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Banca Ifis: nel 2024 utile netto consolidato a 162 mln, Cet1 al 16,10%

Banca Ifis: nel 2024 utile netto consolidato a 162 mln, Cet1 al 16,10%

Banca Ifis archivia il 2024 con un utile netto consolidato di pertinenza pari a 161,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 160,1 milioni del 2023. Il risultato porta a 463 milioni di euro gli utili cumulati del triennio 2022-24, superiori del 12% rispetto agli obiettivi delineati nel Piano Industriale D.O.E.S. Sui risultati del 2024, spiega l'istituto, ha influito positivamente l’andamento del business commerciale e del settore Npl, oltre che l’attività del comparto finanza proprietaria. Nel triennio gli utili cumulati sono pari a 463 milioni di euro, +12% rispetto agli obiettivi previsti dal piano industriale 2022-24.

Il margine di intermediazione si attesta a 699,2 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 704,6 milioni di euro del 2023, beneficia della crescita del settore commercial & corporate banking (+2,0%, pari a 6,8 milioni di euro, rispetto al 2023), del positivo contributo del settore Npl (+0,6%, pari a 1,7 milioni di euro, rispetto al 2023), nonché dell’incremento dei risultati derivanti dall’attività del comparto Finanza proprietaria (+57%, pari a 35,1 milioni di euro, rispetto al 2023). Tali valori compensano l’aumento del costo della raccolta. Il costo del credito è pari a 37,7 milioni di euro, rispetto ai 52,4 milioni di euro del 2023, a conferma della prudente gestione del rischio di credito degli ultimi trimestri.

I costi operativi, pari a 406,9 milioni di euro (+3,1% rispetto ai 394,6 milioni di euro del 2023), aumentano per le maggiori spese del personale (169,9 milioni di euro rispetto a 163,8 milioni di euro del 2023), principalmente per la crescita del numero di dipendenti e del rinnovato Ccnl oltre che per le maggiori altre spese amministrative (247,5 milioni di euro rispetto a 238,2 milioni di euro del 2023). Tali incrementi riflettono anche l’integrazione di Revalea. La posizione di liquidità al 31 dicembre 2024 è pari a circa 1,4 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in Bce (Lcr superiore al 700%). Il Cet1 è pari a 16,10% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il Tcr è pari a 18,11% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile generato nel 2024 al netto del dividendo maturato. Il dato di Cet1 risulta superiore di 100 punti base all’obiettivo di Piano Industriale pari al 15,10%.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Finanza

Unicredit, nel 2024 utile netto a 9,3 miliardi di euro (+8%)

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L'istituto bancario punta al 2027 dove mira a un utile netto di circa 10 miliardi di euro, mantenendo un RoTE sopra il 17%

Sede Unicredit - FOTOGRAMMA

Utile netto a 9,3 miliardi (+8%). Distribuzioni per 9 miliardi, di cui 3,7 miliardi in dividendi (+33%). Ricavi netti cresciuti a 24,2 miliardi di euro. Unicredit archivia un 2024 decisamente positivo e punta al 2027 dove mira a un utile netto di circa 10 miliardi di euro, mantenendo un RoTE sopra il 17%.

Unicredit sottolinea "risultati e distribuzioni record nel 2024 a coronamento di tre anni di successo" con un utile netto contabile 9,7 miliardi di euro, con un aumento del 2%. Questi risultati, rimarca l'istituto di Piazza Gae Aulenti, sono stati raggiunti nonostante l'assorbimento di 1,3 miliardi di euro di oneri straordinari. Il Return on Tangible Equity aggancia il 21%, mentre l'Eps sale del 22% a 5,74 euro. Le distribuzioni totali per l'anno fiscale 2024 aumentano a 9 miliardi di euro, di cui 3,7 miliardi in dividendi, con un Dividend per Share totale di 2,40 euro, in aumento del 33%.

I ricavi netti crescono a 24,2 miliardi di euro, segnando un incremento del 4%. Trainati dalle commissioni, che raggiungono 8,1 miliardi di euro (+8%) grazie alla forte attività commerciale e all'offerta di prodotti innovativi. Il margine di interesse registra una crescita del 3%, attestandosi a 14,4 miliardi di euro. I costi si attestano a 9,4 miliardi di euro, in calo dell'1% nonostante le pressioni inflazionistiche e gli investimenti strategici. Il rapporto costi/ricavi si conferma leader nel settore, attestandosi al 37,9%.

La qualità degli attivi rimane solida, sottolinea l'istituto di Piazza Gae Aulenti, con un costo del rischio particolarmente basso, pari a 15 punti base. Le linee di difesa vengono mantenute con circa 1,7 miliardi di euro di overlays, dimostrando un approccio prudente alla gestione dei rischi. Il CET1 ratio si attesta al 15,9%, invariato rispetto allo scorso anno, nonostante gli investimenti strategici e le maggiori distribuzioni.

Rafforzate le iniziative Esg, con un aumento del 25% delle erogazioni per progetti sostenibili e un forte focus sulla finanza verde. Unicredit continua a investire nella digitalizzazione dei servizi, "migliorando l’esperienza del cliente e rendendo i processi sempre più efficienti". Nel corso dell'anno, la seconda banca italiana rafforza la propria presenza internazionale, ottenendo una crescita del 7% nel comparto dei servizi di investimento. I prestiti a famiglie e imprese raggiungono quota 200 miliardi di euro, con un incremento del 5%. La capacità di sostenere la clientela si è tradotta in un miglioramento della soddisfazione dei clienti.

Per il 2025 UniCredit punta a ricavi netti superiori a 23 miliardi di euro, prevedendo una moderata riduzione del margine di interesse per via dei minori tassi e della compressione della Russia. Le commissioni sono attese in crescita mid-single digit, incluso il risultato netto da attività assicurative. Il costo del rischio resterà stabile a circa 15 punti base, con l'uso previsto di una parte degli overlays. I costi operativi saranno attorno a 9,6 miliardi di euro, con un rapporto costi/ricavi vicino al 40%.

"Per il 2027 Unicredit si è prefissato l’obiettivo di un utile netto pari a circa 10 miliardi di euro, insieme ad un RoTE superiore al 17% e ad una generazione organica di capitale media nel periodo 2025-2027 sostanzialmente in linea con l’utile netto", sottolinea l'istituto bancario.

Le parole di Andrea Orcel

L'amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel sottolinea: "Abbiamo concluso il 2024 con il nostro miglior utile netto contabile annuo di sempre pari a 9,7 miliardi di euro, con l’utile netto escluse le Dta in rialzo del 9% rispetto allo scorso anno". "L’utile netto sottostante si è attestato a 10,3 miliardi di euro al netto delle azioni volte a garantire la redditività futura. Il RoTE nell'esercizio 2024 è stato pari ad un solido 17,7%, o 20,9% su un CET1 ratio al 13%, sostenuto da maggiori ricavi netti, un rapporto costi/ricavi tra i migliori del settore, e una eccellente efficienza del capitale con una generazione organica di capitale pari a 12,6 miliardi di euro", conclude.

"Intendiamo aumentare la distribuzione agli azionisti a 9,0 miliardi di euro per il 2024, previo ottenimento delle relative autorizzazioni. A riprova ulteriore della nostra generosa politica di distribuzione, stiamo aumentando il dividendo al 50% dell’utile netto a partire dal 2025".

"Il contesto macroeonomico e geopolitico rimane complicato e imprevedibile. Noi siamo in ogni caso estremamente ben posizionati per assorbire una normalizzazione dei tassi di interesse, del costo del rischio e dell’inflazione dei costi". "La nostra diversificazione, insieme alle iniziative del management, ai costi di integrazione e agli overlays già accantonati ci dà un vantaggio significativo. Questo ci permetterà di mantenere una solida redditività e distribuzione", conclude.

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Finanza

Ifis: Geertman, ‘su illimity si è presentata...

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Ifis: Geertman, 'su illimity si è presentata opportunità e abbiamo deciso'

"Su illimity abbiamo deciso di muoverci perché eravamo al termine del nostro piano triennale ed eravamo in una buona posizione. E nel momento in cui ci si è presentata l'opportunità, abbiamo deciso di procedere". Così il ceo di Banca Ifis, Frederik Geertman, durante la conference call di presentazione dei risultati preliminari dell’esercizio 2024, spiega cosa ha portato l'istituto a decidere di promuovere l'opas su illimity Bank.

L'operazione, in caso positivo, prevede la fusione per incorporazione di illimity Bank in Banca Ifis: "Io credo che per gli azionisti di illimity questa operazione avrà effetti positivi -ha detto Geertman-; l'operazione è supportata da una logica industriale forte, dal momento che i due istituti hanno business simili e complementari, con sinergie potenziali. E questo è il punto sul quale ci siamo focalizzati".

Quanto al rapporto di cambio tra le due banche, "crediamo sarà totalmente simmetrico, con un piccolo aggiustamento per i dividendi futuri già pianificati. E poi in illimity ci sono molte competenze preziose, abbiamo già evidenziato che le sinergie richiedono un buon grado di integrazione e pensiamo che la logica industriale di questa offerta sia stata capita. Noi crediamo che verrà ragionevolmente apprezzata. Siamo fiduciosi".

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Finanza

Banca Ifis: Geertman, ‘in 2025 attesa performance di...

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Banca Ifis: Geertman, 'in 2025 attesa performance di utile in linea con 2024'

Per il 2025, Banca Ifis prevede "una performance di utile in linea con i risultati del 2024, considerando che non si verifichi un significativo deterioramento del contesto macroeconomico e geopolitico". Lo ha detto Frederik Geertman, ceo di Banca Ifis rispondendo alle domande degli analisti nella call di presentazione dei risultati preliminari dell’esercizio 2024.

Geertaman ha quindi aggiunto che "dopo l'acquisizione di Revalea" da Mediobanca, "abbiamo raggiunto in anticipo gli obiettivi di acquisto di Npl per il piano industriale al 2024". E "abbiamo operato in maniera più selettiva sulle acquisizioni di Npl, concentrandoci sul recupero dello stock esistente".

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