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Bonus per l’edilizia, spese sanitarie e psicologi: tutti gli ‘sconti’ del 2025

Nella Manovra introdotto il quoziente familiare: benefici legati al numero di figli

Ponteggi su un edificio in ristrutturazione - Fotogramma

Più figli, più sconti: la manovra 2025 ridisegna la mappa delle detrazioni fiscali fissando un tetto massimo per i redditi più alti e introducendo l'indicatore del quoziente familiare, in base al quale più numeroso è il nucleo - in base al numero di figli - e più basso il reddito, maggiori saranno i 'bonus'. Escluse da questi 'paletti' le detrazioni sanitarie, mentre si ribassano gli sconti sulle ristrutturazioni e, tra le altre novità, si confermano il bonus elettrodomestici e quello per lo psicologo.

Tetto detrazioni e debutto quoziente familiare

La prima novità di quest'anno è il limite per i contribuenti con redditi superiori a 75mila euro, con un meccanismo calibrato anche in base al numero di figli. L’importo massimo delle somme che sarà possibile ottenere a rimborso sarà di 14mila euro per i redditi oltre i 75mila euro e di 8mila per le famiglie con redditi superiori a 100mila euro. Con questo nuovo meccanismo i benefici saranno invece maggiori per le famiglie numerose con redditi entro i 50mila euro lordi.

Dal 2025 verrà di fatto cancellata la detrazione per i figli a carico di età superiore a 29 anni, dunque dai 30 anni in sù non è più previsto lo sgravio Irpef fino a 950 euro previsto fino allo scorso anno. Nessun limite di età sarà invece previsto per i figli con disabilità.

Sono escluse dai tetti per i redditi alti le spese sanitarie; gli interessi sul mutuo per l’acquisto della prima casa per i contratti stipulati entro il 31 dicembre 2024; le somme investite nelle start-up e nelle pmi innovative. Fuori dai limiti alle detrazioni anche le spese per i contratti conclusi entro il 31 dicembre 2024 per i premi di assicurazione per morte, invalidità permanente o non autosufficienza e quelli per i rischi di calamità naturali detraibili.

Dal bonus edilizia allo 'sconto' psicologo

La manovra riscrive la stagione post superbonus dopo i costi monstre per le casse pubbliche dovuti al 110%, cercando di dare continuità ai principali bonus per l'edilizia ma con un significativo taglio delle percentuali da detrarre.

Il bonus Ristrutturazioni prevede una detrazione del 50% nel 2025 per le spese di riqualificazione energetica delle prime case, la percentuale scende al 36% per tutti gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 le aliquote calano al 36% per le prime case e al 30% per i restanti immobili. Escluse dalle detrazioni le spese per l'acquisto delle caldaie a gas.

La legge di bilancio 2025 ha confermato la proroga del bonus mobili per chi ristruttura e del bonus all'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. La detrazione massima resta al 50% per una spesa massima di 5mila euro, come previsto per il 2024. I pagamenti vanno effettuati con bonifico, carta di credito o debito, mentre non sono ammessi assegni, contanti o altri mezzi di pagamento.

Confermato per il 2025 il bonus psicologo condizionato alla presentazione di un Isee non superiore a 50mila euro. Nel dettaglio il bonus sarà fino a 1.500 euro con Isee entro 15mila euro; a mille euro con Isee tra 15mila e 30mila euro e fino a 500 euro con Isee tra 30mila e 50mila. (di Luana Cimino)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Economia

Agrigento Capitale cultura, Federalberghi: “Atteso...

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Picarella: "Cresce anche il 'turismo delle radici' con tanti stranieri che arrivano alla scoperta dei luoghi dei nonni. Tante, però, le criticità da affrontare, dai trasporti all'emergenza idrica"

Francesco Picarella, presidente provinciale Federalberghi Agrigento

Un incremento a doppia cifra di presenze e arrivi. Nel suo anno da 'Capitale italiana della cultura' Agrigento si prepara a un boom di visitatori. "Storicamente in tutte le città che lo sono state si sono registrati aumenti dal 19 al 26 per cento. E' quello che ci aspettiamo anche per Agrigento, una bellissima città d'arte", dice all'Adnkronos Francesco Picarella, presidente provinciale di Federalberghi Agrigento, che, sottolineando come vada però implementata la quantità e la qualità dei servizi offerti, chiede al Comune di convocare gli albergatori affinché possano dare il loro contributo alla rinascita della città dei Templi. A sceglierla oggi sono soprattutto italiani ("più del 50 per cento delle presenze"), anche se non mancano gli stranieri. "Un segmento importante, che potrebbe svilupparsi ulteriormente, è quello del 'turismo delle radici', che si è consolidato nel 2024 e che quest'anno potrebbe registrare un miglioramento delle performance", spiega Picarella, sottolineando come siano "tanti rispetto al passato gli australiani, gli argentini e i brasiliani che vengono a visitare i luoghi dei racconti dei loro nonni, restando nel territorio per settimane".

Ma la designazione di Agrigento 'Capitale italiana della cultura 2025' ha già portato un primo importante cambiamento. "Oggi la città viene vista come destinazione e non più come una delle tappe di un tour in Sicilia. Insomma, si cerca 'Agrigento', non più solo 'Sicilia'". Una fortuna per le migliaia di strutture ricettive oggi registrate in provincia, dove l'introduzione del Cin (il Codice identificativo nazionale) ha fatto luce su "un mercato drogato", contribuendo a far emergere "situazioni borderline quando non palesemente fuorilegge". "Nell'Agrigentino sino allo scorso anno erano registrate 750 strutture turistico-ricettive, oggi con il Cin sono quasi 2.900", sottolinea il presidente provinciale di Federalberghi, evidenziando che oggi il tema dell'abusivismo riguarda "i finti alberghi, b&b registrati con 5-6 camere, in cui, invece, le stanze sono anche 12. Con il Cin, però, il settore ha finalmente avuto una regolamentazione".

Ma Agrigento è pronta al grande appuntamento di 'Capitale italiana della cultura 2025'? "Inutile nasconderlo, siamo in ritardo - ammette Picarella -. Sabato prossimo arriverà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il taglio simbolico del nastro, ma da quello che sappiamo un po' tutti i 44 progetti presentati nel dossier di candidatura arrancano un po'. In questi mesi come Federalberghi abbiamo più volte cercato di interloquire con l'Amministrazione comunale per aumentare sia la quantità che la qualità dei servizi che la città offre, ma è mancato il dialogo". Dai trasporti all'emergenza idrica per Picarella tante sono le criticità da affrontare. "Bisogna far fronte al 20 per cento in più di presenze attese con un servizio di trasporto pubblico adeguato - avverte -. E poi c'è l'emergenza siccità, gestita lo scorso anno in maniera grottesca dalla Regione innanzitutto e, a cascata, da tutti i soggetti istituzionali interessati".

"Un problema che si ripresenterà anche quest'anno e che rischia, con l'aumento delle presenze attese, di aggravarsi - denuncia -. In alcune aree della città l'acqua è mancata anche 30-40 giorni. Succede ancora adesso in alcuni casi e per i titolari di strutture ricettive, soprattutto nel centro storico con una rete idrica colabrodo, questo significa solo una cosa: doverla comprare dai privati. Siamo molto preoccupati da questo punto di vista". C'è poi la crisi del commercio, schiacciato da "una pressione fiscale insostenibile". "In via Atenea, il salotto della città, lo scorso 31 dicembre alcuni negozi, soprattutto di abbigliamento, hanno abbassato per sempre le saracinesche - dice ancora Picarella, presidente della delegazione comunale di Confcommercio -. Meno esercizi commerciali aperti significa meno luci e sicurezza nelle strade. Di fronte a un atteso incremento dei turisti c'è la necessità di aprire i negozi e non di chiuderli. Bisogna riflettere su come rigenerare i centri storici, c'è necessità di una rigenerazione commerciale, oltre che urbana".

Ma cosa si aspetta lasci ad Agrigento quest'anno da protagonista? "Una migliore vivibilità, la presa di coscienza di un lavoro comune per potenziare la città dal punto vista commerciale, turistico e dei servizi". Poi l'appello all'Amministrazione comunale. "Occorre fare rete. Ci aspettiamo di essere chiamati per dare il nostro contributo come operatori del territorio perché vogliamo vedere la nostra città rifiorire. Vogliamo dare una mano", conclude. (Rossana Lo Castro)

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Economia

Benzina, prezzi alle stelle: in autostrada raggiunti i 2,4...

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La denuncia del Codacons che fa appello al governo: "Evitare prezzi fuori controllo e ripercussioni per le tasche delle famiglie

Pompa di benzina - Fotogramma

Prosegue la corsa al rialzo dei carburanti, con i prezzi che in alcuni distributori in autostrada hanno raggiunto i 2,4 euro al litro. La denuncia arriva dal Codacons, che ha monitorato i listini comunicati dai gestori e pubblicati sul sito del Mimit.

Alla data di ieri, 10 gennaio, la benzina al servito ha toccato i 2,409 euro al litro sulla A1, (2,319 euro/litro il gasolio), un valore sfiorato anche sulla A21 con 2,399 euro/litro (2,299 euro il diesel) – spiega il Codacons – Diversi impianti autostradali vendono la benzina sopra i 2,3 euro al litro: 2,366 euro sulla A4, 2,359 euro sulla A14, 2,349 euro sulla A11, 2,345 euro sulla A7, 2,339 euro sulla A22, 2,319 euro su A8 e A26. In modalità self, invece, la benzina ha superato i 2 euro al litro presso diversi distributori: 2,039 euro/litro sulla A14, 2,029 euro su A4 e A22, 2,009 euro sulla A1.

Le ragione degli aumenti

"Sui listini dei carburanti stanno incidendo diversi fattori – afferma il Codacons – Da un lato i maggiori costi applicati a rivenditori e gestori per la quota d'obbligo di miscelazione annuale dei biocarburanti, scaricati sui consumatori finali, dall’altro le speculazioni sul petrolio che hanno portato nelle ultime ore ad un rialzo delle quotazioni che, tuttavia, non sembrano giustificare livelli così elevati dei listini registrati in autostrada. Sulla rete urbana, rispetto ai prezzi praticati il mese scorso, un pieno di benzina costa oggi quasi 2,2 euro in più, mentre per un pieno di gasolio la spesa sale di 2,4 euro – analizza il Codacons – Su base annua, e considerando una media di due pieni al mese, l’aggravio di spesa è rispettivamente di +52 euro ad automobilista per la benzina, +57,6 euro per il diesel".

“Invitiamo il governo a prestare la massima attenzione all’andamento dei carburanti, per evitare prezzi fuori controllo e ripercussioni per le tasche delle famiglie, considerato che all’incremento di benzina e gasolio corrispondono non solo maggiori costi di rifornimento, ma anche effetti sull’inflazione dovuti all’aumento dei listini al dettaglio dei prodotti trasportati su gomma” conclude il presidente Carlo Rienzi.

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Economia

Bonifici istantanei: la rivoluzione digitale che cambierà...

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A volte, basta una piccola scintilla per dare il via a un grande cambiamento. E il 9 gennaio 2025 potrebbe essere ricordato come una di quelle date che segnano un prima e un dopo. Perché? Perché grazie al nuovo Regolamento Europeo 886/2024, i bonifici istantanei diventeranno finalmente accessibili a tutti, con costi identici a quelli dei bonifici ordinari. Sì, avete capito bene. Basta discriminazioni tra chi sceglie la velocità e chi opta per il risparmio. Ora, è tutta un’altra storia.

Un passo avanti verso l’equità

Facciamo un esempio concreto: siete un professionista, avete appena completato un lavoro urgente e aspettate il pagamento per acquistare nuovi materiali. Con un bonifico istantaneo, i soldi arrivano subito, senza quella frustrante attesa dei tempi bancari. Oppure, pensate a una famiglia che deve pagare una bolletta imminente. Grazie a questa novità, niente più ansie da scadenza o rischi di interruzioni di servizio. Una vera boccata d’ossigeno per chi vive il quotidiano con la pressione del tempo.

Ma cosa cambia davvero? Due tappe fondamentali sono previste per il 2025:

  1. Dal 9 gennaio, tutte le banche italiane dovranno equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli ordinari. Basta differenze abissali nelle commissioni: è finita l’era in cui un bonifico istantaneo poteva costare anche 2 euro mentre quello ordinario era gratuito (o, comunque, aveva dei costi inferiori).
  2. Entro il 9 ottobre, tutte le banche saranno obbligate a mettere a disposizione i bonifici istantanei, sempre, senza pause o scuse. Immaginate: è la Vigilia di Natale, avete dimenticato quel regalo per vostra sorella, o è Ferragosto e dovete pagare quel tecnico che vi ha salvato la giornata. Beh, in meno di 10 secondi potrete trasferire i soldi, senza dovervi preoccupare di orari, giorni festivi o chiusure bancarie. Praticamente è come avere la banca sempre in tasca, pronta ad aiutarvi, ovunque e in qualsiasi momento.

Una spinta verso l’innovazione

Dietro questa rivoluzione c’è una visione più ampia. Rendere i bonifici istantanei accessibili significa non solo facilitare la vita dei cittadini, ma anche trasformare il settore bancario. Pensateci: processi più rapidi, costi operativi ridotti fino al 20%, banche più competitive. E poi c’è il lato tecnologico: questa normativa obbligherà gli istituti a investire in infrastrutture più avanzate. È come spingere tutti a fare un salto di qualità, senza scuse.

E la fiducia? Quella cresce. Sapere che il sistema è sicuro, veloce e accessibile aumenta la voglia di usare i pagamenti digitali. Per l’economia è una spinta in più: meno contante, più efficienza.

Perché un regolamento europeo?

Semplice: uniformità. L’obiettivo è rendere i pagamenti digitali più equi e alla portata di tutti. Tra i vantaggi più evidenti ci sono:

  • Costi uguali per tutti: Stop alle disparità. Sia che viviate in una grande città o in un piccolo paese, le commissioni saranno le stesse.
  • Rapidità: Meno di 10 secondi per trasferire denaro. Sempre. Senza pause festive.
  • Sicurezza: Grazie ai controlli automatici sull’IBAN e il nome del beneficiario, gli errori e le frodi saranno drasticamente ridotti.

Quest’ultimo punto merita un approfondimento. Immaginate di inserire un IBAN sbagliato. Oggi, in alcune banche, non ci sono verifiche automatiche. Con il nuovo regolamento, il sistema segnalerà subito se c’è una discrepanza tra il nome del destinatario e l’IBAN. Una sicurezza in più per tutti noi.

I vantaggi per voi, consumatori

Ecco cosa cambia, in concreto, per chi usa i bonifici:

  • Fondi disponibili subito: Niente più attese di giorni lavorativi.
  • Comodità senza precedenti: Che sia una bolletta, un acquisto o un pagamento urgente, tutto si risolve in pochi secondi.
  • Trasparenza: Sapere che i costi sono uguali ovunque elimina ogni dubbio o preoccupazione.

E non dimentichiamo il limite massimo trasferibile: 100.000 euro. Una cifra che rende i bonifici istantanei perfetti non solo per le famiglie ma anche per le aziende.

Cosa aspettarsi dal futuro

Ogni grande novità si porta dietro i suoi intoppi, è normale. Prendete i bonifici istantanei, ad esempio: una volta che li avete inviati, è fatta. Fine. Nessun tasto “annulla”, nessun margine di errore. Questo vuol dire che dobbiamo essere un po’ più attenti, più scrupolosi quando scriviamo un IBAN o il nome del destinatario. Non è il momento per distrazioni. Poi ci sono le truffe online – sì, quelle non spariranno mai del tutto. Ma le banche, fortunatamente, si stanno dando da fare: doppie autenticazioni, controlli sulle transazioni strane, e pure qualche campagna per insegnarci a riconoscere i pericoli. Insomma, un po’ di impegno da parte loro c’è.

E c’è pure un’altra cosa da dire. Per usare i bonifici istantanei, servono tecnologia e internet. E qui, chi non ha un cellulare decente o vive in una zona senza rete potrebbe sentirsi escluso. Ma è una questione di tempo, dai. La tecnologia è così: parte piano, lascia indietro qualcuno, poi si espande. Lentamente. Alla fine, ci arriveremo tutti.

Una rivoluzione che guarda avanti

Parliamoci chiaro: l’equiparazione dei costi tra bonifici ordinari e istantanei non è solo una mossa tecnica, è una rivoluzione. Una di quelle che ti toccano davvero, che cambiano le cose, anche nel quotidiano. Perché eliminare il contante, spingere verso i pagamenti digitali, significa tanto. Meno sprechi, meno monete che girano inutilmente, meno camion che trasportano soldi su e giù per l’Italia. È un piccolo pezzo di sostenibilità che entra nella nostra vita senza fare troppo rumore ma che lascia il segno.

E poi, diciamolo: è un cambiamento che guarda al futuro. Non è solo questione di comodità – anche se poter trasferire soldi in un attimo è fantastico. È questione di fiducia. Fiducia che il sistema bancario diventi davvero alla portata di tutti. Fiducia che l’economia trovi nuovi slanci, nuovi modi per crescere. Il 2025 è praticamente qui. Siete pronti a viverlo, a lasciarvi trasportare in questa nuova era digitale? Perché, che lo vogliamo o no, sta arrivando. E sembra promettere bene.

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