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Digital detox: dipendenza da internet e disintossicazione...

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Digital detox: dipendenza da internet e disintossicazione dal digitale

I casi in cui le conseguenze negative delle dipendenze sono note e tangibili sono quelli di cui si sente parlare maggiormente e sono quelle dovute all’abuso di sostanze stupefacenti, alcol, tabacco e il gioco d’azzardo. Molto meno spesso si sente parlare della dipendenza da internet e del digital detox.

Internet è entrato nelle nostre vite gradualmente e ne ha migliorato tanto aspetti, primo fra tutti l’informazione libera. Con il passare degli anni ha però preso sempre più spazio nella nostra vita. Inizialmente utilizzato per scopi pratici lavorativi, è diventato sempre di più un mezzo ludico.

Da mezzo di informazione ma anche mezzo di comunicazione: prima le e-mail poi la messaggeria istantanea. Da lì è stato un crescendo fino ad arrivare ai social network che impegnano molte ore della giornata di ognuno di noi.

Attualmente internet è presente in ogni singola azione della nostra vita soprattutto da quando esistono le App: lo usiamo per ordinare una pizza, per conoscere gli orari di apertura e chiusura di una attività, il suo indirizzo e come arrivarci. Tutte azioni che fino a poco tempo fa richiedevano l’uso del telefono o di interfacciarsi personalmente con altri esseri umani.

La svolta decisiva è stata data dalla pandemia: durante il primo lockdown internet era l’unica via di fuga. In breve tempo sono diventati molto cliccati i siti web collegati alle webcam live sulle piazze delle città d’arte o nei parchi naturalistici o sulle piste da sci deserte. Internet durante la pandemia ci ha salvato dall’isolamento sociale e ha permesso a molte persone di continuare a lavorare.

In quel periodo tutto ciò che non era collegato alla reta semplicemente non esisteva.

Tutto questo è accentuato dal fatto che se prima si doveva accendere il pc per connettersi alla rete, ora la rete è sempre con noi nella tasca dei jeans o nella borsa: c’è sempre una scusa per tirare fuori lo smartphone e scrollare le notifiche. Sto guardando le mail di lavoro; devo vedere se il pacco è stato consegnato; cerco una ricetta per la cena di stasera; sto facendo la spesa: la lista di scuse è infinita, la dipendenza da internet dilaga e il bisogno di un digital detox è sempre più necessario.

Quando diventa una dipendenza

Eesiste un lato oscuro di Internet. Se ci si rende conto che ogni volta che si ha lo smartphone in mano si ha bisogno di trovare una scusa per giustificarlo soprattutto a sé stessi, allora forse, potremo considerare questo atteggiamento come il primo campanello d’allarme che si tratti proprio di una dipendenza: un uso normale che sia di sostanze o di internet non ha bisogno di scuse.

Inoltre esistono alcuni segnali che potrebbero aiutare a capire se è il caso di pensare alla necessità di del digital detox, ad esempio:

  • Lo smartphone è la prima cosa che tocco al mattino (magari con la scusa della sveglia) e l’ultima prima di andare a dormire (sempre con la scusa di impostare la sveglia);
  • Controllo continuo della casella di posta elettronica e incapacità di staccarsi del tutto dal lavoro;
  • Non trovare il tempo da dedicare a un hobby o a una attività che si è sempre ritenuta piacevole ma trovarne sempre per l’uso dello smartphone per fini non strettamente necessari;
  • Scroll compulsivo delle pagine di notizie e/o dei social anche in assenza di notifiche;
  • I like e i commenti delle persone sotto i propri post hanno il potere di modificare l’umore;
  • Incapacità/difficoltà di concentrazione su attività quali la lettura perché si sente la necessità di prendere in mano lo smartphone.

Digital detox: disturbi psicologici associati alla astinenza di internet

Appurato quali sono i segnali che la dipendenza da internet porta con sé, si elencano di seguito quali sono alcuni dei disturbi associati.

Per quanto non sia stato inserito nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, è stata teorizzata la presenza di un disturbo psicologico chiamato Nomophobia, dall’inglese No Mobile Phone Phobia, che provocherebbe ansia, nausea, capogiri tremori e tachicardia nel caso in cui, per un qualsiasi motivo, non si dovesse avere lo smartphone a portata di mano.

Altri disturbi psicologici legati alla dipendenza da internet sono:

  • FOMO: da Fear Of Missing Out: la paura di perdersi qualcosa mentre non si guarda lo schermo, mentre non si è online, mentre si ha il telefono spento o in un’altra stanza. Una persona che sperimenta la FOMO vive in un incessante stato di suspence: il suo corpo produce in continuazione dopamina e cortisolo che sono gli ormoni di stress e piacere;
  • Burnout: fenomeni di burnout sono più frequenti da quando esiste lo Smart working. Il lavoro da remoto ha tanti vantaggi ma ha anche il grande svantaggio di tenerci sempre connessi. Senza un adeguato work-life balance è facile cadere vittime di stress da lavoro causato da un continuo bombardamento di dati e informazioni che sul lungo periodo può trasformarsi in un vero e proprio esaurimento nervoso.

Dipendenza da internet: quando c’è bisogno di una pausa

Come ogni droga, per smettere c’è bisogno di fare un percorso di disintossicazione digitale.

Nel caso specifico è stata coniata l’espressione digital detox che consiste proprio di una sospensione dell’uso dei dispositivi elettronici a partire dallo smartphone per un certo numero di ore o di giorni: può durare 6-10 ore da ripetere più volte durante l’anno o può essere fatta una sessione giornaliera di qualche minuto fino qualche ora.

Inizialmente ci si potrebbe sentire spiazzati dall’assenza di connessione. Pian piano si riprende in mano la propria vita, i propri hobby e il tempo senza telefono scorrerà più velocemente (e piacevolmente). È consigliabile associare la disconnessione al contatto con la natura: mare, montagna o anche il parco sotto casa. Non importa dove ricadrà la scelta, la natura in ogni sua forma ha un potere rigenerante che aiuta a ritrovare il contatto con sé stessi.

SI può provare a fare delle sessioni di digital detox in autonomia, o, in alternativa seguire un percorso guidato da un esperto singolo o di gruppo, che all’inizio dell’esperienza chiuderà lo o gli smartphone dei partecipanti in cassette di sicurezza e verranno restituiti solo quando il percorso sarà concluso. Non è poi tanto incredibile scoprire che senza il telefono in mano è addirittura possibile fare due chiacchiere con uno sconosciuto.

I vantaggi del digital detox

Se decidi di fare un percorso di disintossicazione digitale devi sapere che a beneficiarne saranno più ambiti della vita: il tempo, la salute, le relazioni e anche la produttività.

Il sondaggio “Digital 21” condotto nel 2021 da Hootsuite e We Are Social, ha rilevato che in media, in Italia nell’anno di riferimento, si sono trascorse più di sei ore su internet. Questo vuol dire che, escludendo le ore di sonno, passiamo immersi nella dipendenza da internet più di un 1/3 della nostra vita da svegli.   Forse è il caso di iniziare a pensare che quelle sei ore potrebbero essere impiegate meglio e non per forza in termini di produttività ma di relazioni, di riflessione e creatività.

Dal punto di vista del benessere fisico e psicologico, bastano quelle sei ore al giorno per creare problemi di sonno, fastidì agli occhi e una vita troppo sedentaria. Se si usasse almeno una parte di quel tempo facendo una attività sportiva, magari all’aria aperta, si potrebbero avere significativi benefici in termini di diminuzione dello stress e miglioramento del riposo.

Per quanto riguarda la produttività, chi non riesce a capire perché una sessione di digital detox possa migliorarla è perché ormai è nella ruota del criceto: non sta considerando che uno stop è rigenerativo per la mente che, quando ricomincerà a lavorare dopo una pausa rigenerante, sarà più efficiente e produttiva.

E a tavola? Si è davvero a tavola con corpo e mente o un occhio è sempre al cellulare? Per dirla in gergo, si assiste costantemente al fenomeno dell’phubbing. Phubbing viene da phone + hubbing che significa snobbare usando il cellulare.

Provando a “dimenticare” il cellulare in borsa (o meglio, in macchina) per tutta la cena, si avrà l’impressione di essere tutti presenti al 100% senza la perdere tempo a fare foto da postare sui social.

Un valido supporto

Se dopo aver letto questo articolo pensi di essere un digital addicted, di avere cioè una dipendenza da internet, potresti aver bisogno del supporto di un esperto che ti aiuti a ritrovare le fonti del benessere della tua vita a partire dall’individuazione di quanto tempo passi inutilmente connesso e di come ridurlo per restituirti delle sane abitudini che ti riconnettano a te stesso e alle persone a te vicine.

Per iniziare un percorso di digital detox puoi contattare un centro specializzato che metta a tua disposizione una equipe di medici, psicologi e counselor per guidarti nella disintossicazione digitale e riprendere il controllo del tuo tempo.

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Michel Barnier: il nuovo Primo Ministro della Francia...

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Emmanuel Macron ha fatto una scelta strategica nominando Michel Barnier come nuovo Primo Ministro della Francia, in un momento in cui il panorama politico francese è profondamente diviso. L’incarico a Barnier arriva dopo quasi due mesi di stallo politico, seguito alle elezioni legislative anticipate che hanno lasciato il Paese senza una maggioranza chiara in Parlamento. Macron ha incaricato Barnier di formare un governo di unità nazionale, con l’obiettivo di creare un equilibrio tra le diverse forze politiche del Paese, coinvolgendo anche l’opposizione.

Un uomo di esperienza per una Francia divisa

La carriera di Michel Barnier lo ha reso una figura rispettata sia a livello nazionale che internazionale. È stato ministro in diversi governi francesi e ha ricoperto il ruolo di commissario europeo per ben due volte. La sua esperienza è forse più nota per il ruolo di capo negoziatore dell’Unione Europea durante le trattative per la Brexit, un compito che ha svolto con grande abilità, guadagnandosi la fiducia di molti leader europei. Questi incarichi hanno contribuito a cementare la sua reputazione come abile mediatore e negoziatore, una qualità essenziale per navigare l’attuale crisi politica in Francia.

La Francia è attualmente frammentata, con la sinistra del Nuovo Fronte Popolare che ha ottenuto una vittoria nelle recenti elezioni legislative, ma non è riuscita a ottenere abbastanza seggi per formare un governo da sola. Questo ha creato un vuoto di potere che Macron ha cercato di riempire con la nomina di Barnier, sperando che la sua esperienza e il suo appeal possano unire un Parlamento diviso.

La sfida del governo di unità nazionale

La decisione di Macron di puntare su un governo di unità nazionale è una mossa volta a stabilizzare il Paese. Barnier è stato incaricato di formare un esecutivo che possa contare su un’ampia base di consenso, includendo rappresentanti di diverse forze politiche, in particolare del centrodestra. Questa strategia, pur complessa, punta a evitare il rischio di un blocco politico che potrebbe paralizzare le riforme necessarie per affrontare le sfide economiche e sociali della Francia.

L’obiettivo di Macron è chiaro: dare vita a un governo capace di navigare attraverso un periodo di tensione politica e disordini sociali, che ha visto una crescente ondata di proteste e malcontento in tutto il Paese. Le principali problematiche che Barnier dovrà affrontare comprendono una ripresa economica lenta, la gestione delle crisi internazionali e le riforme sociali che Macron ha promesso durante la sua presidenza.

Le reazioni politiche: un’opposizione in fermento

Non tutti, però, hanno accolto con favore la nomina di Barnier. Il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha duramente criticato la scelta, accusando Macron di aver “rubato” l’elezione e di aver ignorato la volontà del popolo. Mélenchon e altri esponenti della sinistra sostengono che la nomina di un esponente della destra come Barnier rappresenti un tradimento delle aspettative del Nuovo Fronte Popolare, che aveva ottenuto una vittoria significativa nelle elezioni legislative.

Mélenchon ha già chiamato a una massiccia mobilitazione popolare, programmando manifestazioni per le prossime settimane. Questo lascia intendere che il nuovo governo guidato da Barnier dovrà affrontare non solo la sfida di ottenere il consenso all’interno del Parlamento, ma anche di placare una parte dell’opinione pubblica sempre più scontenta e pronta a scendere in piazza per protestare contro quella che vedono come una “negazione della democrazia”.

La scelta di Barnier: tra pragmatismo e fedeltà a Macron

Michel Barnier, sebbene esponente di un partito di centrodestra, ha dimostrato negli anni una grande capacità di dialogo e una visione europeista che coincide con quella di Macron. La sua fedeltà alle istituzioni europee e la sua esperienza nel negoziare accordi complessi lo rendono una figura rassicurante per Macron, che ha bisogno di un premier in grado di mantenere continuità con le politiche portate avanti negli ultimi sette anni. Al contempo, Barnier rappresenta anche un elemento di novità rispetto al giovane Gabriel Attal, il predecessore che aveva guidato il governo per un breve periodo prima della crisi.

Barnier, il più anziano premier della storia della Quinta Repubblica, si troverà dunque a gestire una situazione che richiede grandi capacità diplomatiche, soprattutto nella formazione di una coalizione di governo che includa forze politiche molto diverse tra loro. Questa mossa potrebbe rafforzare la posizione di Macron, consolidando una leadership che punta a essere pragmatica e inclusiva, ma le sfide sono numerose e il futuro politico della Francia rimane incerto.

Le prospettive future

Il compito di Michel Barnier sarà quello di guidare la Francia attraverso un periodo di grandi cambiamenti e incertezze. La sua nomina come Primo Ministro è vista come una scelta pragmatica, ma non priva di rischi. Dovrà dimostrare di essere capace di costruire un governo che possa gestire le numerose sfide interne, tra cui la crescente disuguaglianza economica, il problema dell’immigrazione e il cambiamento climatico, che sono stati al centro del dibattito politico negli ultimi anni.

Allo stesso tempo, Barnier dovrà bilanciare le aspettative di una Francia che guarda sempre di più alle prossime elezioni presidenziali del 2027. Il rischio che la sua leadership sia solo transitoria è alto, soprattutto in un contesto in cui le forze politiche tradizionali stanno perdendo terreno di fronte a nuove formazioni più radicali e populiste. L’eredità che Barnier lascerà come Premier sarà strettamente legata alla sua capacità di creare un governo che possa realmente unire il Paese e prepararlo per le sfide future.

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Attualità

Il dolore che resta: Il toccante omaggio di Chiara...

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Dietro la facciata di una società sempre più frenetica e distratta che si dimentica delle tragedie personali dietro i fatti di cronaca, le parole di Chiara Tramontano dedicano un omaggio commovente alla sorella Giulia, tragicamente scomparsa in circostanze che hanno scosso l’Italia intera. La morte di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha lasciato una ferita profonda non solo nella sua famiglia ma anche in tutti coloro che hanno seguito la vicenda con angoscia.

Chiara, attraverso un post pubblicato sui social, ha affidato alla scrittura il suo dolore, raccontando il viaggio interiore che sta affrontando per convivere con l’assenza di Giulia. Le sue parole sono una testimonianza cruda e sincera di quanto sia difficile trovare un nuovo equilibrio in una vita segnata da una perdita così devastante.

Nel post, Chiara descrive il processo di accettazione di una realtà in cui la sorella non c’è più fisicamente, ma continua a essere presente in ogni gesto, in ogni pensiero, in ogni scelta quotidiana. Il dolore è palpabile, ma allo stesso tempo emerge una forza di volontà straordinaria nel voler trovare un senso e una serenità anche dopo una tragedia del genere.

Chiara scrive: “Oggi affido a questa tastiera il compito di raccogliere le mie lacrime e trasformarle in inchiostro su un foglio bianco. Non ho ancora trovato un posto in cui ospitarti nella mia nuova vita, quella dopo la tua morte“. Con queste parole si apre una lettera che non è solo un addio, ma un dialogo continuo con Giulia, un modo per mantenerla vicina nonostante l’assenza.

Il post prosegue affrontando i sensi di colpa che inevitabilmente emergono quando si cerca di andare avanti: “Tu sei il tramonto che mi lascio alle spalle ogni giorno, incolpandomi di averlo trascurato ed essere andata avanti“. Ma Chiara cerca di superare questi sentimenti, comprendendo che andare avanti non significa dimenticare, ma prepararsi a un nuovo giorno con la consapevolezza che la sorella sarà sempre parte della sua vita.

Chiara sottolinea come Giulia sia presente in ogni momento, anche nei dettagli apparentemente banali della vita quotidiana: “Tu sei nei 30 secondi di riposo tra un esercizio e l’altro in palestra, quei secondi che scorrono lentamente e che spesso mi ritrovo ad accorciare per non pensare“. È un dolore che si fa spazio tra gli impegni, che si manifesta nei momenti di pausa, ma che viene affrontato con dignità e resilienza.

Chiara aggiunge un messaggio carico di speranza: “Imparerò a rispettare il tempo e a dargli il giusto valore, non un aguzzino che mastica i miei ricordi e li sputa per farmi soffrire, ma la medicina del mio dolore“. È una riflessione sulla vita che continua, su come il tempo possa diventare un alleato per guarire le ferite, pur mantenendo vivo il ricordo di chi non c’è più.

Il dolore della famiglia Tramontano ha trovato un potente mezzo di espressione in queste parole che parlano di una perdita, ma anche di una forza che si alimenta dell’amore e del ricordo. La storia di Giulia Tramontano è diventata un simbolo di quanto sia importante non dimenticare le vittime di violenze, ma allo stesso tempo ci ricorda quanto sia fondamentale sostenere chi resta e deve affrontare l’immane compito di ricostruire una vita ferita.

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Attualità

Miss Italia racconta l’Italia: un emozionante viaggio...

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In un’epoca in cui i social media hanno il potere di connettere milioni di persone in tutto il mondo, Miss Italia ha deciso di sfruttare questa potente piattaforma per svelare le meraviglie nascoste del nostro amato Paese. Nasce così “Miss Italia Racconta l’Italia“, un’iniziativa che invita le concorrenti dell’85^ edizione del concorso a condividere, attraverso i loro occhi e le loro emozioni, i luoghi più affascinanti e suggestivi delle loro città.

Immaginate di intraprendere un viaggio virtuale, guidati dalle voci appassionate delle Miss che vi conducono attraverso le strade lastricate di storia, i monumenti che sfidano il tempo e i paesaggi mozzafiato che caratterizzano ogni angolo d’Italia. Grazie a Instagram, queste giovani donne avranno l’opportunità di catturare l’essenza del loro territorio in video di 90 secondi, regalando al mondo intero uno sguardo intimo e autentico sulle bellezze che spesso passano inosservate.

Ma “Miss Italia Racconta l’Italia”, quest’anno svolta in collaborazione con Acqua Rocchetta, non è solo un’occasione per celebrare il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. È anche una sfida per le concorrenti, che gareggeranno per il titolo di Miss Social della loro regione. Una commissione tecnica, guidata da esperti del settore digitale, valuterà ogni post, premiando l’abilità di creare uno storytelling coinvolgente, la maestria nella produzione visiva e la scelta di luoghi caratteristici, anche se non necessariamente famosi.

L’idea di questo straordinario viaggio virtuale è nata dalla mente brillante di Enzo Rimedio, digital communications manager di Miss Italia, nome di spicco nel panorama della comunicazione digitale italiana, autore di libri e docente di digital PR, che ha voluto portare la sua expertise per rendere il Concorso ancora più al passo con i tempi e coinvolgente per il pubblico con un progetto che prevede oltre 5 milioni di visualizzazioni complessive per circa 300 Miss partecipanti di tutta l’Italia.

Lo scorso anno, Elisa Novello, Miss Italia Social, ha dimostrato, nel suo video dedicato a San Lucido in provincia di Cosenza, come si possa incantare e emozionare una giuria. La sua vittoria è la prova tangibile del potere delle storie autentiche e della capacità dei social media di amplificare la voce di chi ha qualcosa di straordinario da condividere.

Che siate appassionati di arte, storia o semplicemente curiosi di scoprire angoli sconosciuti dello Stivale, “Miss Italia Racconta l’Italia” vi invita a intraprendere questo viaggio emozionante, un passo alla volta, un video alla volta. Lasciatevi trasportare dalle storie delle Miss, dalle loro emozioni e dalla loro passione per la bellezza, e scoprirete che l’Italia è un Paese che non smette mai di stupire e meravigliare.

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