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Tumori, disponibile nuovo trattamento con Jak inibitore per mielofibrosi
Negli studi momelotinib ha dimostrato di ridurre sintomi splenomegalia e trasfusioni
![Tumori, disponibile nuovo trattamento con Jak inibitore per mielofibrosi](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0c2010dcfa-19e9ccb0a2f7-1000/format/big/img_3694.jpeg)
Spesso è addirittura asintomatica. In alcuni casi il paziente lamenta stanchezza, un po' di inappetenza, dolori muscolari e articolari, qualche linea di febbre. E la bilancia gli (o le) dice che è dimagrito. Capita spesso e la prima cosa a cui si pensa è l'influenza, o si dà la colpa all'età. Non certo alla mielofibrosi, un raro tumore del sangue che in Italia colpisce 350 persone all'anno con un'incidenza maggiore tra i 60 e i 70 anni: solo il 15% ne ha meno di 55.
Oggi la disponibilità di una nuova terapia riapre di fatto la partita con la malattia: momelotinib, un inibitore orale di Jak1/Jak2 e del recettore dell'activina A di tipo 1 (Acvr1), il primo medicinale autorizzato "per il trattamento della splenomegalia o dei sintomi correlati alla malattia in pazienti adulti con anemia da moderata a severa che sono affetti da mielofibrosi primaria, mielofibrosi post policitemia vera o mielofibrosi post trombocitemia essenziale e che sono naïve agli inibitori della chinasi Janus (Jak) o già trattati con ruxolitinib", si legge nel parere positivo degli enti regolatori.
L'unica terapia ad oggi potenzialmente in grado di guarire - spiega in una nota Gsk - è il trapianto di midollo, ma è riservato a una piccola percentuale di pazienti, in genere sotto i 70 anni, per via della complessità e dei rischi ad esso associati. Momelotinib rientra nella famiglia dei Jak inibitori e negli studi che hanno portato alla sua approvazione ha dimostrato, rispetto agli altri già utilizzati, di ridurre i sintomi, la splenomegalia e di avere un impatto favorevole sull'anemia, riducendo il carico trasfusionale.
Nella mielofibrosi, di mezzo ci sono i geni e alcune loro mutazioni, 3 in particolare. La principale, che accomuna oltre la metà dei pazienti, è la mutazione V617F di Jak2, un gene importante per il controllo della produzione delle cellule del sangue, che, se mutato, risulta associato a una loro proliferazione incontrollata. La seconda per frequenza è quella del gene Calr, presente nel 25-35% dei casi e alla base della produzione di una proteina, la calreticulina, coinvolta nella regolazione di processi come la proliferazione, la crescita, la migrazione e la morte cellulare. L'ultima mutazione è nel gene Mpl, coinvolto invece nella produzione di piastrine, riscontrata nel 3-5% dei pazienti. In buona sostanza, la mielofibrosi determina la graduale comparsa nel midollo osseo di un tessuto fibroso che ne sovverte la struttura. In questo modo ne viene modificata la funzionalità, con la conseguente alterazione della produzione delle cellule del sangue. Quando la malattia si manifesta in maniera isolata si parla di mielofibrosi primaria (idiopatica); quando rappresenta la conseguenza di altre neoplasie mieloproliferative, come policitemia vera e trombocitemia essenziale, si parla di mielofibrosi secondaria.
La mielofibrosi può peggiorare più o meno lentamente nell'arco di diversi anni, con modalità variabili a seconda del paziente. In genere la fase iniziale consiste in un danno alla struttura del midollo osseo. E' la fase precoce, o pre-fibrotica, perché non è presente ancora la fibrosi del midollo osseo. Nella fase avanzata compare la fibrosi midollare e si evidenzia una fuoriuscita di cellule staminali immature dal midollo osseo. Queste, attraverso il sangue, raggiungono la milza e il fegato, dove si accumulano. Solitamente, quando la malattia si manifesta sono già presenti le alterazioni tipiche: oltre alla fibrosi, tra le altre, l'anemia e l'ingrossamento della milza. In alcuni casi (10-15 su 100) la mielofibrosi può evolvere in una patologia più severa: la leucemia mieloide acuta.
La quotidianità del paziente non è delle più semplici. Negli stadi più avanzati, la mielofibrosi ha un forte impatto sulla qualità di vita dovuta al fatto che colpisce per lo più gli anziani, persone fragili, che assumono farmaci per altri disturbi cronici e che, rispetto alla popolazione generale, hanno un rischio maggiore di malattie a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Circa il 40% dei pazienti presenta un'anemia da moderata a grave già al momento della diagnosi, ma si stima che quasi tutti ne andranno incontro nel corso del tempo. Questa condizione richiede cure di supporto aggiuntive, in primis le trasfusioni. E, purtroppo, i pazienti che dipendono dalle trasfusioni hanno una prognosi sfavorevole e una sopravvivenza ridotta. Nei casi in cui si riscontri una profonda astenia e o una splenomegalia massiva, la mielofibrosi può impedire di compiere una serie di attività normali: camminare, salire le scale, rifare il letto, fare la doccia, cucinare.
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Cronaca
Madonna di Trevignano, sulla statua il Dna della...
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L'avvocato di Gisella Cardia: "Aspettiamo la perizia. Nessuno sa quale sia il Dna di Maria. Al di là delle questioni di fede, non abbiamo comparazione"
![La Madonna di Trevignano](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b3b8023015e-b14d4a5d63e4-1000/format/big/madonna_trevignano_statua_fg_ipa.jpeg)
"Sembrerebbe che il sangue" analizzato da un laboratorio e prelevato dalla statua della Madonna di Trevignano "appartenga a una donna, ma è ovvio che sia stato ritrovato quello di Gisella perché la signora è la proprietaria di quella Madonnina e, come tale, basta solo il contatto per rilevare il Dna". Così all'Adnkronos l'avvocato Solange Marchignoli, legale di Gisella Cardia commenta la consulenza genetica di laboratorio effettuata sui campioni presi dalla statua che sarebbero riconducibili alla sua assistita: la Cardia, alias di Maria Giuseppa Scarpulla, è la 'veggente' di Trevignano che dice di parlare con la Beata Vergine.
Consulenza che, specifica l'avvocato, "ancora non è nelle mani di nessuno. Chi ha diffuso la notizia, se l'ha rilasciata qualcuno, lo ha fatto prima che venissero formalmente avvisate la difesa e i consulenti di parte". "Lanciare la notizia sul ritrovamento del dna di Gisella è pericoloso, perché allo stato attuale non abbiamo gli atti, non abbiamo la consulenza, non ci sono notizie ufficiali: potrebbe quindi essere una notizia verosimile che però lascia il tempo che trova".
"Sarà fondamentale leggere questa perizia - spiega Marchignoli - affinché si capisca se la traccia è singola o mista: se fosse singola, il sangue sarebbe di Gisella. Se la traccia invece risultasse mista, bisognerebbe vedere se i tecnici sono in grado di discernere se le tracce del dna provengono dal sangue, da contatto o dalla saliva. Una traccia mista in cui ci sono vari dna, anche fossero solo due tra cui quello di Gisella, significherebbe solo ciò che già sappiamo: che sulla statua c'è il suo dna. Il che vorrebbe dire tutto e niente. Non sappiamo chi possa essere l'altro, potrebbe essere di 'ignoto uno' come della Madonna. Nessuno sa quale sia il dna di Maria, al di là delle questioni di fede. Non abbiamo comparazione". (di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)
Cronaca
Tridico: “Nel mondo disuguaglianze insostenibili,...
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L'europarlamentare del Movimento 5 Stelle interviene all'evento "Justice and Solidarity" in Vaticano: "Dodici persone possiedono la stessa ricchezza di 3,5 miliardi di persone del pianeta. Abbiamo bisogno di una tassazione sulla ricchezza"
![Tridico:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0ca9a214dc-ecb1e3b2c487-1000/format/big/whatsapp_image_2025-02-13_at_19.32.58.jpeg)
"Il mondo è diviso: 12 persone possiedono la stessa ricchezza di 3,5 miliardi di persone del pianeta. Ciò è insostenibile". L’ha detto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Pasquale Tridico, nella sua relazione all’evento 'Justice and Solidarity. Towards an Inclusive and Sustainable Common Home', promosso dall’Icrict nella sede della Pontificia accademia delle scienze sociali, con la partecipazione di Papa Francesco e, tra gli altri, di Luiz Inácio Lula da Silva, Pedro Sánchez, Antonio Guterres, Joseph Stiglitz, Cyril Ramaphosa e molti altri leader ed economisti impegnati nella lotta per una fiscalità più equa.
"Negli ultimi decenni la ricchezza si è già accumulata enormemente. Quando intendiamo tassarla? La vera questione – ha proseguito Tridico – è la distribuzione, anche in un contesto di bassa crescita. Con il capitalismo finanziario, la disuguaglianza è aumentata enormemente: non solo a causa della tassazione, ma anche per le politiche del mercato del lavoro, per la flessibilità e la riduzione dello Stato sociale. Il mantra è stato applicare politiche a favore della crescita, al prezzo della disuguaglianza. Alla fine, non abbiamo ottenuto crescita e la disuguaglianza è aumentata, tranne nei Paesi come la Cina, che non hanno praticato queste politiche. Abbiamo bisogno – ha sottolineato l’europarlamentare M5s – di una tassa sulla ricchezza per compensare gli squilibri che il capitalismo finanziario ha creato. Negli Stati Uniti, i libertari premono per il ritiro dagli accordi Ocse: per non implementare il Pilastro I e per uscire dal Pilastro II. L’Unione europea ha la responsabilità di mantenere questa agenda e di usare il mercato unico come leva contro le politiche aggressive degli Usa, aderendo ai due Pilastri e richiedendo una tassazione digitale".
"Oggi le Pmi, specie nel sud e nel centro dell’Europa, sopportano costi elevati del lavoro, che generano salari molto tassati. I conservatori devono capire che, se vogliamo alleggerire il carico fiscale su queste imprese, dobbiamo introdurre – ha proposto Tridico – una tassa digitale e implementare la tassazione sulla ricchezza. Ogni anno perdiamo un trilione di dollari – ha ricordato – a causa dello spostamento dei profitti verso i paradisi fiscali che dipendono da altri Paesi ricchi. Anche alcuni Paesi dell’Unione europea hanno comportamenti simili. Fortunatamente, la Corte di Giustizia dell’Ue ha recentemente multato Apple, imponendole di pagare 13 miliardi di tasse non versate all’Irlanda. Per questo – ha concluso – dobbiamo esaminare le nostre giurisdizioni europee".
Cronaca
Studentessa violentata a Roma, Borgese condannato a 5 anni
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Rito abbreviato per il 39enne accusato di violenza sessuale aggravata
![Simone Borgese - Adnkronos](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0cc4a044ee-134a06db0598-1000/format/big/borgese_uscitatribunale_adn.jpeg)
Il gup di Roma ha condannato a 5 anni di carcere, in rito abbreviato, Simone Borgese, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di una studentessa. Il 39enne, l'8 maggio scorso, aveva fatto salire sulla sua auto, con la scusa di chiedere indicazioni stradali la ragazza, assistita dall’avvocato Federica Brancaccio, che stava aspettando l'autobus in via della Magliana. L'uomo, secondo quanto ricostruito dalle indagini, aveva poi raggiunto una zona isolata costringendola a subire una violenza. Infine l'aveva riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli. Nella condanna di oggi, il giudice ha valutato anche la recidiva per Borgese, che ha già due condanne, di cui una definitiva, per le violenze commesse su una tassista e su una ragazza molestata in ascensore.