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Ucraina, riunioni in tutta Europa e Witkoff a Mosca: svolta vicina?

I colloqui sul futuro dell'Ucraina entrano nel vivo da oggi con una serie di riunioni chiave tra Monaco di Baviera, Bruxelles e Parigi

Macerie in Ucraina dopo attacco russo (Afp)

I colloqui sul futuro dell'Ucraina entrano nel vivo da oggi con una serie di riunioni chiave tra Monaco di Baviera, Bruxelles e Parigi, mentre a Kiev un nuovo massiccio attacco russo ha provocato un morto e quattro feriti e blackout in alcuni quartieri. Nella capitale francese, dove ieri c'è stato il primo contatto diretto con l'amministrazione Trump - con la partecipazione del vice presidente Jd Vance al summit sull'intelligenza artificiale - nel pomeriggio si terrà una Tavola rotonda sul rafforzamento della sicurezza in Europa e sull'Ucraina nel formato Weimar Plus tra i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia, ai quali si aggiungeranno i colleghi di Gran Bretagna e Ucraina.

A Bruxelles, intanto, c'è attesa per l''esordio' alla Nato del nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che oggi prenderà parte per la prima volta alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina - anche noto come il formato Ramstein - che vedrà anche un'altra novità. Sarà la prima riunione dall'inizio della guerra ad essere presieduta dal Regno Unito, che ha raccolto il testimone dagli Usa.

"Il nostro impegno è chiaro: la Nato deve essere una forza più forte e letale, non un club diplomatico", ha affermato su X il capo del Pentagono, che prima degli incontri ufficiali ha già visto il suo omologo britannico, John Healey. La prima visita di un funzionario dell'amministrazione Trump nel quartier generale dell'Alleanza atlantica si svolge in una fase delicata, con il tycoon repubblicano che spinge affinché gli alleati europei aumentino le loro spese per la Difesa.

La conferenza di Monaco

Le due riunioni a Parigi e Bruxelles sono una sorta di 'antipasto' in vista della portata principale, che è la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, quest'anno tornata più centrale che mai sulla scena geopolitica internazionale per la presenza di esponenti di primo piano del governo americano, dallo stesso Vance al segretario di Stato Marco Rubio, ma soprattutto per l'incontro che il vice presidente Usa avrà con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, atteso anche lui all'evento che da domani a domenica andrà in scena nella città della Baviera.

A Monaco, dove si terrà anche una riunione dei ministri degli Esteri del G7, le squadre negoziali di Kiev e Washington cercheranno di gettare le basi per l'atteso faccia a faccia tra Trump e Zelensky, che ancora non si è concretizzato.

Nella capitale ucraina, intanto, sono attesi a breve il segretario al Tesoro, Scott Bessent, e altri funzionari americani. Tanti sono gli argomenti sul tavolo: dalla richiesta di Trump di ricevere terre rare del valore di 500 miliardi di dollari dall'Ucraina per continuare l'assistenza militare alla ricostruzione, fino alla nuova 'offerta' di Zelensky, che in un'intervista al Guardian si è detto pronto a uno scambio di territori e a cedere a Mosca quelle zone del Kursk sotto il controllo ucraino. In cambio di cosa? "Non lo so, vedremo. Tutti i nostri territori sono importanti, non c'è una priorità", ha risposto.

Il Cremlino oggi ha respinto l'idea di uno scambio di territori occupati tra Kiev e Mosca nell'ambito di un eventuale negoziato di pace. "Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e mai discuterà di uno scambio che coinvolga il suo territorio", ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, aggiungendo che le forze ucraine che occupano parte della regione di Kursk saranno "annientate" o "cacciate".

Witkoff a Mosca

E mentre si avvicina la data del 24 febbraio, terzo anniversario dell'invasione russa, c'è stato un altro sviluppo significativo e inatteso. Ieri, infatti, è volato a Mosca l'inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che ha riportato negli Stati Uniti Marc Fogel, l'insegnante americano detenuto in Russia dal 2021.

"Siamo stati trattati molto bene dalla Russia, in realtà. Spero che sia l'inizio di un rapporto in cui possiamo mettere fine a quella guerra", ha detto Trump, commentando il rilascio di Fogel e lasciando intendere che il suo ritorno potrebbe far avanzare i negoziati.

Non è chiaro, tuttavia, se la visita di Witkoff - primo funzionario statunitense a recarsi a Mosca dal novembre 2021 - sia stata un'occasione di contatto con il governo russo. E neanche perché, se questi contatti fossero realmente avvenuti, sia stato mandato lui a Mosca e non Keith Kellogg, l'inviato americano per l'Ucraina, atteso a Kiev il 20 febbraio. Ma di certo rappresenta un segnale che dietro le quinte qualcosa si muove e che una svolta appare per la prima volta a portata di mano.

Il Cremlino non ha commentato l'ipotesi che il presidente russo, Vladimir Putin, ieri abbia incontrato Witkoff. "Non ho nulla da dirvi su questo argomento. Non ho informazioni", ha commentato Peskov, spiegando che in cambio del rilascio di Fogel sarà scarcerato un cittadino russo detenuto negli Stati Uniti.

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Esteri

Grecia, il Parlamento elegge Tasoulas nuovo presidente

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Con 160 voti a favore su 300. L'elezione è avvenuta alla quarta votazione

Constantine Tasoulas (Afp)

Il Parlamento greco ha eletto nuovo presidente della Repubblica - con 160 voti a favore su 300 - il 65enne Constantine Tasoulas, esponente di Nuova Democrazia (Nd), il partito conservatore di cui fa parte anche il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Tasoulas succede a Katerina Sakellaropoulou, che fu la prima donna cinque anni fa a ricoprire quest'incarico in Grecia e il cui mandato scadrà a metà marzo.

L'elezione di Tasoulas è avvenuta alla quarta votazione. Nei tre turni precedenti, secondo la Costituzione greca, era richiesta una maggioranza di 200 voti del Parlamento per essere eletti.

Nato il 17 luglio 1959 a Giannina, città della Grecia nordoccidentale, avvocato, Tasoulas è stato deputato e segretario generale di Nd prima di essere eletto tre volte presidente del Parlamento. Il nuovo presidente ha ricoperto anche i ruoli di vice ministro della Difesa (2007-2009) e ministro della Cultura e dello Sport (2014-2015) nel pieno della crisi finanziaria greca. Presso il ministero della Cultura, lanciò una campagna internazionale per il ritorno dei fregi del Partenone, che si trovano al British Museum di Londra.

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Esteri

Ucraina, colloquio telefonico Trump-Putin: “Avvio...

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Per il neo segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, è "impossibile il ritorno ai confini del 2014". Zelensky: "C'è un piano B". Il segretario generale dell'Alleanza atlantica Rutte: "Se Putin ci attaccasse perderebbe e lo sa"

Trump e Putin - Afp

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto oggi, 12 febbraio, un colloquio telefonico con il leader russo, Vladimir Putin. Lo ha riferito un funzionario alla Cnn.

No Usa all'ingresso di Kiev nella Nato

Intanto oggi il neo segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, aprendo i lavori della ministeriale Nato a Bruxelles ha affermato che "gli Stati Uniti non credono che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia un esito realistico di un accordo negoziato. Al contrario, qualsiasi garanzia di sicurezza dovrà essere sostenuta da forze capaci, europee e non europee. Se queste truppe dovessero essere dispiegate come forze di pace in Ucraina in qualsiasi momento, dovrebbero far parte di una missione non-Nato e non dovrebbero essere coperte dall'Articolo 5" che, se attivato, farebbe scattare il supporto dell'intera Alleanza. "Dovrà esserci inoltre una solida supervisione internazionale della linea di contatto. Sia chiaro: nell'ambito di qualsiasi garanzia di sicurezza, non verranno dispiegate truppe statunitensi in Ucraina"

Secondo Hegseth "potremo porre fine a questa guerra devastante e stabilire una pace duratura solo unendo la forza degli alleati a una valutazione realistica del campo di battaglia. Vogliamo, come voi, un'Ucraina sovrana e prospera, ma dobbiamo partire dal riconoscere che il ritorno ai confini pre-2014 è un obiettivo irrealistico. Perseguire questa illusione non farà che prolungare la guerra e causare ulteriori sofferenze".

"Il presidente Donald Trump è stato chiaro con il popolo americano e con molti dei vostri leader: fermare i combattimenti e raggiungere una pace duratura è una priorità assoluta. Intende porre fine a questa guerra attraverso la diplomazia, portando sia la Russia che l'Ucraina al tavolo dei negoziati. E il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aiuterà nel raggiungere questo obiettivo", spiega Hegseth, sottolineando che una pace duratura per l'Ucraina"deve includere solide garanzie di sicurezza per assicurare che il conflitto non possa riaccendersi: non deve essere una Minsk 3.0", un riferimento ai due tentativi di risolvere pacificamente le tensioni tra Ucraina e Russia firmati nel 2014 e 2015 nella capitale bielorussa.

Zelensky: "Non ci arrendiamo, ma c'è un Piano B"

L'Ucraina "non si arrende" e continuerà a chiedere di entrare nella Nato, ma se la porta dell'Alleanza rimarrà chiusa Kiev dovrà "costruire la Nato sul suo territorio", il che significa "raddoppiare" il suo esercito, ha risposto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un'intervista all'Economist in cui ha ammesso che l'adesione alla Nato è ora complicata a causa dell'opposizione di Usa, Germania e Ungheria. "Dobbiamo raddoppiarlo. Raddoppiarlo. Per essere allo stesso livello dell'esercito russo", ha proseguito Zelensky, ribadendo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, può fornire le garanzie di sicurezza e l'Europa potrebbe contribuire a finanziarle. "Missili, missili a lunga gittata e Patriot. Questo è il piano B", ha precisato.

Zelensky ha poi lanciato un monito ai leader occidentali che spingono per una rapida soluzione della guerra - anche se questa andasse a svantaggio di Kiev - pensando di trarne vantaggi sul fronte interno. Questo tipo di considerazioni sono un errore, ha spiegato. "Nessuno capisce cosa sia la guerra finché non arriva a casa tua. Non voglio spaventare nessuno. Arriverà. Sto solo raccontando i fatti", ha dichiarato Zelensky, spiegando che la Russia ha aumentato le dimensioni del suo esercito di 140mila unità l'anno scorso e di 150mila quest'anno.

Il leader ucraino ha detto di essere a conoscenza di piani per inviare la maggior parte di questi militari in Bielorussia con il pretesto dell'addestramento in un inquietante deja vu delle esercitazioni che anticiparono l'invasione su vasta scala dell'Ucraina tre anni fa. Per Zelenski, Paesi dell'Europa orientale come Lituania o Polonia non sono al sicuro. La Russia ha 220 brigate, composte all'incirca da 3.500-5.000 uomini ciascuna. L'Ucraina ne ha 110. l'Europa solo 80, ha insistito, "capite cosa sta succedendo? Senza l'Ucraina, l'Europa sarà occupata".

Rutte: "Se Putin ci attaccasse perderebbe e lo sa"

Oggi, se il presidente russo "Vladimir Putin attaccasse la Nato, la reazione sarebbe devastante". "Perderebbe. E lui lo sa" dice dal canto suo il segretario generale della Nato Mark Rutte, a Bruxelles in conferenza stampa alla vigilia della Ministeriale Difesa. Per Rutte, oggi nella Nato "deterrenza e difesa sono molto forti. Ciò di cui dobbiamo essere sicuri è che tra quattro o cinque anni, data la velocità con cui ha accelerato l'industria della difesa, la produzione, e alla luce di quello che sta facendo la Cina, che investe pesantemente nella sua Marina, la qualità di tutto ciò che stanno producendo ora... è a un livello paragonabile a quello che stiamo facendo all'interno del territorio della Nato".

Obiettivo spesa difesa sopra 3%

Il prossimo obiettivo di spesa per la difesa che i Paesi membri della Nato decideranno sarà "sopra il 3%" del Pil. Rutte ha detto che la cifra precisa verrà decisa dagli Alleati più avanti. Il segretario generale ja ribadito che gli europei devono spendere di più: "Dobbiamo fare molto di più per avere ciò di cui abbiamo bisogno per la deterrenza e la difesa, affinché l'onere sia ripartito in modo più equo", ha detto.

L'ex premier olandese ha anche spiegato che l'obiettivo del 2%, fissato nel 2014 per il 2024 e non da tutti raggiunto, non è sufficiente ad assicurare all'Alleanza che verrà colmato il "divario" che esiste tra le necessità di difesa, alla luce del mutato contesto geopolitico, e le capacità oggi disponibili. Quanto al fatto che Hegseth ha detto che l'Alleanza deve diventare più "letale", Rutte ha concordato, dicendo che un'alleanza militare come la Nato deve essere "letale" per definizione, perché in caso contrario non avrebbe alcun effetto deterrente.

Colloqui con l'Ucraina

Dai futuri "colloqui", volti a porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia dovrà uscire una soluzione "durevole", non un remake degli accordi di Minsk del 2014. "Abbiamo molti alti funzionari americani in visita qui alla Nato, ma anche, ovviamente, a Monaco per la conferenza sulla sicurezza - afferma - e c’è una convergenza di opinioni, secondo cui dobbiamo assicurarci che l’Ucraina si trovi nella migliore posizione possibile per avviare i colloqui".

Il Protocollo di Minsk, firmato il 5 settembre 2014 nella capitale della Bielorussia da Ucraina e Russia, sotto l'egida dell'Osce, constava di dodici punti e mirava a porre fine al conflitto nel Donbass.

Per "cambiare davvero la traiettoria del conflitto" in Ucraina, "dobbiamo fare ancora di più. Quanto più forte è l’Ucraina sul campo di battaglia, tanto più forte sarà al tavolo dei negoziati, tanto maggiori saranno le possibilità di ottenere un buon accordo per una pace duratura". "E' ciò che tutti vogliamo per l’Ucraina - aggiunge Rutte - per la nostra sicurezza condivisa e per la nostra stabilità globale". Per gli aiuti a Kiev "gli alleati non solo hanno rispettato i propri impegni, ma li hanno ampiamente superati. Hanno fornito oltre 50 miliardi di euro, più della metà dei quali provengono dagli alleati europei in Canada. Questo invia un chiaro segnale del nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina".

"Costituisce inoltre un grande passo - conclude - nella direzione di ciò che il presidente Donald Trump ha richiesto. Sono d'accordo con lui che dobbiamo equiparare l'assistenza in materia di sicurezza all'Ucraina" tra Usa e alleati europei.

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Esteri

Usa, giornalista non usa il nome ‘Golfo...

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Secondo l'Associated Press il reporter non è stato autorizzato a partecipare a un evento come 'punizione' per non aver cambiato la storica dicitura geografica del 'Golfo del Messico'

Donald Trump - (Afp)

La Casa Bianca ha negato l'accesso a un evento nell'Ufficio Ovale a un giornalista dell'Associated Press, in risposta al rifiuto dell’agenzia di stampa di modificare la storica dicitura geografica 'Golfo del Messico' in 'Golfo d'America' come ordinato dal presidente Donald Trump.

L'AP ha formalmente dichiarato che la restrizione all'accesso costituisce una violazione del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. "È allarmante che l’amministrazione Trump voglia punire l’’Associated Press per il suo giornalismo indipendente. Limitare il nostro accesso allo Studio Ovale in base alla dichiarazione dell’’Associated Press non solo impedisce gravemente l’accesso del pubblico a notizie indipendenti ma viola chiaramente il Primo Emendamento", ha affermato Julie Pace, vicepresidente senior ed editore esecutivo dell’’Associated Press.

A gennaio, Trump ha firmato un ordine esecutivo per la modifica onomastica del Golfo. L'AP ha affermato che la denominazione "Golfo del Messico" è in uso da oltre 400 anni e che manterrà tale nomenclatura.

Su Google Maps compare il Golfo d'America

Anche Google e Apple Maps hanno proceduto all'adozione della denominazione 'Golfo d'America', almeno per gli utenti americani. In precedenza, Google aveva spiegato di avere "la prassi consolidata di applicare i cambiamenti di nome quando sono stati aggiornati in fonti governative ufficiali". E quindi, si legge in una nota, "le persone che usano Google Maps negli Stati Uniti vedranno 'Golfo d'America', mentre le persone in Messico vedranno 'Golfo del Messico'. Tutti gli altri vedranno entrambi i nomi".

Il mese scorso Google ha anche annunciato che avrebbe cambiato il nome della vetta più alta degli Stati Uniti da Denali a Monte McKinley, seguendo l'ordine esecutivo di Trump. L'ex presidente Barack Obama aveva rinominato il monte dell'Alaska in Denali nel 2015, in riconoscimento della popolazione nativa della regione. Al momento però la modifica non è ancora stata attuata su Google Maps.

Cina: "Golfo d'America? Noi da sempre contro il bullismo"

"Nelle relazioni internazionali, opporsi all'egemonia e al bullismo è sempre stata una posizione costante" della Cina. Ha risposto così, come riportano i media ufficiali del gigante asiatico, il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, a una domanda sulla decisione del presidente americano Donald Trump di cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo d'America, "un bellissimo nome, appropriato". Trump ha anche istituto il 'Gulf of America Day', proclamando il 9 febbraio 2024 come la prima 'Giornata del Golfo d'America'.

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