Brasile: Gli incendi dell’Amazzonia devastano la biodiversità
Anfibi, pesci, rettili, mammiferi, uccelli, invertebrati, alberi, fiori, funghi, muffe, i luttuosi incendi dell’Amazzonia devastano la strabiliante biodiversità.
Il Pantanal, la più grande zona umida tropicale del pianeta, è alle prese con un triste disastro ecologico senza precedenti, con danni irreparabili alla stupefacente biodiversità.
Il presidente del Brasile rivendica la sua gestione dell’Amazzonia, colpevolizzando le organizzazioni non governative ONG. Ricordiamo che tra gennaio e settembre 2019 in Amazzonia sono stati registrati 66.750 roghi e secondo gli ecologisti, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, sarebbe colpevole di aver avallato la concessione di numerose licenze per lo sfruttamento dei territori dell’Amazzonia, a falegnamerie ed allevatori intensivi.
“Voi sapete che le ONG, in larga misura, non ce la fanno con me, ma io non riesco a estirpare quel cancro che, in gran parte, sono le ONG“, ha detto con senso della misura che lo caratterizza, Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile, giovedì 3 settembre. “È perché la rabbia è impotente a tutto ciò, un cancro che non riesco ad estirpare“.
L’attore Leonardo Di Caprio ha donato 5 milioni di dollari e come lui tanti altri con il loro piccolo o grande contributo, sollecitano il capo dello Stato a reagire, mentre le fiamme devastano ancora una volta l’Amazzonia e più in particolare il Pantanal, la più grande zona umida tropicale del pianeta.
Il presidente brasiliano definisce “menzogna” gli incendi in Amazzonia.
“Per essere una foresta tropicale, come sanno la maggior parte di voi, essa non prende fuoco. Quindi questa storia che l’Amazzonia brucia è una menzogna e dobbiamo batterci con numeri veri ed è quello che stiamo facendo qui in Brasile” ha dichiarato il presidente accusato dagli abitanti del posto, che tutto ciò si tratta di un incendio doloso.
“La nostra politica è una politica della tolleranza, per quanto riguarda i reati comuni ma anche per la questione ambientalista, la lotta contro gli illeciti è essenziale per preservare la nostra Amazzonia. Ma questo non è tutto, dobbiamo anche incoraggiare lo sviluppo sostenibile nella regione, abbiamo più di 20 milioni di brasiliani in quell’area, non possiamo dimenticarli“.
Più di 2,3 milioni di ettari sono già andati in fumo dall’inizio dell’anno, secondo i dati raccolti dall’Università Federale di Rio (Lasa-UFRJ). I satelliti dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (INPE) hanno addirittura individuato 12.567 incendi nel Pantanal da gennaio, un totale già superiore a tutto il 2018 e il 2019 messi insieme. E soprattutto, il record su un anno intero (di 12.536 famiglie), risalente al 2005, è appena stato battuto, in meno di nove mesi, secondo i nuovi dati aggiornati mercoledì 9 settembre.
“Una delle più vaste aree di biodiversità al mondo sta scomparendo. E non riceviamo alcun aiuto!” riferisce Daniel, proprietario di un hotel vicino al Pantanal. Ma al di là dei numeri, è una vera tragedia quella che si sta svolgendo in questo santuario della biodiversità con una fauna e flora eccezionali, situato all’estremità meridionale della foresta pluviale amazzonica e che si estende dal Brasile al Paraguay e alla Bolivia. Piante arse ed innumerevoli cadaveri di animali carbonizzati, questo è il triste scenario. “Una volta che l’animale cammina sul terreno incandescente, il suo corpo brucia e non può più muoversi“, spiega Felipe Coutinho, un veterinario che, con altri volontari, vaga per questo paesaggio spettrale infernale, per prestare aiuto ai vigili del fuoco.
Daniel, proprietario di un hotel della zona, lancia l’allarme: “Ci siamo mobilitati con tutti i vicini. Sta scomparendo una delle aree di biodiversità più grandi al mondo. E non stiamo ricevendo alcun aiuto!” L’esercito brasiliano è stato infatti inviato ad agosto per combattere gli incendi. Ma è come scavare nell’oceano con un cucchiaino.
Questa settimana, il parco naturale Encontro das Águas, noto per ospitare la più grande concentrazione di giaguari al mondo, è stato a sua volta colpito dalle fiamme. Felipe Coutinho cerca comunque di mantenere la calma e la fiducia: “È un lavoro minuzioso. Non possiamo salvare l’intera regione ma se ognuno di noi fa la sua parte ogni giorno, possiamo arginare il problema“.
L’informazione, un vitale ed essenziale aiuto
Carissimi lettori, attraverso i social network, o nel nostro entourage, aumentiamo la consapevolezza del tragico impatto degli incendi in Amazzonia. Per favore, informiamo i nostri cari dell’importanza di questa foresta sulla scala del nostro pianeta e condividiamo le ultime notizie sulla funesta situazione. Grazie!
4 settembre 2020
- Nel 2020 si ripete la tragedia degli incendi per il Pantanal e l’Amazzonia. Dall’inizio dell’anno sono stati individuati più di 43.000 incendi in Amazzonia, il 66,5% dei quali registrati nel solo mese di agosto.
27 agosto 2020
- Gli incendi boschivi del 2020 potrebbero essere peggiori di quelli del 2019. Un nuovo studio del WWF e del BCG mostra l’aumento record del numero di incendi boschivi nel mondo nel 2020.
22 agosto 2020
- Gli incendi aumentano di oltre il 200% nel Pantanal e battono un nuovo record! Quasi la metà degli incendi registrati nel bioma quest’anno sono stati rilevati nei primi 20 giorni di agosto.
8 agosto 2020
- La deforestazione aumenta del 34,5% in un anno nell’Amazzonia brasiliana! Gli ultimi dati per il periodo dal 1 agosto 2019 al 31 luglio 2020 mostrano che la deforestazione ha raggiunto i 9.205 km².
21 luglio 2020
- Incendi record nel Pantanal: la più grande zona umida del pianeta va in fumo. Il numero di incendi sta esplodendo nella più grande zona umida del pianeta, la sua straordinaria biodiversità è in pericolo.
10 luglio 2020
- Amazzonia: la deforestazione batte i record nella prima metà del 2020. Dopo aver annunciato un numero record di incendi registrati nel giugno 2020, l’INPE rivela una deforestazione record dell’Amazzonia nella prima metà del 2020.
Cronaca
Anniversario sisma Irpinia, Bassolino: “Ricordo molto...
"La Camorra dopo il terremoto diventò più forte, si fece imprenditrice"
"Il mio ricordo, a distanza di tanti anni, è ancora molto forte”. Inizia così il racconto all'Adnkronos dell’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, in occasione del 44esimo anniversario dal terremoto in Irpinia che provocò quasi tremila morti. Ai tempi Bassolino era il segretario regionale del Pci. “Ero uscito di pomeriggio per una passeggiata, ricordo come fosse adesso un enorme sole sulla città, sembrava che incombesse su Napoli: è un’immagine che mi porto dietro da allora, sono poi tornato a casa, mentre leggevo all’improvviso ho visto il lampadario che oscillava spaventosamente, poi il corridoio di casa rimpicciolito. E vidi mia moglie che avvolgeva nostro figlio in un accappatoio, scappando per le scale”, spiega Bassolino, “Io telefonai subito alla direzione del Pci, poi sono poi andato a piedi verso il Comune, il sindaco Valenzi era al San Carlo, e da lì alla redazione de L'Unità, dove poi decisi di recarmi sul posto, con due cronisti, Rocco Di Blasi, salernitano, all’epoca caporedattore dell’Unità a Napoli, l’altro Vito Faenza, di Aversa. Andammo sul posto, era interrotta la Napoli-Bari, andammo quindi per Salerno, attraverso Contursi, l’Alto Sele e l’Alta Irpinia”, prosegue nel racconto Bassolino.
“A Caposele, la piazza dove avevo fatto tanti comizi non c’era più, anche la sede del Pci era distrutta, a Lioni l’ospedale era accartocciato su se stesso, sono rimasto lì per giornate intere”. L’ex segretario regionale del Pci ricorda: “Dall’Alta Irpinia ho telefonato a Enrico Berlinguer perché sui media non c’era l’attenzione che doveva esserci su questo terribile sisma. Così il segretario del Pci telefonò al presidente della Repubblica, Sandro Pertini, dicendo letteralmente 'i miei mi dicono che situazione è molto grave'. Ci fu la sfuriata di Pertini e poi la famosa prima pagina de Il Mattino con il titolo “Fate Presto”, che fece scattare l’allarme”, continua Bassolino.
“Ci fu un moto collettivo di aiuti, vennero tanti ragazzi e ragazze dal centronord, una cosa bellissima, incontro ancora gente che me lo ricorda”. Bassolino evidenzia, a distanza di anni, che “in tante parti del territorio la ricostruzione è avvenuta, però con tanti problemi vissuti per tanti anni, ricordo anche che c’è stata una commissione parlamentare di inchiesta, e poi la camorra che cambiò pelle: dopo il terremoto diventò più forte, una camorra imprenditrice”, narra l'ex sindaco di Napoli, richiamando la mente ai cortei a cui ha preso parte con don Riboldi, Luciano Lama (segretario della Cgil, ndr) a Ottaviano sotto la casa di Raffaele Cutolo, “una battaglia che va ancora combattuta”. Infine, Bassolino ricorda che con il terremoto in Irpinia si mise in moto, “grazie a un’intuizione di Giuseppe Zamberletti, con cui avevo un ottimo rapporto e che fu poi ministro per la Protezione Civile dal 1984” il modello del Dipartimento della Protezione Civile.
Cronaca
Alessandro Basciano arrestato, è accusato di stalking...
La richiesta di arresto è stata autorizzata dalla gip Anna Magelli
Alessandro Basciano, influencer e deejay, è stato arrestato per stalking nei confronti dell'ex compagna Sophie Codegoni, noto volto televisivo.
La coppia si era conosciuta al Grande Fratello e più di un anno fa sono diventato genitori della piccola Celine Blue. La richiesta di arresto, firmata dalla procura di Milano, per atti persecutori è stata autorizzata dalla gip Anna Magelli.
Gip: da Basciano incapacità di autocontrollo
Secondo le conclusioni della gip, quella di Basciano è una condotta "pervasiva, controllante e violenta" dettata da una "ossessiva gelosia nei confronti della giovane donna", anche dopo la fine della loro relazione sentimentale, che "non ha mai accettato".
Lo stalking ha generato nella vittima "un costante e perdurante timore per la propria incolumità", costringendola a modificare le proprie abitudini di vita, "con riflessi negativi anche per la propria professione": anche lei è una nota influencer da 1,2 milioni di follower.
Per la giudice il carcere è l'unica misura idonea per l'"evidente concreto ed attuale pericolo di reiterazione criminosa", palese data la "pluralità e gravità delle condotte persecutorie e violente" (anche davanti alla figlia minore); "l'allarmante pericolosità sociale" di Basciano "è inoltre resa evidente dal fatto che lo stesso abbia aggredito fisicamente l'amico della vittima, nonché dalle continue minacce di morte rivolte alla ex compagna, mostrando una completa mancanza di capacità di autocontrollo".
Cronaca
Reumatologia, al via ‘Sir run’ la corsa per promuovere cura...
A Rimini in occasione del Congresso nazionale della società scientifica promuove informazione e diagnosi patologie.
Sono oltre 200 le malattie reumatologiche e molte di loro sono di difficile individuazione. Le stime dicono che ogni paziente incontri una media di 7 specialisti prima di essere visitato da un reumatologo. Per sensibilizzare riguardo l’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione primaria, il 27 novembre, a Rimini, partirà la corsa non competitiva organizzata dalla Sir, Società italiana di reumatologia in occasione dell’apertura del suo Congresso nazionale. “Il ritardo diagnostico è importante: spesso infatti sono necessari anche 7 anni per scoprire di soffrire di artrite psoriasica, 5 per la spondilite anchilosante, 3 per la sclerosi sistemica e 2 per l’artrite reumatoide – spiega Giandomenico Sebastiani, presidente Sir – Le patologie reumatologiche rispondono meglio ai trattamenti quando vengono individuate agli esordi. È fondamentale anche la prevenzione primaria: mantenere corretti stili di vita, come praticare attività sportiva e ridurre la sedentarietà, può aiutare a evitare o ritardare lo sviluppo di queste malattie. Oggi non si parla ancora abbastanza del loro impatto sulla vita di chi ne è colpito. È necessario sensibilizzare maggiormente la popolazione: per questo, come Sir, ogni anno ci impegniamo a realizzare attività che possano coinvolgere gli specialisti reumatologi e avere una ricaduta sul territorio e sui cittadini. Con questa corsa non competitiva ricordiamo l’importanza dell’esercizio fisico nel mantenimento di una vita sana”.
Del resto, “il 57% dei pazienti reumatologici dichiara di aver bisogno di aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane – sottolinea Roberto Gerli, past president Sir – Questo dimostra quanto siano impattanti le disabilità conseguenti alle malattie. Purtroppo diagnosticarle non è sempre semplice, in quanto i sintomi sono spesso riconducibili ad altre patologie. Per questo è importante investire in formazione e aggiornamenti, sia per gli stessi specialisti che per i medici di medicina generale, che nella maggior parte dei casi hanno il primo contatto con il malato e il compito di indirizzarlo allo specialista. Il nostro Congresso annuale a Rimini è l’occasione per incontrarsi e discutere di questi temi”.
L’iniziativa - riporta una nota - si svolgerà al Palacongressi di Rimini a partire dalle ore 17, quando aprirà il Village e verranno consegnati i pacchi gara a tutti gli iscritti. Alle 19 si darà il via alla corsa, che terminerà sempre al Palacongressi. Le premiazioni dei primi tre classificati per le diverse categorie sono previste alle ore 21. L’iscrizione è da effettuarsi prima dell’inizio dell’evento, online a questo link endu.net/it/events/sirun. Per ulteriori informazioni è possibile contattare Rimini Marathon all’indirizzo sirun@riminimarathon.it o consultare il sito congressosir.com/sir-run.