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Idealista: “A gennaio affitti +0,7%, crescita annua del 9,3%”
Affitto medio in Italia si attesta a 14 euro al mq, a Roma balzo del 3,2%, Lombardia diventa la regione più cara
![Idealista:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0012b56bc6-34afec3373aa-1000/format/big/milano-4.jpeg)
I canoni di locazione in Italia continuano a registrare un trend rialzista anche all’inizio del 2025. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia, nel mese di gennaio gli affitti sono aumentati dello 0,7%, portando il prezzo medio a 14 euro al metro quadrato. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’aumento si attesta al 9,3%. Il 61% dei capoluoghi analizzati da idealista ha registrato un aumento dei canoni di locazione, con i principali rialzi registrati a Trapani (7%), Caltanissetta (4,9%), Matera e Rimini (entrambi 4%). Tra i primi 10 aumenti del periodo, si evidenziano anche grandi mercati come Roma e Torino, dove le richieste dei proprietari sono aumentate del 3,2%. Le due città guidano altre piazze importanti del settore affitti, come Firenze (2,9%), Napoli (1,3%) e Milano (1%). L’unica eccezione tra i principali mercati è Bologna, che ha visto una lieve flessione dello 0,3% a gennaio.
Cinque capoluoghi hanno mantenuto i canoni stabili rispetto al mese precedente, tra cui Genova, Mantova, Siena, Viterbo e Alessandria. Al contrario, 28 città hanno registrato un calo dei prezzi degli affitti, con i ribassi più marcati a Andria (-15%), Cosenza (-6,4%) e Sassari (-4,9%). Milano (23,6 euro/m²) si conferma la città più costosa per gli inquilini italiani, seguita da Firenze (22,1 euro/m²), Bologna (18,5 euro/m²), Como (18 euro/m²), Roma (17,8 euro/m²) e Napoli (16,1 euro/m²). In controtendenza, le città più convenienti per gli affittuari sono Caltanissetta (4,6 euro/m²), Vibo Valentia (5,4 euro/m²) e Reggio Calabria (5,5 euro/m²).
Anche a livello provinciale, i canoni di locazione sono prevalentemente in crescita. Tra le aree che spiccano per l'incremento dei prezzi, Terni guida la classifica con un deciso 10,4%, seguita da Caltanissetta (8,4%) e Ravenna (7,3%). In aumento anche le province di Roma (4,1%) e Milano (1,3%), che continuano a essere tra le mete più richieste.
D'altra parte, 39 province hanno registrato ribassi, con i cali più significativi stavolta a Rimini (-20,9%), non nuova a una certa volatilità nei suoi canoni, che risentono delle oscillazioni stagionali dell’offerta, seguita da Vercelli (-11,6%) tra i capoluoghi con cali a doppia cifra. Il resto dei centri è compreso in una forchetta che va dal -4,1% di Enna ai flebili cali dello 0,1% che accomunano Caserta, Pistoia e Potenza. In termini di prezzi, Belluno si conferma la provincia più esclusiva d’Italia, con richieste che superano i 30 euro al metro quadrato (32,9 euro/m²), un livello che la colloca al vertice del mercato. Seguono nella fascia alta, Lucca (28,8 euro/m²) e Milano (22,6 euro/m²). Dall’altro lato, le località più accessibili per gli affittuari si trovano al sud: Enna (5 euro/m²), Reggio Calabria (5,6 euro/m²), Caltanissetta (5,6 euro/m²) e Avellino (5,7 euro/m²) offrono opportunità a prezzi decisamente più contenuti.
Questo mese, le tendenze regionali sono decisamente positive, con 15 regioni che segnano aumenti, rispetto alle sole 5 in calo. Il Molise è la regione che registra il rialzo più significativo (4,8%), seguita da Lazio e Calabria (entrambe in crescita del 3,6%), quindi l’Umbria con il 3,2% a completare il quadro delle regioni con le migliori performance mensili. Altre 8 regioni vedono incrementi superiori alla media nazionale dello 0,7%, con valori che vanno dal 2,5% della Toscana allo 0,9% del Piemonte. Anche Marche (0,4%) e Liguria (0,1%) chiudono il mese con lievi aumenti, mentre in controtendenza si trovano Emilia-Romagna (-2,6%), Valle d’Aosta (-2,4%), Campania e Friuli-Venezia Giulia (-1%) e Puglia (-0,2%), che segnano ribassi.
Sul fronte dei prezzi, la Lombardia (19,6 euro/m²) sorpassa la Valle d’Aosta e diventa la regione più cara per gli affittuari. Seguono, nell'ordine, la Valle d’Aosta (18,7 euro/m²), la Toscana (17,7 euro/m²), il Trentino-Alto Adige (14,3 euro/m²) e il Lazio (14 euro/m²). Tutte le altre regioni della Penisola presentano prezzi inferiori alla media nazionale di 14 euro, con valori che variano dai 13,9 euro dell’Emilia-Romagna fino ai 7,1 euro del Molise, che si conferma la regione con gli affitti più economici d’Italia.
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Attualità
Assegno Unico 2025: tutto su importi, novità e come...
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Ci siamo di nuovo: il tempo scorre, le bollette bussano, e l’Assegno Unico 2025 è pronto a entrare nei conti correnti delle famiglie. Alcuni di noi, già dall’anno scorso, hanno fatto i conti con la novità, cercando di capire come funziona, perché funziona e se sta davvero aiutando. Altri, forse, non si sono mai davvero fermati a studiare la questione, un po’ per pigrizia, un po’ per confusione. Beh, stavolta cerchiamo di fare chiarezza. Tutto in un unico, grande respiro. L’obiettivo? Darvi ogni singolo tassello di informazione senza dover fare troppo zapping. E se alla fine avrete la sensazione di aver letto un romanzo – o un diario scritto di getto, con pensieri sparsi ma sinceri – sappiate che è normale: come sempre, noi desideriamo coinvolgervi, pur restando giornalisticamente accurati. Mettetevi comodi.
Cosa cambia davvero nel 2025
Sappiamo che l’Assegno Unico esiste dal 2022, giusto? Una grande riforma, un unico assegno per (quasi) ogni famiglia con figli, addio alle vecchie detrazioni, agli assegni familiari e tutto il resto. Adesso, nel 2025, la misura va avanti, ma con alcuni ritocchi.
- Rivalutazione importi: l’inflazione degli ultimi anni si fa sentire. Gli importi vengono leggermente aumentati (circa +0,8% rispetto allo scorso anno). Non parliamo di un mega-balzo, ma è pur sempre un adeguamento che tiene conto dei costi quotidiani che, diciamocelo, ci travolgono in ogni dove.
- Fine del periodo transitorio: la famosa maggiorazione transitoria, quella prevista per chi poteva essere penalizzato dal passaggio al nuovo sistema, andrà a esaurirsi. A dire il vero, per gennaio e febbraio 2025 ancora resiste, ma da marzo in poi scompare. È un po’ come salutare quei bonus temporanei che si erano pensati per evitare scossoni eccessivi alla riforma.
- Conferme delle maggiorazioni “speciali”: per il terzo figlio, per i più piccini sotto l’anno di età, per i figli con disabilità, tutto resta in piedi. In molti temevano che qualche aiuto sparisse, invece è ancora lì, vivo e vegeto.
In fondo, se potessimo usare una metafora, potremmo dire che siamo davanti a un “Assegno Unico maturo”, stabile, ben radicato. Non ci sono più grandi rivoluzioni in vista, almeno per ora.
Importi, fasce di reddito e ISEE: due minuti di pazienza
Cerchiamo di entrare nel cuore di tutto. Lo so, leggere di numeri può intimidire, ma fate un piccolo sforzo.
Gli importi di base
- Figli minorenni (0-17 anni): la cifra massima mensile (per ISEE bassi) si aggira attorno a 201 euro per figlio. Se il vostro ISEE schizza alle stelle (sopra i 40-45 mila euro), riceverete un minimo che si attesta intorno ai 57-58 euro.
- Figli da 18 a 21 anni: la quota massima crolla un po’ (a circa 98 euro), sempre scalando verso il minimo, come sopra.
- Aggiornamenti ogni anno: ricordate che, per non finire “incastrati” con la cifra minima, dovete presentare l’ISEE nuovo di zecca a inizio anno (entro il 30 giugno ci sono ancora margini per ottenere arretrati).
Per qualche dettaglio in più, abbiamo preparato per voi una tabella dedicata
Fascia ISEE (annuo) | Importi base Figli 0-17 / 18-21 | Maggiorazioni per famiglie numerose Terzo figlio e oltre / 4 o più figli | Figli con disabilità Maggiorazioni mensili |
---|---|---|---|
Fino a ~€17.300(ISEE basso) | • 0-17 anni: €201 (max) • 18-21 anni: €98 (max) Gli importi decrescono se l’ISEE sale | • Terzo figlio in poi: +€97,70 (max) per ogni figlio • 4 o più figli: +€150 (forfettari per nucleo) | • Disabilità media: +€97,70 • Disabilità grave: +€109,10 • Non autosufficiente: +€120,60 |
~€17.300 – ~€46.000(ISEE medio) | • 0-17 anni: da €201 a €57,50 (decresce) • 18-21 anni: da €98 a €28,70 (decresce) | • Terzo figlio in poi: importo extra decrescente (da €97,70 a ~€17,21) • 4 o più figli: +€150 (fisso) | • Disabilità media: +€97,70 • Disabilità grave: +€109,10 • Non autosufficiente: +€120,60 |
Oltre ~€46.000(ISEE alto) o senza ISEE | • 0-17 anni: €57,50 (minimo fisso) • 18-21 anni: €28,70 (minimo fisso) | • Terzo figlio in poi: €17,21 (minimo fisso) • 4 o più figli: +€150 (fisso) | • Disabilità media: +€97,70 • Disabilità grave: +€109,10 • Non autosufficiente: +€120,60 |
Abbiamo cercato di offrirvi sguardo sintetico su quanto spetta ogni mese con l’Assegno Unico 2025. Per calcolare esattamente la propria quota, è indispensabile presentare l’ISEE aggiornato e consultare l’area riservata sul sito dell’INPS, dove vengono effettuati i calcoli dettagliati.
Piccole note personali
Mi viene da pensare a una coppia di amici che, negli scorsi mesi, ha dimenticato di rinnovare l’ISEE fino a marzo inoltrato… e hanno visto arrivare sul conto un accredito ben sotto le loro aspettative. Un momento di panico. Poi hanno fatto l’ISEE, l’INPS ha ricalcolato gli importi e finalmente hanno ottenuto i conguagli. Quindi, davvero, state attenti alle scadenze – è una sciocchezza, ma fa la differenza.
Come si fa la domanda e chi deve (o non deve) rifarla
Domanda unica e (per fortuna) permanente
Se in passato avevate già fatto richiesta e nulla è cambiato nella vostra famiglia, non dovete inoltrare nulla di nuovo: l’erogazione si rinnova in automatico. E questa, lasciatemelo dire, è una gran bella semplificazione rispetto ai tanti bonus che spuntavano, scomparivano e andavano rinnovati ogni tre per due.
Attenzione: se c’è un nuovo nato o qualche modifica (un figlio che diventa maggiorenne, un cambio di affidamento, ecc.), allora dovete comunicare la variazione. Ma non dovrete ripresentare tutto da zero: basta aggiornare i dati sul sito INPS o tramite CAF/patronato.
Canali di presentazione
- Sito INPS con SPID, CIE o CNS (se avete la pazienza di navigare tra le varie schermate).
- Patronati e CAF, se preferite delegare a chi maneggia scartoffie tutti i giorni.
Una volta caricata la domanda, solitamente l’INPS impiega qualche settimana per “accoglierla” e far partire i pagamenti. Inizialmente c’è sempre un certo “disallineamento”, per cui è normale ricevere la prima mensilità in ritardo (o tutta assieme a quella del mese successivo). Poi si stabilizza, di solito attorno al 15-20 del mese.
Famiglie numerose, genitori separati, figli con disabilità… come si incastrano queste situazioni?
Capita spesso di sentirsi dire: “Sì, vabbè, ma io ho tre figli piccoli e spendo più in pannolini che in affitto”, oppure “Nella mia famiglia il padre non c’è, come gestisco i pagamenti?”. Non tutte le famiglie sono “standard” e l’Assegno Unico cerca di essere flessibile. Vediamo come.
Famiglie con tre o più figli
- Maggiore importo dopo il secondo figlio: nelle famiglie numerose (da tre figli in su) scattano bonus extra. In particolare, c’è una maggiorazione forfettaria (circa 150 euro al mese) se nel nucleo ci sono almeno quattro figli.
- Rivalutazione per figli piccoli: se avete bimbi con meno di 3 anni in una famiglia già ricca di pargoli, l’assegno cresce di un ulteriore 50%. Significa che, per i secondi o terzi figli molto piccoli, l’importo può diventare interessante. È un piccolo segnale concreto di sostegno.
Genitori separati
Qui, lo ammetto, spesso si crea confusione. L’assegno può essere:
- Accreditato al 50% ciascuno, se c’è un affidamento condiviso e i genitori lo richiedono in modo equo.
- Al 100% a uno solo dei due, se l’altro genitore è d’accordo.
- Se c’è disaccordo o situazioni complicate, di solito si cerca di rispettare l’affidamento stabilito dal tribunale. L’INPS opera su indicazioni precise e divide le somme come da normativa.
Figli con disabilità
- Nessun limite di età: per i figli disabili, l’assegno continua oltre i 21 anni.
- Importi più alti: a seconda del livello di disabilità (media, grave, non autosufficiente), si aggiungono da 97 a 120 euro in più al mese per ogni figlio.
- Situazioni 18-21 anni: i disabili in questa fascia ricevono comunque l’importo “pieno” (come se fossero minorenni). È un aiuto concreto, specie per chi ha necessità di cure costanti.
Qualche tempo fa, chiacchierando con una persona che ha un figlio disabile grave, ho percepito un piccolo sollievo nel sapere che l’assegno non si interrompe e anzi cresce, perché l’angoscia economica è sempre lì, a ogni nuovo esame o terapia. Non è la bacchetta magica, certo, ma un po’ di respiro in più può fare la differenza, almeno dal punto di vista pratico.
Perché esiste l’Assegno Unico (e funziona?)
Qualcuno si chiede ancora se l’Assegno Unico abbia centrato l’obiettivo di sostenere le famiglie e contrasto alla denatalità. È una bella domanda.
- Universale: prima c’erano assegni familiari per alcuni lavoratori, detrazioni fiscali per altri, bonus bebè limitati a certe fasce di reddito. Ora, teoricamente, tutti ricevono qualcosa, anche chi è autonomo, disoccupato o ha contratti atipici.
- Aiuta di più chi ha un ISEE basso: c’è una finalità redistributiva netta. I redditi bassi prendono di più, i redditi alti comunque ricevono un piccolo contributo (non se ne esce mai completamente a mani vuote).
- Incoraggiamento o goccia nel mare? Difficile dire se una famiglia deciderà di fare (o non fare) un figlio per qualche centinaio di euro in più al mese. È un tema personale, legato ai servizi sul territorio, alla possibilità di conciliare lavoro e vita privata, e a mille altri fattori. Però, almeno, l’Assegno Unico toglie la sensazione di “abbandono” in cui molte famiglie si sentivano prima, soprattutto se non rientravano in categorie tutelate.
Criticità e dibattiti aperti
Nessuna misura pubblica è immune da critiche, ovvio. E l’Assegno Unico ne ha ricevute parecchie.
- Importi non esorbitanti: può sembrare strano lamentarsi di un aiuto ma molte famiglie dicono: “Sì, 200 euro sono utili, ma non bastano a coprire le spese.” Probabilmente hanno ragione, considerato che tutto – dal carrello della spesa all’affitto – costa un occhio della testa.
- Redditi medi-alti penalizzati: chi guadagna di più riceve meno rispetto alle vecchie detrazioni fiscali, e non tutti hanno gradito questo “taglio”. È pur vero che lo scopo è rafforzare chi sta peggio.
- Occhio all’ISEE: alcune persone hanno zero dimestichezza con l’ISEE. Dimenticano di rinnovarlo, scatta l’importo minimo e poi si crea confusione. Sarebbe forse più semplice agganciare il tutto in automatico ai dati fiscali? Il dibattito è aperto.
Come e quando arrivano i pagamenti
- Finestra di erogazione: di norma, l’INPS paga a metà mese, indicativamente tra il 15 e il 20, se la domanda è già in elaborazione da tempo.
- Nuove domande: se l’avete presentata di recente, potreste ricevere la prima mensilità un po’ più tardi, magari a fine mese ma con gli eventuali arretrati inclusi.
- Arretrati e scadenze: per i bambini nati durante l’anno, è fondamentale fare domanda entro 120 giorni dalla nascita per non perdere i mesi precedenti. Se lo fate tardi, riparte solo da quel momento in poi.
Un bilancio personale
Ci permettiamo, a costo di sembrare “fuori luogo”, di aggiungere un tocco più intimo. L’Assegno Unico, da quando è nato, è stato un cantiere aperto. Abbiamo visto forum online pieni di dubbi, genitori in ansia per pochi euro di differenza, giovani coppie che si chiedono se questa misura possa davvero convincerli a mettere al mondo un figlio in più. Forse no, non da sola. Servirebbero più asili nido, lavoro stabile, congedi ben strutturati e una mentalità collettiva che non penalizzi la maternità. Ma l’Assegno Unico è lì, fisso, a ricordarci che un supporto finanziario dello Stato può – almeno un po’ – far sentire le famiglie meno sole. E questa è una piccola rivoluzione culturale, in un Paese che per troppo tempo è sembrato vecchio e disinteressato alle nuove generazioni.
In sintesi
- Assegno Unico 2025: prosegue con un leggero incremento degli importi (+0,8%) e l’uscita definitiva dal periodo transitorio.
- ISEE sempre fondamentale: se non lo rinnovate, ricevete il minimo.
- Maggiorazioni speciali per famiglie numerose, figli disabili e prime mensilità per bimbi sotto l’anno di età.
- Pagamenti mensili erogati dall’INPS, quasi sempre a metà mese.
- Nessuna domanda da rifare se già beneficiari: il tutto si rinnova in automatico.
- Non la panacea di tutti i mali, ma un sostegno reale e tangibile, specie per i redditi bassi.
Vi auguriamo che l’Assegno Unico, per quanto piccolo o grande possa essere, vi offra un tassello in più di serenità. Sappiamo bene che una famiglia non vive di soli bonus, ma di sicuro un aiuto costante e riconoscibile, mese dopo mese, può fare la differenza. E magari rendere l’Italia, pian piano, un posto un po’ più a misura di chi vuole crescere dei figli senza troppi affanni.
Finanza
Popolare di Sondrio avverte: “Ops Bper non...
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2025/02/08/redazione_104029474257_13.png)
Pietro Calì: "c'è molta coerenza in questa offerta pubblica anche perché sono le due ex popolari, e non solo"
![Popolare di Sondrio avverte:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cffced78bbb-8031b3408a27-1000/format/big/pop.sondrio.png)
Mossa numero due sul risiko che coinvolge le ex popolari. Dopo l'Ops lanciata ieri da Bper, ecco la risposta della Banca popolare di Sondrio: "Operazione non concordata". Appuntamento fissato nei prossimi giorni dove sarà convocato un Cda dell'istituto valtellinese. Sullo sfondo dell'intera vicenda il Gruppo Unipol, guidato da Carlo Cimbri, azionista di controllo di entrambi gli istituti (detiene il 24% di Bper e il 19% di Popolare di Sondrio). Ne parliamo all'Adnkronos con Pietro Calì, analista finanziario.
Da Bper fanno sapere che l'Ops, anche se non è concordata, non è ostile
Sì, anche perché questa operazione ha una forte valenza industriale: c'è molta coerenza in questa offerta pubblica anche perchè sono le due ex popolari, le ultime due grosse rimaste. E non solo.
Cioè?
Il discorso è che c'è un po' la gara a fare queste operazioni in questa fase, l'obiettivo è non rimanere indietro. Diciamolo in modo semplice: un'Ops chiama l'altra.
I due istituti hanno lo stesso azionista, eppure l'Ops non è stata concordata
Può tranquillamente accadere, essendo i vertici dei due istituti diversi. In ogni caso, a mio avviso, si tratta di un'Ops molto meno rischiosa di quella lanciata ad esempio da Mps su Mediobanca. Dal punto di vista prognostico questa operazione rispetto alle altre è un pochino più agevole.
Perché?
Per tre aspetti che vanno messi in evidenza, il primo riguarda le sinergie: i due istituti hanno la stessa fabbrica prodotto, che in questo caso è Arca Sgr. Sia Bper che Popolare di Sondrio vendono e propongono tendenzialmente, anche se non esclusivamente, prodotti della stessa società Arca.
Il secondo aspetto?
Una perfetta complemetarietà territoriale tra Bper e Sondrio, in Emilia Romagna e Lombardia.
Il terzo?
Hanno lo stesso partner assicurativo: immaginati Monti dei paschi e Mediobanca che da domani, se l'operazione va in porto, si ritrovano con prodotti da collocare ai clienti molto diversi: in questo caso invece qui tu hai Unipol. E' difficile altrimenti tradurre le esigenze dei clienti in prodotti che non sono stati mai utilizzati. Poi diciamo che questo avviene in un contesto molto particolare.
I tassi che scendono...
Esattamanete, il mondo bancario - con i tassi che scendono - farà la maggior parte degli utili e dei guadagni sulle commissioni attive, cioè sugli investimenti dei clienti su cui farà pagare una commissione, e sempre meno sul margine di interesse: cioè sui prestiti. Avere compatibilità nei prodotti oggi è più importante rispetto a due anni fa.
Noto però che anche in questa Ops il premio non è altissimo
Esatto, io seguo alcune Opa o Ops sul Nasdaq che danno dei premi anche del 60-70%: qui invece i premi sono abbastanza risicati. Ma c'è una ragione: essendo un settore che è cresciuto molto, come corsi azionari e capitalizzazioni, non ha più senso dare premi elevatissimi.
Cioè?
I prezzi erano già saliti. Se pensi che Unicredit, Banco Bpm e anche Sondrio sono cresciute a doppia cifra negli ultimi due anni, in alcuni casi anche del 100%, capiamo che i premi sono bassi perché già li stiamo pagando molto di più rispetto a due anni fa.
Ma non sono sopravvalutate..
Assolutamente no, stiamo pagando 7-9 volte gli utili: sono valori nella media. Non è che stiamo pagando 100 volte gli utili come Tesla. (di Andrea Persili)
Finanza
Bper: dopo Ops andamento a forbice in Borsa, -8,27% per...
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2025/02/08/redazione_104027419377_11.jpeg)
![Bper: dopo Ops andamento a forbice in Borsa, -8,27% per Modena, guadagna il 5,18% Sondrio, azionista Unipol invariato](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d00161f4fb0-a0a3ad94bdcd-1000/format/big/borsa_computer_afp_3-5-3910075183_1-0-2809653806_1-0-3665357174.jpeg)
Giornata particolarmente delicata in Borsa per i titoli coinvolti nell'offerta pubblica di scambio lanciata da Bper sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio: il titolo del Gruppo guidato dall'ad Papa cede l'8,27% attestandosi a 6,32 euro per azione.
Sul fronte valtellinese, invece, continua a crescere, anche se meno rispetto all'avvio della mattinata, il titolo dell'istituto bancario di Sondrio, che guadagna il 5,18% attestandosi a 9,75 euro per azione.
Resta invece invariato il titolo Unipol, azionista di riferimento in virtù di una partecipazione del 19,8% in Bper e del 19,7% in Pop Sondrio: il titolo del Gruppo guidato dall'ad Carlo Cimbri segna quota -0,07% a 13,41 euro per azione.