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Tra passato, presente e futuro riparte il “LabOratorio”

La stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Bologna, 24 gennaio 2022 – Oggi, nella sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è stata presentata la stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri, che prenderà avvio sabato 29 gennaio, curata dalla Fondazione del Monte insieme a Mismaonda.

Tutti gli incontri e gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, con possibilità di prenotazione.

Da gennaio a maggio 2022 l’Oratorio ospiterà oltre 35 eventi tra spettacoli, dialoghi, presentazioni di libri, anteprime nazionali e omaggi a grandi protagonisti della cultura italiana. Tanti i temi che saranno affrontati, dall’ambiente alla fantascienza, dall’informazione al mondo dello spettacolo, dal successo dei talent show a quello dei podcast.

«La Fondazione del Monte da anni ha aperto il suo bellissimo Oratorio, sostenendone i costi di gestione e condividendo con Mismaonda la programmazione, per offrire gratuitamente ai cittadini occasioni multiformi di condivisione culturale. È un modo per mettere insieme la comunità e per riportarla in luoghi dove le persone stanno bene insieme, come i teatri. In questi anni segnati dalla pandemia vedere le sale dei cinema, dei teatri, dei concerti, deserte e silenziose, ci ha fatto comprendere ancor più il ruolo vitale della cultura. La Fondazione continua dunque con molta convinzione a investire in ciò che crede indispensabile, in particolare per le nuove generazioni, che sono state private a lungo di spazi per socializzare, conoscere, scoprire, crescere e far vivere la loro umanità. Anche quest’anno, quindi, riapriamo le porte del nostro Oratorio per valorizzare il nostro patrimonio culturale, per dare nuovi stimoli di riflessione e spazio alla creatività e per cercare di ritrovare la dimensione di socialità che ci manca»afferma Giusella Finocchiaro, Presidente della Fondazione.

«Il passato, la memoria che ci nutre e ci indirizza. Il presente che ci informa e ci accoglie. Il futuro che possiamo immaginare ma anche predisporre. La nuova programmazione del LabOratorio si orienta su diverse linee tematiche spalancando una finestra sui tempi nuovi con lo sguardo ben puntato sulla contemporaneità e il pensiero sempre rivolto a chi ci ha preceduto. Il presente si rispecchia nel successo dei talent show e dei suoi protagonisti, nelle attuali drammaturgie teatrali, nei libri capaci di raccontare le icone, le ossessioni e le verità di questo periodo. Il passato ci porta invece a celebrare le ricorrenze illustri ma anche a riconsiderare artisti e intellettuali che hanno costruito la nostra impalcatura culturale. Il concetto di futuro, di cui la filosofia ha da sempre saputo farsi portatrice, sarà esplorato attraverso la questione ambientale e una riflessione sul tema della comunicazione che analizza come è cambiato il modo di leggere le notizie con focus sui podcast»dichiara Mariangela Pitturru, direttrice artistica di Mismaonda.

Il programma

AMBIENTE. L’attore Matteo Caccia e il botanico Stefano Mancuso presentano in anteprima il loro spettacolo dedicato alle storie di uomini e piante che negano i confini, mentre il filosofo Telmo Pievani, con il libro ‘Serendipità’, dimostra come la natura la sappia sempre più lunga dell’essere umano. Saranno in verde anche le tre domeniche mattina curate dalla casa editrice Il Mulino, che vedranno la presenza di autori che disquisiranno di piante, giardini e fiori: Alessandra ViolaPaola Bonfante e Carlo Tosco. Lo chef Marco Bianchi racconta del suo ‘Viaggio nel corpo umano’, un libro che affronta in modo assolutamente innovativo il rapporto fra salute e benessere. 

FANTAFILOSOFIA. Tornano a grande richiesta i Tlon, i due ‘filosofi pop’ tanto amati dai giovani. Maura Gancitano e Andrea Colamedici indagheranno i confini fra futuro e fantascienza discutendo di metaversi, distopie, extraterrestri, ma anche del famoso romanzo ‘Discorso di Metz’ di Philip Dick, che l’attore e regista Pietro Babina porterà in scena sul palco del San Filippo Neri.

INFORMAZIONE. Viviamo anni di comunicazione esasperata e confusa: ma come vanno riportate e lette le notizie? Tre gli esempi proposti: il primo, satirico, sarà illustrato dal comico Enrico Bertolino e dal giornalista Luca Bottura; il secondo, radiofonico, dalla scrittrice e conduttrice Claudia De Lillo; il terzo, incentrato sulla ricerca degli errori e dei refusi, dai giornalisti Marianna Aprile e Alessio Viola. Una testimonianza sul mondo dei podcast e sulle modalità di ascolto sarà offerta dalla coordinatrice editoriale di Storielibere.fm Chiara Tagliaferri con ‘Les Diaboliques’, dedicato alle sorelle Giussani.

TALENT SHOW. I talent sono ormai le trasmissioni cult del piccolo schermo, ma per i concorrenti di questi programmi cosa cambia dopo una lunga e fortunata esposizione televisiva? Racconteranno la propria esperienza e si esibiranno all’Oratorio gli artisti N.A.I.P. (X Factor), Black Blues Brothers (Tu si que vales) e Trejolie (vincitori di Italia’s Got Talent).

LIBRI IN SCENA. Sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che si cimentano nella narrazione o si raccontano in un libro. In programma incontri con il conduttore radiofonico Fabio Canino con il suo volume ‘RaffaBook’ dedicato al Raffaella Carrà; l’attrice Francesca Neri con l’autobiografia ‘Come carne viva’; l’attore Valerio Aprea con ‘A questo poi ci pensiamo’, un omaggio allo sceneggiatore e autore Mattia Torre; la cantautrice Nina Zilli con la sua opera prima ‘L’ultimo di sette’; l’attrice Isabella Carloni che racconta i suoi quattro monologhi contenuti ne ‘Le irriverenti’; il regista Peter Stein che illustra la sua straordinaria carriera in ‘Un’altra prospettiva’, libro scritto con l’attore e regista Gianluigi Fogacci.

PRIMA DELLA PRIMA. Sempre molto apprezzate dal pubblico, tornano le anteprime di spettacoli prima del loro debutto ufficiale. L’attrice Stefania Rocca propone ‘La madre di Eva’ tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, un dialogo fra una madre e una figlia in procinto di cambiare sesso. L’attrice Viola Marietti interpreta ‘Chef’ di Sabrina Mahfouz con la regia di Serena Sinigaglia, mentre l’attore Davide Pascarella presenta il suo copione ‘Appunti per un testo sulla fine del mondo’.

LA MEMORIA. Apre la stagione il monologo scritto e interpretato dall’attore Stefano Pesce in occasione della Giornata della Memoria in collaborazione con il Museo Ebraico.  È l’anno del centenario di due mostri sacri dello spettacolo italiano: Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. A tracciarne un tenero ritratto saranno i rispettivi figli: Ricky Tognazzipresenterà il documentario ‘La voglia matta di vivere’, in onda a marzo sulla Rai, mentre Paola Gassman, primogenita di Vittorio, ricorderà il padre con aneddoti e un assaggio teatrale.

Sempre sul filo della memoria, a dieci anni dalla morte di Lucio Dalla, la cantautrice Roberta Giallo omaggerà il grande artista bolognese nella data simbolo del 4 marzo, giorno di nascita del cantautore che dà anche il titolo a una delle sue più belle canzoni “4 marzo 1943”. La serata si inserisce all’interno delle manifestazioni ufficiali dirette da Ernesto Assante che si terranno in città. 

E ancora l’omaggio al critico teatrale Franco Quadri, rilevante intellettuale del secondo ‘900, ideato e offerto dall’attrice Fiorenza Menni e a cura dell’associazione Ubu. Inoltre un affezionato ricordo da parte della comunità teatrale al regista-drammaturgo Gianfranco Rimondi, scomparso un anno fa, e il singolare happening dell’attore teatrale Nicola Borghesi sulle vicende narrate dal giornalista Claudio Cumani nel libro ‘Cresciuti a pane e teatro’ sugli ultimi 50 anni del teatro bolognese e dei suoi protagonisti.

La novità di quest’anno è IL RACCONTO DI FILIPPO, una visita guidata con attori che, interpretando personaggi storici e di fantasia, condurranno il pubblico, negli spazi svelati e in quelli segreti dell’Oratorio. Il tour racconterà la storia di questo gioiello architettonico dedicato a San Filippo Neri inaugurato nel 1733 dal cardinale Lambertini, ridotto successivamente a caserma a causa degli editti napoleonici, acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e restituito a nuova vita nel 1999 dall’architetto Pier Luigi Cervellati, dopo gli ingenti danni subiti durante la seconda guerra mondiale. 

Gli eventi si terranno alle ore 20.30, salvo eccezioni indicate nel programma, all’Oratorio di San Filippo Neri (via Manzoni 5, Bologna). 

Tutti gli incontri e gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, con possibilità di prenotazione viaemail oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu o tramite sms / whatsapp 349.7619232.


In ottemperanza alle disposizioni vigenti ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19, per accedere all’Oratorio di San Filippo Neri saranno necessari Green Pass rafforzato e mascherina FFP2.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Attualità

Camera approva pene più severe per reati contro gli...

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“Dedico alle vittime mute e invisibili, soprattutto agli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno”. Esulta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, per l’approvazione nell’aula di Montecitorio della pdl AC30, di cui è prima firmataria e relatrice, che finalmente garantisce maggiore tutela penale agli animali: “Una rivoluzione”.

“Il testo – ricorda la deputata di Noi moderati – aumenta le pene, sia detentive che pecuniarie, per i principali reati e illeciti a danno degli animali: l’uccisione, il maltrattamento, l’organizzazione di combattimenti. Di fronte all’obiettiva gravità di certe condotte, tutti – partiti, associazioni, società civile – reclamavano sanzioni più severe, più deterrenza”. Tra le principali novità la rubrica del titolo IX bis del Codice penale: non più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali”, ma, in linea con la recente riforma costituzionale, “Dei delitti contro gli animali”. Viene tutelato non più il sentimento dell’uomo ma direttamente l’animale. Aumentano le pene per l’uccisione di animali (544-bis): si passa da quattro mesi di reclusione nel minimo e due anni nel massimo a sei mesi nel minimo e tre anni nel massimo, sempre congiunti ad una multa – finora non prevista – da 5 mila a 30 mila euro. “Se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale” si passa a un anno nel minimo e quattro nel massimo, con una multa raddoppiata da 10 mila a 60 mila euro: si potrà finire in carcere. Aumentano le pene per il maltrattamento degli animali (544-ter): si passa da tre mesi nel minimo e diciotto nel massimo a sei mesi nel minimo e due anni nel massimo, accompagnati sempre dalla multa (tra i 5 mila e i 30 mila euro) che oggi è alternativa alla reclusione.

Aumentano le pene pecuniarie per chi organizza spettacoli e manifestazioni con sevizie e strazio per gli animali (544-quater): aumenta significativamente la multa da 5 mila a 15 mila euro nel minimo, da 15 mila a 30 mila nel massimo. Aumentano le pene per la violazione del divieto di combattimenti o di competizioni non autorizzate tra animali (544-quinquies): la pena detentiva aumenta da uno a due nel minimo e da tre a quattro anni nel massimo. Sarà punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5 mila a 30 mila euro anche chi partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni. Aumentano le pene per l’uccisione o il danneggiamento degli animali altrui (art. 638): il reato diventa finalmente perseguibile d’ufficio, come quelli del titolo IX bis. La pena passa da sei mesi a un anno nel minimo e da un anno a quattro anni nel massimo, ai quali un ordine del giorno chiede di aggiungere la multa da 10 mila a 60 mila euro. L’articolo sarà applicabile all’uccisione o al danneggiamento anche di un solo bovino o equino. Per tutti questi reati contro gli animali sono previste nuove aggravanti, con l’introduzione dell’articolo 544-septies: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, se i fatti sono commessi nei confronti di più animali, se il fatto è diffuso attraverso strumenti informatici e telematici. Il divieto di tenere il cane alla catena, finora previsto solo da alcune leggi regionali, è introdotto a livello nazionale e sorretto da adeguate sanzioni (da 500 a 5 mila euro).

“Questo – sottolinea l’on. Brambilla – è il cambiamento che in molti attendevano, credo che se ne coglierà presto la portata. Alla percezione di sostanziale impunità, che accompagna chi commette crimini contro gli animali, corrisponde un sentimento di profonda indignazione in ampi settori dell’opinione pubblica, di tutti gli orientamenti politici e culturali, un sentimento che non era e non è possibile ignorare. A chi invece sogna l’impunità solo perché le vittime sono animali e non possono neanche parlare, dico che continui a sognare o si trasferisca in un altro Paese, perché qui per l’impunità non c’è spazio”.

“Da quattro legislature – conclude – porto avanti, e ne sono orgogliosa, questa battaglia di civiltà, che non ha colore politico, come dimostra il lavoro trasversale che facciamo nell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Ricordo il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto. E poi ci sono gli altri che non potrei citare tutti neppure se avessi a disposizione molte ore. Oggi posso dire di avere raggiunto un traguardo, di aver ottenuto pene più elevate, di aver mantenuto la promessa. E garantisco che non mi fermerò qui, proseguirò su tutti i fronti che richiedono l’attenzione di chi veramente ama e rispetta gli animali, nostri fratelli minori, nostri compagni di viaggio sull’arca planetaria”.

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Attualità

Nuovo Codice della Strada: tutto quello che cambia dal 2024...

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Il giorno in cui il Senato ha dato il via libera definitivo al Nuovo Codice della Strada è arrivato. Una riforma che ci tocca tutti, chi più e chi meno e che introduce novità importanti per garantire una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Tutto è pensato per ridurre gli incidenti, disciplinare meglio nuovi mezzi di trasporto come i monopattini elettrici e – diciamocelo – dare una stretta a chi proprio non riesce a seguire le regole.

Ma andiamo con ordine, perché di novità ce ne sono tante e meritano tutte un po’ della nostra attenzione.

Guida in stato di ebbrezza: tolleranza zero e nuove pene severe

Lo sappiamo tutti: mettersi al volante dopo aver bevuto o sotto l’effetto di droghe è una pessima idea. Le pene sono severe, ecco, ma ora sono ancora più dure. Perché? Beh, non c’è da stupirsi: i numeri parlano chiaro e sono terribili. Troppe vite spezzate, troppi incidenti che si potevano evitare. Che sia una birra di troppo o qualcosa di peggio, le conseguenze sono serie, pesanti e ti colpiscono dritto nel portafoglio, oltre che nella vita.

Tassi alcolemici e sanzioni: Facciamola semplice. Se hai un tasso tra 0,5 e 0,8 g/l, preparati a pagare fino a 2.170 euro e addio patente per almeno 3-6 mesi. Superi questa soglia? Peggio per te: la multa arriva fino a 6.000 euro, patente sospesa fino a due anni e nei casi più gravi, potresti finire dietro le sbarre per un anno. Non è uno scherzo.

Ah, e poi c’è la novità dell’Alcolock. Cos’è, ti chiedi? Un dispositivo che non ti fa neanche accendere la macchina se hai bevuto. Zero tolleranza, sul serio. Sarà obbligatorio per chi è stato già beccato a guidare ubriaco. Forse, finalmente, riusciremo a evitare che qualcuno ci ricaschi.

Uso del cellulare alla guida: più che una distrazione, un pericolo

Non ci giriamo attorno: il cellulare alla guida è una piaga. Tutti lo sappiamo ma quanti riescono davvero a resistere alla tentazione di dare un’occhiata veloce al messaggio arrivato o alla notifica che vibra? Bene, ora ci sarà un motivo in più per resistere, perché le multe sono salite.

– Chi viene colto in flagrante rischia una multa tra 250 e 1.697 euro. Non solo: la patente può essere sospesa da una settimana fino a 15 giorni. E per chi insiste e viene beccato più volte? Si parla di multe fino a 2.588 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di 10 punti.

L’obiettivo è chiarissimo: meno distrazioni, più attenzione. Le distrazioni al volante sono un pericolo non solo per chi guida ma per tutti gli altri utenti della strada. E qui il messaggio è chiaro: basta scuse.

Neopatentati: restrizioni più lunghe per imparare meglio

I neopatentati sono considerati una categoria a rischio e non è difficile capire il perché: poca esperienza, magari un pizzico di spavalderia. Per questo, le limitazioni sono state estese.

– Il periodo in cui i neopatentati non possono guidare veicoli di elevata potenza è passato da uno a tre anni. Tre anni in cui dovranno fare pratica con auto che non superino una potenza specifica massima di 75 kW/t e comunque non oltre i 105 kW, che corrispondono a circa 142 cavalli.

È una scelta che può sembrare restrittiva, ma che mira a far crescere i nuovi conducenti in sicurezza, senza la pressione di dover gestire auto troppo potenti prima di essere veramente pronti.

Monopattini elettrici: più sicurezza, meno anarchia

Negli ultimi anni, i monopattini elettrici hanno letteralmente invaso le città italiane. Veloci, pratici, ma anche un po’ pericolosi, soprattutto per la mancanza di regole chiare. Bene, ora le regole ci sono e sono abbastanza stringenti.

  • Targa e assicurazione obbligatorie: tutti i monopattini dovranno avere una targa e un’assicurazione. Sì, proprio così, non sono più chiacchiere. Basta con l’anarchia totale: ora, se succede qualcosa, bisogna sapere chi è stato, chi deve rispondere. Serve per responsabilizzare chi guida, ma soprattutto per avere un nome e un cognome in caso di incidente.
  • Casco obbligatorio per tutti: Che tu sia un ragazzino o un adulto, il casco va messo. Punto. Non importa l’età, importa la sicurezza. E poi, niente strade super trafficate: solo quelle urbane e solo se il limite è sotto i 50 km/h. Insomma, ci vuole un po’ di testa.

Le sanzioni? Non sono uno scherzo. Parliamo di multe da 100 a 400 euro se vai in giro senza assicurazione e da 200 a 800 euro se ti mancano cose essenziali come i freni o le frecce. Più regole, più sicurezza, meno rischi. E meno problemi per tutti.

Autovelox e infrazioni: più precisione nei controlli

L’uso degli autovelox è stato spesso criticato, soprattutto quando sembrava più uno strumento per fare cassa che per garantire la sicurezza. Ora, con la riforma, si punta a un uso più mirato e preciso.

– Gli autovelox potranno rilevare più infrazioni contemporaneamente: oltre alla velocità, potranno segnalare la mancanza di revisione o il mancato pagamento dell’assicurazione. Saranno installati solo in zone ad alta incidentalità e vietati in strade urbane con limiti sotto i 50 km/h o extraurbane sotto i 90 km/h.

L’idea è di usarli dove davvero servono, non per riempire le casse dei Comuni ma per evitare tragedie.

Abbandono di animali: pene più severe per tutelare tutti

Una delle novità più importanti riguarda l’abbandono di animali lungo le strade. Questo comportamento non è solo crudele, ma è anche pericoloso per gli automobilisti. Chi abbandona un animale e provoca un incidente rischia fino a sette anni di carcere. La patente potrà essere sospesa da sei mesi a un anno.

È un messaggio forte: gli animali non si abbandonano, e chi lo fa non mette a rischio solo la vita di un essere indifeso ma anche quella degli altri utenti della strada.

Obiettivi della riforma: un futuro più sicuro per tutti

Con queste modifiche, il messaggio è chiaro: basta incidenti evitabili, basta rischi inutili. Serve una stretta vera, una mano ferma che riporti ordine sulle strade. Pene più severe, regole nuove per quei mezzi che finora erano un po’ fuori controllo e controlli più rigorosi. Tutto questo per cercare di ridurre il numero di tragedie che, troppo spesso, si potrebbero evitare. Le nostre strade devono tornare a essere sicure. Per tutti.

Però, diciamocelo: una legge, da sola, non può bastare. Serve anche il nostro impegno, quello di tutti. Non è solo questione di seguire le nuove regole: è questione di responsabilità, di prendersi cura gli uni degli altri quando siamo al volante. La sicurezza stradale è una sfida comune, qualcosa che riguarda ognuno di noi. E sì, con un po’ di impegno da parte di tutti, possiamo davvero fare la differenza.

Quindi, occhi aperti, testa sulle spalle e cuore in quello che facciamo: la strada è di tutti e ognuno di noi ha il dovere di renderla più sicura.

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Attualità

Chi vuole parlare d’amore? La nuova docuserie che...

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Ragazzi, amori, sesso e verità senza filtri. Da martedì 19 novembre, arriva in esclusiva su RaiPlay una nuova docuserie dal titolo intrigante: “Chi vuole parlare d’amore?“. Le registe Isabel Achaval e Chiara Bondì, entrambe amiche e mamme, si sono lanciate in un’avventura per capire davvero cosa passa per la testa dei ragazzi quando si parla di sentimenti. Cos’è cambiato dall’epoca in cui loro stesse erano adolescenti? E cos’è invece rimasto lo stesso?

Immaginate due donne che camminano per le strade di Roma, con un microfono in mano e mille domande che fanno battere il cuore. Si fermano davanti ai ragazzi nei posti più autentici: fuori dalle scuole, nelle piazze dove ci si perde in chiacchiere fino a tardi, in biblioteca. Vogliono capire cosa c’è davvero dietro quegli sguardi quando si parla di amore. Così nasce “Chi vuole parlare d’amore?”. Non è solo un’indagine sociale, è molto di più: è un viaggio profondo, un tuffo nelle emozioni più vere, senza filtri, senza barriere.

La verità? Spesso i ragazzi parlano poco di queste cose. Un po’ perché sono timidi, un po’ perché hanno paura di non essere capiti. E va bene, è normale. Ma Isabel e Chiara non si fermano. Loro vogliono andare oltre, vogliono capire davvero. E così, puntata dopo puntata, esplorano ogni aspetto della vita sentimentale e sessuale dei giovani. Senza moralismi, senza pregiudizi, senza filtri. Si comincia dai “Primi amori” – quei primi batticuori che ti travolgono e ti fanno sentire come se niente altro al mondo contasse. Poi si passa agli “Amori difficili”, quelli che ti mettono alla prova e si arriva fino alla scoperta del sesso. Una puntata in cui si parla anche di educazione sessuale, con tutte quelle domande che i ragazzi spesso non trovano il coraggio di fare, né a scuola né a casa. Ecco, qui possono finalmente farle.

In questa docuserie non ci sono risposte preconfezionate: ci sono ragazzi veri, con le loro storie e i loro dubbi. C’è chi si chiede cosa sia il vero amore, chi si sente insicuro rispetto alla propria identità sessuale, chi fatica a capire cosa significhi avere una relazione sana nell’era del digitale. Le questioni di identità, di orientamento e il rapporto con il mondo digitale sono tutti temi che emergono, a volte con leggerezza, altre con più difficoltà.

Il bello è che questo viaggio non lo fanno da soli. In ogni episodio c’è una guida speciale: psichiatri, scrittrici, ginecologhe e persino filosofi, come Vittorio Lingiardi, Maria Grazia Calandrone e Violeta Benini, che aiutano a dare profondità e chiarezza a temi che spesso sembrano complicati da affrontare. È un percorso che si conclude guardando avanti, con l’episodio sul “Futuro”, in cui si parla di desideri, di speranze e perché no, della poesia che può educare ai sentimenti.

“Chi vuole parlare d’amore?” è un’occasione per fermarsi e riflettere su come cambiano le emozioni, su cosa significa oggi amare, essere vulnerabili, crescere. Noi crediamo che questo progetto rappresenti un punto di partenza per aprire un dialogo vero, senza barriere. Parlarne non dovrebbe mai essere un tabù, anzi, è un primo passo bellissimo per iniziare a capirsi e non possiamo che supportare un’iniziativa così importante, che arriva da Rai Contenuti Digitali.

Dal 19 novembre, su RaiPlay. Lasciatevi conquistare da questi racconti. Chissà, magari ci ritroveremo un po’ tutti in quelle storie.

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