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Nuovo Frecciarossa 1000, più green e tech, circolerà da fine 2025

Oltre 1,3 mld di investimento per 46 treni, 36 già commissionati a Hitachi con opzione per ulteriori 10 treni

Nuovo Frecciarossa 1000, più green e tech, circolerà da fine 2025

Più tecnologico e più sostenibile, il nuovo Frecciarossa 1000 di Trenitalia (Gruppo Fs) inizierà a viaggiare sui binari italiani entro il 2025. Presentato oggi a Berlino, durante la fiera internazionale InnoTrans, il nuovo Frecciarossa fa parte di un ordine di Trenitalia commissionato a Hitachi per la fornitura di 36 treni Etr1000, con opzione per ulteriori 10 convogli, per un totale di 46 treni e un valore economico complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro. Le prime consegne sono previste a partire dal prossimo anno, fino al 2028, con un ritmo di circa otto treni l’anno.

Il Frecciarossa 1000 raggiunge una velocità massima di 300 km/h (è omologato per raggiungere i 360 km/h) ed è il primo treno alta velocità al mondo ad avere ottenuto la certificazione di impatto ambientale (Epd) basata su un’attenta Analisi del Ciclo di Vita (Lca). Ogni dettaglio, dalle leghe leggere di cui è composto, fino ai nuovi motori elettrici che lo spingono, è stato progettato per ridurre al minimo il consumo di energia.Tra le caratteristiche della nuova generazione di Frecciarossa 1000, l’aumento del tasso di riciclabilità che arriva al 97,1% (+2,7% rispetto alla precedente flotta), un’affidabilità accresciuta grazie al miglioramento dell’efficienza del sistema di trazione, unito ad un miglioramento dell’efficienza energetica.

Corradi: "nuovo Frecciarossa 1000 più green, pensiamo alle future generazioni"

"Un treno come questo dura più di 25 anni, è diventata una responsabilità fondamentale pensare a cosa lasciamo alle prossime generazioni", dice Luigi Corradi, Ad Trenitalia, in un punto stampa in occasione dell’inaugurazione del nuovo Frecciarossa 1000 a InnoTrans. Uno dei punti che noi ormai mettiamo nelle gare per comprare i treni è proprio la riciclabilità dei materiali e il passaggio che stiamo introducendo, e lo abbiamo già fatto sugli intercity, è di usare materiali riciclabili: sugli intercity abbiamo fatto dei sedili nuovi utilizzando plastiche riciclate, recuperate dal mare". Non solo, "abbiamo ridotto i consumi. Tra il fatto che pesa un po' meno e le tecnologie nuove usate per il convertitore, ci aspettiamo una riduzione dei consumi del 5-10%. Considerato che le flotte sono ampissime e vanno avanti e indietro per l'Italia, parliamo di un impatto importante. Un treno come questo fa più di 500mila km l'anno".

Un piano di espansione in Europa

Il Frecciarossa 1000 è stato progettato e realizzato per viaggiare, oltre l'Italia, su sette reti ferroviarie europee, Francia, Germania, Spagna, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Belgio. Frecciarossa raggiunge 120 destinazioni in Italia con oltre 270 collegamenti giornalieri, e corre anche sui binari di Spagna e Francia. "Un treno totalmente italiano ma che esportiamo anche all'estero - aggiunge Corradi - Gira fondamentalmente in Italia, è operato in Italia ma anche in Spagna con successo enorme - stiamo crescendo moltissimo sul mercato spagnolo - e poi andiamo anche in Francia. Abbiamo un piano di espansione che non posso svelare oggi, ma vedremo sempre più questo treno in giro per l'Europa, è stato progettato per andare nei sette Paesi europei più importanti dal punto di vista ferroviario".

Rixi: "Con Frecciarossa 1000 l'Italia corre verso il futuro"

"Benvenuto al Frecciarossa 1000, gioiello del Made in Italy al 100% presentato a Berlino". Così il vice ministro al Mit Edoardo Rixi nel corso de suo intervento per il debutto ufficiale del treno Frecciarossa 1000 a InnoTrans. "Grazie alla sua tecnologia avanzata, ridefinisce gli standard di efficienza e sicurezza del trasporto ferroviario internazionale. Con una velocità massima prossima a 400 km/h, il Frecciarossa 1000 è il frutto della collaborazione tra alcune delle migliori aziende del settore, che hanno saputo creare un mezzo di trasporto all’insegna della sostenibilità, del comfort e della velocità. Interamente prodotto in italia rappresenta una eccellenza del Made in italia per confort, lusso e prestazioni".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Test Altroconsumo, migliorano caratteristiche pneumatici...

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Inizia a esserci una concreta possibilità di scegliere un prodotto sicuro e di qualità

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Migliorano le caratteristiche e le prestazioni dei pneumatici 'quattro stagioni' anche per le le gomme estive e quelle invernali resta un vantaggio legato alla specializzazione. E' quanto emerge da un test condotto da Altroconsumo su 16 modelli che hanno dovuto affrontare prove davvero all-season. Dal test emergono ad esempio grandi differenze nelle prestazioni di frenata su strada asciutta: mentre il veicolo che monta le gomme Michelin (che eccellono nella prova su trada asciutta) si è arrestato, l’auto con pneumatico Uniroyal (marchio più debole in questa prova) sta ancora viaggiando a quasi 40 km/h. In inverno invece, con temperature sotto lo zero e strade innevate, lo pneumatico deve nuovamente assicurare che il veicolo sia controllabile in sicurezza. Lo stesso deve accadere su strade bagnate e con temperature basse. Inoltre, deve sopportare un chilometraggio elevato, garantire un’abrasione contenuta, avere un consumo di carburante ridotto e rotolare silenziosamente, ovvero deve superare anche un pacchetto di prove di sostenibilità. Il test Altroconsumo dimostra comunque che è raro ci siano pneumatici per tutte le stagioni che abbiano buoni punteggi sia in termini di sicurezza di guida che di prestazioni ambientali, anche se alcuni modelli tengono testa almeno in parte agli pneumatici stagionali estivi o invernali.

In generale, in quest’ultimo test, Altroconsumo ha riscontrato un miglioramento diffuso tra i modelli quattro stagioni. Quello pluripremiato nel test, che ottiene il riconoscimento di Migliore del Test, Miglior Acquisto e Miglior Scelta Green, Goodyear Vector 4Season Gen-3, è l’unico ad aver ottenuto una buona valutazione complessiva, ma ciò non significa che sia impeccabile. Se si guarda alla sicurezza di guida, si nota che offre buoni risultati sul bagnato e su strade invernali, ma mostra qualche debolezza su strade asciutte con temperature estive elevate. Tuttavia, grazie all’ottima durata prevista, alla bassa abrasione e alla buona efficienza, svetta in classifica. Se si viaggia spesso in condizioni invernali, questo pneumatico è una buona soluzione, che permette di evitare il costo e l’impegno di alternare gomme estive e invernali. Va considerato però che su strada asciutta il rendimento di Goodyear è inferiore rispetto agli pneumatici specifici per la stagione estiva testati in passato.

Oltre alle prove di guida tradizionali e al consumo di carburante, il test sugli pneumatici valuta il chilometraggio stimato, in pratica quindi anche la sostenibilità economica del modello. Infatti, non basta considerare solo il prezzo di vendita, ma anche la durata: un treno di gomme può costare poco, ma non ci sarà un vero risparmio se si è costretti a cambiarle presto perché già usurate. Il test Altroconsumo prende in considerazione anche la sostenibilità green dello pneumatico, quindi aspetti come il peso in base al materiale utilizzato e il rumore prodotto. Gli pneumatici leggeri non solo richiedono un minor consumo di materiale, ma hanno anche un effetto positivo sul consumo di carburante. Infine, un altro parametro di sostenibilità è il rilascio di polveri nell’ambiente dovuto all’usura.

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Economia

‘E’ davvero ING?’ I clienti smascherano le...

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Basta aprire l’App o andare sulla pagina di login del sito ing.it, premere il pulsante

'E’ davvero ING?' I clienti smascherano le truffe con un semplice click

Supponete di ricevere una telefonata da qualcuno che si presenti come dipendente della banca in cui avete il conto per informarvi di presunte anomalie sulle vostre transazioni. Vorreste assicurarvi di essere davvero al telefono con la vostra banca e non con un truffatore che stia tentando di raggirarvi. Basta aprire l’App o andare sulla pagina di login del sito ing.it, premere il pulsante «È davvero ING? Verifica la chiamata» e autorizzare l’accesso: apparirà un messaggio che confermerà se si sta ricevendo realmente una telefonata da ING oppure no.

Se la chiamata non provenisse dalla banca, molto probabilmente potrebbe trattarsi di una frode. In quel caso, sarebbe raccomandabile chiudere subito la telefonata e segnalare l’episodio a ING attraverso i canali ufficiali. Di seguito un video che illustra il funzionamento di “E’ davvero ING?”.

Nel 2023 in Italia secondo il CERTFin il 15% delle truffe in ambito digital banking è avvenuto tramite spoofing, la tecnica con cui i frodatori riescono a nascondere la propria identità per risultare “affidabili” alle vittime designate e ottenere accesso a informazioni riservate e dati sensibili. Le truffe via spoofing, che avvengono principalmente tramite contatto telefonico, sms o email, sono cresciute del 13% rispetto al 2022.

Negli ultimi 2 anni ING ha informato i suoi clienti sui rischi legati alle truffe attraverso 15 campagne di informazione, che si sono materializzate in 10.000.000 di DEM inviate (Direct email marketing).

I temi hanno riguardato le classiche tecniche di frodi - dal phishing, allo spoofing, al money mule - ma anche un altro tipo di truffa, sempre più diffusa: quella sentimentale, che comporta quasi sempre rilevanti esborsi monetari.

Negli ultimi tre mesi, inoltre, ING ha intensificato le sue attività di creazione di consapevolezza mostrando ai clienti a ogni singolo accesso messaggi specifici su rischi del cyber crime: 720.000 i clienti che hanno visualizzato il messaggio, un risultato che ha contribuito a ridurre sensibilmente il numero di frodi subite.

Parallelamente è stata avviata in agosto una campagna sui social media per sensibilizzare un pubblico più ampio sull’esistenza di “E’ davvero ING?”, promuovendo quindi la consapevolezza sulla cyber security e l’importanza della cultura della verifica. La campagna sui social non finisce qui... sono presto in arrivo altre novità per rendere memorabili, facilmente fruibili e d’impatto alcuni messaggi chiave sulla cyber security che non possono mancare nel bagaglio di conoscenze di ciascuno di noi.

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Economia

Ddl Sicurezza, su divieto Canapa le associazioni denunciano...

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La norma è in evidente contrasto con la libera circolazione dei beni, principio cardine del diritto europeo

Foto di repertorio - FOTOGRAMMA

Le principali organizzazioni italiane agricole, artigianali e commerciali si sono unite per denunciare con una petizione al Parlamento Europeo le gravi violazioni alle normative comunitarie introdotte dall'Art. 18 del ddl Sicurezza e dal Decreto Ministeriale sul Cbd del 27 giugno 2024 riguardanti la canapa. La norma inserita nel ddl Sicurezza che vorrebbe vietare coltivazione, commercializzazione, trasformazione, trasporto e altre attività connesse alla canapa industriale è in evidente contrasto con la libera circolazione dei beni, principio cardine del diritto europeo e lo ribadisce una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea.

Il provvedimento non solo infrange palesemente la normativa europea, ma rappresenta un danno concreto per l'economia italiana, colpendo un settore che impiega circa 15.000 persone, crea indotto ed export e che gioca un ruolo chiave nel recupero delle aree rurali favorendo il ritorno dei giovani all’agricoltura e promuovendo pratiche agricole sostenibili. Le associazioni firmatarie rappresentano migliaia di aziende agricole e commerciali oggi a rischio che già da anni vedono la competitività che gli operatori italiani hanno raggiunto in quasi 9 anni, minata dall'incertezza del diritto.

Le associazioni firmatarie della petizione di denuncia al Parlamento Europeo sono: Canapa Sativa Italia, Cna Agroalimentare , Confagricoltura , Cia, Copagri, Unci, Liberi Agricoltori, Altragricoltura, Associazione Florovivaisti Italiani, Eiha, Federcanapa, Sardinia Cannabis, Assocanapa, Resilienza Italia Onlus, Canapa delle Marche e Upcbd. Queste realtà chiedono che il Governo riveda il provvedimento, rispettando gli impegni comunitari e garantendo la sopravvivenza di un settore strategico per l'economia nazionale e l’ambiente.

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