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Rai, Camera elegge Federica Frangi e Roberto Natale membri Cda

A Montecitorio Frangi ha ottenuto 174 voti e Natale 45. A Palazzo Madama Marano incassa 97 voti e Di Majo 27

Federica Frangi e Roberto Natale

L'Aula della Camera ha eletto Federica Frangi e Roberto Natale membri del Cda Rai. Frangi ha ottenuto 174 voti e Natale 45, mentre ci sono stati 3 voti dispersi, 6 schede bianche e 3 nulle. Il Senato ha scelto Antonio Marano, indicato dalla Lega, con 97 voti, e Alessandro Di Majo, espresso dal Movimento 5 Stelle, con 27 voti. Un voto è andato a Ruggero Aricò, due le schede bianche, quattro le nulle. Presenti e votanti 131.

Ecco chi sono

Federica Frangi - Sul suo nome si sono concentrate le forze della maggioranza di centrodestra, attribuendole 174 voti. La giornalista, nata l'8 maggio del 1973 a Roma, è professionista dal 2005. Ha all'attivo una lunga esperienza nel servizio pubblico: dopo un inizio come ufficio stampa, ha poi lavorato per tanti anni nella redazione di 'Porta a Porta' e da marzo 2024 è passata alla cronaca nella redazione del Tg2.

Frangi ha, tra le sue esperienze, la partecipazione al direttivo di Lettera 22, l’associazione di giornalisti con sede a Roma, specializzata in temi di politica estera, cooperazione internazionale e cultura. Dal 2019 al 2023 è stata presidente di Associazione Stampa Romana. Nell’autunno 2023 la giornalista aveva assunto l’incarico di gestire la presenza di Fratelli d’Italia in televisione e nei talk show, ma ha lasciato il ruolo dopo un mese per tornare a lavorare in televisione.

Roberto Natale - 45 le preferenze confluite sul suo nome soprattutto presumibilmente dall'ambito di Alleanza Verdi e Sinistra - Movimento 5 Stelle. Natale è giornalista professionista dal 1990. Nato a Roma il 28 ottobre 1958, si è laureato in filosofia ed ha al suo attivo una lunga carriera nella tv di Stato, iniziata a partire dagli anni '80. Nella sua carriera, oltre all'esperienza come redattore, figura anche quella di conduttore.

Parte fondamentale del percorso professionale del nuovo componente del Cda è sicuramente l'attività sindacale. Come Federica Frangi, Natale ha fatto parte dell’Associazione Stampa Romana, in qualità di vicepresidente nel periodo compreso tra il 1995 e il 1996. Dal 1996 al 2006 è stato per tre volte Segretario dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, impegnato particolarmente in quegli anni sul tema della trasparenza delle assunzioni e del riconoscimento dei diritti dei precari. Dal 2007 al 2012 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi). Tra le sue esperienze anche l'impegno in politica al fianco di Nichi Vendola, nel 2013, quando si candida al Senato per Lazio e Abruzzo con il partito Sinistra, Ecologia e Libertà ma la lista non supera lo sbarramento e non viene eletto.

Dal 2013 al 2018 ricopre l'incarico di portavoce della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Dal 2020 è nella Direzione Rai per il Sociale, istituita per rafforzare l'azione del servizio pubblico nei tempi della pandemia. Nel 2022 è nominato Direttore della Direzione 'Rai per la Sostenibilità – Esg' e, in questa veste, diventa Consigliere di Amministrazione della Fondazione Pubblicità Progresso.

Antonio Marano - Il manager originario della provincia di Foggia, 68 anni, indicato dalla Lega, è stato il più votato con 97 voti. Marano, nato a Roma il 22 febbraio del 1956, risulta così il consigliere più anziano dei quattro nominati dal Parlamento. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, ha all'attivo una carriera in Rai più che ventennale: è stato direttore di Rai2 dal 2022 al 2009, con un intermezzo dal 2004 al 2009 in cui ha ricoperto il ruolo di direttore della Direzione Diritti Sportivi.

Dal 2009 al 2016 è stato vicedirettore generale per il Coordinamento dell'Offerta Televisiva e Radiofonica. Da febbraio 2016 a gennaio 2021 è stato presidente di Rai Pubblicità. E' l'attuale direttore commerciale della Fondazione Milano-Cortina. Marano ha all'attivo anche l'esperienza in politica: alle politiche del 1994 è stato infatti eletto deputato nelle file della Lega Nord fino al 1996. In questa veste, è stato membro della Commissione di Vigilanza Rai e sottosegretario al ministero delle Poste e delle telecomunicazioni nel primo governo Berlusconi.

Alessandro Di Majo - Le preferenze per il consigliere, indicato dal Movimento 5 Stelle e sostenuto anche da Alleanza Verdi Sinistra, sono state 27. Alessandro Di Majo è un avvocato romano nato il 20 ottobre 1968. Oltre all'attività di legale, è attualmente professore (supplente esterno) di Diritto Sportivo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma Tre, nonché professore di Diritto Commerciale presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della stessa Università.

Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in diritto societario, diritto fallimentare, diritto sportivo e diritto d’autore. È stato Of Counsel dello studio legale Tonucci & Partners, con sedi a Roma e Milano, occupandosi di contenzioso, arbitrati, mediazione, diritto d'autore, crisi d'impresa e sport. Dal 2002 al 2009 è stato componente del Collegio Arbitrale della Lega Nazionale Professionisti (Figc - Federazione Italiana Giuoco Calcio). Dal 2018 al 2019 è stato Consigliere presso la Corte di Cassazione, a seguito di nomina per "meriti insigni" con Decreto del Presidente della Repubblica, su designazione all'unanimità del Consiglio Superiore della Magistratura.

È stato membro della Commissione tecnica di supporto del Gruppo di lavoro, Commissione istituita presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per la riforma delle cd. Leggi Prodi-bis -Marzano, in tema di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Considerato molto vicino a Giuseppe Conte, è alla sua seconda esperienza come componente del consiglio di amministrazione della tv di Stato: la prima volta è stato eletto dal Senato nel luglio 2021. Da gennaio 2022 è membro del Consiglio di Presidenza e del Consiglio Generale di Confindustria Radio Televisioni.

Azione non partecipa a voto

Azione non ha partecipato al voto, "rispettando l’accordo preso con le altre opposizioni". "Riteniamo infatti prioritario arrivare ad una riforma Rai che cancelli l’influenza dei partiti e metta la tv pubblica sotto una Fondazione indipendente. Spiace che altre forze politiche di opposizione abbiano rotto il fronte per ragioni di tornaconto del proprio partito. Quanto accaduto questa settimana sul rifinanziamento delle missioni all’estero e la Rai, dimostra che il campo largo non esiste nei fatti. Se ne prenda atto e si lavori per la costruzione di un’alternativa di governo riformista ed europeista", si legge in una nota Azione dopo la riunione di questa mattina tra il segretario Carlo Calenda e i parlamentari.

Conte: "Spaccatura dal Pd che segue Renzi, M5S e Avs coerenti"

“Boschi parla di giravolta? Ma che giravolta, noi siamo stati sempre coerenti, è la soluzione più giusta. Noi siamo con Avs, e non capiamo perché ci sia stata questa posizione del Pd, la rispetto, ma voi comprendete che un cda di un servizio pubblico deve essere doverosamente presidiato dalle forze di opposizione che devono avere dei rappresentanti per esercitare funzioni di vigilanza, controllo, valutazione del bilancio, questa è la considerazione che abbiamo fatto con Avs”, dice Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, interpellato dai cronisti fuori dalla Corte di Cassazione sulla questione Rai. “La spaccatura c’è stata da parte del Pd che ha deciso, con Renzi, dopo aver fatto nel 2015 la riforma di questa governance”, conclude Conte.

Schlein: "Noi coerenti con linea opposizioni fino a ieri"

“Il Pd è rimasto sulla posizione che era di tutte le opposizioni fino a ieri, quindi al massimo dovete chiedere ad altri perché hanno cambiato la posizione”. Lo dice Elly Schlein, segretaria del Pd, davanti alla Corte di Cassazione rispondendo ai cronisti sulle parole di Conte sulla Rai. “Noi rimaniamo - aggiunge - coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un consiglio di amministrazione che è già fuori legge, perché il Media freedom Act è già entrato in vigore. Abbiamo tempo fino all’8 agosto del 2025 per allinearci. Quella normativa impone che la Rai sia indipendente dalla politica e dai partiti, per cui, come ho detto all’inizio del mio mandato da segretaria, Giorgia Meloni sarà l’ultima premier che procederà alle lottizzazioni della Rai. Ieri la maggioranza ha chiarito che questo Cda viene votato per rimanere in carica tre anni, e vuol dire che diversamente da quanto le opposizioni tutte hanno sostenuto fino a ieri, si rischia di rimandare al '2000 mai' la riforma della governance della Rai”. “Noi scegliamo di non partecipare al voto esattamente in linea con quanto sostenuto con tutte le altre opposizioni per settimane”, conclude Schlein.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Politica

Cittadinanza, Fini: “Spero Meloni valuti lo Ius...

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L'ex vicepremier: "An aveva iniziato a ragionarci. Io sarei per ragionarci, senza scomuniche"

Gianfranco Fini

"Io cominciai a parlare di integrare coloro che arrivano in Italia e ha dei requisiti già con la legge Bossi-Fini. Ora lo Ius Scholae, proposto da Forza Italia, va con attenzione valutato e spero lo faccia anche Giorgia Meloni che so non essere contraria a priori". Così Gianfranco Fini ospite di Massimo Gramellini a 'In Altre Parole' su La7 torna a parlare del tema della cittadinanza.

"E' nei fatti che in questo momento la priorità di Fdi non è quella di valutare lo Ius Scholae. Non è nel programma di governo. Ma An aveva iniziato a ragionarci. Io sarei per ragionarci, senza scomuniche", aggiunge Fini.

Governo

L'ex vicepremier parlando poi del governo sottolinea come "l'amichettismo determina un certo sconcerto. E' una pessima pratica. Perché accade? Perché - spiega l'ex leader di An - si spera che essendo amici, siano leali. Però c'è stato un momento in cui invece che mettere amici della prima ora, veniva messo il più svelto a salire sul carro del vincitore: il trasformismo. Meloni si fida di coloro che conosce bene".

Elezioni Usa

Quanto alle elezioni Usa, Fini resta a guardare. "Trump o Harris? Come si dice in America: 'da quello non comprerei una macchina usata'. Ecco, Trump per certi aspetti è questo, ma anche Harris non dà garanzie. Al momento non voterei né l'uno né l'altro".

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Politica

Strage di Marzabotto, Mattarella: “Qui per dire mai...

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Il presidente della Repubblica alla commemorazione dell'eccidio insieme all'omologo tedesco Steinmeier, che chiede perdono: "Provo dolore e vergogna"

Steinmeier e Mattarella - Afp

"Siamo qui per dire mai più". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi a Marzabotto in occasione della commemorazione dell'80esimo anniversario delle'eccidio di Monte Sole, insieme all'omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.

"Siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre, in queste comunità. Siamo qui per ricordare, perché la memoria richiama responsabilità. Nella Seconda guerra mondiale si toccò il fondo dell’abisso. La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana. Italia, Germania ed Europa sono state capaci di risorgere da quell’inferno, costruendo libertà, pace, democrazia, diritti, comunità, una nuova sicurezza", ha detto Mattarella.

"I nostri genitori, i nostri nonni non si abbandonarono alla rassegnazione. Furono capaci - ha ricordato il Capo dello Stato - di trasformare il dolore più indicibile e inspiegabile in una forza generatrice. In una nuova epoca. In un sistema che, benché imperfetto, intendeva guardare al rispetto della dignità di ogni persona. Non è stato facile ricostruire un continente dalle macerie materiali e morali cui nazismo e fascismo l’avevano condannato".

"Perché? Perché tutto questo? Si può, si deve dimenticare? Continuiamo a chiedercelo percorrendo questi luoghi, sostando dinanzi ai memoriali. Le domande penetrano le nostre coscienze, senza riuscire a fornire una risposta esaustiva, definitiva, segnalando, piuttosto, una irrisolta inquietudine", le parole del presidente.

“'E’ accaduto, quindi può di nuovo accadere', ci ammonì Primo Levi. Può accadere - ha proseguito il Capo dello Stato - se dimentichiamo. Ma, oggi, i conflitti in atto, i luoghi della sofferenza dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione, ci richiamano bruscamente alla responsabilità di non essere né ciechi, né addormentati, né immemori. Non dobbiamo mai dimenticare, anche se fatichiamo a comprendere. O forse, per citare ancora Levi 'quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare'".

"Sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene. Quanto accade ai confini della nostra Unione europea suona monito severo. I fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la storia. Ecco - ha continuato Mattarella - la ragione del pellegrinaggio laico a questi luoghi, fonti della nostra odierna convivenza civile, perenne richiamo alle follie degli uomini".

"Ecco le ragioni -ha ricordato il Capo dello Stato- per cui i Presidenti Einaudi, Pertini, Scalfaro nel cinquantesimo anniversario della strage, Ciampi insieme al presidente tedesco Rau, vollero salire quassù. Per ribadire solennemente 'mai più'. Oggi, la sua presenza, caro presidente Steinmeier, è una ulteriore spinta ad andare avanti insieme nel costruire il futuro".

"Quasi ottocento le vittime, uccise tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzane Morandi. Quasi duecento i bambini. Marzabotto e Monte Sole sono simbolo tra i più sconvolgenti della strategia di annientamento che accompagnò la volontà di dominio, il mito razziale, la sopraffazione nazionalista, insomma quell’impasto ideologico che sospinse il nazismo -e i loro complici, tra cui il regime fascista- a perseguire il catastrofico progetto di conquistare l’Europa e svuotarla della sua storia", ha detto ancora il presidente Mattarella.

"In queste terre, tra i fiumi Setta e Reno, si compì l’eccidio di civili più grande e spietato tra quelli perpetrati nel nostro Paese durante la guerra. Queste terre - ha ricordato il Capo dello Stato - hanno conosciuto il terrorismo delle SS e dei brigatisti neri fascisti. Non c’erano ragioni militari che potessero giustificare tanta crudeltà. Sui pendii di Monte Sole vennero uccisi anche sacerdoti. Don Ubaldo Marchioni era all’altare di Casaglia di Caprara".

"Non si trattava soltanto di disprezzo verso la religione. Era 'la negazione radicale di ogni umanità', come scrisse Giuseppe Dossetti, capo partigiano, Costituente, dirigente politico di primo piano, che lasciò la politica attiva per fondare, proprio a Casaglia, la sua comunità di monaci, per riposare poi, a pochi passi dalla chiesa distrutta, in quel piccolo cimitero -ha concluso Mattarella- divenuto anch’esso teatro di sterminio".

Steinmeier: "Mi inchino davanti ai morti e chiedo perdono"

"Oggi sono qui davanti a voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna. Mi inchino dinnanzi ai morti. A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono", ha poi detto Steinmeier, parlando a Marzabotto.

"Le vittime e voi, i discendenti e i familiari, avete diritto alla memoria. Nelle vostre famiglie - ha detto ancora il Capo dello Stato tedesco - continuano a vivere il ricordo, il dolore, l’orrore. Tutta questa zona intorno a Monte Sole è segnata ancora oggi da profonde e visibili cicatrici. E io so che il dolore è ancora più grande perché la maggior parte dei crimini è rimasta impunita. Questa è la seconda colpa di cui noi tedeschi ci siamo macchiati. Che io possa parlare qui oggi è possibile solo perché voi tutti avete concesso a noi tedeschi la riconciliazione. Che preziosissimo dono! Questa riconciliazione la vivete molto concretamente qui a Marzabotto e nei comuni limitrofi".

"Ed è particolarmente importante -ha detto Steinmeier- il fatto che voi la tramandiate ai giovani, e di questo vi ringrazio. Ed è ancora più importante che i giovani conoscano il passato, poiché sono solo pochi i testimoni rimasti".

"I nostri due Paesi - ha detto ancora - sanno che la democrazia, anche dopo essere stata conquistata, non è mai scontata. Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno protette e difese, che un nazionalismo eccessivo porta alla guerra. Dobbiamo, quindi, andare avanti sulla nostra strada della riconciliazione e dell’amicizia, verso un buon futuro per i nostri figli e nipoti in un’Europa forte, unita e democratica".

"'Sono i bambini che sono stati capaci di sperare in un mondo migliore e di lottare, quotidianamente, per la sua realizzazione'. Così scrisse Anna Rosa Nannetti, anche lei sopravvissuta all’eccidio, riferendosi ai bambini di Marzabotto. A cui ha dedicato un toccante monumento scritto. Ai bambini sopravvissuti. Questa frase - ha spiegato il Capo dello Stato tedesco- è per noi una missione. Dobbiamo credere in un mondo migliore. Lottare ogni giorno insieme per la sua realizzazione!"

"Ricordare perché quanto accaduto non ritorni –questo è il lascito di Primo Levi. Questa è la responsabilità dinnanzi alla nostra storia –soprattutto per noi tedeschi. E questa responsabilità non può essere archiviata. In questa giornata di commemorazione vorrei rammentarlo molto consapevolmente a tutti i tedeschi", le parole di Steinmeier.

"Vorrei rammentarlo molto consapevolmente -ha proseguito il Capo dello Stato tedesco- anche perché viviamo un momento in cui anche nel mio Paese assistiamo a una recrudescenza delle forze nazionaliste e di estrema destra. Forze che intendono indebolire o minare la democrazia –proprio nel mio Paese. Questo mi preoccupa. Ma mi dà anche determinazione. La nostra responsabilità oggi è di nuovo maggiore rispetto a molti anni fa: impegnarsi e lottare per i valori alla base della nostra Europa unita, delle nostre democrazie. L’Europa ha un futuro di pace solo se noi tedeschi non dimenticheremo mai questa responsabilità dinnanzi alla storia e la difenderemo".

"Mai più, questo è l’imperativo morale che deve guidarci ora e per sempre in futuro! È allo stesso tempo monito e missione. Come Presidente federale tedesco -ha concluso Steinmeier- vi prometto: farò di tutto affinché noi tedeschi onoriamo questa responsabilità e il dono della riconciliazione. Per questo lotterò ogni singolo giorno".

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Politica

Berlusconi, un francobollo in ricordo del Cav: ritratto e...

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Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo con una tiratura di 530.010 esemplari

Il francobollo commemorativo di Silvio Berlusconi

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo di Silvio Berlusconi, relativo al valore della tariffa B pari a 1,25 euro, con una tiratura di 530.010 esemplari. Lo comunica in una nota Poste Italiane. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Il bozzetto è a cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Ipzs. Sullo sfondo della bandiera dell’Italia e dell’Unione Europea, è raffigurato un ritratto di Silvio Berlusconi, imprenditore, uomo di Stato, quattro volte presidente del Consiglio dei Ministri.

Completano il francobollo le legende 'Silvio Berlusconi', le date '1936 - 2023', la scritta 'Italia' e l’indicazione tariffaria 'B'. L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia Roma. Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.

Per l’occasione, ricorda infine Poste, è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, al prezzo di 20 euro.

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