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Auto sulla folla a Monaco: 28 feriti. Fermato 24enne afghano, ipotesi attentato
Secondo quanto riporta Bild era in corso una manifestazione dei Verdi. Alcuni media riferiscono di almeno una vittima. Premier bavarese: "Sospetto attentato". Il sospetto prima dell'ingresso in Germania era stato in Italia
![Attentato a Monaco, auto sulla folla - Fotogramma /Ipa](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0cce4a5efb-c9c3f93405b8-1000/format/big/monaco_attentato_passeggino_fg_ipa.jpeg)
A Monaco di Baviera un'auto ha investito oggi, giovedì 13 febbraio, una folla riunita per una manifestazione sindacale organizzata dalla sigla Verdi. Almeno 30 persone sono rimaste ferite, di cui almeno due in modo grave, secondo quanto rende noto la polizia ai giornalisti. Tra i feriti ci sarebbero anche bambini.
In un annuncio dal palco della Koenigsplatz si è parlato anche di una vittima, una donna rimasta uccisa, precisa la Sueddeutsche Zeitung.
Fermato un afghano di 24 anni
Il conducente dell'auto è stato fermato, e "al momento non rappresenta un ulteriore pericolo". Si tratta di un richiedente asilo afghano di 24 anni. Lo ha reso noto la polizia tedesca che - riporta la Bbc - ha precisato che il giovane aveva precedenti per furto e reati in materia di stupefacenti. La polizia ha allestito un punto di raccolta dei testimoni sul posto e l'area intorno al luogo dell'incidente è stata isolata.
Secondo i media il 24enne aveva ''condiviso post filo islamisti'' sui social media prima di lanciarsi con l'auto contro la folla. Lo scrive lo Spiegel, identificando il sospettato in Farhad N. Nato a Kabul nel 2001, che sarebbe arrivato in Germania alla fine del 2016.
Prima di entrare in Germania il giovane afghano sarebbe stato in Italia, scrive la Bild. La Dpa spiega invece che il cittadino afghano era arrivato in Germania come minore non accompagnato ed è stato affidato a una struttura di assistenza minorile.
Poche settimane dopo l'arrivo in Germania, il giovane aveva presentato richiesta di asilo, che però gli era stata respinta nel settembre del 2017. Ha quindi presentato ricorso, ma non gli è stato accolto e nell'autunno del 2020 gli è stato ordinato di lasciare la Germania.
La polizia tedesca ha intanto perquisito la casa dell'uomo fermato, l'abitazione si trova nel quartiere di Solln a sud di Monaco. La polizia tedesca ha inoltre dichiarato al settimanale Der Zeit che ci sono "indicazioni di un contesto estremista" dal quale proviene il richiedente asilo afghano. L'Ufficio centrale per la lotta all'estremismo e al terrorismo della Procura di Monaco di Baviera ha assunto la direzione delle indagini, ha riferito la polizia.
Gli investigatori hanno confermato che nei momenti di terrore nel centro della capitale bavarese, un agente ha aperto il fuoco contro l'auto piombata sulla folla, sparando un colpo contro la vettura e consentendo l'arresto del giovane alla guida. Il 24enne afghano è stato ferito in modo lieve, ma non ha ferite d'arma da fuoco, viene precisato.
Ipotesi attentato
''Si sospetta che si tratti di un attentato'', ha dichiarato il premier bavarese Markus Soder, aggiungendo che ''l'attacco dimostra che in Germania, (dove tra 10 giorni si voterà per le elezioni politiche, ndr), va cambiato qualcosa, e in fretta''.
''L'autista dell'attacco terroristico a Monaco era un richiedente asilo afghano noto alla polizia. Ancora una volta, molte persone sono rimaste gravemente ferite e ancora una volta donne e bambini sono stati tra le vittime. La mia più profonda solidarietà va alle vittime e alle loro famiglie. Continuerà così per sempre? Serve un cambiamento nella politica migratoria ora!'', ha commentato la co-leader del partito di estrema destra Afd e candidata cancelliere, Alice Weidel.
Un ''atto orribile'', lo ha definito il cancelliere tedesco Olaf Scholz, aggiungendo che ora il cittadino afghano sospettato ''deve essere punito, espulso e deportato nel suo Paese''.
Verdi Demo in München.
— AlternativeMitte (@ZamirSh11842484) February 13, 2025
Auto rast in die Demo. pic.twitter.com/cLBHaDebfi
Cosa è successo
Intorno alle 10.30, l'autista di una Mini Cooper avrebbe accelerato e poi si sarebbe lanciato contro i manifestanti in Seidlstrasse, vicino all'Hotel Bayerischer Hof. Secondo la ricostruzione fornita dalla Polizia, riporta la Bbc, l'auto si è avvicinata a mezzi della Polizia in servizio per l'ordine pubblico durante una manifestazione sindacale e poi ha accelerato travolgendo diverse persone. La Polizia ha anche confermato di aver sparato contro l'auto.
"Il capo della polizia mi ha informato che un veicolo ha investito un gruppo di persone e purtroppo molte persone sono rimaste ferite, tra cui bambini. Sono profondamente scioccato. I miei pensieri sono con i feriti'', ha dichiarato il sindaco di Monaco Dieter Reiter alla Bild.
Al momento le autorità di pubblica sicurezza non ritengono che i fatti di Monaco siano collegati alla Conferenza sulla sicurezza che si aprirà domani per concludersi domenica, riporta l'agenzia tedesca Dpa sulla base di dichiarazioni del ministro degli Interni della Baviera, Joachim Herrmann.
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Esteri
Germania, Reza Pahlavi: “Governo ha bloccato mia...
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Il figlio maggiore dell'ultimo Shah di Persia ha denunciato che il governo tedesco, su "pressione" della Repubblica islamica, gli ha ritirato l'invito a partecipare alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza che si apre domani
![Germania, Reza Pahlavi:](https://www.adnkronos.com/resources/0288-19b0f6df842e-7cc18868be18-1000/format/big/reza_ciro_pahlavi_2_rit.jpeg)
Reza Pahlavi, figlio maggiore dell'ultimo Shah di Persia, ha denunciato che il governo tedesco, su "pressione" della Repubblica islamica, gli ha ritirato l'invito a partecipare alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza che si apre domani. L'ufficio stampa di Reza Pahlavi ha precisato in una nota di aver ricevuto una comunicazione dagli organizzatori dell'evento in cui si sottolinea che "gli esponenti dell'opposizione iraniana e i rappresentanti della società civile iraniana sono stati ospiti abituali della Conferenza" e lo stesso Reza Pahlavi è stato a Monaco l'ultima volta nel 2023. "Il direttore della Conferenza di Monaco, l'ambasciatore Christoph Heusgen, aveva invitato informalmente il signor Pahlavi quest'anno. Dopo aver consultato il governo tedesco, Heusgen ha deciso di non formalizzare l'invito al signor Pahlavi", si precisa.
Sempre secondo l'ufficio stampa del figlio dello Shah, la nota degli organizzatori "conferma che il governo tedesco è intervenuto direttamente per bloccare la partecipazione del principe Reza Pahlavi alla conferenza su pressione diretta della Repubblica islamica".
"L'ayatollah sta tirando i fili a Berlino", ha commentato in un post su X lo stesso Reza Pahlavi, riferendosi alla Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei. "Questo è un tradimento sia del popolo iraniano che dei valori democratici della Germania - ha aggiunto - Questo governo tedesco non solo ha messo a tacere la voce del popolo iraniano, ma ha anche eseguito attivamente gli ordini della Repubblica islamica".
Esteri
Nato, Rutte avverte: “Adottare mentalità da tempo di...
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Il segretario generale dell'Alleanza: "Ucraina? Mai concordato che negoziati di pace comportino adesione. Negoziati? Preso atto di iniziativa Trump"
![Mark Rutte - Afp](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0c86a9fce0-a6c47df387c6-1000/format/big/rutte_nato_conf_afp.jpeg)
Come Paesi Nato, "dobbiamo passare a una mentalità da tempo di guerra e la nostra industria deve seguirci in questo cambiamento". A dirlo è il segretario generale dell'Alleanza Mark Rutte durante la conferenza stampa di chiusura della prima ministeriale Difesa del 2025, dove è emersa la necessità di potenziare sia la spesa militare di ogni Paese che la base industriale, per garantire la capacità produttiva necessaria per mantenere forte la deterrenza degli alleati.
"Il settore industriale ha già adottato misure per migliorare la capacità produttiva, ma può fare di meglio. I segnali di domanda sono chiari e continueranno a crescere. Oggi abbiamo concordato un piano d'azione aggiornato per ricostruire un'industria della difesa forte su entrambe le sponde dell'Atlantico. Un'industria della difesa robusta renderà l'Alleanza più forte e creerà più posti di lavoro in Europa e Nord America", spiega Rutte.
"Ucraina? Preso atto iniziativa Trump, alleati già fanno di più"
Alla prima riunione del 2025 tra i ministri alla Difesa della Nato "gli alleati hanno preso atto dell'iniziativa del presidente Donald Trump per i colloqui di pace" tra Ucraina e Russia, "già illustrata dal segretario Pete Hegseth nelle nostre consultazioni all'interno del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina ieri pomeriggio. Abbiamo discusso dell'importanza del nostro continuo sostegno all'Ucraina, cruciale affinché questa brutale guerra di aggressione possa concludersi in modo giusto e duraturo, e abbiamo parlato della necessità che gli alleati europei e il Canada facciano ancora di più", ha detto ancora.
Rutte ha reiterato che i Paesi membri stanno già alzando l'ambizione. "Nel 2024, gli alleati della Nato hanno fornito all'Ucraina oltre 50 miliardi di euro in assistenza per la sicurezza, di cui quasi il 60% proveniente da Europa e Canada. Questo supera ampiamente i 40 miliardi che avevamo promesso". Il nuovo comando Nato a Wiesbaden, in Germania, "è in prima linea nel coordinare questi contributi", spiega, aggiungendo che tra ieri e oggi gli alleati hanno annunciato nuovi pacchetti di supporto militare.
"Tali misure aiuteranno l'Ucraina nella sua lotta attuale e nel rafforzamento a lungo termine delle sue forze armate. Tutto questo invia un segnale chiaro: Europa e Canada stanno assumendo una quota maggiore della responsabilità transatlantica. Abbiamo avuto un confronto franco e diretto tra di noi e con l'Ucraina, e usciamo dalle riunioni delle ultime 24 ore con un chiaro senso di scopo, impegno e urgenza", dice Rutte.
"Mai concordato che negoziati comportino adesione Kiev a Nato"
Al summit di Washington di luglio 2024 "la Nato ha ribadito il suo impegno per l'adesione futura dell'Ucraina, ma non è mai stato concordato che i negoziati di pace debbano necessariamente concludersi con l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. È un'ipotesi possibile, ma non è mai stata sancita esplicitamente", ha poi evidenziato Rutte.
Il commento segue la dichiarazione di ieri del nuovo segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth secondo cui l'adesione di Kiev, per Washington, è una prospettiva "irrealistica", poche ore prima che il presidente Usa Donald Trump annunciasse di aver concordato unilateralmente di avviare i negoziati per la pace con l'omologo russo Vladimir Putin. Quei negoziati, sottolinea Rutte di fronte alle domande della stampa, "non sono nemmeno iniziati".
"Tutti gli alleati presenti e anche la Casa Bianca ritengono che sia fondamentale garantire la pace in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione che ha già causato centinaia di migliaia di morti o feriti gravi su entrambi i lati del confine. Ma i colloqui devono essere condotti in modo che il risultato non sia percepito come una sconfitta per l'Occidente. Inoltre, bisogna evitare che l'accordo venga messo in discussione subito dopo, come è avvenuto con l'annessione della Crimea e gli accordi di Minsk nel 2014: Putin ha dimostrato che un accordo senza solide garanzie può essere facilmente eroso. Qualunque sia l’esito dei negoziati, bisogna garantire che Putin non possa mai più tentare di attaccare l'Ucraina", dice Rutte, evidenziando che "ci sono molte opzioni per garantire la sicurezza di Kiev nel lungo periodo" all'infuori dell'adesione alla Nato.
E ancora: "Ci sono consultazioni intense tra gli alleati, inclusi gli Stati Uniti. Io stesso sarò a Monaco domani, dove incontrerò il vicepresidente J.D. Vance. Il rappresentante speciale per del presidente Donald Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, sarà alla Nato lunedì. Ieri sera c'è stato un incontro con il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth. La Nato e i governi alleati stanno coordinandosi intensamente, e lo stesso vale per molti Stati membri dell'Ue con Washington".
Rutte quindi rassicura: "Le ultime 24 ore sono servite a rafforzare una posizione comune. La Nato è un’alleanza democratica e non sempre si parte con posizioni unanimi, ma c’è stato un forte senso di unità e convergenza. Non su ogni dettaglio, ma comunque l’Alleanza si muove compatta".
"Chiaro che dobbiamo investire di più"
"È chiaro che dobbiamo investire molto di più". Questa la conclusione della prima ministeriale Difesa Nato, riassunta dal segretario generale dell'Alleanza in conferenza stampa. "Nell'incontro di oggi sono stati annunciati aumenti della spesa e mi aspetto che molti ministri tornino a casa con un senso di urgenza ancora maggiore", aggiunge.
"Abbiamo anche discusso della necessità di incrementare la produzione nel settore della difesa. Mentre aumentiamo la spesa per la difesa, la nostra industria deve essere in grado di produrre ciò che i nostri fondi aggiuntivi ci permettono di acquistare. Negli ultimi anni, abbiamo già assistito a un aumento significativo della produzione di difesa in tutta l'Alleanza. Stiamo producendo più e più rapidamente di quanto abbiamo fatto da decenni, ma possiamo e dobbiamo fare di più per garantire la credibilità della nostra deterrenza e difesa negli anni a venire", sottolinea Rutte.
I commenti seguono l'esortazione di Washington, reiterata ieri dal neo segretario alla Difesa Pete Hegseth, di aumentare la spesa militare rispetto al pil al 5%. Rutte avverte che gli altri Paesi membri dovranno tendere al superamento del 3%. L'Italia è tra i pochi Paesi Nato a non aver raggiunto l'obiettivo minimo di 2% deciso anni prima dell'aggressione russa all'Ucraina.
Esteri
Trump-Putin, Zelensky: “Non accetto accordi senza...
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Il presidente ucraino non intende assistere passivamente. Il messaggio ai leader mondiali: "Non fidatevi di Putin"
![Volodymyr Zelensky](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cf5c6c7a952-d2a25b5efdcf-1000/format/big/zelensky_sitouff3.jpeg)
L'Ucraina non intende assistere passivamente al negoziato tra Donald Trump e Vladimir Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky reclama un ruolo di primo piano al tavolo. ''Non è stato bello'' che il presidente americano Trump abbia avuto un colloquio telefonico con il leader del Cremlino anticipando Zelensky e relegando il presidente ucraino in seconda fila.
Trump, aggiunge oggi Zelensky, aveva assicurato che ''voleva parlare contemporaneamente con i due presidenti. In ogni caso non è stato piacevole'', ha ribadito.
I paletti di Zelensky
"Come paese indipendente semplicemente non possiamo accettare accordi raggiunti senza di noi. E lo dico chiaramente ai nostri partner: non accetteremo nessun negoziato bilaterale sull'Ucraina senza la nostra partecipazione", ha affermato, evidenziando che colloqui con la Russia dovrebbero avvenire solo dopo la definizione di "un piano per fermare Putin".
"Non fidatevi di Putin"
"Ho anche messo in guardia i leader mondiali dal fidarsi delle affermazioni di Putin sulla sua volontà a porre fine alla guerra", ha scritto poi in un post su X il presidente ucraino, che riferisce di un colloquio con il premier polacco, Donald Tusk.
"Abbiamo parlato delle condizioni necessarie per una pace duratura e reale in Ucraina e concordato che nessun negoziato con Putin può iniziare senza una posizione unita di Ucraina, Europa e Stati Uniti", osserva, dopo il colloquio telefonico di ieri con il presidente americano.
"Ho informato Tusk della mia conversazione con Trump e abbiamo parlato - aggiunge Zelensky - della necessità di coordinare le posizioni di tutti gli europei per risultati positivi per l'Europa intera".
"Ho sottolineato che l'Ucraina deve negoziare da una posizione di forza, con garanzie di sicurezza forti e affidabili e che l'adesione alla Nato sarebbe la più conveniente per i partner. Un'altra garanzia cruciale sono investimenti seri nell'industria della difesa in Ucraina", ha scritto ancora.
Mosca si prepara
A Mosca, intanto, sono iniziate le operazioni per definire la delegazione che prenderà parte ai negoziati con gli Stati Uniti, ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. L'incontro tra Putin e Trump, ha aggiunto Peskov non pare imminente: per organizzare il summit tra i due presidenti potrebbero servire "mesi". "Finora non sono state prese decisioni, né a livello operativo, né al livello più alto", ha affermato Peskov. "Naturalmente, ci vorrà del tempo per preparare un incontro del genere. Potrebbero volerci settimane, potrebbe volerci un mese, potrebbero volerci diversi mesi", ha aggiunto.
Ucraina resiste nel Kursk
La guerra intanto continua e l'Ucraina difende le proprie posizioni nella regione russa del Kursk: la presenza di truppe di Kiev nel territorio nemico è considerata una carta da giocare al tavolo delle trattative. Oggi l'Ucraina ammette di controllare circa terzo del territorio inizialmente conquistato nella regione russa, teatro dell'offensiva delle truppe di Kiev lanciata nell'agosto dello scorso anno.
"Oggi abbiamo la nostra zona di sicurezza sul territorio della Federazione russa, lungo il confine con l'Ucraina. Copre circa 500 chilometri quadrati", ha scritto sui social il capo delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrsky, dopo che in passato era stato rivendicato il controllo di un'area di circa 1.400 chilometri quadrati.