Roma, 1000 euro a famiglie per affitti: a chi spettano, i requisiti
Fino al 28 febbraio il Bando Contributo Affitto - Fondazione Roma
Nuovo bando per gli affitti a Roma, con aiuti alle famiglie bisognose. A partire da oggi fino al 28 febbraio, sarà possibile partecipare al Bando Contributo Affitto - Fondazione Roma: un'iniziativa cruciale per sostenere le famiglie romane che affrontano difficoltà economiche. Questa misura nasce dalla collaborazione tra Roma Capitale e la Fondazione Roma, basata su principi di solidarietà e sussidiarietà, per fornire un aiuto concreto alle famiglie più bisognose. In un periodo in cui i giovani genitori sono particolarmente in difficoltà, il rischio è che l'affitto di casa diventi un ostacolo insormontabile, mettendo, soprattutto chi decide di avere figli, ai margini della comunità.
A chi spettano gli aiuti
Da Fondazione Roma, in particolare, 1 milione di euro per il progetto 'Contributo per l’affitto a genitori e famiglie numerose' e che si traduce in un contributo in denaro di 1000 euro a famiglia. I beneficiari saranno le famiglie residenti a Roma che abbiano un contratto di locazione regolarmente registrato e che non siano proprietari o assegnatari di alloggi ERP; che abbiano un ISEE inferiore a 14.000 (o fino a 35 mila euro ma che abbiano avuto una perdita di reddito) e il cui canone di locazione incide per oltre il 24%; che sono diventati neogenitori nel biennio 2023/2024 oppure che abbiano almeno due figli minori o un minore con disabilità.
Cosa dice Gualtieri
"Oggi è un giorno importante per Roma, che si pone nuovamente come capofila nella lotta all’emergenza abitativa", dice il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Dopo aver recuperato e pagato tutti i fondi del Contributo Affitto lasciati colpevolmente fermi fino al nostro arrivo, stilato un Piano Casa ambizioso con risorse enormi e mai stanziate prima per acquistare nuovi alloggi e per le manutenzioni delle case popolari, Roma Capitale si dota di un proprio sostegno alla locazione: un milione di euro donato dalla Fondazione Roma, che ringrazio, per aiutare i cittadini in difficoltà con l’affitto. A fronte di un taglio netto del contributo da parte del Governo non potevamo far finta di niente, ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo deciso di farlo da soli. Non sostituisce quello dello Stato per risorse stanziate, ma cerca di far fronte alle situazioni più difficili, dimostrando la volontà di questa Amministrazione di non lasciare indietro nessuno", aggiunge.
Ultima ora
Juventus, Motta: “Voglio restare qui a lungo, ma...
Il tecnico bianconero: "Douglas Luiz e Nico Gonzalez non ci saranno con il Torino"
Thiago Motta è pronto a vivere il suo primo derby della Mole. Il tecnico della Juventus ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Torino, in programma domani, sabato 9 novembre, alle 20.45: "Le sensazioni sono buone, perché vedo la squadra bene. Come sempre, con l'atteggiamento giusto in allenamento e preparandosi per questa partita con un'atmosfera speciale sia per noi che per i nostri tifosi. Domani vogliamo andare al massimo per fare una grande partita". "L'importanza di un derby è che sappiamo che la città lo vive in un modo molto intenso", ha spiegato, "però lo viviamo anche noi e sono delle partite belle da giocare. Sono delle partite dove esiste questa bella atmosfera, molto speciale, e le due squadre sono consapevoli dell'importanza. Dovremo fare il nostro massimo per fare una grande partita e portarla dalla nostra parte domani".
La Juve arriva dal pareggio in Champions League con il Lille: "La squadra fisicamente sta molto bene, di solito abbiamo avuto due giorni di recupero, questa volta abbiamo avuto tre giorni di recupero, ed è un qualcosa di molto importante che fa la differenza. La squadra la vedo molto bene, ho fiducia nell'impegno di tutti. Domani entreremo al 200% in partita". Non ci sarà Douglas Luiz: "Douglas è venuto per una mia richiesta a Lille. Ieri non si è sentito al 100% e ho deciso di non rischiarlo. Nico Gonzalez nemmeno sarà disponibile. Ci vorrà più tempo invece per Milik e Bremer. Da valutare anche Adzic".
Sta giocando bene anche Locatelli: "E' tutto merito suo perché ha avuto un momento di 'difficoltà' quando non giocava e non era felice. Gli può succedere anche in futuro, ma spero di no perché vuol dire che sta molto bene. Nel caso deve reagire con positività, deve reagire se dovesse arrivare un altro momento difficile con voglia di continuare a lottare e combattere, per questo che è tornato in squadra, perché ha reagito nel modo giusto".
"Sono molto soddisfatto anche se noi tutti possiamo dare qualcosa in più. Io per primo. Lo stanno facendo sia allenamento che in partita. Bisogna crescere anche fuori dal campo, perchè noi dobbiamo fare qualcosa in più per non far sentire l'assenza di Bremer. Dobbiamo continuare così. Chi ha più possibilità di giocare tra Perin, Vlahovic e Fagioli? Possono giocare come partire dalla panchina. Io voglio restare qui per molti anni, ma Non penso a queste cose".
Economia
Trump presidente, Draghi avverte l’Ue:...
L'ex presidente della Bce: "Sicuramente spingerà l'hi-tech dove l'Europa è molto indietro". E sugli
Mario Draghi dopo la vittoria alle elezioni americane di Donald Trump mette in guardia l'Ue. Alla Casa Bianca Trump darà sicuramente "grande impulso" al settore dell'alta tecnologia, nel quale l'Ue è già "molto indietro", e contemporaneamente "proteggerà" l'industria tradizionale, quei settori nei quali l'Unione esporta di più negli States. Pertanto, occorrerà "negoziare" con Washington, in modo unitario. Lo ha sottolineato l'ex presidente della Bce Mario Draghi, prima di presentare il suo rapporto sulla competitività dell'Ue ai leader riuniti allo stadio Puskas di Budapest.
Oggi, ha detto l'ex premier, "si parlerà del rapporto sulla competitività in Europa. Le indicazioni di questo rapporto sono già urgenti, data la situazione economica in cui siamo oggi. Sono diventate ancora più urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti. Non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa. Non necessariamente tutta in senso negativo, ma certamente noi dovremmo prenderne atto. Dal punto di vista del rilancio della competitività in Europa, un paio di cose vengono in mente". Anzitutto, prevede, "questa Amministrazione sicuramente darà grande impulso al settore tecnologico, al cosiddetto hi-tech, dove noi siamo già molto indietro".
Si tratta, sottolinea Draghi, del "settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa è molto ampia, quindi noi dovremmo agire e gran parte delle indicazioni del rapporto vanno proprio solo su questo tema. L'altro esempio è che sicuramente si sanno poche cose di quello che succederà esattamente, ma una sembra più sicura delle altre, e cioè che Donald Trump tanto impulso darà nei settori innovativi e tanto proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi - conclude - lì dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei".
"2% Pil in spese difesa con patto stabilità si può fare"
Quanto all'investimento in difesa, arrivare ad una spesa pari al 2% del Pil, come chiede la Nato, rispettando il patto di stabilità "è possibile", sostiene Draghi. "Bisognerà prendere tutta una serie di decisioni - aggiunge - è inutile dire se è possibile o meno. Oggi bisogna decidere cosa fare, perché questa è la nuova situazione. I soldi poi si trovano", conclude.
"Basta rinviare le decisioni"
Con l'elezione di Trump negli Usa, da questa parte dell'Atlantico "ci sono grandi cambiamenti in vista" e "quello che l'Europa non può più fare è posporre le decisioni", ribadisce l'ex presidente del Consiglio.
"In tutti questi anni - sottolinea - si sono posposte tante decisioni importanti, perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto: è arrivato solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione".
"Quindi, a questo punto, forse, io mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario con cui riusciremo a trarre il meglio da questi grandi cambiamenti". Andare "in ordine sparso" non funziona, perché "siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte", conclude Draghi.
Ultima ora
Friedkin in arrivo, non possono più rinviare le decisioni...
Il volo dei proprietari americani potrebbe atterrare a Ciampino sabato pomeriggio. Sempre più probabile l'esonero di Juric, ecco le opzioni sul tavolo
Dan e Ryan Friedkin dovrebbero arrivare a Roma a breve. La situazione impone decisioni che non sono più rinviabili. Lo dicono i risultati, il pareggio in Belgio in Europa League è l'ennesimo passo falso di una lunga serie, e lo dicono anche le dichiarazioni post partita di Ivan Juric, un allenatore già sostanzialmente esonerato dai fatti, e di Gianluca Mancini, che non ha nascosto tutta la frustrazione di uno spogliatoio ormai non più capace di reagire.
Domenica alle 15 è in calendario Roma-Bologna, ultima partita prima della sosta per le nazionali, e il fattore tempo diventa fondamentale, perché è scaduta qualsiasi deadline per una ulteriore proroga dello status quo. Il rischio è quello di allungare l'agonia che la squadra sta vivendo fin dalla decisione di esonerare Daniele De Rossi, l'allenatore che doveva guidare un progetto triennale che è stato frettolosamente rinnegato. I proprietari della Roma, che secondo quanto risulta all'Adnkronos hanno in programma di atterrare a Ciampino sabato pomeriggio, salvo accelerazioni sempre possibili, vogliono verificare di persona a che punto la crisi sia profonda, per poi procedere con la decisione che riterranno più utile a voltare pagina.
L'esonero di Juric sembra sempre più probabile, anche perché ai risultati che non ci sono si somma la gestione dello spogliatoio che appare altrettanto fallimentare, inclusa l'inspiegabile estromissione dalle rotazioni di Mats Hummels. L'intezione dei Friedkin era quella di annunciare prima il nuovo Ceo, di rafforzare anche l'area tecnica a livello dirigenziale e poi di annunciare il nuovo allenatore. Evidentemente, gli sviluppi di queste ore potrebbero suggerire una accelerazione.
I nomi? Rispetto alle ipotesi circolate, da Mancini a Allegri, da Lampard a Paulo Sousa, c'è una prima considerazione da fare. Per portare a Roma un allenatore di primo piano, uno dei primi due o un altro profilo simile, serve un nuovo progetto con un impegno pluriennale e una serie di garanzie che deve fornire la società. Se si pensa a un traghettatore, con una nuova soluzione a termine, serve un allenatore che conosca il calcio italiano e che abbia la personalità per confrontarsi con i giocatori e con una città esasperata. In questo senso, l'unica opzione percorribile sembra quella di Claudio Ranieri.
La soluzione che potrebbe tenere insieme più esigenze e che sarebbe la più facile da percorrere resta quella di richiamare in panchina De Rossi, magari proprio con Ranieri direttore tecnico. Lo scriviamo da settimane, e oggi lo ribadisce con estrema chiarezza il direttore del Romanista Daniele Lo Monaco, che aggiunge anche una considerazione significativa: la soluzione c'è "ma non verrà presa, perché prevederebbe un bagno di umiltà che non sembra essere la caratteristica principale del presidente Friedkin". Tutto vero, ma c'è da aggiungere un elemento. Una fonte continua a suggerire all'Adnkronos un'opzione da tenere ancora in piedi: ci sarebbe chi, tra le persone ascoltate da Dan e Ryan Friedkin, insiste su una scelta che sarebbe per la proprietà sicuramente a saldo positivo: oltre al fattore economico e alle valutazioni tecniche, il vantaggio di riportare rapidamente l'ambiente dalla propria parte, partendo dai giocatori e dai tifosi, potrebbe giustificare un ripensamento rispetto all'istintiva e radicata convinzione di non voler ammettere l'errore commesso a metà settembre. (Di Fabio Insenga)