Intervista esclusiva a Milca Gili: «Amo l’Italia, mi sento a casa!»
Milca Gili è una ex modella Argentina, proprietaria dell’azienda immobiliare “Gili Propiedades“. A 19 anni si è trasferita in Italia insieme a Belén Rodriguez, sua migliore amica, iniziando la sua carriera di modella. Ha lavorato nel mondo della moda a Milano per 15 anni, quando un cancro ha stravolto i suoi piani. Milca ha così iniziato a lavorare per Real Estate, addentrandosi in un mondo del tutto nuovo in cui arte e design sono i protagonisti. Mettendo insieme ciò che ha imparato negli anni, ha dato vita ad una sua azienda, unendo tre delle sue grandi passioni: l’architettura, il design e l’arte. Ha anche lavorato in TV nel programma Argentino “Me gusta la Tarde“. Noi l’abbiamo incontrata e non vogliamo anticiparvi troppo di ciò che ci ha raccontato: abbiamo parlato della sua carriera di modella, del suo magico rapporto con il nostro Paese, delle sue abitudini e di tanto altro… Vi proponiamo quindi la nostra intervista in cui Milca si racconta, in esclusiva, per la prima volta su un magazine italiano.
Ciao, Milca! Benvenuta su “Sbircia la Notizia Magazine”. Iniziamo con una domanda introduttiva: chi è Milca Gili?
Ciao, prima di tutto grazie. Io sono una persona come tante altre: piena di emozioni e amore da dare e da ricevere… Commetto degli sbagli, errori e di tanto in tanto, ho le mie insicurezze. Mi piace godermi la vita, assaporando il meglio di ogni attimo. Sono una persona genuina e spero di riuscire a trasmettere questo alle persone che mi conoscono e che mi seguono.
Cosa non può mancare nella tua routine giornaliera?
Non mi fermo mai durante il giorno, mi alleno spesso e faccio sempre tante cose, ma ho due abitudini irrinunciabili: prendo il mate, un infuso che prepariamo in Argentina con le foglie di erba mate, una pianta originaria del Sud America… E il caffè, così come lo preparate in Italia e non all’americana. Queste sono le abitudini che non possono mai mancare durante l’arco della mia giornata.
Hai lavorato come modella per molti anni, come hai iniziato?
Questa è la mia storia, ma anche di Belén: abbiamo iniziato a fare le modelle l’ultimo anno del liceo a Buenos Aires, poi un giorno lei mi ha detto che facevano un casting per lavorare in Italia: siamo andate insieme e ci hanno preso… È stata un po’ tutta una follia, anche per i nostri genitori e fidanzati. Avevamo 19 anni quando siamo venute in Italia, senza sapere la lingua e con soli 1000 euro. Inizialmente siamo state a Bologna e poi a Riccione, io ho fatto quattro sfilate a Milano, mi sono trovata un appartamento attraverso l’agenzia di moda e ho detto a Belén “la moda è Milano, andiamo lì!”. Lei piangeva perché voleva vivere sull’Adriatico. A quel punto le ho detto “io vado via”. Lei piangeva sul serio ed io le ho risposto “io parto da sola, non voglio convincerti ma per lavorare dobbiamo andare a Milano”. Mi chiamò 12 ore dopo e la trovai a Milano con le valigie sotto casa mia, che da quel momento diventò casa nostra. Abbiamo vissuto insieme per anni, condividendo anche il letto. Non abbiamo mai litigato, è un’amica veramente sincera e speciale. Non posso fare altro che amarla.
Sappiamo che hai affrontato un brutto male, ti va di raccontarci come hai vissuto questa fase della tua vita?
È molto doloroso parlarne… Ho avuto cancro all’intestino, per questo motivo ho lasciato la moda. Una decisione scaturita dalla chemioterapia e dal fatto che sia stata per un lungo periodo senza capelli, mi sono sentita debole e debilitata. Mi manca la moda ma ho sempre pensato positivo, anche quando ero ricoverata all’Istituto Europeo di Oncologia. Non avevo sintomi, solo un’anemia molto forte. Mi hanno ricoverata per due mesi, mi hanno fatto molte trasfusioni di ferro e non sono riusciti a trovare la giusta diagnosi. Fino a quando, attraverso la colonscopia, hanno rilevato un tumore maligno. L’operazione è stata doppia, per via laparoscopica mi hanno tagliato l’intestino, poi lo hanno ricollegato e cucito con fili di seta e ganci, con la tradizionale chirurgia a cielo aperto. I medici erano gentili ed accoglienti, facevano il loro mestiere con amore e per questo mi sentivo come in un albergo 5 stelle, perché non c’era posto migliore che stare lì. Stavo davvero male ma non ho mai perso l’ottimismo, cercando di guardare sempre il lato positivo. Non è stato facile e non sono parole fatte o finte. Perché è una malattia lunga, non è un momento o un emozione, è stata parte della mia vita e la vita è un percorso che decidi tu come vivere. Bisogna essere forti ed avere fede, è un lungo percorso e questo ci fa attraversare tutti gli stati d’animo, mi ci è voluto quasi un anno per guarire. Abbiamo sconfitto il cancro come una squadra, dobbiamo fidarci dei dottori, perché il cancro ha una cura: dobbiamo avere molta fede ed essere positivi, anche ridere e pensare cose carine guarisce. Non ho mai smesso di sorridere ed io ingrazio tutto il personale medico che mi ha aiutata a non perdere mai la speranza.
Qual è il tuo colore preferito che ti piace indossare durante un’occasione speciale?
Un po’ come tutte le bionde (ride, ndr), amo il nero. Ma in generale mi piace indossare un po’ tutti i colori…
Sei la proprietaria dell’azienda “GILI Propiedades”, come sei passata da modella ad imprenditrice immobiliare?
Ho dovuto lasciare la passerella, purtroppo, a causa del cancro. Alla fine della chemioterapia mi sono trasferita in Argentina, ed ho iniziato per caso a lavorare in Real Estate per servire il caffè e rispondere al telefono. Mi sono innamorata del settore immobiliare, perché io amo l’arte, il design e l’architettura… E mi piace molto il business. Nella moda impari che un mese guadagni zero mentre l’altro può andare bene e guadagnare tantissimo. Impari a gestirti i soldi, a lavorare per obiettivi. La moda mi ha insegnato tanto. Ho approfittato così di quei 15 anni nel mondo della moda per sviluppare un’attività commerciale che mette insieme le mie passioni. Nonostante la leggera malinconia nel sapere che non potrò più sfilare, porto sempre nel cuore la felicità di aver fatto parte di questo ambiente e vado quasi ogni anno alla Fashion Week, anche se dall’altro lato della passerella. Ma adesso la mia vita ha preso un’altra direzione e mi sento realizzata. Come ti dicevo, quando sono venuta in Italia avevo solo 19 anni, sono cresciuta lavorativamente lì e devo ammettere che avete una cultura di lavoro molto forte che porto nel sangue. Tutti gli italiani che sono arrivati in Argentina nella guerra hanno creato aziende importanti, che vanno tutt’oggi ancora avanti. Anche per questo io amo l’Italia.
Hai avuto qualche esperienza in TV?
Ho lavorato in TV, Radio ed anche al Cinema, ma sono più le offerte che ho rifiutato che quelle che ho accettato. Mi piaceva di più fare la modella perché viaggi tanto, impari altre lingue e conosci il mondo. Ho vissuto anche a New York e sono stata in tutti i continenti. Adesso che non posso fare più la modella per la mia età, sto facendo qualcosa in TV: ho girato una serie per Sony che si chiama “El Ángel de Hamburgo” ed ho lavorato in un magazine che va in onda tutti i sabato in Argentina: “Me gusta la Tarde”. Si, insomma, sono sempre più aperta a questo mondo, perché con gli anni bisogna sapersi reinventare.
Sei fidanzata?
No, attualmente non ho un compagno… Ma mi piacerebbe tanto. Magari, un giorno, troverò la persona giusta che mi farà battere il cuore.
Cosa fai per mantenerti sempre così in forma?
Penso che alla fine, la genetica sia tutto. In ogni caso pratico sempre dello sport, bevo tanta acqua e soprattutto cerco di mangiare bene, niente surgelato, niente fast food, tutto più naturale, fresco e fatto in casa: condurre un sano regime alimentare porta sicuramente i suoi giovamenti ad anima e corpo. La vecchia scuola mi piace ed il cibo italiano è l’ottava meraviglia del mondo!
A proposito di cibo, qual è il tuo piatto preferito?
Non è una domanda semplice questa… Dunque, tra i piatti argentini scelgo l’asado, un arrosto di carne mista tra cui le salsicce che noi chiamiamo chorizo, aromatizzate alla paprica. Per quanto riguarda, invece, i piatti italiani… Che dire, per me andrebbe bene anche aria fritta! Qualsiasi cosa che preparate in Italia, per me è perfetta! Vi amo! Grazie per la cultura gastronomica che avete!
Su Instagram hai oltre 123mila follower. Che rapporto hai con loro?
Non ho mai usato Instagram per sponsorizzare prodotti o per fare l’influencer, non è questa la mia professione. Per me é una compagnia, abito da sola e mi piace guardare cosa succede nel mondo, perché uno dei principali vantaggi dei social network è che ti mettono in contatto con persone che vivono anche a migliaia di chilometri di distanza… Questo è davvero molto bello. Sono molto presente, ma non lo uso per fini lavorativi: lo utilizzo con il cuore e questo le persone che mi seguono lo percepiscono. Fortunatamente non ho mai avuto haters, anzi ci sono molte persone che mi fanno sempre tanti complimenti.
Sei Argentina ma ami molto Milano, tanto che ci hai vissuto per molti anni della tua vita. Adesso però è già un anno che ti sei trasferita nel tuo Paese natale. Tornerai in Italia? Raccontaci un po’ il tuo legame con questo Paese…
Mi fai piangere e non è la prima volta che piango quando penso a questo. Avevo programmato di tornare in Italia a Marzo ma questo virus ha stravolto i miei piani: vedevo le persone che si chiudevano in casa per il lockdown, che cantavano sui balconi e subito dopo i camion dell’esercito che portavano i morti al crematorio. Mi sono spaventata tantissimo, in Argentina hanno anche chiuso l’aeroporto. Ciò che sta succedendo è tremendo, non avrei mai immaginato che potesse accadere. Ma ho passato cose peggiori, come dicevamo prima ho avuto un cancro e questo ha segnato profondamente la mia vita, che è totalmente cambiata. Tutti i miei amici stavano bene ed io male, questo virus invece è solidale, per una volta ci rende tutti uguali, con le stesse fragilità e gli stessi limiti. Ma rispondendo in breve alla tua domanda: la mia azienda ha sede in Italia, la mia vita è in Italia… Amo l’Italia, mi sento a casa e non vedo l’ora di poter tornare!
Sei mai stata a Napoli? Come descriveresti questa città?
Sì, certo! Ci sono stata tantissime volte. Napoli è… come dire, sempre “vicina”. Ci vado molto spesso e mi sento davvero a mio agio. Napoli è una festa, un posto unico, il cibo è eccezionale e la gente ha una passione per amare, per scherzare, per la musica, per vivere… e tutto ciò mi arriva dritto al cuore, forse per il fatto di essere Argentina, la trovo molto simile a noi.
Sei molto legata a Belén Rodriguez, tanto da pubblicare molto spesso foto che vi ritraggono insieme. Come state gestendo il vostro legame ora che non vi vedete da tanto?
Te ne ho parlato poco fa, Belén è speciale. Basta che parliamo un attimo al telefono o che ci vediamo anche via webcam e sembra che il tempo non sia mai passato. Andiamo sempre d’accordo, abbiamo anche vissuto insieme. Tra noi non c’è nessun tipo di gelosia e sappiamo essere felici senza fare programmi, perché semplicemente stare insieme già lo è. Se andiamo alla festa di Vogue, alla sfilata di Prada o a prendere un panino in piedi, per noi è indifferente. Insieme scherziamo, ridiamo, piangiamo, ci confidiamo… Amicizia e rispetto reciproco, sempre. Queste sono le cose che contano davvero per noi.
Come ha cambiato le tue abitudini il Coronavirus?
A volte mi sento un po’ come in galera e penso che questo sia un cambio di paradigma socio-economico. L’Italia ha una forte cultura di lavoro, tanto che la Repubblica è stata fondata sul lavoro stesso. Chiedere alle persone di rimanere in casa è durissimo, perché nonostante lo “smart working”, nulla è più come prima.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Un mio grande sogno che spero si possa realizzare presto, è poter portare a termine la scrittura di una serie che ho iniziato a scrivere con Belén, di cui purtroppo non posso svelare i dettagli perché è un progetto ancora in fase di sviluppo.
Per seguire Milca Gili su Instagram, vi rimandiamo al suo profilo ufficiale.
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Coronavirus
Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio
Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata
Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.
“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.
Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.
Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.
“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.
La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.
Coronavirus
Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso
Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.
Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo
Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.
Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.
Imprenditore e Filantropo
Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.
Doug è anche collaboratore di Waterboys.com, WorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.
Dietro le quinte dell’industria del vino
Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.
Una vita riservata
La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.
Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.
L’eredità di Doug Pitt
La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.
Coronavirus
È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”
E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.
Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.
E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.
Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.
Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.