Rateizzazione cartelle 2025, cosa cambia e tutte le novità del DL Riscossione
Con il via libera definitivo sul Decreto Riscossione, arrivato il 3 luglio, si pongono le basi della nuova rateizzazione delle cartelle esattoriali: dal 2025 cambiano gradualmente i piani di pagamento che si possono richiedere
Chi riceve delle cartelle esattoriali può richiedere di saldare il debito con il Fisco tramite una rateizzazione: oggi è possibile ottenere un piano ordinario fino a 72 rate oppure straordinario fino a un massimo di 120.
Dal 2025 sarà possibile suddividere i pagamenti in tempi che, anno dopo anno, diventano sempre più lunghi: a prevederlo è il Decreto Riscossione, approvato in via definitiva con il Consiglio dei Ministri del 3 luglio.
Dal 2025 rateizzazione delle cartelle in 84 rate mensili: le novità del Decreto Riscossione
L’importo del debito da rateizzare continuerà a fungere da spartiacque: entro i 120.000 euro sarà possibile accedere al piano di rate senza documentare dettagliatamente le proprie difficoltà economiche.
In via semplificata dal 2025 si potrà richiedere di suddividere il pagamento delle cartelle esattoriali in 84 rate mensili.
Attualmente il piano ordinario si ferma a 72 rate, mentre in via straordinaria e con dettagliata documentazione si può arrivare alla suddivisione dei pagamenti in 10 anni.
Il calendario di versamenti della rateizzazione semplice si amplierà ulteriormente negli anni successivi:
●dal 2027 i contribuenti potranno richiedere l’accesso a 96 rate mensili;
●dal 2029 si arriverà a un piano che arriva fino a 108 rate.
Come cambia la rateizzazione delle cartelle: le novità dal 2025
I cittadini e le cittadine che, invece, presenteranno una specifica documentazione a sostegno delle proprie condizioni economiche potranno accedere a una rateizzazione ancora più estesa che parte da 85, 96 e 108 rate e arriva fino a 120 rate mensili in base all’anno in cui viene effettuata la richiesta.
A prescindere dal momento in cui si richiede la rateizzazione delle cartelle, invece, il piano arriva fino a un massimo di 10 anni nei seguenti casi:
●importi superiori ai 120.000 euro;
●documentazione a sostegno della propria condizione economica.
I dettagli sugli elementi da considerare per provare le difficoltà economiche saranno stabiliti con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze: in ogni caso, tra gli altri fattori, per le persone fisiche e i titolari delle ditte individuali continuerà a far fede l’ISEE, Indicatore della Situazione Economica Equivalente, mentre per gli altri soggetti sarà preso in considerazione l’indice di liquidità.
Lo stesso testo individuerà anche particolari eventi che potranno far scattare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà e metodi di valutazione diversi nel caso in cui non siano applicabili i parametri standard.
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