dall’entusiasmo dei Nutella Lovers di tutto il mondo, i veri protagonisti del World Nutella Day: una ricorrenza che si celebra ogni anno il 5 febbraio, nata nel 2007 dall’idea spontanea della blogger americana Sara Rosso, che ha voluto creare una giornata speciale per riunire la community mondiale e celebrare, attraverso i social media, la passione per la crema alla nocciola e cacao più famosa al mondo.
Quest’anno, per celebrare il World Nutella Day in Italia, Nutella sarà protagonista di un evento che si terrà domani al Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Durante l’evento dedicato ai Nutella Lovers, la crema alla nocciola e cacao che ha saputo conquistare il mondo sarà celebrata come marchio globale con una legacy senza tempo, capace di ispirare generazioni di appassionati e consolidare il suo ruolo non solo come brand iconico, ma come vero e proprio “powerbrand”, simbolo di condivisione, gioia e creatività.
Durante la serata, condotta da Pierluigi Pardo, giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo, sarà possibile assistere alla presentazione della nuova edizione del libro “Il nuovo mondo Nutella® – 60 anni di innovazione” di Gigi Padovani, giornalista e scrittore. Il volume offre uno sguardo approfondito sul viaggio di Nutella® verso la trasformazione in un’icona globale, entrata a far parte della memoria collettiva. La celebrazione della sua legacy sarà accompagnata dalle note del violinista Pierpaolo Foti, famoso per le sue interpretazioni innovative e coinvolgenti e dal tributo di Greg Goya, street artist noto per la sua “fast art”, che mira a suscitare emozioni immediate nel pubblico attraverso installazioni interattive negli spazi urbani.
L’evento si inserisce nel contesto della mostra joyn! Un viaggio nel mondo Nutella® per i suoi 60 anni, allestita al Maxxi a cura di Chiara Bertini e in collaborazione con Ferrero, in occasione delle celebrazioni per i 60 anni di Nutella®. L’esposizione ripercorre sei decenni di storia, innovazione e passione, e sarà visitabile fino al 20 aprile 2025. Un mix di gioco e approfondimento in uno spazio per adulti e bambini che offre l’opportunità di riscoprire i ricordi legati a Nutella®, immergersi nelle sue campagne pubblicitarie più iconiche e visualizzare l’impatto sociale e culturale di un brand che ha attraversato intere generazioni. Ma la mostra non è solo un tributo a un prodotto che ha saputo conquistare il mondo: è un viaggio dentro la legacy imprenditoriale di Nutella®, fatta di ingegno, resilienza e innovazione continua. Una storia che, partendo da un laboratorio artigianale ad Alba, ha trasformato una semplice crema spalmabile in un fenomeno globale, capace di unire culture, emozioni e tradizioni in oltre 170 Paesi.
Infatti, lo spirito di innovazione e imprenditorialità che ha caratterizzato l’evoluzione del marchio rimane vivo anche a sessant’anni dalla sua nascita, offrendo alle persone modi sempre nuovi di gustare Nutella®: dal lancio del primo snack on-the-go con Nutella &GO! nel 2008, passando per Nutella B-ready, lanciato nel 2015, fino a Nutella Biscuits, il primo e unico biscotto con un cuore cremoso di Nutella®, nel 2019. Più recentemente, il marchio ha ampliato la sua gamma di prodotti con Nutella Muffin nel 2020, Nutella Croissant nel 2023, Nutella Gelato e Nutella Plant-Based nel 2024, e Nutella Donut nel 2025, continuando a investire, ad affermarsi come brand globale e a scrivere nuovi capitoli di un successo destinato a non fermarsi.
Thomas Chatenier, Presidente Globale di Nutella® presso Ferrero, dichiara: “Il World Nutella® Day è la prova tangibile della forza duratura del nostro brand e della passione ineguagliabile dei nostri fan, che hanno elevato Nutella® a icona culturale, celebrata persino nei libri e nelle mostre. In Ferrero, il nostro impegno verso l’innovazione continua è costante, affinché Nutella® resti una presenza irrinunciabile nella vita quotidiana di milioni di persone. Nutella® è sempre stata sinonimo di gioia e positività, e oggi la sua famiglia di prodotti è più ricca che mai: dai biscotti agli snack, dal gelato ai prodotti da forno surgelati fino alle nuove proposte plant-based. Un enorme grazie a tutti i fan di Nutella® che ci ispirano a evolverci ogni giorno! Guardiamo con entusiasmo al futuro, pronti a diffondere ancora più sorrisi e creare momenti indimenticabili all’insegna di Nutella®”. Anche quest'anno, infine, i fan di Nutella® potranno celebrare il World Nutella® Day scoprendo tanti spunti e ricette su www.nutella.it e condividere i propri momenti speciali con Nutella® sui social, utilizzando gli hashtag #WorldNutellaDay #CondividiUnSorrisoConNutella.
Cronaca
Roma, scorta ministro Lollobrigida sventa borseggio in...
Arrestato 21enne
Ha tentato di rubare il portafogli dalla borsa di una passante in pieno centro a Roma ma la scena è stata notata da due carabinieri della scorta del ministro Francesco Lollobrigida che lo hanno bloccato allertando i colleghi. E’ successo ieri poco prima delle 14 a largo Santa Susanna. Protagonista un 21enne di origine romene, in compagnia di un complice riuscito poi a far perdere le sue tracce, arrestato dai carabinieri intervenuti sul posto grazie alla segnalazione della scorta del ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, non presente in quel momento.
I militari del Nucleo radiomobile di Roma, arrivati sul posto, hanno raccolto la querela della donna, di origini brasiliane, che poco prima aveva sorpreso uno dei due stranieri mentre infilava la mano nella sua borsa. Il ventunenne, risultato incensurato, è comparso questa mattina in aula a piazzale Clodio dove il giudice per la direttissima ha convalidato l’arresto e lo ha rimesso in libertà. Per lui è stato fissato il processo a giugno.
Cronaca
Omicidio Torvaianica, giudici: ”Calderon e Molisso...
Le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Frosinone nel processo nato dall’inchiesta Dda di Roma e dei carabinieri
“Le risultanze istruttorie consentono di ritenere provata con certezza la responsabilità di Raul Esteban Calderon e Giuseppe Molisso per l'omicidio di Selavdi Shehaj. Le comunicazioni intervenute attraverso il sistema criptato Sky-Ecc hanno consentito di ricostruire con dovizia di particolari tutte le articolate fasi preparatorie dell'omicidio, consentendo di individuare con certezza il ruolo ricoperto dai due imputati nella programmazione ed esecuzione del delitto”. È quanto scrivono i giudici della Corte di Assise di Frosinone nelle motivazioni della sentenza del processo per l’omicidio di Selavdi Shehaj, detto 'Passerotto', l’albanese ucciso sulla spiaggia di Torvaianica il 20 settembre del 2020, con cui lo scorso quattro novembre hanno condannato all’ergastolo Raul Esteban Calderon, l'argentino sotto processo anche per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli ‘Diabolik’, e Giuseppe Molisso. Condannati a tre anni anche Guido Cianfrocca e Luca De Rosa. Assolto per non aver commesso il fatto, invece, Enrico Bennato. Nel procedimento, con le indagini dei pm della Dda e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, c’è un sesto indagato, Altin Sinomati, un albanese irreperibile connazionale della vittima.
“Il contenuto delle chat criptate tra i due imputati dà contezza, inoltre, della particolare intensità della volontà dolosa che ha connotato l'omicidio dello Shehaj. La coscienza e volontà della morte della vittima risulta palesemente provata non solo dalla meticolosa programmazione e dalle concrete modalità della condotta, tenuto conto del tipo e della micidialità dell'arma, della reiterazione in rapida sequenza dei due colpi e della loro direzione, della minima distanza di sparo e della parte vitale del corpo presa di mira ed attinta, ma anche dal contenuto dei messaggi scambiati tra Calderon e Molisso subito dopo l'agguato - sottolineano i giudici - in cui è evidente che persista la volontà di uccidere il povero Shehaj, nonostante si trovasse in quel momento in condizioni molto critiche in ospedale (Calderon: "Ma se esce di la finisco il lavoro"). L'obiettivo del Calderon e del Molisso era solo ed unicamente quello di cagionare la morte dello Shehaj”.
Con la sentenza i giudici avevano riconosciuto l’aggravante della premeditazione ma non quella del metodo mafioso. “La programmazione dell'omicidio dello Shehaj è stata meticolosa, articolata ed accurata, per un consistente ed apprezzabile lasso di tempo, e non è mai stata abbandonata dagli imputati, nonostante alcune difficoltà organizzative ed esecutive, che hanno comportato più di un differimento dell'agguato. Non vi sono dubbi, pertanto, che la circostanza aggravante della premeditazione sussista”, evidenziano i giudici. “La Corte ritiene, invece, di non poter accogliere la prospettazione accusatoria relativa alla aggravante di cui all'art. 416 bis.l c.p., contestata ‘con riferimento al metodo utilizzato e trattandosi di omicidio maturato per contrasto tra associazioni criminali organizzate’. La indubbia modalità eclatante dell'agguato, avvenuto una domenica mattina di settembre in spiaggia alla presenza di diversi bagnanti, non è di per sé sufficiente al riconoscimento dell'aver agito con metodo mafioso. Non vi sono, infatti, evidenze che lo Shehaj, rimasto cosciente dopo l'agguato, o i suoi familiari abbiano espresso timori nei confronti di un determinato gruppo criminale. Rispetto al riconoscimento dell'aggravante in esame l'omessa ricostruzione del movente del delitto dello Shehaj costituisce un vulnus difficilmente superabile”.
“Lo Shehaj aveva due precedenti per droga ed era noto per essere a capo di una piccola organizzazione che si occupava di spacciare al dettaglio sostanza stupefacente di tipo hashish e marijuana sul litorale laziale. Dalle informazioni della polizia giudiziaria - scrivono ancora i giudici della Corte di Assise di Frosinone - non sembrava però incardinato in una consorteria criminale albanese di grosso spessore in quanto frequentava, per lo più, connazionali con piccoli precedenti. È chiaro, tuttavia, che si tratta di elementi insufficienti per dimostrare che l'omicidio sia maturato nell'ambito di un contrasto tra associazioni criminali organizzate, come ipotizzato nell'impianto accusatorio''.
''Non si ravvisa, inoltre, quello stato di soggezione ed omertà tipico dell'agire mafioso, sebbene non possa nascondersi la sensazione di una non completa collaborazione da parte di alcune persone vicine alla vittima. Non appare invero superfluo evidenziare come, nonostante la tragicità dell'evento e le condizioni disperate del povero Shehaj, sia sparito il telefono cellulare della vittima, accortezza che appare logicamente giustificabile solo nella persistenza dei traffici illeciti della vittima e nella volontà di sottrarre agli inquirenti spunti investigativi”, concludono.