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Anche il gambling scende in campo a sostegno della vaccinazione

Da quando per la prima volta ci siamo ritrovati a combattere contro un virus invisibile che ci costringeva in casa sono passati ormai due anni. La pandemia non finisce, a volte rallenta, ma poi torna a salire. È il caso di questi giorni, con la variante Omicron, l’Italia con oltre 200 mila positivi al giorno, i Paesi Bassi di nuovo in lockdown, la Germania che piange 500 morti ogni 24 ore.

In due anni, però, qualcosa è cambiato. Adesso abbiamo un’arma, potentissima. Quella dei vaccini. La vaccinazione infatti è l’unica ancora di salvezza per la nostra società, per la nostra salute e, ovviamente, anche per la nostra economia. Lo hanno capito in diversi settori, specie in quello del gambling, da sempre molto attento ai suoi rapporti con il mondo della politica e della società in generale. Per questo gli amministratori di AdmiralYes, Martin Restle e Martin Moßbrucker, hanno invitato nuovamente i loro dipendenti e i loro parenti a vaccinarsi. Un appello che ormai è arrivato alla terza edizione e che conferma un’attenzione al benessere dei propri dipendenti che non è da tutti.

La piattaforma, in fortissima espansione anche nel mercato italiano grazie a un bacino medio di utenze superiore alle 600 mila visite uniche al mese, si è impegnata nelle campagne di vaccinazione soprattutto nelle città di Regensburg, Düsseldorf e Pfullendorf dove una nuova giornata dedicata si terrà il 28 gennaio 2022, nella sede amministrativa della Admiral Entertainment.

“Le campagne sono state più che ben accolte e utilizzate – ha spiegato Martin Restle ai microfoni di JammaTV – Per noi è una questione personale mettere a disposizione di tutti i nostri dipendenti un’offerta di vaccinazione semplice. Allo stesso tempo, vorremmo aprire questa offerta anche ai colleghi delle regioni. Ogni vaccinazione aiuta”.

All’impegno delle aziende del gambling, però, deve seguire anche un impegno e un sostegno della politica. Nel Regno Unito, dove la situazione pandemica torna ai livelli che sembravano dimenticati, gli operatori dei casinò online e terrestri hanno chiesto nuovi sussidi in caso di lockdown generalizzato o nuove misure restrittive. La richiesta è stata fatta pervenire direttamente a Rishi Sunak, che dal 13 febbraio 2020 è Cancelliere dello Scacchiere nel secondo governo Johnson, facendo leva sull’importanza economica del gambling in Gran Bretagna: sono 120 i casinò per un totale di circa 12mila impiegati, che valgono 600 milioni di sterline di tasse al Tesoro e un contributo per 1,2 miliardi di sterline all’economia del paese.

“I casinò sono un importante contributo economico per il Regno Unito – spiega Michael Dugher, amministratore delegato del Betting and Gaming Council  – Dopo 18 mesi estenuanti, hanno iniziato a riprendersi dalle varie imposizioni, comprese le chiusure prolungate e i divieti di spostamento, ma ora sono comprensibilmente preoccupati”.

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Attualità

Netanyahu: disponibilità a una tregua prolungata,...

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Il Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato di essere aperto a un cessate il fuoco di lunga durata, a patto che tutte le persone rapite vengano liberate. L’annuncio è stato fatto durante un incontro con alcuni familiari degli ostaggi, avvenuto nel tardo pomeriggio.

“Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato, a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. È una questione di giorni o ore. Aspettiamo la risposta di Hamas e poi si può iniziare subito”, ha affermato Netanyahu.

La proposta arriva in un momento di estrema tensione, con negoziati in corso tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi trattenuti dal gruppo palestinese. La condizione posta dal leader israeliano è chiara: il rilascio simultaneo e completo dei rapiti come prerequisito per un cessate il fuoco duraturo.

L’incontro con i familiari è stato caratterizzato da un clima emotivamente intenso, con appelli accorati per un intervento risolutivo. Netanyahu ha ribadito l’impegno del governo per il recupero degli ostaggi, sottolineando che ogni decisione sarà presa nel rispetto degli interessi di sicurezza nazionale.

Tensione nei negoziati

Il contesto in cui si inserisce questa proposta è complesso. Da una parte, Israele cerca di garantire la sicurezza dei propri cittadini, mentre dall’altra Hamas utilizza il rilascio degli ostaggi come leva negoziale. Le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive per determinare l’esito delle trattative.

Secondo fonti vicine ai negoziati, le discussioni stanno procedendo su binari paralleli, con l’obiettivo di trovare un compromesso che soddisfi entrambe le parti. Tuttavia, la richiesta di Netanyahu potrebbe rappresentare un punto di rottura, qualora Hamas non fosse disposto a rispettare le condizioni imposte.

Il contesto internazionale

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi della situazione. Diversi leader mondiali hanno espresso il proprio sostegno a una soluzione pacifica, incoraggiando entrambe le parti a perseguire il dialogo. Tuttavia, la strada verso un accordo appare ancora incerta.

La questione del rilascio degli ostaggi è particolarmente delicata, in quanto coinvolge non solo aspetti umanitari ma anche implicazioni politiche e strategiche di ampio respiro. Il ruolo di mediatori internazionali potrebbe risultare cruciale per facilitare un esito positivo.

Prossimi sviluppi

Netanyahu ha sottolineato che il tempo è un fattore determinante. “Ogni ora che passa è preziosa. Siamo pronti ad agire immediatamente, ma attendiamo una risposta chiara da parte di Hamas”, ha dichiarato il premier.

Mentre si attende un aggiornamento ufficiale, le famiglie degli ostaggi rimangono in uno stato di angosciosa attesa, sperando che i negoziati possano portare a un risultato concreto e rapido. La proposta di una tregua prolungata, se accettata, potrebbe rappresentare un passo significativo verso una riduzione delle tensioni nella regione.

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Attualità

Nuove norme contro le recensioni false online: approvato il...

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Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al primo disegno di legge annuale dedicato alle micro, piccole e medie imprese (PMI), introducendo un pacchetto di norme mirato a contrastare il fenomeno delle recensioni false online. Questo intervento legislativo rappresenta un passo strategico per rafforzare il sistema produttivo italiano e promuovere la trasparenza nel settore del turismo e non solo.

Un problema di concorrenza sleale e credibilità

Le recensioni online non autentiche, spesso redatte da utenti anonimi, creano danni significativi alle imprese, definibili come una forma di concorrenza sleale, pubblicità ingannevole e frode. Secondo il Ministero del Turismo, gli effetti di queste pratiche possono compromettere la reputazione di hotel, ristoranti e attrazioni turistiche, con conseguenze che richiedono anni di lavoro per essere risanate.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento: “Oggi segniamo un passo cruciale per la tutela delle nostre imprese. Con questo disegno di legge dimostriamo il nostro impegno nel difendere il tessuto imprenditoriale del turismo italiano, garantendo un mercato equo e trasparente”.

Le principali misure del disegno di legge

Il testo, che affronta la questione delle recensioni nel capo IV, prevede una serie di regole stringenti per garantire la veridicità delle valutazioni online. Tra le disposizioni principali:

  • Solo i consumatori che dimostrano l’identità e l’effettivo utilizzo di un servizio o prodotto potranno lasciare recensioni.
  • Le recensioni dovranno essere dettagliate, pertinenti e pubblicate entro quindici giorni dall’esperienza.
  • Le aziende recensite avranno il diritto di replicare e richiedere la rimozione di recensioni false, ingannevoli o obsolete, incluse quelle risalenti a più di due anni o riferite a condizioni ormai superate.

Il ddl vieta inoltre:

  • L’acquisto e la vendita di recensioni, sia tra imprenditori sia attraverso intermediari.
  • L’attribuzione di recensioni a prodotti o servizi non effettivamente valutati.
  • La manipolazione delle recensioni tramite incentivi o promozioni.

Il ruolo delle autorità di controllo

Due autorità saranno incaricate di garantire il rispetto delle nuove norme:

  • L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che definirà codici di condotta per le piattaforme online e i soggetti coinvolti nella diffusione delle recensioni, con l’obiettivo di assicurare trasparenza e autenticà.
  • L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), responsabile della vigilanza e della sanzione di eventuali violazioni.

Le norme non si applicheranno retroattivamente alle recensioni pubblicate prima dell’entrata in vigore della legge.

Reazioni e aspettative del settore

Il provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, Assoutenti ha accolto positivamente l’iniziativa, sottolineando l’importanza di una maggiore trasparenza per i consumatori. Tuttavia, l’associazione ha anche evidenziato la necessità di una regolamentazione più rigorosa per i social network, dove influencer e micro-influencer spesso promuovono prodotti e servizi attraverso contenuti che appaiono come opinioni disinteressate ma che, in realtà, nascondono accordi commerciali non dichiarati chiaramente.

Dall’altra parte, Confesercenti ha espresso delusione, definendo il disegno di legge insufficiente rispetto alle aspettative iniziali. “Annunciato come un intervento rivoluzionario, il provvedimento appare poco incisivo e inadeguato a valorizzare il sistema delle micro, piccole e medie imprese italiane”, ha dichiarato l’associazione.

Il disegno di legge, nato con l’obiettivo di rafforzare la fiducia dei consumatori e dei turisti, punta a consolidare la credibilità del “Sistema Italia”, considerato un pilastro per lo sviluppo economico del Paese. Resta ora da vedere come le nuove norme saranno implementate e quale impatto avranno sul settore produttivo e sul turismo.

Un percorso legislativo che, nonostante le critiche, rappresenta un primo tentativo di affrontare un problema sempre più pressante nel contesto digitale e commerciale odierno.

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Attualità

Vaticano: Appello all’accoglienza e nuove norme per...

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ROMA – Il recente appello di Papa Francesco in favore dell’accoglienza dei migranti si accompagna a una rigorosa revisione normativa volta a rafforzare la sicurezza interna del Vaticano. Le nuove disposizioni, che prevedono pene severe per gli ingressi illegali, hanno sollevato un dibattito che ha coinvolto anche esponenti politici di rilievo.

Le misure introdotte includono pene detentive fino a quattro anni e sanzioni amministrative che possono raggiungere i 25mila euro. Questi provvedimenti mirano a disciplinare l’accesso al territorio della Città del Vaticano, garantendo al contempo il rispetto delle normative vigenti. Secondo fonti interne, l’obiettivo è preservare la sicurezza e la tranquillità di uno degli Stati più piccoli e simbolicamente rilevanti al mondo.

La critica politica

Non sono mancate reazioni critiche. L’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha commentato la notizia attraverso un post pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter). Nel suo messaggio, Vannacci ha evidenziato una presunta contraddizione tra il messaggio di apertura e accoglienza espresso dal pontefice e le nuove norme adottate dal Vaticano. “Il Papa blinda il Vaticano: fino a 4 anni di carcere e 25mila euro di multa per ingressi illegali, in contrasto con l’appello all’accoglienza dei migranti”, ha scritto Vannacci, stimolando un acceso dibattito online.

Il Vaticano, nonostante le sue dimensioni ridotte, è frequentemente al centro dell’attenzione globale. Ogni decisione presa all’interno delle sue mura ha un impatto simbolico che supera i confini del piccolo Stato. La duplice esigenza di promuovere un messaggio di solidarietà e, al contempo, garantire la sicurezza interna rappresenta una sfida complessa, che coinvolge sia aspetti pratici che implicazioni morali e politiche.

Implicazioni e reazioni

La scelta di adottare pene così severe è stata giustificata come misura preventiva, mirata a scoraggiare ingressi non autorizzati in un luogo di altissimo valore spirituale e culturale. Tuttavia, la concomitanza tra queste misure e il rinnovato appello all’accoglienza di Papa Francesco ha alimentato un dibattito pubblico che coinvolge cittadini, analisti e politici.

Se da un lato alcuni sostengono la necessità di bilanciare apertura e sicurezza, dall’altro non mancano voci che interpretano le nuove norme come un segnale di incoerenza. Il confronto prosegue, con il Vaticano che si trova, ancora una volta, al centro di un delicato equilibrio tra ideali universali e gestione concreta delle proprie responsabilità interne.

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