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Sanremo 2025, Rocco Hunt chi è: l’infanzia difficile, il Festival 2014 e le collaborazioni
Il titolo del brano che l’artista porterà sul palco del Teatro Ariston è ‘Mille vote ancora’
![Rocco Hunt - Sanremo - Fotogramma/IPA](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0abc1539dd-71854791aec8-1000/format/big/rocco_hunt_sanremo_ftg_ipa.jpeg)
Rocco Hunt torna questa sera, mercoledì 12 febbraio, sul palco del Festival di Sanremo 2025 per cantare la sua ‘Mille vote ancora’ nella seconda serata della kermesse canora.
Il cantautore napoletano sul brano in gara al Festival ha detto: "È il racconto della mia storia: parla di un ragazzo, del suo legame con la propria terra, della nostalgia di casa quando sei costretto ad andare via".
Rocco Hunt, chi è
Rocco Hunt, all’anagrafe Rocco Pagliarulo, nasce in Campania, più precisamente nella città di Salerno, il 21 novembre del 1994. È molto legato ai suoi genitori: "Mia madre è cresciuta da sola, in un orfanotrofio, mio padre è stato a lungo disoccupato. Dare la soddisfazione ai miei genitori, portarli al Festival, alla fine è quello il successo più grande", ha rivelato in un'intervista.
Quando Rocco Hunt ha 11 anni inizia il suo percorso nel mondo della musica: partecipa a gare di freestyle e nel 2010, pubblica il suo primo EP, 'A’ music è speranz'. Partecipa nel 2014 alla kermesse canora, nella categoria Nuove proposte, arrivando alla vittoria con 'Nu juorno buono'. Arrivano le prime collaborazioni con artisti come Clementino, Gemitaiz, Federico Zampaglione ed Eros Ramazzotti. Nel 2016 partecipa al Festival di Sanremo, questa volta nella sezione Campioni con la canzone 'Wake Up' e si posiziona al nono posto della classifica finale.
Nel 2020 Rocco Hunt comincia una stretta collaborazione artistica con Ana Mena, con la quale pubblica due brani diventati tormentoni della stagione estiva: 'A un passo dalla Luna' e 'Un bacio all’improvviso'. "Mi hanno permesso di girare il mondo. Ho fatto tour in Europa, sono stato in Messico. Abbiamo avuto bei numeri, dischi di platino. È stato un modo per aprire gli orizzonti: ne avevo bisogno", ha raccontato il cantante in un'intervista.
A Fanpage ha rivelato di usare la musica come sfogo personale: “Personalmente scrivo quando ho bisogno di sfogare, quando la penna ha bisogno di scorrere. Raramente scrivo quando sono felice".
La vita privata
Per quanto riguarda la sfera privata del cantante, Rocco Hunt è sposato con Ada e, oltre a essere compagna di vita dell’artista (si conoscono da quando sono bambini), è anche madre del figlio Giovanni, nato nel 2017. "È un bambino sensibile, educato, per niente viziato, frequenta una scuola internazionale a Milano", ha raccontato.
In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, Rocco Hunt ha raccontato di essere cresciuto in una stanza piena di muffa, e di aver fatto diversi lavori nella sua vita come il dipendente di una pescheria.
Con i primi soldi guadagnati ha ristrutturato la casa dei genitori. “Il mio sogno – ha confessato Hunt- è di fare qualcosa di significativo per la mia città. Dando magari anche l’opportunità ai ragazzi di esporsi, quella che non ho avuto io”, ha raccontato.
Rocco Hunt ha corso la mezza maratona di Madrid, un sogno che custodiva da tempo e che ha documentato, con grande gioia, sui social.
'Milla vote ancora' testo
Mi ricordo una strada
Un quartiere qualunque
Un bambino che sogna
Pure se non ha niente
Ogni giorno è un regalo
Per chi come me è destinato a partire
E le voci di chi ha giudicato
Ritornano nella mia testa
Mi dicevano tu non sarai mai nessuno
E ora non mi ricordo più, com’è l’odore del caffè
Quelle canzoni che mamma ascoltava alla radio
Giocavamo in quartiere sembrava uno stadio
Non è stata domenica mai più
Da quando sono andato via da casa mia,
Rimpiango anche le cose che odiavo
Le stesse che mi hanno fatto andare via
L’erba cresce in un campetto abbandonato
Colpa dei telefoni non ci hanno più giocato
L’ansia nel cuore quando le citofonavo
Se rispondeva il padre poi scappavo
Lo stato è assente come noi in mezzo a quei banchi
Un foglio bianco dove scriverò mi manchi
Tutto quello che ti serve è nel quartiere
Studia oppure ‘mparate ‘o mestiere
E mo’ riportami dove
Overamente songo je
‘O cafè dint’‘e canzone
Viento ‘e mare che sbatte pe’ dinto ‘e feneste
Me sceta ‘e po’ se ne va
Me vonno fottere l’anema
Ma je ‘ccu poco sto buono
Doje prete pe fa’ ‘na porta
Turnasse criaturo pe’ correre
Mille vote ancora
E ridere
Mille vote ancora
E chiagnere
Mille vote ancora
‘A casa mia
Mille vote ancora
Faccio brutti sogni e po’ me sceto ‘e botto
Vedo le facce degli amici ca nun ce stanno cchiù
Aggio sbagliato a prendermi le colpe
A pensare: potevo fare di più
Ad immaginare ‘nu finale diverso
A pensa’ si chella palla nun pigliava ‘a traversa
A distinguere l’amore dal sesso
Se ‘o posto ‘e vencere avesse perso, fosse rimasto me stesso
Il nemico a volte è l’orgoglio
Che chiude rapporti anche se non c’è un motivo
Siamo carte stropicciate nel portafoglio
Siamo anime buone in mondo cattivo
Perciò dicimme: tutt’appost’
Anche quando il mondo cade sulle spalle nostre
Anche quando alle domande non c’è una risposta
A campà accussì è tosta
Era meglio ‘a casa nostra
E mo’ riportami dove
Overamente songo je
‘O cafè dint’‘e canzone
Viento ‘e mare che sbatte pe’ dinto ‘e feneste
Me sceta ‘e po’ se ne va
Me vonno fottere l’anema
Ma je ‘ccu poco sto buono
Doje prete pe fa’ ‘na porta
Turnasse criaturo pe’ correre
Mille vote ancora
E ridere
Mille vote ancora
E chiagnere
Mille vote ancora
‘A casa mia
Mille vote ancora
Se mi vedi un po’ triste è perché cocche vota
Me manca assaje mamma mia, ‘a casa mia
Dove ancora si muore per niente a vent’anni
‘Sti figlie anna capi’
‘Sta guerra adda ferni’
E mo’ riportami dove
Overamente songo je
‘O cafè dint’‘e canzone
Viento ‘e mare che sbatte pe’ dinto ‘e feneste
Me sceta ‘e po’ se ne va
Me vonno fottere l’anema
Ma je ‘ccu poco sto buono
Doje prete pe fa’ ‘na porta
Turnasse criaturo pe’ correre
Mille vote ancora
E ridere
Mille vote ancora
E chiagnere
Mille vote ancora
‘A casa mia
Mille vote ancora
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Tv & Gossip
Anticipazioni “Tempesta d’amore”: un sogno che...
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2025/02/13/redazione_162207205830_275.jpg)
Eccoci di nuovo a raccontarvi gli sviluppi di Tempesta d’amore, quella soap che ci fa illudere di poter sognare un lieto fine per ognuno dei suoi protagonisti, salvo poi gettarci in un vortice di emozioni contrastanti. Stavolta, tutto ruota attorno a Eleni Schwarzbach e alla felicità che sembrava finalmente a portata di mano.
Un annuncio di gioia e troppi dubbi alle spalle
Per un po’, abbiamo creduto che Eleni, lasciandosi alle spalle i suoi conflitti interiori, fosse riuscita a conquistare un pizzico di serenità. Il suo legame con Julian Specht, a un certo punto, pareva solido abbastanza da farle pensare a un matrimonio. Non lo avremmo detto, e invece l’idea di restare con lui, dopo qualche tentennamento, aveva preso forma. Poi il fulmine a ciel sereno: la gravidanza. Un dono inaspettato, uno slancio di speranza. Chi non avrebbe scommesso su un futuro pieno di luce?
La diagnosi che spezza il cuore
E invece, nel giro di poche scene, ecco il dramma puro. Un malore, la corsa in ospedale, l’ansia che sale. Da lì, una doccia gelata che toglie perfino le parole: gravidanza extrauterina. In questi casi, i medici non lasciano spazio ai tentennamenti. L’intervento è obbligatorio. È urgente, necessario, e purtroppo non c’è modo di evitare ciò che Eleni temeva più di tutto. Il bambino non può sopravvivere. E la perdita diventa realtà.
La resa dei conti e un’ombra sul futuro
Cosa succede quando ti risvegli e scopri che quel piccolo miracolo non c’è più? Come affrontare la prospettiva di avere difficoltà a concepire in futuro? Sono domande che Eleni – e, in parte, anche noi – ci poniamo in queste ore concitate. A Tempesta d’amore, lo sappiamo, tutto è possibile. Ma un dolore simile lascia sempre il segno.
Nei prossimi episodi, in onda su Rete 4, vedremo come Eleni cercherà di rimettere insieme i pezzi di un sogno infranto. Non sarà facile, e forse non sarà nemmeno immediato. Noi continueremo a seguire ogni sfumatura, pronti a condividere con voi ogni battito di speranza e ogni sorriso ritrovato, perché anche nelle tempeste più cupe può apparire uno spiraglio di luce.
Spettacolo
Sanremo 2025, lettera della madre di Achille Lauro:...
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"In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto, ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore"
![Achille Lauro - (Fotogramma)](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0be8ce7e64-a4e96c0e566c-1000/format/big/achille_auro_sanremo2025_secondaserata_fg.jpeg)
"Ha sempre avuto una fissazione per la scrittura. La mattina, quando mi svegliavo, entravo in camera sua e lo trovavo ancora sveglio a scrivere. Lo sgridavo perché non dormiva mai. Aveva solo 11 anni". Così la madre di Achille Lauro in una lettera racconta le radici del brano 'Incoscienti Giovani' con cui il cantante è in gara a Sanremo 2025.
"Si imbarazzava, nascondeva i fogli - prosegue - Non ha mai detto 'scrivo canzoni' o 'voglio fare il cantante', ma ho capito presto che per lui scrivere era un modo per superare momenti difficili. In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto, ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore, convinta che chi impara a seguire quel faro, presto o tardi, riconosca la strada. E così è stato".
Lauro "è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali. Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto - spiega - insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte, restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro. Li conosco tutti. Sono stati come figli anche per me. Giovani incoscienti, ma con un grande cuore".
Oggi Achille Lauro "è adulto e insieme cerchiamo di sostenere tutti quei posti dove ci sono ragazzi che hanno bisogno: dagli ospedali, alle comunità e ovunque ci sia necessità. Sono grata di tutto questo e di vedere che oggi lui non si dimentica di chi ha bisogno e di chi era come lui. Nonostante tutto quello che abbiamo passato, Lauro ha riconosciuto quel faro e ha imparato l’unica cosa che conta realmente: l’importanza di amare e il bisogno di tutti noi di essere amati. Se quei ragazzi non avessero conosciuto l’amore, incluso mio figlio, forse si sarebbero persi in cerca di quell’amore che non avrebbero mai trovato".
Spettacolo
Sanremo, Carolina Kostner apre le candidature per i...
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L'azzurra, bronzo nel pattinaggio artistico su ghiaccio a Sochi 2014, ha scherzato con Conti sul palco dell'Ariston: "Ci sarai anche tu Carlo, ma dovrai allenarti"
![Carolina Kostner e Carlo Conti - Fotogramma/IPA](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0bf0b6ad8c-eb5513541f8b-1000/format/big/carolina_kostner_e_carlo_conti.jpeg)
Milano Cortina 2026 arriva a Sanremo. Nella seconda serata del Festival, è salita sul palco dell’Ariston anche la campionessa Carolina Kostner. Bronzo a Sochi 2014 nel pattinaggio artistico su ghiaccio, l’azzurra ha raccontato insieme a Carlo Conti il viaggio della fiamma olimpica su e giù per l’Italia, annunciando l’apertura delle candidature per diventare tedofori ai Giochi invernali del prossimo anno.
Carolina Kostner a Sanremo
Scesa la scalinata dell’Ariston sulle note di “Cuori di tempo”, canzone scritta da Red Canzian proprio per Milano Cortina 2026, la Kostner ha subito scherzato con il direttore artistico del Festival: “Ormai ci siamo, mancano meno di 365 giorni alle Olimpiadi e qui parliamo del viaggio della fiamma, da Roma a Milano . Il viaggio della fiamma paralimpica si concluderà invece a Verona”. L’azzurra ha poi spiegato come inviare una candidatura per diventare tedofori: "Saranno 10.502 e tutti gli italiani potranno candidarsi sul sito milanocortina2026.org". Poi, la sorpresa. Carolina ha svelato che, oltre a lei, anche Carlo Conti sarà tedoforo quando la fiamma passerà a Firenze: "Ora dovrai allenarti".
Come diventare tedofori
Ma come si diventa tedofori? Tutti i nati prima del 5 dicembre 2011 potranno candidarsi sul sito ufficiale della Fondazione Milano Cortina 2026. Ogni candidato avrà l'opportunità di raccontare la propria storia e spiegare il desiderio di far parte di questa esperienza. Un'occasione unica che consentirà di portare con sé un ricordo indelebile e significativo: essere tra i protagonisti del viaggio della fiamma, una tappa iconica verso i Giochi olimpici e paralimpici. Questo simbolo di unione e uguaglianza coinvolgerà tutta l’Italia, unendo luoghi e comunità e attraversando alcune tra le più belle località al mondo. Tutti i tedofori rappresenteranno i valori dello sport e i principi olimpici e paralimpici, promotori di un messaggio di parità per un mondo dove non esistono differenze.
Il viaggio della fiamma
La fiamma sarà a Roma il 5 dicembre e poche ore dopo inizierà il suo viaggio lungo la penisola. Sarà a Napoli a Natale, mentre festeggerà il nuovo anno a Bari. Il 26 gennaio volerà invece a Cortina d’Ampezzo, a 70 anni esatti dalla cerimonia d’apertura dei Giochi del 1956, per poi concludere il suo tragitto a Milano la sera di venerdì 6 febbraio 2026. Con uno spettacolare ingresso a San Siro per la cerimonia inaugurale.