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“Vita Vera – Mixtape, Aspettando la Divina Commedia” è...

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“Vita Vera – Mixtape, Aspettando la Divina Commedia” è nella Top 10 degli Album & Compilations più venduti del 2020 nella classifica FIMI/Gfk

Il mixtape, pubblicato in due parti a distanza di una settimana l’uno dall’altro, vede la partecipazione di alcuni degli esponenti più forti e apprezzati della scena rap e trap italiana, come Ghali, Capo Plaza, Ernia, Massimo PericoloDargen D’Amico, MadmanGemitaizTony Effe e alcuni emergenti come III Rave, Sangue, Vaz Tè, PakyShivaDisme e NebbiaTedua si conferma quindi come una delle penne più interessanti del panorama rap italiano, che torna a far sentire la sua voce dopo due anni dall’ultimo album “Mowgli”, certificato doppio disco di platino.

Nella settimana di pubblicazione, la prima parte, “Vita Vera Mixtape”, è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico di Tedua. In sole 24 ore tutti i brani del progetto si sono classificati nella Top 15 della classifica italiana di Spotify e il brano “Polvere” feat. Capo Plaza è entrato nella Top 200 della Global Chart, collezionando oltre 2 milioni di streaming, oltre che raggiungere la #1 nella classifica di Apple Music.

Classe 1994, nato a Cogoleto in Liguria, Tedua (Mario Molinari) è cresciuto a Milano. Dopo aver fatto parte di alcune crew come Zona4Gang e Wild Bandana, nel 2014 ha fatto il suo debutto con “Medaglia d’oro” pubblicato in free download in collaborazione con Vaz Tè. Nel 2015 è uscito il mixtape “Aspettando Orange County”, seguito poi l’anno successivo dall’album “Orange County California”. Con questi lavori esplora le sonorità della drill music, un sottogenere della trap, diffusosi intorno al 2010 nella scena rap di Chicago grazie alle produzioni di rapper come Pacman e Chief Keef. Nel 2016 compare nel film “Zeta”, il lungometraggio di Cosimo Alemà dedicato alla scena rap italiana: nella pellicola, Tedua interpreta se stesso alle prese con una battle di freestyle che lo vede contrapposto a Fatt Mc. A gennaio 2017 esce “Orange County – California” che contiene i singoli “Buste della spesa” (con un video che su YouTube viaggia intorno alle 9 milioni di visualizzazioni) e il duetto con Ghali in “Fifty fifty”. Nel 2017 Tedua compare nell’album Fenice di IZI (Sony Music) nel singolo Wild Bandana, certificato disco di platino, ed esce successivamente con il singolo Wasabi 2.0 (Sony Music) che oltre ad essere certificato doppio disco di platino, ottiene oltre 7.4 milioni di visualizzazioni in soli 5 mesi. A novembre 2017 esce il singolo “La legge del più forte”, certificato doppio disco di platino, che anticipa il secondo album “Mowgli”, anch’esso certificato doppio disco di platino. L’album contiene brani come “Vertigini”, doppio disco di platino, “Sangue Misto”, disco di platino, “Fashion Week RMX”, disco d’oro, “Acqua (Malpensandoti)”, disco d’oro, “Burnout”, disco d’oro e “3 Chances (Dilla tutta)”, disco d’oro. Nell’estate 2019 pubblica il singolo “Elisir”, certificato disco d’oro, che anticipa la nuova fase musicale di Tedua.

“Vita Vera – Mixtape, Aspettando la Divina Commedia” è nella Top 10 degli Album & Compilations più venduti del 2020 nella classifica FIMI/Gfk. L’album, che ha conquistato pubblico e critica, si aggiudica questo importante traguardo dopo aver conquistato la vetta della classifica FIMI/GfK per due settimane consecutive ed essere stato certificato disco di platino. Ad oggi è ancora stabile nella Top 25 degli album più venduti.

Il mixtape, pubblicato in due parti a distanza di una settimana l’uno dall’altro, vede la partecipazione di alcuni degli esponenti più forti e apprezzati della scena rap e trap italiana, come Ghali, Capo Plaza, Ernia, Massimo PericoloDargen D’Amico, MadmanGemitaizTony Effe e alcuni emergenti come III Rave, Sangue, Vaz Tè, PakyShivaDisme e NebbiaTedua si conferma quindi come una delle penne più interessanti del panorama rap italiano, che torna a far sentire la sua voce dopo due anni dall’ultimo album “Mowgli”, certificato doppio disco di platino.

Nella settimana di pubblicazione, la prima parte, “Vita Vera Mixtape”, è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico di Tedua. In sole 24 ore tutti i brani del progetto si sono classificati nella Top 15 della classifica italiana di Spotify e il brano “Polvere” feat. Capo Plaza è entrato nella Top 200 della Global Chart, collezionando oltre 2 milioni di streaming, oltre che raggiungere la #1 nella classifica di Apple Music.

Classe 1994, nato a Cogoleto in Liguria, Tedua (Mario Molinari) è cresciuto a Milano. Dopo aver fatto parte di alcune crew come Zona4Gang e Wild Bandana, nel 2014 ha fatto il suo debutto con “Medaglia d’oro” pubblicato in free download in collaborazione con Vaz Tè. Nel 2015 è uscito il mixtape “Aspettando Orange County”, seguito poi l’anno successivo dall’album “Orange County California”. Con questi lavori esplora le sonorità della drill music, un sottogenere della trap, diffusosi intorno al 2010 nella scena rap di Chicago grazie alle produzioni di rapper come Pacman e Chief Keef. Nel 2016 compare nel film “Zeta”, il lungometraggio di Cosimo Alemà dedicato alla scena rap italiana: nella pellicola, Tedua interpreta se stesso alle prese con una battle di freestyle che lo vede contrapposto a Fatt Mc. A gennaio 2017 esce “Orange County – California” che contiene i singoli “Buste della spesa” (con un video che su YouTube viaggia intorno alle 9 milioni di visualizzazioni) e il duetto con Ghali in “Fifty fifty”. Nel 2017 Tedua compare nell’album Fenice di IZI (Sony Music) nel singolo Wild Bandana, certificato disco di platino, ed esce successivamente con il singolo Wasabi 2.0 (Sony Music) che oltre ad essere certificato doppio disco di platino, ottiene oltre 7.4 milioni di visualizzazioni in soli 5 mesi. A novembre 2017 esce il singolo “La legge del più forte”, certificato doppio disco di platino, che anticipa il secondo album “Mowgli”, anch’esso certificato doppio disco di platino. L’album contiene brani come “Vertigini”, doppio disco di platino, “Sangue Misto”, disco di platino, “Fashion Week RMX”, disco d’oro, “Acqua (Malpensandoti)”, disco d’oro, “Burnout”, disco d’oro e “3 Chances (Dilla tutta)”, disco d’oro. Nell’estate 2019 pubblica il singolo “Elisir”, certificato disco d’oro, che anticipa la nuova fase musicale di Tedua.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Roma celebra l’innovazione con i nuovi...

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Nel cuore pulsante della Capitale Italiana, un’epoca nuova di gestione dei rifiuti prende forma con l’arrivo dei moderni cestini “Cestò”. Questi eleganti contenitori sostituiranno i modelli precedenti, aumentando la loro presenza sulle strade cittadine a ben 18.000 unità, triplicando così la loro distribuzione attuale. Il nome stesso, “Cestò”, un brillante gioco di parole dialettale, riflette con calore l’inclusione di questi nuovi guardiani della pulizia urbana.

Origini del nome “Cestò”

Il nome “Cestò” deriva dal dialetto romanesco, giocando con l’espressione che significa letteralmente “ce sta” (ci sta) in italiano standard. Questo nome non solo rievoca la parlata locale, ma sottolinea anche la presenza essenziale di questi cestini nelle strade di Roma, come parte integrante del paesaggio urbano. La scelta del nome è un omaggio affettuoso alla cultura e alla storia della città, confermando l’identità romana di questo nuovo elemento di infrastruttura urbana.

Ispirato al design iconico introdotto durante il Giubileo del 2000, il nuovo “Cestò” combina estetica e funzionalità con materiali ignifughi e antideflagranti, garantendo sicurezza e resistenza, in linea con le più severe normative antiterrorismo. La scelta del polietilene ad alta densità (HDPE), un materiale leggero, riciclato e riciclabile, dimostra un impegno verso la sostenibilità ambientale, ponendo Roma all’avanguardia nella gestione responsabile dei rifiuti urbani.

La presentazione ufficiale del piano di posizionamento, avvenuta il 25 giugno in via dei Fori Imperiali, ha visto la partecipazione illustre del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, del presidente di Ama Bruno Manzi e del direttore generale Alessandro Filippi. Le prime installazioni si concentreranno strategicamente nelle aree di San Pietro, Colosseo, piazza Venezia e Fori Imperiali, aumentando significativamente la disponibilità dei cestini del 70% in queste località chiave.

Il programma prevede l’installazione di ulteriori 2.800 cestini nei municipi I e VIII entro la fine di agosto, con una distribuzione graduale per tutti i municipi entro dicembre, in coincidenza con l’inizio del Giubileo. I cestini rimossi, ma ancora funzionali, saranno conservati per eventuali necessità future o eventi speciali, dimostrando un approccio olistico e proattivo nella gestione degli spazi urbani.

In parallelo, è stata avviata una campagna di comunicazione integrata per educare i residenti e i visitatori sull’importanza dell’utilizzo corretto dei nuovi “Cestò”. Il sindaco Gualtieri ha enfatizzato che tutti i cestini sono realizzati con materiali riciclati e monitorati attraverso un sistema georeferenziale avanzato, garantendo un servizio efficiente e responsabile.

Un ritorno alle origini: la gestione dei rifiuti nell’Antica Roma

Quest’iniziativa contemporanea offre un’opportunità unica di confrontare l’attuale gestione dei rifiuti con i metodi antichi dell’Impero Romano. Sebbene le strade romane fossero tenute pulite dai “coponii” o “quararii”, la gestione dei rifiuti all’epoca era primitiva rispetto agli standard moderni, con scarti spesso gettati nelle vie o nei fiumi, creando problematiche igieniche e di salute pubblica. Il contrasto con l’approccio tecnologico e sostenibile attuale evidenzia il progresso significativo verso una città più pulita e sicura.

Una città impeccabile: segno di civiltà e rispetto

L’introduzione dei nuovi “Cestò” a Roma rappresenta non solo un miglioramento nella gestione dei rifiuti, ma un impegno tangibile verso una città impreziosita dalla sua storia millenaria. Ogni “Cestò” invita i cittadini e i visitatori a custodire la bellezza e l’eredità culturale di Roma, contribuendo attivamente alla sua conservazione e vivibilità quotidiana. La cura di Roma è un atto di amore e rispetto, riflettendo l’impegno collettivo verso una coesistenza civile e sostenibile, testimoniando che il progresso civile non è solo ciò che costruiamo, ma anche come preserviamo e proteggiamo.

I Cestò a Roma sono come note di una sinfonia antica, tessute tra le pietre millenarie della Città Eterna… Ogni Cestò, con la sua semplice presenza, riverbera un’ode alla bellezza e alla storia che pervadono ogni angolo di questa città eterna… È un invito poetico a custodire con amore e rispetto il tesoro di Roma, preservando la sua magia per le fortunate future generazioni…” (AnnA Del Bene)

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Intervista esclusiva a Diego Di Flora, voce e cuore del...

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Diego Di Flora, appassionato organizzatore di eventi e fervente sostenitore dei diritti civili, è una figura centrale nel panorama dei Pride italiani. Con un’impegno incrollabile per la causa LGBTQI+ e una particolare attenzione alla qualità e al significato di ogni evento che dirige, Diego si dedica anima e corpo alla realizzazione del Napoli Pride. Quest’anno, oltre al suo ruolo a Napoli, affronta la sfida di dirigere anche il Pride di Noto, raddoppiando il suo impegno per la visibilità e la lotta per l’uguaglianza. La sua vita, animata dalla solidarietà fin da bambino, lo porta a essere non solo un organizzatore di eventi, ma un vero e proprio attivista per il cambiamento sociale.

La nostra intervista esclusiva

Salve Diego, quali eventi e manifestazioni sono previsti quest’anno per il prossimo Napoli Pride?
“In ogni Pride metto tanto ‘cuore’. La città di Napoli ha da sempre accolto con molta inclusione la parata e negli ultimi anni lo show finale. Per questo sono molto fiero della mia Napoli che mi regala ogni anno un’onda d’amore che invade l’intera città. C’è purtroppo ancora molto da fare in Italia, soprattutto in questo periodo storico, dove bisogna a tutti i costi manifestare ai Pride per la tutela dei Diritti fondamentali per ognuno di noi.”

La scelta della madrina dell’evento è ricaduta su Malika Ayane. Per quale motivo?
“Non ho avuto alcun dubbio, le ho scritto un whatsapp e dopo pochi minuti mi ha detto che sarebbe stata onorata di essere la madrina. Malika è sempre stata accanto alla comunità lgbtqi+ ogni giorno della sua carriera. Con la sua presenza conferma ancora una volta la sua posizione, mettendoci la faccia e in questo caso anche la voce per la tutela dei diritti. Senza troppe pretese, senza troppi divismi. Lei è solo felice di essermi accanto in questa edizione del Napoli Pride.”

Quanto è importante al giorno d’oggi, anche in vista della situazione politica italiana, manifestare il proprio orgoglio gay?
“È fondamentale per tutti noi esserci. Fin quando vivremo in un Paese dove esistono diversità legislative tra i cittadini è nostro dovere manifestare. I diritti civili dovrebbero andare di pari passo con le persone. Con tutte le persone. Per questo bisogna manifestare ai Pride, per non perdere quei pochi diritti acquisiti e per avanzare verso una vera uguaglianza. La prima e più banale risposta sull’importanza di manifestare ai Pride ha a che fare con il semplice fatto che un diritto non è mai conquistato per sempre, e che comunque con la legge si può arrivare solo fino ad un certo punto. Il movimento Lgbtqi+ non riguarda solo diritti e libertà legislative, ma anche libertà sociali e culturali che spesso non vanno alla pari con la legge. Ma soprattutto ci tengo a invitare le persone, tutte ad esserci, non si scende in piazza solo per se’: in molte parti del mondo le persone lgbtqi+ sono punite, torturate e allontanate dalla loro comunità. In 72 Paesi essere omosessuali è un reato. E questo va cambiato. E mi piace pensare che da Napoli si possa dare lezioni di coerenza e di inclusione.”

In che modo si può sostenere il Napoli Pride?
“Si può essere parte attiva dell’organizzazione. Le associazioni Alfi le maree, Antinoo Arcigay Napoli, ATN Associazione Trans Napoli e Pride Vesuvio Rainbow che insieme formano il Comitato Napoli Pride cercano l’intervento di volontari, collaboratori ma soprattutto si può sostenerli con una donazione.”

È anche direttore artistico del pride di Noto. Come mai questo doppio ruolo?
“Ho accettato l’invito dell’Arcigay Siracusa e del Comune di Noto come una doppia sfida. Sarà massacrante perché a distanza di soli 30 giorni mi occuperò di due Pride, ma io amo le sfide. Noto è una città molto attenzionata a livello internazionale, turisti da tutto il mondo fanno a gara per arrivare a Noto, quindi per me sarà stimolante dirigere una serata all’insegna della musica in un posto incantevole. Il 27 luglio ci sarà la prima edizione del Noto Pride.”

Quando è nata la sua passione per l’organizzazione degli eventi?
“Un po’ di anni fa ormai. Ho sempre amato il mio lavoro e provo a farlo con tutta la passione che ho. Decido io cosa dirigere, non accetto tutto. Non mi interessa fare numero ma solo la qualità dell’evento. Anzi solitamente quando mi propongono dei lavori a cui non sono interessato giro i numeri dei miei colleghi.”

Quando ha deciso di fare virare questa sua attività anche per cause dal forte valore civile, in tutela dei diritti, come i Pride?
“Sono stato educato alla cultura della solidarietà. Fin da bambino ho sempre aiutato chi era in difficoltà, mi piaceva essere disponibile. Nel tempo ho capito che potevo unire questa mia sensibilità col lavoro. Non mi sono mai più fermato e finché potrò sarò sempre al fianco di chi lotta per i diritti, per le disuguaglianze, per una malattia etc.”

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Nuova “Casa dell’Acqua” inaugurata a...

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Il giorno 12 giugno si è distinto nel calendario di Roma per l’avvio di un servizio che si prefigge di rivoluzionare l’approccio alla risorsa idrica nella capitale: è stata inaugurata una nuova Casa dell’Acqua. Questo particolare punto di erogazione si trova vicino alla Via Sacra, un luogo carico di storia, che funge da connessione vitale tra il Colosseo e il Foro Romano, due dei più significativi siti archeologici della città. Questo nuovo impianto si inserisce all’interno di una più ampia visione ambientale del gruppo Acea, avviata una decade fa, mirata a sensibilizzare la popolazione e i numerosi visitatori sulle tematiche del risparmio idrico e della sostenibilità. L’obiettivo di tale iniziativa è doppio: da un lato, stimolare una maggiore coscienza nell’uso dell’acqua, dall’altro, promuovere attivamente l’abbandono delle bottiglie di plastica monouso a favore di soluzioni più sostenibili come i contenitori riutilizzabili.

Decennale del progetto Casa dell’Acqua: tecnologia e tradizione

Le Case dell’Acqua rappresentano una moderna evoluzione delle storiche fontane di Roma, coniugando tradizione e innovazione tecnologica. Oltre alla distribuzione di acqua naturale e frizzante, queste strutture offrono servizi aggiuntivi quali prese di alimentazione elettrica per la ricarica di dispositivi mobili e la geolocalizzazione tramite l’app Acea Waidy Wow. Questa applicazione permette agli utenti, tra le altre cose, di monitorare il proprio livello di idratazione.

Un network in espansione

Da Roma, il progetto si è esteso in altre regioni quali Lazio, Toscana, Umbria, Campania e Molise. Ad oggi, il gruppo Acea gestisce circa 430 Case dell’Acqua, che distribuiscono gratuitamente oltre 110 milioni di litri d’acqua all’anno. L’espansione di questo network promuove la riduzione dei rifiuti plastici grazie all’uso di contenitori ricaricabili.

Commenti istituzionali sull’inaugurazione

Ornella Segnalini, assessora ai Lavori pubblici di Roma Capitale, ha espressamente lodato l’inaugurazione della nuova casetta dell’acqua, ricordando che solo due mesi fa sono stati installati tre nuovi nasoni nell’area del Colosseo. L’apertura della nuova Casa dell’Acqua rappresenta un ulteriore impegno verso la modernizzazione e l’ecosostenibilità.

Barbara Marinali, presidente del gruppo Acea, ha evidenziato l’importanza del decennale del progetto, sottolineando come esso risponda alle esigenze del territorio e della popolazione locale e dei visitatori, specie in previsione del prossimo Giubileo. All’evento è stata presente anche la vicepresidente del I municipio Alessandra Sermoneta.

L’impegno del Parco Archeologico del Colosseo

Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, ha rimarcato l’integrazione di queste iniziative nel progetto PArCo Green, evidenziando come l’eco-sostenibilità rappresenti un obiettivo prioritario per il Parco. Questa sinergia tra il progetto delle Case dell’Acqua e le politiche ambientali del Parco Archeologico del Colosseo illustra un modello di gestione del patrimonio culturale che tiene conto della sostenibilità ambientale.

L’apertura della nuova Casa dell’Acqua di Roma è un esempio emblematico di come le infrastrutture moderne possano integrarsi armoniosamente con il contesto storico e culturale di una città, contribuendo al contempo alla salvaguardia ambientale e alla qualità della vita urbana. Questo progetto offre una risorsa preziosa per i residenti e i visitatori, sottolineando anche l’importanza di politiche ambientali proattive in contesti urbani densamente popolati e ricchi di storia.

Con ogni nuova Casa dell’Acqua inaugurata, rafforziamo il nostro impegno verso un futuro in cui la sostenibilità ambientale e la salvaguardia delle risorse idriche diventano pilastri fondamentali nella costruzione di una comunità più consapevole e responsabile.” — Anna Del Bene

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