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Katia Follesa: “A Sanremo 2025 senza ansia, sogno di presentare Achille Lauro”

L'attrice comica sarà co-conduttrice della terza serata insieme a Miriam Leone ed Elettra Lamborghini: "Le polemiche? Me ne frego ma do un'occhiata ai social..."

Katia Follesa:

"Nella mia partecipazione ci sarà molta improvvisazione, così come vuole Carlo. E ne sono felice perché è proprio nel mio mood. E poi ho la fortuna di fare la terza serata così posso raccogliere un po' di materiale dalle prime due...". Katia Follesa, volto comico di diversi programmi iconici della tv, da Zelig a 'Lol' a 'Comedy Match', è divertita e per nulla in ansia per il suo esordio da co-conduttrice al Festival di Sanremo 2025. Carlo Conti l'ha voluta per la terza serata, quella di giovedì 13 febbraio, come parte di un trio di partner tutto al femminile composto anche da Miriam Leone e da Elettra Lamborghini.

Come ha saputo di questa co-conduzione?

"L'ho saputo tramite un messaggio vocale di Carlo, questa estate. Io stavo facendo un colloquio con i professori di Agata, mia figlia, perché il giorno dopo avrebbe fatto gli esami di terza media. Dunque lo ascolto soltanto una volta uscita dall'aula. Ho dovuto riascoltarlo tre volte. Non capivo se era uno scherzo o se era la verità. Per fortuna era la verità".

Che cosa ha pensato?

"La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: 'Porca miseria, finalmente posso rispondere a tono a chi mi ha chiesto in questi anni, perché tu non ci sei a Sanremo? Quando ti inviteranno a a Sanremo? Poi sono tornata a casa a piedi, col sorriso e con tante idee che mi frullavano già per la testa".

Come è messa con l'ansia da prestazione?

"Ansia da prestazione grazie a Dio, non ne ho mai. Anzi, ho l'effetto contrario: non vedo l'ora di salire sul palco. Questo da sempre, però".

Che rapporto ha col festival?

"Da bambina lo snobbavo, non mi interessava, lo trovavo una cosa per adulti. Ho iniziato a vederlo quando c'era Luis Miguel, come tutte quelle della mia generazione (classe 1976, ndr.) impazzivo per lui e per la sua 'Noi ragazzi di oggi'. Da allora vedevo solo qualche cantante che mi piaceva: Giorgia, Ramazzotti... Poi da adulta ho iniziato a vederlo e ad appassionarmi. E da quando ho cominciato a lavorare in questo mondo, lo guardo naturalmente anche con un altro occhio".

Il 13 gennaio sul palco dell'Ariston con Conti sarete un trio che più eterogeneo non si può: tre donne molto diverse. Cosa ha pensato quando ha saputo di essere insieme a Miriam Leone ed Elettra Lamborghini?

"Intanto l'ho saputo dall'annuncio di Conti al Tg1. È stata una sorpresa anche per me. E sono ho tirato un sospiro di sollievo perché le conosco entrambe. Con Miriam abbiamo lavorato anche insieme ad un programma di Italia 1 con Ale & Franz 'Sketch Show', un bel po' di anni fa, quindi la conosco bene. Anche Elettra, non bene come Miriam, però l'ho conosciuta in qualche ospitata che abbiamo fatto insieme".

Qualcuno ha parlato di 'mischione' per il cast di co-conduttori molto nutrito: che ne pensa?

"Penso che invece Conti abbia fatto una cosa pazzesca, per portare ogni sera una certa varietà e con scelte non banali. Poi il festival è proprio il regno della polemica. Si polemizza da molti mesi prima di iniziare. è come per le partite della Nazionale quando diventiamo tutti Ct. Parlando di Sanremo, ogni italiano diventa direttore artistico".

Dello spazio che avrà a disposizione giovedì ci può anticipare qualcosa?

"Chiaramente ci sono delle cose che ci siamo detti di fare io e Carlo. Però vi assicuro che quando siamo saliti un attimo sul palco lunedì, ce ne sono venute in mente altre 300. Quindi davvero lo saprò solo quando salirò sul palco. Improvvisare è anche po' la mia cifra".

Pretenderà di prendere parte alla liturgia più classica del festival, con la presentazione dei cantanti?

"Certo. Io questa cosa la devo assolutamente fare, perché altrimenti non sarei degna di partecipare alla mensa di Sanremo", ride. "Voglio anch'io annunciare il cantante e non vedo l'ora di dire: 'dirige l'orchestra il maestro... Non vedo proprio l'ora, quella sarà storia".

C'è un cantante in particolare che le piacerebbe annunciare?

"Mi piacerebbe tanto presentare Achille Lauro, perché è molto simpatico. Abbiamo fatto delle cose insieme, l'ho conosciuto un po' ed è davvero simpaticissimo. Ma non so se sarà sul palco quella sera (la seconda e la terza serata vedranno sul palco solo la metà dei Big, divisi in due gruppi, uno da 15 e uno da 14 ma la divisione verrà fatta solo nei prossimi giorni, ndr.). Però mi piacerebbe pure annunciare Giorgia".

Del FantaSanremo che ormai da qualche anno anima proprio il momento tradizionalmente più 'ingessato' del festival, la presentazione dei cantanti, che ne pensa?

"Ne penso benissimo. Un po' di leggerezza allenta anche la tensione della gara. Io darò la mia massima collaborazione: ho già una lista di cose che devo fare", sorride.

Lo sa che quest'anno nella lavagna del FantaSanremo, dopo i tanti gossip su dissapori, dissing, intrighi, c'è anche il malus per la rissa dietro le quinte e il bonus per chi la seda?

"Davvero? Oddio speriamo di no. Io non sono brava a fare a botte. Se mi metto in mezzo, le prendo di sicuro. Scherzi a parte, speriamo di non arrivarci alla rissa. Il festival è una festa e un'occasione irripetibile per chiunque salga su quel palco. Sarebbe davvero insensato rovinarla".

La parola d'ordine scelta quest'anno da Conti è insieme. Tutti cantano Sanremo, tutti guardano Sanremo, tutti conducono Sanremo. Secondo lei, questo Festival corale è anche un modo di affrontare la non facile eredità di Amadeus?

"No, non credo perché Carlo è un veterano ed è un grandissimo professionista. Ha già fatto il festival in precedenza ed è anche il primo ad aver dato una nuova direzione, più moderna. E poi Carlo ha una virtù pazzesca: il dono della leggerezza associato con la serietà. Un numero uno. Non credo abbia ansia da prestazione nemmeno lui. E infatti ti mette proprio a tuo agio in un secondo. Perciò sono felice".

Teme le polemiche festivaliere?

"No. Ma per quanto uno dica 'me ne frego', si finisce sempre per dare un'occhiata, soprattutto oggi che siamo soggetti anche alle critiche istantanee sui social. Ma la verità è che chi fa il mio mestiere è talmente motivato dalla passione che non si ferma. Va avanti, va oltre".

Lei ha lavorato per tutti i principali editori televisivi, Rai, Mediaset e Warner Bros. Discovery. Cosa ne pensa della sentenza del Tar che chiede una gara per l'assegnazione del marchio del festival?

"Il festival nasce in Rai e secondo me ha senso che rimanga che rimanga lì dov'è. Settantacinque edizioni non sono acqua. Chi potrebbe mai avere lo stesso know how? Dai, non scherziamo, anche il pubblico non credo sarebbe pronto a guardare Sanremo da un'altra parte".

Cosa vorrebbe portarsi a casa da questa sua partecipazione al Festival?

"Vorrei portarmi a casa la bellezza di fare bene la mia parte davanti ad un bacino enorme di persone. Vorrei che qualcuno tra quelli che ancora non mi conoscono apprezzasse quello che porterò sul palco".

Dopo Sanremo c'è ancora un sogno nel cassetto?

"Più che sogno nel cassetto, copioni sul comodino. Sono in tournée a teatro fino a maggio con Valeria (Valeria Graci la collega con cui forma un fortunato due comici da 2001, ndr.). A novembre esordirò in teatro con un nuovo spettacolo tutto mio ma non posso ancora dirvi il titolo. Poi ho anche un progetto cinematografico che si gira nei prossimi mesi. E infine, immediatamente dopo Sanremo, ho la seconda stagione di 'Comedy Match'. Quindi che devo fare ancora? Ho i cassetti già belli occupati". (di Antonella Nesi)

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Spettacolo

Taylor Swift e Travis Kelce, proposta di matrimonio in...

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Le voci di un fidanzamento in occasione di un'eventuale vittoria dei Chiefs al SuperBowl si fanno sempre più insistenti

Taylor Swift e Travis Kelce - Ipa

Taylor Swift e Travis Kelce sono una delle coppie più amate degli Stati Uniti e ora gli americani, mentre si avvicina il Super Bowl NFL in programma domenica 9 febbraio, sognano di vederli promettersi amore eterno durante il più importante evento sportivo del Paese.

Popstar lei, stella dei Kansas City Chiefs lui, sembrano usciti da una commedia romantica e i fan vorrebbero che, proprio come in una rom-com, Kelce si inginocchiasse davanti alla sua amata nel Superdome di New Orleans per chiederla in sposa in diretta televisiva nella notte del Super Bowl. I Chiefs vanno a caccia del terzo trionfo consecutivo nella finale in programma contro i Philadelphia Eagles.

Lo scorso anno, in occasione della vittoria dei Chiefs, i due si scambiarono baci e abbracci che fecero il giro del mondo; è lecito pensare a un momento ancora più romantico in occasione di un eventuale nuovo successo dei Chiefs (che hanno già battuto i Philadelphia Eagles nella finale del 2023).

Fonti vicine alla coppia hanno assicurato al Daily Mail che i due non sceglierebbero un evento pubblico per un passo così importante. Eppure le voci di una possibile proposta sono talmente insistenti che qualche giornalista ha chiesto al diretto interessato se fossero attendibili e Travis Kelce non ha negato, accendendo ancor di più le speranze dei fan. "Ti piacerebbe saperlo!", si è limitato a rispondere l'atleta, come riporta People.

Al momento Taylor Swift non ha ancora confermato la sua presenza a New Orleans, ma è scontato che sarà lì a supportare il compagno. Il suo tour da record è terminato e durante la stagione l'artista ha spesso assistito alle partire dei Chiefs.

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Spettacolo

Sanremo 2025, Feltri: “Viene voglia di sparare al...

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"E' così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi"

Vittorio Feltri

"Viene voglia di sparare al televisore". Si avvicina il Festival di Sanremo 2025 e Vittorio Feltri non sembra impaziente di assistere alla rassegna canora in programma dall'11 al 15 febbraio.

"Il festival di Sanremo è una gran caciara, lo fanno dal 1951 e ha anche prodotto qualche buon cantante e qualche buona canzone, ma da anni non succede più. Anche per colpa dei cantanti, che non cantano ma parlano, guardate i rapper... E poi è così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi. È così irritante che viene voglia di sparare al televisore…", dice ai microfoni di Radio Libertà.

"Ovviamente -assicura- non lo guarderò, dà più soddisfazione vedere una partita di serie C. Oggi è una sagra dell'analfabetismo, anche musicale. In gioventù ho suonato il pianoforte nei night club e qualcosa ancora ci capisco: gli autori si danno un sacco di arie, ma le canzoni sembrano scritte con la tecnica compositiva di ragazzini che fischiettano per strada…".

"Di Carlo Conti ho scritto anni fa un ritratto: è una persona perbene, tutta correttina, un impiegato della Cariplo, che cambia raramente espressione. Riuscirà alla perfezione a interpretare la stupidità collettiva", conclude il giornalista.

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Spettacolo

Bresh: “Sanremo grande tappa ma non voglio farmi...

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Il 28enne artista ligure per la prima volta in gara con 'La tana del granchio', nella serata cover duetterà con Cristiano De André in 'Creuza de Ma'

Bresh:

"Ho capito che questa mia voglia di essere genuino mi ha fatto spesso vedere con tenerezza dagli altri, perché non siamo abituati a vedere cose autentiche, e quindi è come se fosse retorica, propaganda. Invece, io ci credo proprio". Bresh, nome d’arte di Andrea Brasi, si accinge per la prima volta a partecipare in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo con il brano 'La tana del granchio' (testo di Bresh, musica di Luca Di Blasi, Giorgio De Lauri, Luca Ghiazzi e prodotto da Dibla, Jiz, Shune). "'La tana del granchio' rappresenta me stesso -dice con sincerità il 28enne artista ligure - Indica la difficoltà di esprimersi, di far uscire le chele, una difficoltà che si ritrova ovunque, non solo nell’amore ma anche nei rapporti lavorativi, di amicizia".

Quale Andrea verrà fuori sul palco dell'Ariston? "Spero lo stesso Andrea che conoscono i miei amici d’infanzia e la mia famiglia. Quello è Andrea", dice l'artista. Che con la sua famiglia ha un rapporto molto stretto: "Sono poco presente ma torno spesso, con loro mi diverto e tengo alla loro felicità. Sanremo è anche tanto questo per me. Siamo una famiglia allargata che è sempre stata molto unità fin dall’inizio. Faccio Sanremo per quello, per far capire a mia zia che faccio il cantante", sorride. E ammette di vivere l'esperienza sanremese senza troppa ansia: "Vedo il festival come una grande tappa e non come un arrivo finale, l'idea è di viverla andandoci passo dopo passo e non farsi troppo abbagliare da questa luce, attraversandola per poi proseguire".

Se "tornerò soddisfatto? Sono già abbastanza soddisfatto, perché la soddisfazione in realtà me la daranno l’album in uscita e il tour -dice l'artista- Perché sono cose che rimangono davvero, Sanremo dura una settimana". Una preoccupazione c'è: "Temo, perché sono umano, che Sanremo possa contaminare e inquinare quello che ho costruito sono ad ora", dice con sincerità. "Ma alla fine, si va in trincea col caschetto", dice Bresh. Che sul palco dell'Ariston è già salito nella scorsa edizione in due occasioni: nella terza serata ha eseguito 'Guasto d'amore' e nella serata delle cover ha affiancato Emma in un medley dei più grandi successi di Tiziano Ferro.

Un equilibrio, quello di Bresh, che viene da lontano, dagli inizi di una carriera iniziata con il trasferimento a Milano appena 19enne dove ha stretto una grande amicizia con Rkomi (Mirko Manuele Martorana, anche lui in gara al festival). "Mi sono trasferito a Milano a 19 anni, lavoravo in un negozio di scarpe, dormivo a casa di Mirko ed è stato l'inizio di un rapporto fraterno, abbiamo condiviso tanto e mangiato tanto -ricorda l'artista- Usavamo la casa come una base, io preparavo il riso in bianco". La musica è entrata nella sua vita "per il desiderio di esprimermi, nell'adolescenza avevo l'illusione che la mia ribellione e ciò che avevo da dire interessasse a qualcuno".

Nella quarta serata del festival, quella delle cover di venerdì 14 febbraio, Bresh duetterà con Cristiano De Andrè in un celebre pezzo di Fabrizio De Andrè in dialetto genovese, 'Creuza de Ma'. "Il genovese è la lingua del mediterraneo -dice Bresh- Ascoltando l’intervista di Pagani e Faber, loro cercavano una lingua che rispecchiasse tutte le lingue del mediterraneo. Hanno capito che il genovese e una mescolanza di culture... ed eccola lì la nostra lingua". Fabrizio De Andrè non è mai andato al festival di Sanremo, e in molti hanno criticato la scelta di presentare un brano del cantautore. Ma Bresh non si scompone: "So che in molti hanno storto il naso - dice- Ci ho ragionato molto, portare 'Creuza' a Sanremo per alcuni fedelissimi era dissacrante, ma alla fine a me faceva piacere, e ho scelto di farlo. E poi Cristiano è una garanzia".

La scuola genovese di ultima generazione è molto presente sulla scena musicale, da Olly ad Alfa. "Vedere tutta questa Genova che spacca è una figata", commenta l'artista ligure. Che vanta 27 certificazioni platino e 9 oro e, dopo Sanremo, per la prima volta si esibirà nel corso del 2025 in due grandi live nei Palasport, con una data al Palazzo dello Sport di Roma, sabato 1° novembre, e una all’Unipol Forum di Milano, giovedì 6 novembre, quasi sold out, di cui oggi è stato annunciato il raddoppio con una nuova data il 7 novembre. E mentre lo aspetta un prossimo viaggio ("a cavallo in Cappadocia, un po’ tipo cowboy", dice) ora c'è Sanremo. La cui vittoria, rivela, da buon tifoso genoano sacrificherebbe solo per una causa precisa: "Sanremo o scudetto del Genoa? Ma lo scudetto ovviamente", dice senza esitazioni.

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