Secondo il Center for Near Earth Objects Studies del Jet Propulsion Laboratory della NASA, un minuscolo asteroide si sta dirigendo direttamente verso la Terra.
Il suo arrivo sulla Terra è previsto intorno al 2 novembre, il giorno prima delle prossime elezioni presidenziali americane. In base a quanto dichiarato dal Center for Near Earth Objects Studies del Jet Propulsion Laboratory della NASA, un asteroide si sta dirigendo direttamente verso il nostro pianeta e potrebbe schiantarsi in questo autunno. Tuttavia, le sue dimensioni non rappresentano alcun pericolo reale. L’oggetto celeste, denominato 2018VP1, ha una misura 2 metri per 91 centimetri e pesa circa 15 chili. È stato identificato per la prima volta all’Osservatorio Palomar in California nel 2018.
“L’asteroide 2018VP1 è molto piccolo e non rappresenta una minaccia per la Terra. Se entrasse nell’atmosfera del nostro pianeta, si disintegrerebbe a causa delle sue dimensioni estremamente ridotte“, ha affermato la NASA in un comunicato.
La Terra non corre nessun rischio
Si tratta di un evento totalmente privo di rischi per la Terra e che affascina soprattutto gli appassionati di astronomia. Ma anche alcuni elettori americani: la presunta data dell’impatto, fissata per il 2 novembre, è quella del giorno prima delle elezioni americane. Sarà un segno? Naturalmente noi non approfondiamo questo argomento perché il nostro compito è quello di fare informazione, lasciamo tuttavia a voi l’immaginazione.
Cronaca
Omicidio Mollicone, ricorso in Cassazione contro...
La procura generale della Corte d'Appello di Roma ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di secondo grado del processo per l'omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001. Il 12 luglio scorso la Corte d'Assise d'Appello di Roma ha assolto tutti gli imputati: l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Anna Maria e i carabinieri, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, confermando di fatto la sentenza di primo grado. Il ricorso, che era stato annunciato dal procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma, Giuseppe Amato, durante una visita al Tribunale di Cassino, riguarda soltanto i Mottola e non i due carabinieri Quatrale e Suprano.
''Consapevoli che ci si trova in presenza di una cosiddetta 'doppia conforme' sentenza di assoluzione'', si legge nel ricorso, ''qui si vuole, potendolo fare, censurare la decisione liberatoria perché il giudice di Appello è incorso non tanto e non solo in evidenti carenze motivazionali, ma, di più, ha reso una motivazione solo apparente per non aver espresso un ragionamento intrinsecamente coerente e una valutazione argomentata degli elementi di prova (compresi quelli, nuovi, emersi in secondo grado) e per non avere esaminato le argomentazioni contrarie avanzate dalla procura generale sostenendone, eventualmente, l'infondatezza, l'indifferenza o la superfluità''.
''La mancanza di valutazione degli argomenti portati dall'accusa e, in alcuni casi, la mancanza di valutazione tout court'', spiega il ricorso firmato dal sostituto procuratore generale Deborah Landolfi, ''risulta evidente ove si consideri che il giudice, pur riconoscendo la valenza accusatoria degli elementi, non solo dichiarativi, acquisiti in atti, ne ha neutralizzato la rilevanza senza una spiegazione logica e comprensibile, limitandosi a considerazioni meramente assertive, senza valorizzazione di ipotesi alternative concretamente sostenibili''.
Nel ricorso si fa riferimento tra l'altro alle ''dichiarazioni acquisite in atti provenienti dal brigadiere Tuzi, che collocano inequivocabilmente la vittima nella caserma dei Carabinieri il giorno dell'omicidio''.
''Sono dichiarazioni cui la Corte attribuisce una intrinseca attendibilità, corroborata dal rilievo che tali dichiarazioni forniscono 'un tassello rilevante per la ricostruzione della vicenda' - scrive Landolfi - Ma da tale assunto la Corte non trae conseguenze coerenti in punto di responsabilità. E ciò fa non valorizzando concreti elementi di segno contrario, bensì limitandosi a considerare il dato aspecifico ed anzi non più attuale, perché contrastato dagli approfondimenti investigativi, della primigenia richiesta di archiviazione''. (di Giorgia Sodaro)
Cronaca
Violenza su donne, Moige: “Musica e pornografia...
"Dovere collettivo difendere la dignità delle donne in tutte le sue forme"
"In questa particolare e delicata giornata, vogliamo portare alla luce un tema di fondamentale importanza e urgente necessità di cambiamento: la dignità della donna e la violenza che questa subisce in molteplici forme nella nostra società. La violenza contro le donne non si manifesta solo con atti fisici, ma si insinua attraverso parole, immagini e comportamenti che minano la dignità personale e i valori di un'intera società". Così in una nota il Moige.
"Uno degli aspetti più subdoli e spesso trascurati di questa violenza - spiega il Movimento italiano genitori - è rappresentato dalle parole. Molti rapper continuano a perpetuare stereotipi dannosi e denigratori nei confronti delle donne con testi musicali che riducono la figura femminile ad un mero oggetto sessuale o che celebrano atteggiamenti violenti nei loro confronti, contribuiscono a normalizzare la misoginia. Un altro grave fattore che alimenta la violenza contro le donne è l'accesso sempre più diffuso alla pornografia. La rappresentazione distorta della sessualità femminile, che riduce la donna a semplice strumento di piacere, contribuisce a creare aspettative irrealistiche e dannose nei confronti delle donne stesse. Un tema che non possiamo ignorare è la crescente schiavitù moderna e il traffico di esseri umani, che spesso coinvolgono donne costrette alla prostituzione".
Infine, "le donne possono essere discriminate anche quando scelgono di diventare madri. In molti contesti lavorativi, le donne sono spesso costrette a scegliere tra carriera e famiglia, subendo pregiudizi e pressioni sociali che le penalizzano nel loro desiderio di maternità. Riteniamo - conclude il Moige - sia un dovere collettivo difendere la dignità delle donne in tutte le sue forme. La lotta contro le parole che degradano, l'accesso alla pornografia che distorce la realtà, lo sfruttamento nella prostituzione e la discriminazione nel desiderio di maternità, una lotta che ci riguarda tutti".
Cronaca
Poliziotte Silp Cgil: ”Imposizione gonna in divisa è...
"Dateci strumenti per poter garantire tutela e presa in carico donne che si oppongono a violenza"
''C’è una sessualizzazione implicita dei nostri corpi quando ci viene chiesto ‘come eri vestita?’ Sottostare a un regolamento di servizio che impone la gonna quale elemento distintivo di un genere (assolutamente irrilevante rispetto alle competenze richieste) risulta sessualizzante. I corpi delle donne non saranno mai liberi fino a che lo sguardo su di essi subirà tutti gli stereotipi che la cultura androcentrica ha costruito nel corso dei secoli. Le donne non saranno mai pienamente libere fino a quando il contesto sociale le incasellerà anche solo implicitamente come possedimento del ‘maschio’''. Lo sottolinea il gruppo donne del sindacato di polizia Silp Cgil in memoria delle sorelle Mirabal e di tutte le sorelle vittime di violenza nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne.
''Riteniamo il ruolo delle donne che operano come lavoratrici della Polizia di Stato di grande valore nella lotta di rivendicazione all’esistenza - proesegue il gruppo donne Silp Cgil - Donne anch’esse vittime di una società patriarcale che le discrimina, le violenta, le uccide. Donne che scelgono di difendere altre donne attraverso la prevenzione e la formazione, oltre che la repressione dei reati. Riteniamo necessaria l’educazione all’affettività quale forma di prevenzione della violenza di genere che attraversi e affronti la relazione tra affettività, identità di genere e stereotipi culturali. Ed in quanto professioniste che operano per la sicurezza e la prevenzione dei reati chiediamo ci vengano dati gli strumenti (logistici, formativi, di assistenza) per poter garantire la tutela e la presa in carico delle donne che decidono di opporsi alla violenza, in qualsiasi forma essa si manifesti''.
''Vogliamo Fare rumore e rivendicare il nostro diritto ad abitare spazi sicuri, affinché nessuna di noi debba più temere. Vogliamo Fare rumore affinché le nostre figlie e i nostri figli possano ricevere un’educazione al rispetto e possano vivere relazioni funzionali quale unica prevenzione vera alla violenza - concludono le donne della Silp Cgil - Il nostro è un grido che dice basta ai tagli sulla sicurezza; che chiede la supervisione quale forma di tutela per tutte le lavoratrici e i lavoratori che intercettano la violenza; che chiede di potenziare gli strumenti di prevenzione e parla di protocolli partecipati che investano ogni ambito del vivere quotidiano''. Il volantino è firmato dalle lavoratrici del Silp Cgil unite affinché ''nessuna donna debba pronunciare ancora le parole: '….. Torno a casa. Li denuncerò domani' (Franca Rame)''.