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Paolo Signorelli annuncia: “Mi sono dimesso da...

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Paolo Signorelli annuncia: “Mi sono dimesso da portavoce Lollobrigida”

"Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”

Paolo Signorelli con il  ministro Lollobrigida - (Fotogramma)

"Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro Lollobrigida. L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo. Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte". Ad annunciarlo in un'intervista al Foglio Paolo Signorelli, finito sotto accusa per le chat con Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il capo degli ultras della Lazio ucciso nel 2019, dal contenuto antisemita.

"Era un’altra fase della mia vita, quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo", sostiene Signorelli, che continua: “Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato". Quali motivi? "Sono un ex calciatore, vengo da una storia famigliare che non rinnego (è il nipote dell’omonimo Paolo Signorelli, esponente dell’estrema destra e fondatore del centro studi Ordine nuovo) e pur rimanendo un tifoso della Lazio da anni non vado in curva".

Signorelli ieri ha incontrato Lollobrigida e gli ha comunicato la sua decisione, dopo che nei giorni scorsi si era autosospeso: "Questa bufera mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro, così ho rassegnato le dimissioni che il ministro ha accettato. Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare".

Lollobrigida: "Perdo collaboratore prezioso, tritacarne per colpirci"

"Oggi perdo un collaboratore prezioso" scrive su Facebook il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, commentando le dimissioni di Paolo Signorelli in un post intitolato 'L’odio, la penna e la matita'. Lollobrigida descrive Signorelli, "per come l’ho conosciuto" come un professionista "incensurato" con due lauree che "lavora con dedizione e professionalità. Mai l’ho sentito, in questi mesi, dire una cosa fuori dalle righe. I suoi colleghi giornalisti ne hanno sempre parlato bene e, magari ora solo privatamente, continuano a farlo".

Il ministro osserva che "certamente le cose che ho letto nelle chat sono ingiustificabili, ma il contesto nelle quali sono state dette è molto più complesso di come è stato raccontato. Si tratta, comunque del suo passato che appare, a chi conosce il Paolo di oggi, molto più lontano dei soli anni che lo separano da quanto riportato dal quotidiano il giorno della chiusura della campagna elettorale. Ci si può trovare in situazioni terribili senza saperlo e volerlo per il contesto in cui sei cresciuto o lavori. Specie se un altro Paolo Signorelli è tuo nonno e non lo potevi certo scegliere….".

Per il ministro "importante però dovrebbe essere non aver commesso crimini e aver avuto il coraggio di voltare pagina". "Ma non è sempre così" aggiunge, puntando il dito contro Repubblica, che "ha pubblicato intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale se non, eventualmente, per chi le ha diffuse. Come ha ben scritto anche L’Unità". Il ministro ricorda Signorelli come "un giovane giornalista che da anni non salta una domenica in chiesa, va regolarmente in pellegrinaggio a Medjugorje, aiuta chiunque sia in difficoltà. Paolo si è dimesso, per non alimentare ulteriormente il tritacarne nel quale era finito. Persino nelle chat della scuola dei suoi figli…perché ha chiaro che attraverso lui si voleva colpire il Governo…perché la serenità della sua famiglia non è sacrificabile". "E' stato un ottimo capo ufficio stampa e mancherà molto ai suoi attuali colleghi. Ringrazio quanti hanno avuto la lucidità di non farsi strumentalizzare da chi li tirava per la giacchetta tra una manifestazione e l’altra di odio contro Israele. Tutti sanno bene che gli antisemiti devono stare lontano da Fratelli d’Italia. O da giornalisti di Lotta Continua che ci hanno definito 'un popolo di maiali'". "Con la serenità di sempre andiamo avanti" conclude il ministro.

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Politica

Meloni scrive ai dirigenti di Fratelli d’Italia:...

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"Non siamo come ci dipingono, abbiamo già fatto conti con il Ventennio"

Giorgia Meloni (Afp)

Giorgia Meloni scrive ai dirigenti di Fratelli d'Italia, dopo il 'terremoto' che ha scosso il partito con l'inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale. "Come moltissimi di voi sono arrabbiata e rattristata per la rappresentazione di noi che è stata data dai comportamenti di alcuni giovani del nostro movimento, ripresi in privato" ha scritto in una lettera. "L'ho detto e ripetuto decine di volte, ma casomai ce ne fosse bisogno lo ripeto: non c’è spazio, in Fratelli d'Italia, per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del '900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore. I partiti di destra dai quali molti di noi provengono hanno fatto i conti con il passato e con il Ventennio fascista già diversi decenni fa e a maggior ragione questo vale per un movimento politico giovane come il nostro, che fin dalla sua fondazione ha peraltro fatto la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili con la nostra, accogliendo persone che arrivavano anche da percorsi politici diversi da quello della destra storica".

"Non siamo come vorrebbero dipingerci"

"Fratelli d'Italia non è mai stato un movimento rivolto al passato. Da sempre, noi, siamo interessati solo al futuro della nostra Nazione. Non siamo come vorrebbero dipingerci" sottolinea. "Non lo siamo noi e non lo sono i nostri ragazzi di Gioventù Nazionale. Abbiamo un movimento giovanile forte, sano, colorato, curioso e aperto. I nostri ragazzi, che a volto scoperto e la faccia pulita, con volantini e iniziative, difendono la Libertà nelle scuole e nelle università dalla violenza e dall'arroganza della sinistra, sono i primi a essere danneggiati da questa brutta storia - scrive la presidente del Consiglio -. Proprio per questo, non c’è alcuno spazio tra le nostre fila per chi recita un copione macchiettistico utile solo al racconto che i nostri avversari vogliono fare di noi. Noi abbiamo fatto della trasparenza e della coerenza i nostri tratti caratteristici. Noi facciamo quello che diciamo e siamo quello che appariamo. Non c'è trucco e non c'è inganno. Chi crede che possa esistere una immagine pubblica di Fratelli d'Italia che non corrisponde ai suoi comportamenti privati, semplicemente, non ha capito cosa siamo, e dunque non è il benvenuto tra noi. E la nostra linea è da sempre molto chiara".

"Nel 2019 - ricorda - abbiamo aderito con totale convinzione alla risoluzione del Parlamento Europeo 'sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa', con la quale si condannavano senza esitazione tutte le dittature del '900 (nazismo, comunismo e fascismo). Un passaggio doveroso e necessario a superare l'odio che ha attraversato l'Europa e guardare a un futuro di pace e libertà".

"L'adesione a questa importante risoluzione europea segnava lo spartiacque per tutte le forze politiche del continente tra chi ha deciso di lasciarsi alle spalle il passato e chi invece vive ancora di nostalgia e rancore. Ma, per noi – a differenza di quanto accaduto in altri partiti politici, che hanno attraversato questo momento con accesi dibattiti interni, e hanno visto alcuni dei loro esponenti astenersi – è stato naturale votarla. Si è trattato di uno dei molti atti, delle molte prese di posizione che rendono cristallina la nostra posizione sulla storia del '900. Una posizione che non intendo mettere in discussione", mette in chiaro Meloni.

"Non ci siamo mai, realmente, preoccupati di questo, perché il nostro sguardo era già da tempo rivolto altrove. Nel 2017, con il congresso nazionale di Trieste, abbiamo stabilito che Fratelli d'Italia non sarebbe stato solo il partito della destra italiana, ma che sarebbe stato qualcosa di più. Il movimento dei patrioti italiani. Di tutti i patrioti, a prescindere dalla loro provenienza politica. Ricordo ancora lo scherno che ci fu dedicato in quei giorni: 'Patrioti è una parola desueta, buona per un film su Garibaldi', dicevano. Eppure oggi nessuno ripeterebbe quelle parole, perché la verità è che noi abbiamo segnato la rotta, costringendo tutte le forze politiche a definirsi, pian piano, 'patriottiche'".

"Non basta. Con il congresso programmatico di Torino del 2019 - va avanti Meloni - abbiamo fatto una ulteriore evoluzione, aderendo al movimento conservatore. Una visione del mondo, dei valori condivisi, che pongono al centro l’uomo, la libertà, il rispetto della vita, l’identità. Ancora una volta lo abbiamo fatto con convinzione e non per calcolo politico, perché questa è la grande sfida delle società occidentali: il confronto, la contrapposizione a volte, tra chi vuole guardare al futuro mantenendo le proprie radici e chi invece quelle radici vorrebbe estirparle reputando l’identità e l’appartenenza un ostacolo alla realizzazione di un mondo diverso (e vittima di un approccio ideologico)".

"Sono convinta che la costante crescita di Fratelli d’Italia sia il frutto di questo nostro lungo percorso. Del fatto che gli italiani vedano in noi la forza politica che più di ogni altra ha a cuore l’interesse nazionale, e che più di ogni altra difende i valori “conservatori” della terra, della vita, della famiglia, della libertà. È per questo che gli italiani ci hanno dato la loro fiducia anche quando si è trattato di decidere a chi affidare le sorti della Nazione. I successi di questo primo periodo di Governo, confermati anche dal risultato delle elezioni europee, sono la dimostrazione che esiste una alternativa al lungo declino che ha vissuto l’Italia. Siamo la testimonianza concreta che la destra conservatrice può ben governare in Patria e al contempo rafforzare il quadro di alleanze internazionali e attrarre i grandi investitori. Siamo la dimostrazione che la narrazione fatta dai grandi media e dagli osservatori di parte era falsa, che esiste una alternativa credibile alla palude socialdemocratica europea e occidentale".

"Non abbiamo tempo da perdere con chi non è in grado di capire cosa sia Fratelli d’Italia"

"È esattamente per questo che facciamo tanta paura, non solo in Italia, a chi vuole difendere lo status quo. È questa la grandiosa sfida che stiamo combattendo. E’ questa la rivoluzione per la quale molti di noi stanno sacrificando intere porzioni della loro vita, senza lamentarsi. Ed è questo, soprattutto, il motivo per il quale riceviamo attacchi di ogni genere, senza regole, senza limiti, senza esclusione di colpi. Non possiamo fermare questi attacchi ma possiamo fare tutto il possibile per essere adeguati al ruolo che gli italiani ci hanno affidato".

"E’ un gioco duro, una battaglia difficile, per la quale bisogna essere disposti a molti sacrifici - scrive ancora la premier -. Ma è anche una sfida entusiasmante, perché noi possiamo essere il cambiamento che da molto tempo aspettano gli italiani. Possiamo essere il grimaldello per la fine dei giochi di potere, delle lobby, dei privilegi di pochi sulla pelle dei molti. Noi possiamo essere l’inizio dell’epoca del merito che viene prima della tessera di partito, dei doveri che non sono scissi dai diritti, della libertà che ha bisogno di responsabilità, del valore che ha bisogno di essere dimostrato e non si guadagna per semplice discendenza, dell’interesse nazionale che viene prima di quello di parte. Noi siamo un capriccio della storia, e per alcuni siamo un rischio e un problema, ma per moltissimi siamo la vera speranza rimasta".

"In poche parole, il nostro compito è troppo grande perché si possa consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi non è in grado di capire cosa sia Fratelli d’Italia e quali siano le grandi sfide storiche della nostra epoca. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi vuole farci tornare indietro, o con chi ci trasforma in una macchietta. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi, inconsapevolmente o meno, diventa uno strumento nelle mani dell’avversario. Chi non è in grado di capirlo, chi non ha compreso questo percorso, chi non è in condizione di tenere il passo, non può far parte di Fratelli d’Italia".

"Per tutti gli altri: ricordatevi quale è il nostro compito, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Servirà tanto lavoro, tanta dedizione, tanto sacrificio. Ma se sapremo essere all’altezza della sfida, vi prometto che la storia si ricorderà di noi, che l’Italia si ricorderà di noi, che ogni persona perbene che ha subito la logica degli amici degli amici, dei circoletti che decidono per tutti, dei due pesi e delle due misure, di un mondo nel quale se fai parte di una determinata corrente politica hai più diritti degli altri, ci dirà grazie per il coraggio e la forza che avremo saputo dimostrare. Piedi a terra, testa alta, e sguardo rivolto sempre, e solo, avanti", conclude Meloni.

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Politica

Pnrr, via libera Ue a quinta rata da 11 miliardi

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Giorgia Meloni: "Smentito chi scommetteva contro per vantaggio elettorale. Ottenuti 113 miliardi su 194,5 previsti, il 58,4% del totale"

Giorgia Meloni

Via libera dalla Commissione Europea pagamento della quinta rata del Pnrr all'Italia. L'esecutivo comunitario ha approvato la valutazione preliminare positiva di 53 tappe fondamentali e obiettivi legati alla quinta richiesta di pagamento, per 11 miliardi di euro (al netto del prefinanziamento), nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, cuore del piano NextGenerationEu. Al momento della presentazione, la richiesta comprendeva 52 tappe fondamentali e obiettivi. La quinta richiesta di pagamento copre progressi nella realizzazione di 14 riforme e 22 investimenti in settori come il diritto della concorrenza, gli appalti pubblici, la gestione dei rifiuti e dell’acqua, la giustizia, il quadro di revisione della spesa, l'istruzione secondaria e terziaria. Degli 11 mld di euro circa, 7,9 mld sono prestiti, il resto trasferimenti a fondo perduto, specifica la Commissione.

Meloni: smentito chi scommetteva contro governo

In un video la premier Giorgia Meloni spiega: "Abbiamo raggiunto gli obiettivi previsti per questa rata, abbiamo fatto anche qualcosa di più: a dicembre avevamo inviato la richiesta per 10 miliardi 600 milioni, ma a maggio 2024 abbiamo raggiunto due ulteriori obiettivi e questo ci consentirà di ricevere 400 milioni in più e arrivare a 11 miliardi con il pagamento di questa quinta rata".

"E' un'ottima notizia per l'Italia, è un'ottima notizia per i cittadini, ed è una notizia - rimarca - che ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo, quanti speravano in cuor loro che l'Italia potesse perdere i soldi dell'Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale mentre lo dicevano, ma non è andata così. E con il lavoro di questi mesi noi abbiamo dimostrato che tutti quei pronostici erano sbagliati. Lo abbiamo dimostrato facendo quello che sappiamo fare meglio, e cioè studiare i dossier, lavorare, portare a casa i risultati concreti. Questo ci ha permesso anche di raggiungere dei record che sono stati riconosciuti dalla Commissione europea. L'Italia è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del PNRR - rivendica la presidente del Consiglio -, siamo lo Stato membro che ha ricevuto finora l'importo maggiore, 113 miliardi e mezzo di euro a fronte dei 194 miliardi quasi e mezzo previsti, ovvero il 58,4% del totale del nostro PNRR".

"Ovviamente il nostro lavoro non si ferma qui, va avanti senza sosta. Solo pochi giorni fa abbiamo inoltrato la sesta richiesta di pagamento da 8 miliardi e mezzo di euro e anche su questo siamo i primi in Europa. Abbiamo convocato per domani un'altra cabina di regia per verificare lo stato d'attuazione degli obiettivi previsti per chiedere il versamento della settima rata da 18,2 miliardi di euro. La messa a terra del PNRR rimarrà una priorità assoluta dell'intero governo perché ogni obiettivo raggiunto è un passo avanti per rendere la nostra nazione più forte, più moderna, più attenta ai bisogni delle famiglie e delle imprese. Lo avevamo promesso ai cittadini e stiamo mantenendo fede anche a quest'impegno", conclude.

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Inchiesta Fanpage, Commissione Segre acquisisce i filmati

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La struttura si occupa in Senato di razzismo e antisemitismo

Inchiesta Fanpage (Fotogramma)

Saranno acquisiti dalla Commissione Segre, che in Senato si occupa di razzismo e antisemitismo, i filmati, resi noti da Fanpage, con le immagini di militanti ed esponenti di circoli di Gioventù nazionale del partito Fratelli d'Italia che fanno il saluto fascista, inneggiano al Duce e pronunciano frasi antisemite e di odio razziale. A quanto apprende l'Adnkronos, è quanto stabilito dall'ufficio di presidenza della Commissione, appena terminato a Palazzo Madama. La richiesta è stato concordato che sia fatta da tutti i gruppi presenti, come proposto da Fratelli d'Italia.

L'ufficio di presidenza, che ha visto in video-collegamento Segre, era stato convocato dopo la lettera inviata proprio alla stessa Segre - che della Commissione è presidente - dall'ex parlamentare Elio Vito, che chiedeva di acquisire i video dell'inchiesta giornalistica per "avviare tutte le iniziative che riterrà necessarie e opportune per contrastare adeguatamente tali manifestazioni evidentemente incompatibili con la nostra Costituzione e con le nostre istituzioni democratiche".

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