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Intervista esclusiva a Marina Tagliaferri: «Io e Giulia abbiamo in comune un forte significato dell’ingiustizia»

Romana, attrice poliedrica e doppiatrice, diplomata all’Accademia nazionale di Arte Drammatica Silvio D’amico. Vanta un curriculum che va dal teatro, dove ha lavorato, tra gli altri, con Carmelo Bene, Mario Scaccia, Enrico Maria Salerno e Giorgio Albertazzi, al cinema e alla tv, dove è stata diretta da Francesca Archibugi, Alessandro D’Alatri, Carlo Vanzina e Giorgio Capitani. Parliamo di Marina Tagliaferri, interprete di uno dei personaggi più amati, apprezzati e longevi della fiction di Rai 3 “Un Posto al Sole”: Giulia Poggi. Benvenuta Marina! Grazie per aver accettato il nostro invito.

Vogliamo subito iniziare questa nostra chiacchierata analizzando due parole che, avendo analizzato la sua biografia, sembrano avere per lei un significato molto particolare: pianoforte e Bricca. Che sentimenti, emozioni rievocano alla sua mente?

“Per quanto riguarda il pianoforte è una cosa legata alla mia infanzia. Nella mia famiglia dalla parte delle donne abbiamo tutte studiato il pianoforte. Io ho continuato a farlo anche se non sono bravissima. E’ un oggetto a cui sono molto legata. Non potrei privarmene. Bricca è il nome della mia cagnolina. Era un nomignolo dato a me da alcuni amici napoletani e che ho poi regalato alla mia cagnetta.”

Bene, ora possiamo entrare nel vivo della nostra intervista, durante la quale cercheremo di approfondire aspetti privati e professionali della nostra ospite.

Com’era Marina da bambina, ovvero, di solito l’indole artistica è ben evidente già in tenera età; lei, quando ha iniziato a manifestare interesse per la recitazione e, soprattutto, è stata appoggiata dai suoi familiari o ha dovuto “lottare” per il suo sogno?

“La mia passione per il teatro nasce a 7 anni. Andavo a scuola dalle suore. Loro avevano un piccolo teatro. Scoprii la meravigliosa sensazione del palcoscenico, anche se piccolo e non l’ho più dimenticata. Non posso dire che la mia famiglia mi abbia ostacolato. Diciamo che è stata a guardare. Poi, naturalmente ne è stata fiera.”

Ha iniziato la sua carriera recitando a teatro; quali sono gli aspetti della recitazione teatrale che le sono stati utili, se lo sono stati, anche nel cinema e nella fiction?

“La recitazione è di per se’ una forma di analisi. Questo è forse l’aspetto più utile. Si può fare a meno dell’analista!”

Teatro, cinema, Tv, doppiaggio, pubblicità. Una carriera costellata di successi, ma se dovesse dichiarare la sua preferenza, a quale di queste arti la accorderebbe e perché?

“Sono nata con il teatro. Ne ho fatto tanto in una età di formazione, dai 20 ai 35. Quindi la mia casa resta il teatro, affettivamente ed emotivamente. Ma amo anche tutto il resto.”

Come venne a conoscenza della possibilità di recitare in “Un Posto al Sole”?

“Non sapevo che ci fosse in preparazione “Un posto al sole”. Avevo mandato alcune scene dai “Ragazzi del muretto” per un provino per un’altra produzione. Il produttore australiano di UPAS vide per caso quelle scene e volle convocarmi. Il resto è storia.”

Quando ha iniziato la sua avventura ad Upas, immaginava che avrebbe tenuto compagnia a milioni di italiani per 27 anni?

“Sicuramente no.”

E dopo 27 anni com’è il rapporto con i suoi colleghi?

“Ottimo, come sempre.”

Pensa che il ruolo di Giulia Poggi le abbia precluso altre opportunità, ad esempio nel mondo del cinema?

“Non saprei. E’ molto difficile giudicare un ruolo che vanta così tanti anni di attività. I pro e i contro possono essere molteplici.”

Cosa deve Marina Tagliaferri a Giulia Poggi e cosa, invece, Giulia Poggi deve a Marina Tagliaferri?

“Ci siamo trovate bene insieme. Giulia mi ha dato una parte della vita che non avevo e viceversa.”

Nella soap, Giulia è un’agguerrita femminista, inoltre, ha molto a cuore gli aspetti sociali, visto appunto il suo lavoro come assistente sociale. Da questo punto di vista, com’è Marina nella vita quotidiana?

“Io e Giulia abbiamo in comune un forte significato dell’ingiustizia. Non la sopportiamo e reagiamo con veemenza.”

Ha mai avuto il sentore che talune tematiche sociali, tratate ad Upas, siano state particolarmente apprezzate dal pubblico? Se sì, ne ha ricevuto manifestazione fuori dal set?

“Sicuramente. Una volta sono stata avvicinata da una “vera” assistente sociale che mi ha confidato che una loro assistita aveva trovato il coraggio di reagire ad una situazione molto pesante perchè aveva preso coraggio guardando come nelle nostre puntate avevamo affrontato lo stesso problema.”

Nell’Aprile del 2014 è stata insignita del premio “Donna dell’anno” dall’Associazione Italiana Culturale di New York. Cosa ha provato nel ricevere questo riconoscimento?

“E’ stato emozionante ma non tanto per il premio in se stesso. Sono stata molto felice di conoscere la comunità italiana di New York, il loro entusiasmo e la loro italianità… vera.”

Lei è anche un’apprezzata doppiatrice, non solo di cinema, ma anche di film d’animazione, fiction e telefilm; ricordiamo che ha prestato la sua voce, tra le altre, a Meryl Streep, Melanie Griffith, Whoopi Goldberg e Mariah Carey. Se ne avesse avuto la possibilità, quale attrice, in quale film e perché avrebbe voluto doppiare?

“Ho doppiato tante attrici ma sicuramente quella che sognavo di doppiare e che poi ho doppiato è Meryl Streep. E’ stata da sempre la mia attrice di riferimento sin dall’inizio.”

Che progetti ha Marina Tagliaferri per il futuro? In particolare, sappiamo che ha un sogno nel casseto cioè fare un musical: a che punto siamo?

“Il mio sogno di fare il musical nasce quando ero una ragazza. All’epoca però i musical italiani erano pochi. Poi sono stata presa dalle lunghe tourneé teatrali e poi da Upas e quindi è diventato più difficile ma… mai dire mai!”

Se avesse la possibilità, oggi, di dare un consiglio alla ragazza che nel 1974 calcava il palcoscenico teatrale al fianco di Carmelo Bene, nell’Amleto, cosa le direbbe?

“Goditi ogni attimo di quello che fai. Non dare niente per scontato. Vivi il ricordo prima che diventi tale!”

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma. Foto di Giuseppe D’Anna.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Attualità

Netanyahu: disponibilità a una tregua prolungata,...

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Il Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dichiarato di essere aperto a un cessate il fuoco di lunga durata, a patto che tutte le persone rapite vengano liberate. L’annuncio è stato fatto durante un incontro con alcuni familiari degli ostaggi, avvenuto nel tardo pomeriggio.

“Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato, a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. È una questione di giorni o ore. Aspettiamo la risposta di Hamas e poi si può iniziare subito”, ha affermato Netanyahu.

La proposta arriva in un momento di estrema tensione, con negoziati in corso tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi trattenuti dal gruppo palestinese. La condizione posta dal leader israeliano è chiara: il rilascio simultaneo e completo dei rapiti come prerequisito per un cessate il fuoco duraturo.

L’incontro con i familiari è stato caratterizzato da un clima emotivamente intenso, con appelli accorati per un intervento risolutivo. Netanyahu ha ribadito l’impegno del governo per il recupero degli ostaggi, sottolineando che ogni decisione sarà presa nel rispetto degli interessi di sicurezza nazionale.

Tensione nei negoziati

Il contesto in cui si inserisce questa proposta è complesso. Da una parte, Israele cerca di garantire la sicurezza dei propri cittadini, mentre dall’altra Hamas utilizza il rilascio degli ostaggi come leva negoziale. Le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive per determinare l’esito delle trattative.

Secondo fonti vicine ai negoziati, le discussioni stanno procedendo su binari paralleli, con l’obiettivo di trovare un compromesso che soddisfi entrambe le parti. Tuttavia, la richiesta di Netanyahu potrebbe rappresentare un punto di rottura, qualora Hamas non fosse disposto a rispettare le condizioni imposte.

Il contesto internazionale

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi della situazione. Diversi leader mondiali hanno espresso il proprio sostegno a una soluzione pacifica, incoraggiando entrambe le parti a perseguire il dialogo. Tuttavia, la strada verso un accordo appare ancora incerta.

La questione del rilascio degli ostaggi è particolarmente delicata, in quanto coinvolge non solo aspetti umanitari ma anche implicazioni politiche e strategiche di ampio respiro. Il ruolo di mediatori internazionali potrebbe risultare cruciale per facilitare un esito positivo.

Prossimi sviluppi

Netanyahu ha sottolineato che il tempo è un fattore determinante. “Ogni ora che passa è preziosa. Siamo pronti ad agire immediatamente, ma attendiamo una risposta chiara da parte di Hamas”, ha dichiarato il premier.

Mentre si attende un aggiornamento ufficiale, le famiglie degli ostaggi rimangono in uno stato di angosciosa attesa, sperando che i negoziati possano portare a un risultato concreto e rapido. La proposta di una tregua prolungata, se accettata, potrebbe rappresentare un passo significativo verso una riduzione delle tensioni nella regione.

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Attualità

Nuove norme contro le recensioni false online: approvato il...

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Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al primo disegno di legge annuale dedicato alle micro, piccole e medie imprese (PMI), introducendo un pacchetto di norme mirato a contrastare il fenomeno delle recensioni false online. Questo intervento legislativo rappresenta un passo strategico per rafforzare il sistema produttivo italiano e promuovere la trasparenza nel settore del turismo e non solo.

Un problema di concorrenza sleale e credibilità

Le recensioni online non autentiche, spesso redatte da utenti anonimi, creano danni significativi alle imprese, definibili come una forma di concorrenza sleale, pubblicità ingannevole e frode. Secondo il Ministero del Turismo, gli effetti di queste pratiche possono compromettere la reputazione di hotel, ristoranti e attrazioni turistiche, con conseguenze che richiedono anni di lavoro per essere risanate.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento: “Oggi segniamo un passo cruciale per la tutela delle nostre imprese. Con questo disegno di legge dimostriamo il nostro impegno nel difendere il tessuto imprenditoriale del turismo italiano, garantendo un mercato equo e trasparente”.

Le principali misure del disegno di legge

Il testo, che affronta la questione delle recensioni nel capo IV, prevede una serie di regole stringenti per garantire la veridicità delle valutazioni online. Tra le disposizioni principali:

  • Solo i consumatori che dimostrano l’identità e l’effettivo utilizzo di un servizio o prodotto potranno lasciare recensioni.
  • Le recensioni dovranno essere dettagliate, pertinenti e pubblicate entro quindici giorni dall’esperienza.
  • Le aziende recensite avranno il diritto di replicare e richiedere la rimozione di recensioni false, ingannevoli o obsolete, incluse quelle risalenti a più di due anni o riferite a condizioni ormai superate.

Il ddl vieta inoltre:

  • L’acquisto e la vendita di recensioni, sia tra imprenditori sia attraverso intermediari.
  • L’attribuzione di recensioni a prodotti o servizi non effettivamente valutati.
  • La manipolazione delle recensioni tramite incentivi o promozioni.

Il ruolo delle autorità di controllo

Due autorità saranno incaricate di garantire il rispetto delle nuove norme:

  • L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che definirà codici di condotta per le piattaforme online e i soggetti coinvolti nella diffusione delle recensioni, con l’obiettivo di assicurare trasparenza e autenticà.
  • L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), responsabile della vigilanza e della sanzione di eventuali violazioni.

Le norme non si applicheranno retroattivamente alle recensioni pubblicate prima dell’entrata in vigore della legge.

Reazioni e aspettative del settore

Il provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, Assoutenti ha accolto positivamente l’iniziativa, sottolineando l’importanza di una maggiore trasparenza per i consumatori. Tuttavia, l’associazione ha anche evidenziato la necessità di una regolamentazione più rigorosa per i social network, dove influencer e micro-influencer spesso promuovono prodotti e servizi attraverso contenuti che appaiono come opinioni disinteressate ma che, in realtà, nascondono accordi commerciali non dichiarati chiaramente.

Dall’altra parte, Confesercenti ha espresso delusione, definendo il disegno di legge insufficiente rispetto alle aspettative iniziali. “Annunciato come un intervento rivoluzionario, il provvedimento appare poco incisivo e inadeguato a valorizzare il sistema delle micro, piccole e medie imprese italiane”, ha dichiarato l’associazione.

Il disegno di legge, nato con l’obiettivo di rafforzare la fiducia dei consumatori e dei turisti, punta a consolidare la credibilità del “Sistema Italia”, considerato un pilastro per lo sviluppo economico del Paese. Resta ora da vedere come le nuove norme saranno implementate e quale impatto avranno sul settore produttivo e sul turismo.

Un percorso legislativo che, nonostante le critiche, rappresenta un primo tentativo di affrontare un problema sempre più pressante nel contesto digitale e commerciale odierno.

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Attualità

Vaticano: Appello all’accoglienza e nuove norme per...

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ROMA – Il recente appello di Papa Francesco in favore dell’accoglienza dei migranti si accompagna a una rigorosa revisione normativa volta a rafforzare la sicurezza interna del Vaticano. Le nuove disposizioni, che prevedono pene severe per gli ingressi illegali, hanno sollevato un dibattito che ha coinvolto anche esponenti politici di rilievo.

Le misure introdotte includono pene detentive fino a quattro anni e sanzioni amministrative che possono raggiungere i 25mila euro. Questi provvedimenti mirano a disciplinare l’accesso al territorio della Città del Vaticano, garantendo al contempo il rispetto delle normative vigenti. Secondo fonti interne, l’obiettivo è preservare la sicurezza e la tranquillità di uno degli Stati più piccoli e simbolicamente rilevanti al mondo.

La critica politica

Non sono mancate reazioni critiche. L’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha commentato la notizia attraverso un post pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter). Nel suo messaggio, Vannacci ha evidenziato una presunta contraddizione tra il messaggio di apertura e accoglienza espresso dal pontefice e le nuove norme adottate dal Vaticano. “Il Papa blinda il Vaticano: fino a 4 anni di carcere e 25mila euro di multa per ingressi illegali, in contrasto con l’appello all’accoglienza dei migranti”, ha scritto Vannacci, stimolando un acceso dibattito online.

Il Vaticano, nonostante le sue dimensioni ridotte, è frequentemente al centro dell’attenzione globale. Ogni decisione presa all’interno delle sue mura ha un impatto simbolico che supera i confini del piccolo Stato. La duplice esigenza di promuovere un messaggio di solidarietà e, al contempo, garantire la sicurezza interna rappresenta una sfida complessa, che coinvolge sia aspetti pratici che implicazioni morali e politiche.

Implicazioni e reazioni

La scelta di adottare pene così severe è stata giustificata come misura preventiva, mirata a scoraggiare ingressi non autorizzati in un luogo di altissimo valore spirituale e culturale. Tuttavia, la concomitanza tra queste misure e il rinnovato appello all’accoglienza di Papa Francesco ha alimentato un dibattito pubblico che coinvolge cittadini, analisti e politici.

Se da un lato alcuni sostengono la necessità di bilanciare apertura e sicurezza, dall’altro non mancano voci che interpretano le nuove norme come un segnale di incoerenza. Il confronto prosegue, con il Vaticano che si trova, ancora una volta, al centro di un delicato equilibrio tra ideali universali e gestione concreta delle proprie responsabilità interne.

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