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Effetto Trump, ipotesi referendum sull’indipendenza in Groenlandia
È l'idea di Erik Jensen, leader dei socialdemocratici di Siumut, nettamente favoriti al voto del prossimo 11 marzo
Gli abitanti della Groenlandia potrebbero presto votare un referendum per dichiararsi indipendenti dalla Danimarca. Questa l'idea di Erik Jensen, leader dei socialdemocratici di Siumut, nettamente favoriti al voto del prossimo 11 marzo.
Il leader del partito al governo ha dichiarato che, in caso di rielezione, accelererà il processo d'indipendenza attivando la sezione 21 della legge sull'autogoverno della Groenlandia, per negoziare i termini di una futura relazione e indire un referendum sull'indipendenza nella prossima legislatura. Jensen ha ammesso in alcune interviste ai media che l'intervento di Trump ha indirettamente contribuito a questa decisione. La portavoce del Siumut, Doris Jakobsen Jensen, ha invece criticato la premier danese, Mette Frederiksen, per la sua "corsa solitaria" in Europa, dopo le parole di Trump, con cui avrebbe ignorato la volontà della Groenlandia.
Tuttavia, il processo potrebbe incontrare non poche complicazioni politiche e burocratiche. Ad esempio, in base all'attuale accordo, la Danimarca versa al territorio una sovvenzione di 4,3 miliardi di corone (580 milioni di euro). Secondo un recente sondaggio, condotto da Berlingske e dal quotidiano groenlandese Sermitsiaq, la stragrande maggioranza dei groenlandesi si aspetta che il pagamento continui anche dopo l'indipendenza. Ma la Danimarca è d'accordo? Per ora Copenaghen si rifiuta di commentare "per rispetto del processo elettorale".
Esteri
Ucraina, stop alla ‘bomba planante’ di Putin:...
Kiev 'festeggia': intercettata la bomba Kab nell'area di Zaporizhzhia
L'Ucraina neutralizza la super bomba usata dalla Russia. Le forze di Kiev annunciano di aver intercettato una Kab, una bomba planante lanciata dalla Russia sulla regione di Zaporizhzhia. La missione compiuta è stata ufficializzata dal portavoce dell'aeronautica, Yuri Ihnat. L'operazione, a quanto pare, non è una novità assoluta. Per l'Ucraina, però, il risultato raggiunto è comunque straordinario perché evidenzia l'efficacia del nuovo sistema di difesa utilizzato.
Le bombe Kab, ordigni altamente distruttivi di era sovietica e già utilizzati dalla Russia nella guerra siriana, vengono lanciate generalmente a 50-70 km dall'obiettivo. L'ordigno inizia la propria traiettoria da una elevata altitudine, oltre il raggio di tiro della difesa aerea ordinaria, e raggiunge l'obiettivo con le ali di cui è dotata.
Secondo fonti non ufficiali, a intercettare la bomba è stato un sistema sperimentale. Ihnat si è limitato a parlare della necessità di un "approccio complesso" di sistemi basati a terra e difesa aerea per respingere le bombe plananti russe. "Solo nel 2024, il nemico ha lanciato fino a 40 mila bombe aeree guidate contro l'Ucraina. L'aeronautica sta ora implementando attivamente un approccio globale per contrastare le KAB, utilizzando vari metodi", ha riassunto.
Intanto, sui canali Telegram ucraini hanno viaggiato news in relazione ad un altro successo. O meglio, in relazione ad un flop russo. Mosca avrebbe lanciato un missile Oreshnik - l'arma che ha debuttato nell'autunno 2024 - che sarebbe esploso in territorio russo senza avvicinarsi a Kiev, obiettivo apparentemente designato. Le informazioni, in realtà, si sono rivelate infondate. I satelliti non hanno rilevato nessuna esplosione associabile allo schianto di un missile in territorio russo. Da parte ucraina, il Centro per il contrasto alla disinformazione ha affermato che non è stato effettuato alcun lancio nelle ultime 24 ore.
Esteri
Gaza, Hamas oggi libera altri 3 ostaggi. Israele compra...
Saranno rilasciati tre uomini: Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami
Hamas libera oggi altri 3 ostaggi nell'ambito dell'accordo con Israele per la tregua a Gaza. Nella mattinata di sabato 8 febbraio, secondo l'intesa, saranno rilasciati Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, tre civili adulti di sesso maschile, in cambio della scarcerazione, da parte di Israele, di 183 detenuti palestinesi. Le famiglie dei tre israeliani sono state informate nella giornata di ieri, come ha confermato il Forum dei familiari degli ostaggi.
Dall'inizio della tregua lo scorso 19 gennaio sono stati rilasciati 18 ostaggi. Israele ha liberato 383 detenuti palestinesi. Entro la fine della prima fase dell'accordo, dovranno essere liberati in tutto 33 ostaggi fra vivi e morti (i corpi consegnati saranno otto). Israele scarcererà in totale 1.900 persone.
Chi sono gli ostaggi
Eli Sharabi, 52 anni, era stato sequestrato insieme al fratello Yossi nel kibbutz Beeri, vicino al confine della Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023. La moglie e due figlie erano state uccise nella stanza di sicurezza della loro casa. Yossi è stato ucciso durante il sequestro. Il suo corpo rimane nelle mani di Hamas.
Or Levy, 34 anni, residente a Rishom LeZiom, a sud di Tel Aviv, era al rave Supernova, vicino al kibbutz di Reim, quando è stato rapito. La moglie Einav era stata uccisa durante l'attacco. Il suo corpo era stato ritrovato nel rifugio in cui aveva cercato di nascondersi con il marito. Il figlioletto Almong, da allora è con i nonni.
Ohad Ben Ami, che ha 56 anni, era stato anche lui rapito a Be'eri, insieme alla moglie Raz Ben Ami che era stata rilasciata nel corso della tregua di una settimana del novembre del 2023.
Il dialogo prosegue
Israele intanto invierà oggi a Doha una delegazione di basso livello, che includerà funzionari del Mossad e dello Shin Bet, per partecipare ai colloqui sul cessate il fuoco. La delegazione non dovrebbe discutere dell'attuazione della seconda fase dell'accordo, ma si focalizzerà sull'applicazione della prima fase.
Solitamente è il capo del Mossad, David Barnea, a guidare le delegazioni israeliane impegnate nei colloqui indiretti con Hamas in Qatar. La scelta di inviare solo dei funzionari, fa notare Al-Araby Al-Jadeed - quotidiano pubblicato a Londra e ritenuto vicino alle autorità qatarine - potrebbe indicare la volontà del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di rinviare l'attuazione della seconda fase dell'intesa.
I commenti fatti dal premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington questa settimana hanno aperto il dibattito sulla volontà di Israele di rispettare tutti i termini e le condizioni dell'accordo di cessate il fuoco dal momento che il primo ministro ha suggerito di "estendere la prima fase dell'accordo". Un altro funzionario israeliano ha chiarito che "se Hamas non accetta di non controllare più Gaza, Israele non si ritirerà dal corridoio Filadelfia".
Nuove armi per Israele
Mentre continua a far discutere l'idea di Donald Trump che prevederebbe il trasferimento dei palestinesi in altri stati, per favorire la ricostruzione di Gaza coordinata dagli Usa, Washington annuncia l'approvazione della vendita di armamenti, di munizioni e di missili a Israele per oltre 7,4 miliardi di dollari. Il contratto comprende bombe e razzi per un valore di 6,75 miliardi di dollari e missili Hellfire per 660 milioni di dollari, secondo la Defense security cooperation agency.
Il presidente americano, intanto, non pare intenzionato a forzare i tempi in un quadro sempre ad alta tensione: "Non c'è assolutamente alcuna fretta" sulla sua proposta per Gaza, dice.
Esteri
Aereo scomparso in Alaska, trovati i resti: morti tutti i...
A bordo del piccolo aereo regionale c'erano 10 persone
Le autorità Usa hanno ritrovato la carcassa del piccolo aereo regionale scomparso ieri in Alaska, confermando che le 10 persone che erano a bordo sono tutte morte. Lo ha reso noto la Guardia costiera americana condividendo sui social le immagini del disastro aereo.
"Concluse le ricerche dell'aereo scomparso dopo che è stato localizzato a circa 34 miglia a sud-est di Nome - recitano i post con gli aggiornamenti sull'incidente aereo -. All'interno sono state trovate 3 persone, risultate decedute. Si ritiene che le restanti 7 persone siano all'interno dell'aereo, al momento non accessibile a causa delle condizioni del mezzo. Le nostre più sentite condoglianze vanno a coloro che sono stati colpiti da questo tragico incidente".