Milano diventa in parte NO SMOKING, “Sbircia” la Città
La città di Milano è in parte zona “non fumatori”. Si tratta del primo passo di un piano pluriennale del Comune, finalizzato alla lotta all’inquinamento dell’aria.
A Milano niente più sigarette in mezzo alla folla. Da martedì 19 gennaio 2021 è vietato fumare entro 10 metri da altre persone, in alcune aree pubbliche, come fermate di autobus, tram, parchi, stadi, cimiteri ecc… Nel 2005, l’Italia è stato il primo Paese dell’UE a vietare il fumo in spazi ristretti, ma questa volta gli argomenti presi in considerazione sono ben diversi.
La città, guidata da Beppe Sala, sindaco di Milano dal 21 giugno 2016, ha preso questa misura per migliorare la qualità dell’aria nella metropoli, che è una delle più inquinate d’Europa, in particolare per la sua posizione geografica, al centro della Pianura Padana.
Piano climatico pluriennale
Le sigarette rappresentano almeno l’8% delle emissioni di polveri sottili note come “PM10”, presenti nell’aria dell’agglomerato urbano.
Nei prossimi mesi anche le grigliate e i fuochi d’artificio potrebbero essere banditi. Se il piano prosegue, entro il 2025 potrebbe essere vietato fumare anche nell’hinterland del capoluogo lombardo.
“Si tratta di provvedimenti che hanno un duplice obiettivo, aiutano a ridurre il PM10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori. Proteggere i polmoni dei residenti e impedire loro di togliersi le mascherine sanitarie per fumare.” Per il consigliere comunale Macro Granelli mantenere un apparato respiratorio sano e forte è ormai diventata una priorità per la città: ” Milano non poteva non farlo” ha aggiunto.
“Sbircia” la Città di Milano
Spesso considerata la capitale economica e finanziaria del nostro Paese, Milano si trova nel nord, in Lombardia ed ha una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti. Ospita la sede della Borsa Italiana e molte aziende italiane a vocazione internazionale come Alfa Romeo, Pirelli, RCS Media Group. Se visitiamo Milano, non possiamo perderci la famosa Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria, chiamata più semplicemente Duomo di Milano, che si trova sull’omonima piazza nel centro della città. Questa splendida Cattedrale in stile gotico e neoclassico fu costruita alla fine del XIV secolo. Dopo San Pietro a Roma e la Cattedrale di Siviglia, è la Chiesa più grande del mondo. A due passi dal Duomo, passeggiare (pandemia permettendo) nella lussureggiante Galleria Vittorio Emanuele II e fra le sue lussuose boutique, caffè e ristoranti è un’esperienza indimenticabile.
Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci rende omaggio con il suo nome a una delle menti più universali di tutti i tempi, Pittore, Scienziato, Ingegnere, Filosofo, Inventore. Al Genio del Rinascimento italiano sono dedicate 2 collezioni permanenti del Museo: “Leonardo da Vinci cittadino di Milano”, che espone disegni e archivi della sua attività di Ingegnere, Artista in città e presenta i luoghi della sua vita quotidiana e “Il Trattato di Pittura” che è una sorta di mostra didattica pittorica volta a spiegare la pittura a spettatori e artisti, progettata dallo stesso Leonardo da Vinci. Le altre collezioni sono distribuite nelle Gallerie secondo tematiche di scienza e tecnologia tradizionali. Troverete una sezione riservata ai trasporti, uno per i materiali, uno per l’energia, uno per la comunicazione, uno per le nanotecnologie e una Galleria pensata appositamente per i bambini. Avrete così la possibilità di vedere 15.000 oggetti che ripercorrono la Storia dell’Industria e delle Tecnologie dal XIX secolo ai giorni nostri e quindi comprendere i vari sviluppi tecnici.
Duomo
Il Duomo di Milano, è la terza Cattedrale più grande al mondo. Situata nel centro della città, sulla piazza omonima, è alto 108 metri. Con la statua in rame che si trova sulla sua sommità: “La Madoninna”, è il simbolo della città ed è visibile da quasi ovunque. La Cattedrale è uno splendore mozzafiato, la sua architettura esterna è un sublime accostamento di pietra e marmo bianco, in stile gotico. La facciata è adornata da numerose statue e sculture. La sua costruzione iniziò nel 1393 e fu completata più di 4 secoli dopo nel 1805, sotto l’egida di Napoleone che aggiunse l’ultima pietra all’edificio terminando la splendida facciata.
La Cupola fu costruita nel 1386 ed è un incontro dei 3 grandi stili architettonici dell’epoca: gotico, neoclassico e neogotico.
L’interno della Cattedrale è altrettanto sontuoso, con le sue 5 navate, le sue numerose statue, i suoi pavimenti in pregiati marmi, nero, bianco, rosa e rosso provenienti da tutta Italia. Le sue colossali e suggestive vetrate colorate, realizzate da pregiati manufatti italiani si sono succedute nei secoli e ognuna porta lo storico segno artistico del proprio tempo.
Castello Sforzesco
Per continuare questo tour storico e architettonico di Milano, è di rigore visitare il Castello Sforzesco. Edificato nel XIV secolo, alla fine del Medioevo (1358), era curiosamente collocato nel centro cittadino, originariamente per difendere la città dalle invasioni dei Veneziani, essendo Venezia all’epoca la grande rivale di Milano. Un secolo dopo, fu aggiunta la Fortezza che lo circonda, per ordine del Duca di Milano che diede il nome al castello: Francesco Sforza. Dopo essere passato fra dominazione francese, spagnola, napoleonica e austriaca, ha riacquistato la sua tranquillità dalla fine dell’Ottocento, dove ha perso la sua originaria vocazione ed è diventato il Museo civico della città. Il Parco che circonda il Castello è anche un’oasi di pace e verde per i milanesi.
La sezione museale comprende diverse collezioni permanenti, ognuna tanto varia e interessante quanto l’altra, a cominciare dalla raccolta di Arte Antica, che racchiude in particolare uno dei capolavori di Michelangelo: “La Pietà Rondanini”. Il Museo di Arte Decorativa comprende diverse opere di Leonardo da Vinci, il Museo Archeologico espone molti pezzi della Preistoria e dell’Antico Egitto. Infine, il Museo degli Strumenti Musicali espone strumenti superbi, che ricordando l’importanza della Musica Classica a Milano.
La Pinacoteca di Brera
Per un tuffo nell’arte pittorica, da sempre una delle punte di diamante di Milano, che alla fine non ha mai smesso di produrre brillanti artisti e di fare da città protettrice, dobbiamo assolutamente recarci alla Pinacoteca di Brera. Questo Museo è uno dei più importanti Musei di Pittura in Italia e fa da tramite tra Arte Antica e Moderna. Ha sede nello storico Palazzo (XIV secolo) nel quartiere Brera, che ospita anche l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, l’Osservatorio Astronomico, la Biblioteca Nazionale di Brera, l’Orto Botanico e l’Accademia di Belle Arti. Più precisamente, la Galleria si trova nell’antico monastero. Tra i grandi Maestri esposti, si potranno vedere opere dei Grandi Artisti del Quattrocento italiano come Tiziano (San Girolamo, Ritratto del Conte Antonio Porcia); Il Tintoretto (Compianto sul Cristo morto o Pietà, Ritrovamento del corpo di San Marco); Paolo Caliari detto il Veronese (Cristo Nell’Orto, Cena in casa di Simone il fariseo); Giovanni Bellini detto il Giambellino (La Pietà, La Vergine col Bambino benedicente, Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto) e Michelangelo Merisi noto come Caravaggio (La cena in Emmaus). Potremmo ammirare anche opere di altri grandissimi Artisti europei in particolare quelli della scuola olandese, come i dipinti di Rembrandt (Ritratto di donna) per esempio.
Moda, lusso e shopping
L’influenza e l’effusione artistica di Milano attraversano tutte le arti e le discipline ed è per questo che quando parliamo di Milano pensiamo direttamente (soprattutto le donne) alla moda, all’alta moda ed al lusso. Diversi luoghi imperdibili della città sono la gioia delle fashioniste di tutto il mondo, via Monte Napoleone nota come la più elegante, lussuosa e cara d’Europa, Gucci, Prada, Armani, Versace, Valentino, Dior, Fendi, Bottega Veneta, Alberta Ferretti, Dolce & Gabbana ed altre illustre firme sono quì… La Galleria Vittorio Emanuele è senza dubbio una delle Gallerie commerciali più belle del mondo. Situata tra La Scala e il Duomo, fu costruita nel XIX secolo in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Mengoni. Il suo ingresso, segnato da un superbo Arco di Trionfo, introduce in un mondo di lusso e pregiate delizie, sia per gli occhi che per il palato.
Per lo shopping intenso, il Quadrilatero della Moda o Quadrilatero d’Oro (formato dalle vie Monte Napoleone, via Della Spiga e Corso Manzoni) vi delizierà con le sue vetrine, una più lussuosa dell’altra. Non è raro incontrare in questa location di sciccheria stilisti prestigiosi, modelli famosi e personaggi noti.
La Scala
Una “leggenda” che ha visto varcare la sua soglia da grandi artisti, il Teatro alla Scala ospita sia rappresentazioni che balletti, opere liriche ed opere contemporanee. Costruito nel XVIII secolo, la Scala ha continuato ad essere frequentato dagli abitanti della città, alla ricerca di divertimenti e svaghi artistici per gli occhi e le orecchie. Oltre a vedere uno spettacolo, è possibile visitare il Museo ospitato nei locali, che rende omaggio a questo luogo mitico dell’autorevole creazione artistica italiana. In particolare sono esposti importanti costumi, strumenti musicali e documenti commemorativi degli spettacoli presentati in scena.
Design Musem Triennale
Il successo artistico senza tempo e universale di Milano sta nel fatto che non ha cessato di creare e interessarsi all’arte sin dal Rinascimento e dall’Epoca Classica. La creazione artistica è un eterno respiro della città e oggi Milano è un Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea. La sua testimonianza più eloquente è il Triennale Design Museum, che espone grandi opere del Design italiano. Il suo dinamismo è dovuto al fatto che non esistono collezioni permanenti ma che le Mostre si susseguono al ritmo di magnifiche creazioni artistiche contemporanee. Luogo di riferimento per la scena contemporanea e per gli amanti dell’arte, è un luogo essenziale d’avanguardia.
La Chiesa di Santa Maria e l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci
Se c’è un’opera d’arte di Leonardo da Vinci che bisogna assolutamente vedere durante il nostro soggiorno o tour a Milano (pandemia permettendo), è senza dubbio l’Ultima Cena, in mostra nella Chiesa di Santa-Maria delle Grazie. Classificata come patrimonio Unesco, la Chiesa risale alla fine del XV secolo. Il dipinto fu realizzato dall’Artista appositamente per il Cenacolo (refettorio) di questa chiesa, tra il 1494 e il 1498. Questo colossale dipinto di metri 4,6 + 8,8 è stato a lungo considerato il capolavoro della Chiesa.
Gloria del calcio
Per quanto le donne passeggiando per Milano, pensino alla moda ed al lusso, alla menzione del nome Milan, gli uomini pensano sicuramente al calcio. Con le sue 2 squadre di Premier League AC Milan e Inter Milan, la città non fa eccezione alla tradizione sportiva italiana e stabilisce il calcio come sport, attività e stile di vita nazionale, così gli appassionati di calcio possono visitare il mitico stadio di San Siro, dove oltre a vedere le partite, potranno visitare il museo, scoprire la storia delle squadre di calcio milanesi e ammirare oggetti unici e autografati come trofei e maglie di calciatori che hanno contribuito al prestigio e la vittoria delle squadre milanesi.
“Quando sono a Torino, a Milano, e non soltanto, mi muovo con emozione per le strade che ricordano i nomi degli uomini che hanno fatto l’Italia, i re e i primi ministri, ma anche i Cattaneo e i Mazzini.” (Carlo Azeglio Ciampi)
Attualità
Camera approva pene più severe per reati contro gli...
“Dedico alle vittime mute e invisibili, soprattutto agli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno”. Esulta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, per l’approvazione nell’aula di Montecitorio della pdl AC30, di cui è prima firmataria e relatrice, che finalmente garantisce maggiore tutela penale agli animali: “Una rivoluzione”.
“Il testo – ricorda la deputata di Noi moderati – aumenta le pene, sia detentive che pecuniarie, per i principali reati e illeciti a danno degli animali: l’uccisione, il maltrattamento, l’organizzazione di combattimenti. Di fronte all’obiettiva gravità di certe condotte, tutti – partiti, associazioni, società civile – reclamavano sanzioni più severe, più deterrenza”. Tra le principali novità la rubrica del titolo IX bis del Codice penale: non più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali”, ma, in linea con la recente riforma costituzionale, “Dei delitti contro gli animali”. Viene tutelato non più il sentimento dell’uomo ma direttamente l’animale. Aumentano le pene per l’uccisione di animali (544-bis): si passa da quattro mesi di reclusione nel minimo e due anni nel massimo a sei mesi nel minimo e tre anni nel massimo, sempre congiunti ad una multa – finora non prevista – da 5 mila a 30 mila euro. “Se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale” si passa a un anno nel minimo e quattro nel massimo, con una multa raddoppiata da 10 mila a 60 mila euro: si potrà finire in carcere. Aumentano le pene per il maltrattamento degli animali (544-ter): si passa da tre mesi nel minimo e diciotto nel massimo a sei mesi nel minimo e due anni nel massimo, accompagnati sempre dalla multa (tra i 5 mila e i 30 mila euro) che oggi è alternativa alla reclusione.
Aumentano le pene pecuniarie per chi organizza spettacoli e manifestazioni con sevizie e strazio per gli animali (544-quater): aumenta significativamente la multa da 5 mila a 15 mila euro nel minimo, da 15 mila a 30 mila nel massimo. Aumentano le pene per la violazione del divieto di combattimenti o di competizioni non autorizzate tra animali (544-quinquies): la pena detentiva aumenta da uno a due nel minimo e da tre a quattro anni nel massimo. Sarà punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5 mila a 30 mila euro anche chi partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni. Aumentano le pene per l’uccisione o il danneggiamento degli animali altrui (art. 638): il reato diventa finalmente perseguibile d’ufficio, come quelli del titolo IX bis. La pena passa da sei mesi a un anno nel minimo e da un anno a quattro anni nel massimo, ai quali un ordine del giorno chiede di aggiungere la multa da 10 mila a 60 mila euro. L’articolo sarà applicabile all’uccisione o al danneggiamento anche di un solo bovino o equino. Per tutti questi reati contro gli animali sono previste nuove aggravanti, con l’introduzione dell’articolo 544-septies: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, se i fatti sono commessi nei confronti di più animali, se il fatto è diffuso attraverso strumenti informatici e telematici. Il divieto di tenere il cane alla catena, finora previsto solo da alcune leggi regionali, è introdotto a livello nazionale e sorretto da adeguate sanzioni (da 500 a 5 mila euro).
“Questo – sottolinea l’on. Brambilla – è il cambiamento che in molti attendevano, credo che se ne coglierà presto la portata. Alla percezione di sostanziale impunità, che accompagna chi commette crimini contro gli animali, corrisponde un sentimento di profonda indignazione in ampi settori dell’opinione pubblica, di tutti gli orientamenti politici e culturali, un sentimento che non era e non è possibile ignorare. A chi invece sogna l’impunità solo perché le vittime sono animali e non possono neanche parlare, dico che continui a sognare o si trasferisca in un altro Paese, perché qui per l’impunità non c’è spazio”.
“Da quattro legislature – conclude – porto avanti, e ne sono orgogliosa, questa battaglia di civiltà, che non ha colore politico, come dimostra il lavoro trasversale che facciamo nell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Ricordo il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto. E poi ci sono gli altri che non potrei citare tutti neppure se avessi a disposizione molte ore. Oggi posso dire di avere raggiunto un traguardo, di aver ottenuto pene più elevate, di aver mantenuto la promessa. E garantisco che non mi fermerò qui, proseguirò su tutti i fronti che richiedono l’attenzione di chi veramente ama e rispetta gli animali, nostri fratelli minori, nostri compagni di viaggio sull’arca planetaria”.
Attualità
Nuovo Codice della Strada: tutto quello che cambia dal 2024...
Il giorno in cui il Senato ha dato il via libera definitivo al Nuovo Codice della Strada è arrivato. Una riforma che ci tocca tutti, chi più e chi meno e che introduce novità importanti per garantire una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Tutto è pensato per ridurre gli incidenti, disciplinare meglio nuovi mezzi di trasporto come i monopattini elettrici e – diciamocelo – dare una stretta a chi proprio non riesce a seguire le regole.
Ma andiamo con ordine, perché di novità ce ne sono tante e meritano tutte un po’ della nostra attenzione.
Guida in stato di ebbrezza: tolleranza zero e nuove pene severe
Lo sappiamo tutti: mettersi al volante dopo aver bevuto o sotto l’effetto di droghe è una pessima idea. Le pene sono severe, ecco, ma ora sono ancora più dure. Perché? Beh, non c’è da stupirsi: i numeri parlano chiaro e sono terribili. Troppe vite spezzate, troppi incidenti che si potevano evitare. Che sia una birra di troppo o qualcosa di peggio, le conseguenze sono serie, pesanti e ti colpiscono dritto nel portafoglio, oltre che nella vita.
– Tassi alcolemici e sanzioni: Facciamola semplice. Se hai un tasso tra 0,5 e 0,8 g/l, preparati a pagare fino a 2.170 euro e addio patente per almeno 3-6 mesi. Superi questa soglia? Peggio per te: la multa arriva fino a 6.000 euro, patente sospesa fino a due anni e nei casi più gravi, potresti finire dietro le sbarre per un anno. Non è uno scherzo.
Ah, e poi c’è la novità dell’Alcolock. Cos’è, ti chiedi? Un dispositivo che non ti fa neanche accendere la macchina se hai bevuto. Zero tolleranza, sul serio. Sarà obbligatorio per chi è stato già beccato a guidare ubriaco. Forse, finalmente, riusciremo a evitare che qualcuno ci ricaschi.
Uso del cellulare alla guida: più che una distrazione, un pericolo
Non ci giriamo attorno: il cellulare alla guida è una piaga. Tutti lo sappiamo ma quanti riescono davvero a resistere alla tentazione di dare un’occhiata veloce al messaggio arrivato o alla notifica che vibra? Bene, ora ci sarà un motivo in più per resistere, perché le multe sono salite.
– Chi viene colto in flagrante rischia una multa tra 250 e 1.697 euro. Non solo: la patente può essere sospesa da una settimana fino a 15 giorni. E per chi insiste e viene beccato più volte? Si parla di multe fino a 2.588 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di 10 punti.
L’obiettivo è chiarissimo: meno distrazioni, più attenzione. Le distrazioni al volante sono un pericolo non solo per chi guida ma per tutti gli altri utenti della strada. E qui il messaggio è chiaro: basta scuse.
Neopatentati: restrizioni più lunghe per imparare meglio
I neopatentati sono considerati una categoria a rischio e non è difficile capire il perché: poca esperienza, magari un pizzico di spavalderia. Per questo, le limitazioni sono state estese.
– Il periodo in cui i neopatentati non possono guidare veicoli di elevata potenza è passato da uno a tre anni. Tre anni in cui dovranno fare pratica con auto che non superino una potenza specifica massima di 75 kW/t e comunque non oltre i 105 kW, che corrispondono a circa 142 cavalli.
È una scelta che può sembrare restrittiva, ma che mira a far crescere i nuovi conducenti in sicurezza, senza la pressione di dover gestire auto troppo potenti prima di essere veramente pronti.
Monopattini elettrici: più sicurezza, meno anarchia
Negli ultimi anni, i monopattini elettrici hanno letteralmente invaso le città italiane. Veloci, pratici, ma anche un po’ pericolosi, soprattutto per la mancanza di regole chiare. Bene, ora le regole ci sono e sono abbastanza stringenti.
- Targa e assicurazione obbligatorie: tutti i monopattini dovranno avere una targa e un’assicurazione. Sì, proprio così, non sono più chiacchiere. Basta con l’anarchia totale: ora, se succede qualcosa, bisogna sapere chi è stato, chi deve rispondere. Serve per responsabilizzare chi guida, ma soprattutto per avere un nome e un cognome in caso di incidente.
- Casco obbligatorio per tutti: Che tu sia un ragazzino o un adulto, il casco va messo. Punto. Non importa l’età, importa la sicurezza. E poi, niente strade super trafficate: solo quelle urbane e solo se il limite è sotto i 50 km/h. Insomma, ci vuole un po’ di testa.
Le sanzioni? Non sono uno scherzo. Parliamo di multe da 100 a 400 euro se vai in giro senza assicurazione e da 200 a 800 euro se ti mancano cose essenziali come i freni o le frecce. Più regole, più sicurezza, meno rischi. E meno problemi per tutti.
Autovelox e infrazioni: più precisione nei controlli
L’uso degli autovelox è stato spesso criticato, soprattutto quando sembrava più uno strumento per fare cassa che per garantire la sicurezza. Ora, con la riforma, si punta a un uso più mirato e preciso.
– Gli autovelox potranno rilevare più infrazioni contemporaneamente: oltre alla velocità, potranno segnalare la mancanza di revisione o il mancato pagamento dell’assicurazione. Saranno installati solo in zone ad alta incidentalità e vietati in strade urbane con limiti sotto i 50 km/h o extraurbane sotto i 90 km/h.
L’idea è di usarli dove davvero servono, non per riempire le casse dei Comuni ma per evitare tragedie.
Abbandono di animali: pene più severe per tutelare tutti
Una delle novità più importanti riguarda l’abbandono di animali lungo le strade. Questo comportamento non è solo crudele, ma è anche pericoloso per gli automobilisti. Chi abbandona un animale e provoca un incidente rischia fino a sette anni di carcere. La patente potrà essere sospesa da sei mesi a un anno.
È un messaggio forte: gli animali non si abbandonano, e chi lo fa non mette a rischio solo la vita di un essere indifeso ma anche quella degli altri utenti della strada.
Obiettivi della riforma: un futuro più sicuro per tutti
Con queste modifiche, il messaggio è chiaro: basta incidenti evitabili, basta rischi inutili. Serve una stretta vera, una mano ferma che riporti ordine sulle strade. Pene più severe, regole nuove per quei mezzi che finora erano un po’ fuori controllo e controlli più rigorosi. Tutto questo per cercare di ridurre il numero di tragedie che, troppo spesso, si potrebbero evitare. Le nostre strade devono tornare a essere sicure. Per tutti.
Però, diciamocelo: una legge, da sola, non può bastare. Serve anche il nostro impegno, quello di tutti. Non è solo questione di seguire le nuove regole: è questione di responsabilità, di prendersi cura gli uni degli altri quando siamo al volante. La sicurezza stradale è una sfida comune, qualcosa che riguarda ognuno di noi. E sì, con un po’ di impegno da parte di tutti, possiamo davvero fare la differenza.
Quindi, occhi aperti, testa sulle spalle e cuore in quello che facciamo: la strada è di tutti e ognuno di noi ha il dovere di renderla più sicura.
Attualità
Chi vuole parlare d’amore? La nuova docuserie che...
Ragazzi, amori, sesso e verità senza filtri. Da martedì 19 novembre, arriva in esclusiva su RaiPlay una nuova docuserie dal titolo intrigante: “Chi vuole parlare d’amore?“. Le registe Isabel Achaval e Chiara Bondì, entrambe amiche e mamme, si sono lanciate in un’avventura per capire davvero cosa passa per la testa dei ragazzi quando si parla di sentimenti. Cos’è cambiato dall’epoca in cui loro stesse erano adolescenti? E cos’è invece rimasto lo stesso?
Immaginate due donne che camminano per le strade di Roma, con un microfono in mano e mille domande che fanno battere il cuore. Si fermano davanti ai ragazzi nei posti più autentici: fuori dalle scuole, nelle piazze dove ci si perde in chiacchiere fino a tardi, in biblioteca. Vogliono capire cosa c’è davvero dietro quegli sguardi quando si parla di amore. Così nasce “Chi vuole parlare d’amore?”. Non è solo un’indagine sociale, è molto di più: è un viaggio profondo, un tuffo nelle emozioni più vere, senza filtri, senza barriere.
La verità? Spesso i ragazzi parlano poco di queste cose. Un po’ perché sono timidi, un po’ perché hanno paura di non essere capiti. E va bene, è normale. Ma Isabel e Chiara non si fermano. Loro vogliono andare oltre, vogliono capire davvero. E così, puntata dopo puntata, esplorano ogni aspetto della vita sentimentale e sessuale dei giovani. Senza moralismi, senza pregiudizi, senza filtri. Si comincia dai “Primi amori” – quei primi batticuori che ti travolgono e ti fanno sentire come se niente altro al mondo contasse. Poi si passa agli “Amori difficili”, quelli che ti mettono alla prova e si arriva fino alla scoperta del sesso. Una puntata in cui si parla anche di educazione sessuale, con tutte quelle domande che i ragazzi spesso non trovano il coraggio di fare, né a scuola né a casa. Ecco, qui possono finalmente farle.
In questa docuserie non ci sono risposte preconfezionate: ci sono ragazzi veri, con le loro storie e i loro dubbi. C’è chi si chiede cosa sia il vero amore, chi si sente insicuro rispetto alla propria identità sessuale, chi fatica a capire cosa significhi avere una relazione sana nell’era del digitale. Le questioni di identità, di orientamento e il rapporto con il mondo digitale sono tutti temi che emergono, a volte con leggerezza, altre con più difficoltà.
Il bello è che questo viaggio non lo fanno da soli. In ogni episodio c’è una guida speciale: psichiatri, scrittrici, ginecologhe e persino filosofi, come Vittorio Lingiardi, Maria Grazia Calandrone e Violeta Benini, che aiutano a dare profondità e chiarezza a temi che spesso sembrano complicati da affrontare. È un percorso che si conclude guardando avanti, con l’episodio sul “Futuro”, in cui si parla di desideri, di speranze e perché no, della poesia che può educare ai sentimenti.
“Chi vuole parlare d’amore?” è un’occasione per fermarsi e riflettere su come cambiano le emozioni, su cosa significa oggi amare, essere vulnerabili, crescere. Noi crediamo che questo progetto rappresenti un punto di partenza per aprire un dialogo vero, senza barriere. Parlarne non dovrebbe mai essere un tabù, anzi, è un primo passo bellissimo per iniziare a capirsi e non possiamo che supportare un’iniziativa così importante, che arriva da Rai Contenuti Digitali.
Dal 19 novembre, su RaiPlay. Lasciatevi conquistare da questi racconti. Chissà, magari ci ritroveremo un po’ tutti in quelle storie.