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Operazione ‘Shield V’, sequestrati farmaci e sostanze dopanti: 23 arresti
Anabolizzanti, dimagranti, antibiotici, antinfiammatori e prodotti contro la disfunzione erettile
Maxi sequestro di farmaci e sostanze dopanti in hub di smistamento su tutto il territorio italiano, con 23 arresti e 138 persone segnalate all'autorità giudiziaria. L'operazione chiamata 'Shield V', finalizzata al contrasto della criminalità farmaceutica e alla tutela della salute, è stata portata a termine dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e l’Agenzia delle Dogane. Sviluppata da aprile a novembre scorsi sotto la direzione di Europol e con la partecipazione di 30 tra Paesi membri dell’Unione Europea ed extra Ue nonché di diverse organizzazioni internazionali quali l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale, l’Ufficio Europeo Antifrode e l’Agenzia Mondiale Antidoping, riproponendo lo schema organizzativo di coordinamento, cooperazione e scambio informativo tra gli Stati aderenti positivamente sperimentato nelle precedenti edizioni.
L'azione congiunta con l’Agenzia delle Dogane ha portato al sequestro di circa 125mila unità di farmaci, anche ad azione dopante, nei maggiori hub di smistamento poste e corrieri sul territorio italiano. Eseguite 967 attività ispettive e di controllo, con l’apertura di 11 attività investigative, per un totale di 138 soggetti segnalati all’autorità giudiziaria e 23 arresti; scoperto 1 laboratorio clandestino e smantellati 2 gruppi criminali.
Ingenti i sequestri di medicinali e di sostanze dopanti di diverse tipologie, di integratori nonché di dispositivi medici e di prodotti di vario genere: oltre 8.800 confezioni e circa 95mila unità posologiche di farmaci in diverse forme farmaceutiche (compresse, fiale, iniettabili, polveri), contenenti principi attivi di varia indicazione terapeutica, principalmente riconducibili ad anabolizzanti, dimagranti, antibiotici, antinfiammatori e farmaci per la disfunzione erettile. Il valore commerciale di tutti i sequestri raggiunge la cifra di oltre 2,6 milioni di euro.
Peculiare settore di indagine riguarda la lotta al fenomeno del doping sia nell’ambito delle attività sportive amatoriali che professionali. Gli ispettori investigativi antidoping, presenti in tutti i Nas dislocati sull’intero territorio nazionale e appositamente formati per la specifica attività, hanno eseguito 47 verifiche antidoping, sia “in” (40) che “out” (7) competition, che hanno consentito di sottoporre a controllo 161 atleti dei quali 4 sono risultati positivi. Oscurati poi 286 siti web di vendita illegale di farmaci contraffatti. Complessivamente l’operazione condotta nei territori dei vari Paesi aderenti, ha permesso di individuare 4 laboratori clandestini e condurre indagini su 52 organizzazioni criminali; sequestrare migliaia di medicinali, materie prime e prodotti dopanti di vario genere, per un totale di oltre 4.800.000 milioni di unità, in varie forme farmaceutiche, con quantitativi pari a 108 litri e più di 400.000 kg e un valore commerciale di 11,1 milioni di euro; denunciati 418 soggetti. L’attività antidoping si è, invece, concretizzata in circa 4.000 controlli ad atleti, tra “in” e “out” competition.
Cronaca
Lorenzo Rovagnati, chi era l’erede dello storico...
Oggi la morte in un incidente di elicottero dell'erede insieme ad altre due persone nella tenuta di Castelguelfo
Ricopriva il ruolo di amministratore delegato dell'azienda di famiglia, Lorenzo Rovagnati, 41 anni, morto per un incidente in elicottero presso il Castello di Castelguelfo, a Noceto, in provincia di Parma. Titolare del noto salumificio industriale assieme al fratello Ferruccio. Sposato dal 2019, era padre di due figli e in attesa del terzo. Lorenzo Rovagnati era solito raggiungere il castello nel parmense viaggiando in elicottero, partendo dalla sua abitazione di Biassono, in provincia di Monza.
Il castello di Castelguelfo era un edificio medievale che Rovagnati raggiungeva spesso, spostandosi da Biassono, in Brianza. Un maniero di proprietà della famiglia nota in tutto il mondo per il prosciutto cotto. Lorenzo e il padre Paolo hanno sempre avuto un forte legame con il castello parmense e la comunità di Noceto, come confermato all’Adnkronos dal sindaco Fabio Fecci, che ha voluto rivolgere il proprio pensiero alla moglie di Lorenzo Rovagnati, Federica Sironi. Si erano sposati 6 anni fa, nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Macherio.
Fecci ha voluto ricordare anche “la disponibilità e l’umiltà” della famiglia Rovagnati, che negli anni ha “dato supporto a tanti progetti pubblici e privati” della comunità di Noceto. Titolare della residenza del Castello di Castelguelfo e di diversi appezzamenti terreni dell’area, Lorenzo Rovagnati era solito raggiungere la zona solitamente il mercoledì, mentre nelle altre giornate viveva e lavorava a Milano o in provincia di Monza, dove portava avanti il ruolo di amministratore delegato del salumificio industriale.
Era l'erede di un’azienda nota in tutto il mondo, fondata nel 1941 in Brianza dal nonno Angelo Ferruccio Rovagnati. Oggi il marchio 're dei prosciutti' fattura oltre 300 milioni di euro l’anno, con oltre mille dipendenti attivi in 20 Paesi. Negli ultimi quindici anni, con Lorenzo e Ferruccio alla guida, Rovagnati ha esportato prosciutto cotto in Europa e aperto il primo stabilimento produttivo negli Stati Uniti.
Storia della famiglia Rovagnati
Con la morte nell'incidente di elicottero oggi nel Parmense di Lorenzo Rovagnati, scompare una figura centrale in una famiglia che ha saputo, come poche nel dopoguerra, dare il proprio nome a un prodotto. Grazie alla qualità dei suoi prodotti e a una attenta campagna di comunicazione dei valori, infatti, Rovagnati oggi si identifica con il prosciutto cotto: frutto della intuizione di Paolo Rovagnati, classe 1944, che lascia gli studi per sostenere l'attività del padre, che in Brianza è produttore di burro e formaggi, per 'reinventarla' nel settore dei salumi. Senza voler sfidare il prosciutto crudo dei 'vicini' emiliani, Paolo nel pieno del boom economico, Paolo convince il padre a produrre salumi, lavorando su nuovi metodi di produzione per arrivare all'alta qualità anche per un prosciutto cotto, allora considerato un prodotto di livello mediamente inferiore.
A soli 24 anni Paolo Rovagnati assume la direzione dell'azienda familiare e grazie anche all'attenta conoscenza del territorio, dovuta ad anni di contatto diretto con i propri clienti, riesce a trasformare l'azienda in un player nazionale. Ma è negli anni Ottanta che la Rovagnati compie il grande balzo: Paolo inventa la marchiatura a fuoco in continuo sulla cotenna del Gran Biscotto, il prodotto più importante, rendendolo ben riconoscibile a prima vista tra gli altri prosciutti cotti e facendolo conoscere a milioni di consumatori italiani grazie anche alle promozioni televisive di Mike Bongiorno su 'La Ruota della fortuna'. Ma in quegli stessi anni la Rovagnati continua la sua crescita produttiva, lanciando sul mercato oltre 20 tipi diversi prosciutti cotti e la Sgrassatella, una pancetta magra ma saporita, allora quasi impensabile, per andare a coprire una nicchia richiesta dal mercato. A queste novità di prodotto si affianca l'espansione della struttura con impianti sempre più all'avanguardia.
Nel 2008 Paolo scompare a soli 64 anni (in suo onore è stata creata una Fondazione che ha l'obiettivo di finanziare la ricerca scientifica, l'assistenza sociale e sanitaria e per supportare la cultura, istruzione e formazione), ma i suoi eredi - Ferruccio e Lorenzo - non rallentano la spinta alla crescita: nel 2012 nasce RovaLab, il laboratorio di analisi chimiche-nutrizionali e microbiologiche, mentre iniziano anche le esportazioni su importanti mercati, dalla Francia al Belgio, dalla Germania e Irlanda agli Stati Uniti d'America, dove nel 2020 viene aperto - a Vineland in New Jersey - il primo stabilimento produttivo all'estero.
Negli ultimi anni Rovagnati sbarca anche in Canada, Hong Kong, Messico, Singapore mentre il gruppo è rafforzato anche da acquisizioni come quella dello storico marchio di affettatrici Berkel e di Pineider.
Cronaca
Cervello, scoperte cellule che ordinano di smettere di...
Sono nel tronco encefalico e 'tracciano' ogni boccone segnalando quando è abbastanza
Come scatta quel clic nel cervello che fa dire: per questo pasto basta cibo? Gli scienziati della Columbia University potrebbero aver trovato la risposta a questa domanda: hanno scoperto nel cervello dei topi dei neuroni specializzati che ordinano agli animali di smettere di mangiare. Sebbene sia noto che molti circuiti legati alla nutrizione nel cervello svolgano un ruolo nel monitoraggio dell'assunzione di alimenti, non sono i neuroni di quei circuiti a prendere la decisione finale se interrompere o meno un pasto.
La scoperta e i 'neuroni speciali'
I neuroni identificati dai ricercatori sono un nuovo elemento di questi circuiti, e si trovano nel tronco encefalico, la parte più antica del cervello dei vertebrati. La loro scoperta potrebbe portare a nuovi trattamenti per l'obesità. "Questi neuroni sono diversi da qualsiasi altro coinvolto nella regolazione della sazietà", illustra Alexander Nectow, medico-scienziato del Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons, che ha guidato la ricerca con Srikanta Chowdhury, ricercatore associato nel laboratorio di Nectow. "Altri neuroni sono solitamente limitati a percepire il cibo che mettiamo in bocca, o come il cibo riempie l'intestino, o il nutrimento ottenuto dal cibo. I neuroni che abbiamo trovato - chiarisce - sono speciali in quanto sembrano integrare tutti questi diversi pezzi di informazione e altro ancora".
La decisione di smettere di mangiare è un fenomeno familiare. "Succede ogni volta che ci sediamo per consumare un pasto: a un certo punto mentre mangiamo, iniziamo a sentirci pieni, e poi ci sentiamo ancora più pieni, e poi arriviamo a un punto in cui pensiamo: ok, basta così", dice Nectow. Come fa il cervello a sapere quando il corpo ne ha abbastanza e come reagisce a questa informazione per smettere di mangiare? Nectow e Chowdhury hanno sviluppato nuove tecniche che consentono di osservare una regione del cervello e di distinguere diversi tipi di cellule che finora erano difficili da distinguere l'uno dall'altro. La tecnica "consente di vedere dove si trovano le cellule nel tronco encefalico e come appare la loro composizione molecolare", dice Nectow.
Durante la profilazione di una regione del tronco encefalico nota per l'elaborazione di segnali complessi, i ricercatori hanno individuato queste cellule precedentemente non riconosciute che avevano caratteristiche simili ad altri neuroni coinvolti nella regolazione dell'appetito. Si sono dunque chiesti: cosa fanno? Per vedere in che modo influenzavano l'alimentazione, i ricercatori hanno modificato i neuroni in modo che potessero essere attivati e disattivati da loro tramite la luce.
Quando i neuroni venivano 'accesi', i topi mangiavano pasti molto più piccoli. L'intensità dell'attivazione determinava la rapidità con cui gli animali smettevano di mangiare. "È interessante notare che questi neuroni non segnalano solo uno stop immediato; aiutano i topi a rallentare gradualmente il loro mangiare", racconta Chowdhury. I due scienziati hanno anche scoperto che i neuroni venivano silenziati da un ormone che aumenta l'appetito e attivati da un agonista del Glp-1, proprio la classe di farmaci ora popolare per il trattamento dell'obesità e del diabete. Gli esperimenti hanno evidenziato che questi input aiutavano i neuroni a tracciare ogni boccone preso dai topi.
"In sostanza i neuroni possono sentire l'odore del cibo, vederlo, sentirlo in bocca e nell'intestino e interpretare tutti gli ormoni intestinali rilasciati in risposta al mangiare", continua Nectow. "E alla fine sfruttano tutte queste informazioni per decidere quando è abbastanza". Sebbene i neuroni specializzati siano stati trovati nei topi, Nectow fa notare che la loro posizione nel tronco encefalico, una parte del cervello che è sostanzialmente la stessa in tutti i vertebrati, suggerisce che è altamente probabile che anche gli esseri umani li abbiano.
Cronaca
Bel tempo sull’Italia, conto alla rovescia: in arrivo...
Dopo due giornate quasi primaverili con tanto sole, temperature ben sopra la media del periodo e gradevoli fioriture anticipate
Non durerà a lungo questa fase di bel tempo sull'Italia, nel weekend cambierà infatti tutto. Intanto fino a domani, giovedì 6 febbraio, il tempo sarà quasi primaverile con tanto sole, temperature ben sopra la media del periodo e gradevoli fioriture anticipate.
Dal fine settimana, però, lo scenario meteo potrebbe cambiare: ci aspettiamo un mese di febbraio ancora protagonista con l’arrivo di temperature anche rigide sottolinea iLMeteo.it.
Meteo oggi e domani
Nelle prossime ore l’anticiclone delle Azzorre ci illuderà con valori termici quasi primaverili, fino a massime di 16-17°C da Nord a Sud: solo al mattino resisteranno temperature anche vicino allo zero nei fondovalle centro settentrionali come è normale a febbraio. Il resto sarà tipico di aprile, di un periodo che potremmo definire ‘febbraprile’.
Meteo weekend, cosa ci aspetta
Come detto, però, dopo altri 2 giorni soleggiati e miti, cambierà tutto: da venerdì 7 febbraio, una massa d’aria fredda proveniente dalla Russia lambirà le Alpi e porterà un peggioramento. Si prevedono i primi addensamenti sul settore occidentale dalla tarda mattinata, specie sulle Alpi piemontesi e tra Sardegna e Toscana.
Dal tardo pomeriggio di venerdì il maltempo guadagnerà terreno verso il Nord-ovest con la neve fino a quote di bassa collina in Piemonte, altre piogge investiranno a macchia di leopardo i settori tirrenici, la Sicilia e il Metaponto.
Il vero peggioramento arriverà sabato con neve diffusa in pianura sul Piemonte (max accumuli di 5-7 cm a ridosso delle colline), tanta neve sulle Alpi occidentali (max accumuli di 20-40 cm) e precipitazioni sparse su Toscana costiera, Liguria ed Isole Maggiori. Insomma, vivremo il secondo sabato di fila con un po’ di maltempo, questa volta anche di stampo invernale su alcune zone del Nord. Domenica ci attendiamo, poi, l’approfondimento di un ciclone sulla Corsica con il continuo interessamento perturbato delle stesse zone: il fianco occidentale italiano vedrà ombrelli aperti, dal Nord-ovest lungo le coste tirreniche e soprattutto tra Sardegna e Sicilia
Oggi, mercoledì 5 febbraio - Al Nord: cielo poco nuvoloso, locali nebbie. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: soleggiato, nubi sparse in Sicilia con piovaschi.
Domani, giovedì 6 febbraio - Al Nord: cielo poco nuvoloso, locali nebbie. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: soleggiato, nubi sparse in Sicilia anche con locali.
Venerdì 7 febbraio - Al Nord: peggiora con neve fino in pianura la sera notte. Al Centro: peggiora dal pomeriggio sulle tirreniche. Al Sud: peggiora dal pomeriggio in Sicilia.
Tendenza: arriva una fredda perturbazione con neve a tratti anche in pianura al Nord-Ovest nel corso del weekend, probabile nuova fase di maltempo tra Sardegna e Sicilia.