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Milano Cortina 2026, Villaggio olimpico diventerà lo studentato più grande d’Italia
Annunciato il completamento a livello edile e architettonico delle sei palazzine che compongono la struttura
![I lavori in corso al Villaggio olimpico](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d066fc00ade-f8b68d3ef67b-1000/format/big/villaggio_olimpico.jpeg)
Milano corre verso le prossime Olimpiadi invernali. Oggi, lunedì 10 febbraio, il Fondo immobiliare Coima Olympic Village e il Fondo di investimento immobiliare Porta Romana hanno annunciato il completamento a livello edile e architettonico delle sei palazzine che compongono la struttura del Villaggio Olimpico di Milano Cortina 2026. Un complesso parte del più ampio progetto di rigenerazione urbana dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana.
L’annuncio è stato dato durante il sopralluogo istituzionale del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha visitato i cantieri insieme al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, all’assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi e al prefetto di Milano Claudio Sgaraglia.
Il Villaggio olimpico di Milano Cortina 2026
Il Villaggio olimpico, che al termine dei Giochi sarà convertito nel più grande studentato convenzionato d’Italia con 1.700 posti letto, vede il coinvolgimento di primari investitori istituzionali attraverso il fondo Coima Olympic Village. Una delle notizie è che la componente abitativa complessiva dello Scalo vedrà, oltre ai posti letto convenzionati dello studentato, la realizzazione di circa 320 unità abitative in edilizia sociale o convenzionata nell’ambito dell’accordo quadro siglato tra Coima e Ccl (Consorzio Cooperative Lavoratori), di cui 225 in edilizia convenzionata ordinaria e 95 in edilizia residenziale a canone sociale, coprendo così il fabbisogno abitativo di oltre 2.500 persone.
Sviluppo residenziale
Il piano di sviluppo residenziale dello Scalo di Porta Romana, progettato in accordo con il Comune di Milano, rappresenta un contributo concreto e coerente con il Piano Casa promosso dal Governo e il piano abitativo sostenibile presentato a novembre scorso dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini a supporto dei dipendenti delle aziende che vivono lontano dai luoghi di lavoro, il progetto di politica economica finalizzato ad accelerare Io sviluppo del Paese attraverso il sostegno alla mobilità territoriale e all’inclusione lavorativa.
Grazie a tecniche di costruzione innovative, i lavori sono in anticipo rispetto al cronoprogramma previsto dal Cio, in modo da rispettare il termine previsto per la consegna del Villaggio alla Fondazione Milano Cortina 2026 entro luglio 2025 e garantire il tempo necessario per mettere in atto i lavori di personalizzazione in vista della manifestazione olimpica.
Coima sta attualmente lavorando insieme a Fondazione MiCo per migliorare i processi legati agli arredi degli spazi interni, riducendo al minimo gli sprechi in termini economici, di materiali e di dispendio energetico. Una delle idee mira a consegnare gli alloggi per gli atleti già attrezzati con gli allestimenti per lo studentato, in modo da evitare sprechi di materiali e risorse economiche (che si genererebbero preparando le stanze con arredi temporanei).
Dopo la manifestazione, con una riconsegna progressiva degli spazi al Fondo Coima Olympic Village a partire dal mese di aprile 2026, la struttura potrà essere convertita per accogliere gli studenti a partire dall’anno accademico 2026/2027. Il Fondo ha già avviato interlocuzioni per siglare accordi e convenzioni finalizzati a ospitare gli studenti delle principali università di Milano.
Un progetto sostenibile
Fin dall’inizio, in collaborazione con Fondazione Milano Cortina 2026, il Villaggio, progettato dallo Studio di Architettura Skidmore, Owings & Merrill – Som, è stato concepito tenendo conto della configurazione post-Olimpiadi, rendendolo di fatto uno tra gli interventi di riconversione più rapidi nella storia degli eventi temporanei.
Gli spazi a verde pubblico e attrezzato adiacenti all’area del Villaggio Olimpico sono stati progettati dall’architetto Michel Desvigne, in coordinamento con il masterplan generale di Outcomist, la cui parte paesaggistica è curata dall’architetto Elizabeth Diller, con l’obiettivo di creare un luogo fruibile dagli studenti e dalla cittadinanza, in armonia con le altre strutture dello Scalo e con la città.
Il Villaggio olimpico di Porta Romana è un modello di sostenibilità integrata, con edifici a zero emissioni operative, grazie all’altissima efficienza energetica, all’assenza di combustibili fossili, all’uso di pompe di calore e alla produzione di energia elettrica tramite impianti fotovoltaici.
Lo stato dell'opera
Ad oggi, tutti i sei edifici che compongono il Villaggio sono stati completati. Sono inoltre terminati i lavori di riqualificazione dei due edifici storici che caratterizzano architettonicamente l’area: la Squadra Rialzo, un tempo utilizzata per la manutenzione dei convogli ferroviari, e il “Basilico”, ex magazzino dello Scalo divenuto negli anni il simbolo del lavoro del celebre fotografo meneghino Gabriele Basilico.
In merito all’incremento dei costi di costruzione di circa 40 milioni di euro rispetto al dossier olimpico, Coima ha inoltre confermato il proseguimento dei cantieri confidando nella rassicurazione del Governo su una soluzione relativa alle coperture. Ne ha parlato, a margine del sopralluogo del vicepremier Salvini, anche il Ceo Manfredi Catella: “Gli extra-costi sono quelli che abbiamo sempre menzionato, sono i 40 milioni che sono stati documentati in maniera dettagliata agli enti pubblici. Attendiamo una risposta”.
Lo studentato
Qualche numero. Lo studentato ospiterà circa 1.700 posti letto convenzionati, di cui il 30% a tariffa agevolata. Le tariffe medie convenzionate, circa 680 euro a posto letto al mese più spese, sono inferiori del 25% rispetto alla media di mercato. La convenzione prevede un totale di 150 posti letto a tariffa agevolata, di cui 50 posti in camera singola a tariffa agevolata riservati a disabili e 100 posti in camera doppia a tariffa agevolata per studenti meno abbienti.
Con l’obiettivo di favorire ulteriori agevolazioni agli studenti, Coima, in collaborazione con Cdp Real Asset Sgr tramite il Fnas, ha deciso di incrementare il numero di posti letto in camera doppia a tariffa agevolata dagli attuali 150 a 450 (+300 posti letto rispetto alla convenzione). Il costo medio a posto letto verrà così ulteriormente ridotto a circa 650 euro/mese più spese (-25% circa rispetto alla media di mercato) e i 450 posti letto saranno assegnati a circa 430 euro/mese.
Inoltre, il Villaggio olimpico è già stato prequalificato dal Ministero dell'Università e della Ricerca come studentato idoneo rispetto ai requisiti del bando pubblico del 26 febbraio 2024, che in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è finalizzato alla creazione di 60.000 posti letto entro il 2026. In tal senso, Coima ha programmato la presentazione del progetto per l’avvio dell’istruttoria. Qualora i fondi del bando Mur fossero riconosciuti al Villaggio Olimpico, già dall’anno accademico 2026/27 le tariffe potrebbero beneficiare di un’ulteriore diminuzione per un arco temporale di 12 anni, consentendo di ridurre ulteriormente la tariffa media complessiva.
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Ultima ora
Pane e olio ai bimbi che non pagano mensa scuola, è polemica
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Accade a Montevarchi (Arezzo). Assessora regionale all'Istruzione della Toscana, Nardini: "E'vergognoso"
![Una mensa scolastica - (Fotogramma)](https://www.adnkronos.com/resources/0280-17de8e3f777c-cfb77d18ecf2-1000/format/big/scuola_mensa_ftg.jpeg)
E' di nuovo polemica a Montevarchi (Arezzo) per il caso della 'fettunta', il pane con l'olio che viene servito come pasto sostitutivo in mensa a scuola agli alunni le cui famiglie sono morose nel pagamento del servizio.
La denuncia
A denunciare il caso è stato il Pd locale, che si trova all'opposizione del Comune guidato dalla sindaca Silvia Chiassai (centrodestra): "Questa modalità, già in passato oggetto di polemiche e critiche da parte di famiglie e cittadini, rappresenta una pratica inaccettabile, ingiusta e profondamente lesiva per i bambini coinvolti, per il gruppo classe e per il personale che deve mettere in pratica tali azioni. E' inammissibile che l’amministrazione comunale non abbia ancora modificato un regolamento che di fatto discrimina i più piccoli in un luogo deputato all'educazione e alla formazione degli uomini e delle donne del domani. Una comunità civile e solidale non può accettare che si applichino misure discriminatorie nei confronti di minori".
Sulla vicenda è intervenuta l'assessora regionale all'Istruzione della Toscana, Alessandra Nardini. "Quello che sta accadendo in alcune scuole di Montevarchi è vergognoso. Alle figlie e ai figli delle famiglie che non pagano la mensa viene dato solo pane e olio. Questo mentre loro compagne e i loro compagni mangiano un pasto completo. Ma la sindaca si rende conto di cosa significhi questo per loro? È inaccettabile far pagare alle bambine e ai bambini, umiliandoli e discriminandoli, responsabilità che non sono loro - ha dichiarato Nardini - È tanto più inaccettabile che questo accada a scuola, ossia nel luogo che più di tutti dovrebbe essere uno spazio di uguaglianza e pari opportunità per tutte le bambine e tutti i bambini, a prescindere dalle condizioni economiche delle loro famiglie o dalle loro scelte. Il ministro Valditara aveva parlato di umiliazione come fattore di crescita, evidentemente la sindaca Chiassai lo ha preso proprio alla lettera e dunque mi rivolgo a lei chiedendole che torni indietro rispetto a questa scelta vergognosa".
Non è la prima volta, il precedente
Il Pd regionale è intervenuto con Simona Querci, responsabile scuola: "Già nel 2017 l'amministrazione di destra aveva introdotto questa pratica e oggi, dopo sette anni, la storia si ripete: se una famiglia non riesce a pagare la mensa, il pasto completo sparisce e al suo posto arriva una fetta di pane con un filo d'olio. Un gesto che lascia il segno, che mette un bambino o una bambina nella condizione di sentirsi diverso, separato dagli altri, senza aver fatto nulla per meritarlo. Umiliare i più piccoli per le difficoltà economiche delle loro famiglie non è solo ingiusto, è sbagliato nel profondo. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui si costruisce il futuro, non dove si alimentano disuguaglianze, e la mensa non è solo un servizio, ma un momento educativo, di socialità, di crescita. Questa è la politica della destra: dividere invece di unire, penalizzare i più fragili invece di trovare soluzioni. Come Pd Toscana, ci uniamo alle richieste del Pd locale e chiediamo che questa pratica venga abolita una volta per tutte e che l’amministrazione comunale trovi alternative più giuste e dignitose per sostenere chi è in difficoltà, senza trasformare la scuola in un luogo di discriminazione. Continueremo a lottare perché ogni bambino possa sedersi a tavola senza vergognarsi, senza sentirsi escluso, senza dover pagare colpe che non ha. La scuola deve essere garanzia di lotta alle disuguaglianze".
La replica della sindaca
Alle critiche replica la sindaca Silvia Chiassai, ricordando che il precedente vecchio regolamento comunale prevedeva l'interruzione immediata della somministrazione del cibo ai bambini figli di famiglie morose. "Il regolamento sulla mensa è entrato in vigore nel 2017 attraverso la sua approvazione in Consiglio comunale. Non c’è alcuna novità: viene applicato, come è doveroso fare, ogni anno", ha dichiarato. "La sua mancata applicazione aveva portato ad ereditare un buco di bilancio di 500.000 euro a danno della collettività, generando una situazione in cui chi pagava veniva considerato 'poco furbo' perché tanto il Comune non controllava - ha spiegato la sindaca - Per questo otto anni fa siamo intervenuti e abbiamo introdotto un sistema attraverso il quale le famiglie hanno un mese di comporto durante il quale il Comune garantisce comunque il pasto anche se il genitore è moroso. Durante questo periodo la famiglia riceve sollecitazioni continue da parte dell’ente tramite telefonate, mail e messaggi dove si invita a regolarizzare il pagamento del servizio mensa, altrimenti come da regolamento, al 31º giorno di morosità si passa al pasto sostitutivo, deciso dalla dietista della mensa".
"Quest'anno abbiamo aspettato cinque mesi dall'inizio dell'anno scolastico provando ad essere elastici, ma si è giunti ad un'insolvenza di 85.000 euro, che in prospettiva avrebbe raggiunto una cifra ancora più critica. Siamo quindi intervenuti sollecitando le famiglie al pagamento e questo ha portato ad una riduzione immediata dell'insolvenza, che da 85.000 euro è scesa a 6.000 euro, con 13 genitori ancora non paganti - ha spiegato Chiassai - Mi preme precisare che i morosi sono persone economicamente in grado di sostenere il servizio, perché chi non può farlo viene giustamente preso in carico dai Servizi Sociali. Tra i morosi c'è chi ha accumulato debiti addirittura per 2 o 3 mila euro e ricordo, che diamo anche la possibilità di rateizzare".
"Resto sconcertata dal fatto che ci siano genitori incuranti di provvedere al costo dei pasti dei propri figli, nonostante le sollecitazioni effettuate dal Comune nel mese di comporto, mentre credo che nessuno resti 30 giorni senza ricaricare il proprio telefonino - ha osservato - Tutte quelle famiglie che pagano puntualmente il servizio mensa dei propri figli nonostante le difficoltà economiche non devono subire la beffa di pagare il servizio due volte, anche per i morosi. Sono fiduciosa che i morosi provvederanno quanto prima a regolarizzare le loro posizioni nel rispetto di tutte le altre famiglie e dei loro figli, che non hanno alcuna colpa. Invito chi contesta la norma del regolamento vigente a proporre un'alternativa attuabile ed efficace: devo constatare che ad oggi nessuno ha avanzato una procedura diversa e non si sia andati oltre la propaganda".
Sostenibilità
Tutela animali in Costituzione, ‘solo 20% degli atti...
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L'analisi di Legambiente: "L’80% dei provvedimenti approvati non ha dato seguito al principio costituzionale"
![- (Fotolia)](https://www.adnkronos.com/resources/027c-16ece3d906c3-17f7987ddea5-1000/format/big/animali_cane_zampa_pet_therapy_ftlia-kcud--1280x960_web_2020.jpeg)
"A tre anni dall’inserimento del principio della tutela degli animali nella Costituzione, solo il 20,5% è in linea con la riforma del 2022". A fare il punto è Legambiente con un’analisi sull’attività di intervento legislativo.
“Su 617 atti legislativi definitivamente approvati da metà febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, sono 91, appena il 14,75%, quelli in cui si parla di animali. Di questi 91, quasi l’80% dei provvedimenti approvati in questi tre anni non ha dato seguito al principio costituzionale: in particolare il 67,12% degli atti legislativi non ha tenuto conto di questa novità costituzionale e il 12,33% è andato addirittura contro, peggiorando la tutela per gli animali. Solo il 20,55% degli atti approvati è andato nella direzione indicata dall’art. 9 della Costituzione”, ricostruisce l'associazione. Non solo. Un altro alert riguarda lo stallo in cui si trovano nuove proposte e disegni di legge: “Quelli migliorativi (64 pdl e 10 ddl) sono al momento quasi tutti bloccati".
Più attenzione agli animali da affezione
Inoltre, quello che emerge dall’analisi di Legambiente, è "che a livello politico l’attenzione maggiore si concentra sugli animali d’affezione. Gli animali selvatici sono invece più quelli ‘sotto attacco’ a causa del bracconaggio e ancora privi di un’efficace e proporzionata tutela penale, a partire dalle specie protette”.
L'analisi su tre anni
Per scattare questa fotografia Legambiente ha analizzato le banche dati della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, per vedere come i nuovi principi fondamentali costituzionali siano entrati (con le norme già approvate) o stiano bussando alla porta, con le proposte presentate, nell’ordinamento giuridico. L'analisi, che va dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, ha compreso le proposte avanzate dai governi Draghi e Meloni, dai Gruppi parlamentari, dai singoli parlamentari, nonché da iniziative di legge popolare o dei Consigli regionali. Tra gli atti approvati, parliamo di leggi, decreti legislativi, decreti-legge, decreti del presidente del Consiglio dei ministri e decreti ministeriali.
Tre proposte
Con questa analisi, Legambiente vuole lanciare un invito a governo e Parlamento per il rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali, “superando i ritardi accumulati in questi tre anni per la sua concreta attuazione e sbloccando l’iter delle diverse proposte di legge migliorative in stallo alla Camera e al Senato”.
Tre le azioni prioritarie che indica l’associazione: “Lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio con pene da tre a sei anni di reclusione, estendendo la sanzioni anche ai traffici di specie protette, come previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente; un’etichetta ‘Cage Free’ per i prodotti di origine animale che, con chiarezza e trasparenza, permetta la libera scelta ai consumatori e aiuti gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali; cure veterinarie accessibili a tutti attraverso un Piano nazionale, approvato in Conferenza Stato-Regioni, per l’assunzione di veterinari pubblici, il sostegno alle cure veterinarie delle famiglie e la sterilizzazione dei randagi, come previsto dalla legge 281/1990 ma mai efficacemente attuato”.
“L’Italia in fatto di tutela degli animali - sottolinea Antonino Morabito, responsabile nazionale benessere animale di Legambiente - con il voto parlamentare all’unanimità nel 2022 ha dato un bellissimo segnale all’Europa e al mondo intero: l’ha pienamente integrata nei principi fondamentali della Costituzione, accendendo il faro che deve illuminare la strada da seguire per tutta la produzione legislativa. Purtroppo, sino ad oggi, non è stato così e i dati che emergono da questa ricerca lo dimostrano. A tutte le forze politiche chiediamo un’assunzione di responsabilità per la piena attuazione del principio costituzionale richiamato dall’art.9, a partire dal ridurre l’enorme divario esistente tra noi e altri Paesi nel deciso contrasto normativo al bracconaggio e alle organizzazioni criminali che vi lucrano. L’effettiva ed efficace tutela degli animali coincide anche con la tutela della salute delle persone e dell’ambiente”.
Salute e Benessere
Schillaci: “In radiologia passi da gigante ma più...
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Il ministro a margine del convegno della Sirm, 'evitare prestazioni inutili'
![Schillaci:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d07fcc54613-65c05faacf25-1000/format/big/schillaci-sirm.jpeg)
"La radiologia ha fatto passi da gigante, la diagnosi per immagini oggi impatta moltissimo in quello che è il trattamento dei pazienti. Tuttavia, credo che bisogna guardare con attenzione all'appropriatezza delle prestazioni e fare ciò che serve nei tempi giusti a chi veramente ne ha bisogno, evitando esami inutili". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine del convegno 'Sostenibilità in Radiologia: Ricerca, Innovazione e Responsabilità', promosso oggi a Roma dalla Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm).
"La comunità radiologica è molto forte, è una società scientifica importante, la più numerosa d'Europa e quindi sicuramente il confronto con la società scientifica radiologica potrà solo essere utile per il ministero e per il servizio sanitario nazionale", ha concluso.