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Sostenibilità

Sostenibilità, con progetto ‘Da Chicco a...

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Sostenibilità, con progetto ‘Da Chicco a Chicco’ +10% capsule riciclate in 2023 con 650 tonnellate di alluminio e più di 6.500 tonnellate di caffè rimessi in circolo

Grazie a Nespresso e CIAL (Consorzio Nazionale Imballaggi in Alluminio). Obiettivo per il 2025: superare le 900 tonnellate di alluminio recuperato e oltre 9.000 tonnellate di caffè

Sostenibilità, con progetto 'Da Chicco a Chicco' +10% capsule riciclate in 2023 con 650 tonnellate di alluminio e più di 6.500 tonnellate di caffè rimessi in circolo

Nespresso - pioniera e punto di riferimento del caffè porzionato di alta qualità - annuncia i nuovi dati di riciclo delle capsule in alluminio del 2023 e conferma i risultati in costante crescita del progetto di economia circolare 'Da Chicco a Chicco' per il primo quadrimestre dell’anno 2024. Con un totale di oltre 1.800 tonnellate di capsule recuperate nel corso dello scorso anno, +10% rispetto al 2022 - riporta una nota - il progetto ha permesso di recuperare e mandare a riciclo quasi 11.000 tonnellate di capsule in 12 anni che hanno consentito di generare nuove risorse dai due materiali di cui sono composte: oltre 650 tonnellate di alluminio sono state infatti destinate alle fonderie e trasformate in nuovi oggetti e più di 6.500 tonnellate di caffè esausto utilizzato anche per la produzione di compost, impiegato poi per contribuire alla coltivazione di riso. Risultati positivi, supportati anche da un investimento complessivo sul territorio italiano che ha raggiunto i 10 milioni di euro, e nuovi obiettivi di recupero per il 2025: raggiungere le 900 tonnellate di alluminio e superare le 9.000 tonnellate di caffè da riutilizzare in progetti concreti.

Nato nel 2011 grazie a una convenzione con Cial (Consorzio nazionale imballaggi alluminio), Utilitalia e Cic (Consorzio italiano compostatori), 'Da Chicco a Chicco' è il progetto di economia circolare attraverso cui i clienti possono riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nell’apposita area di raccolta presente all’interno delle boutique Nespresso e nelle isole ecologiche partner dell’iniziativa distribuite sul territorio nazionale, per un totale che ad oggi ha appena raggiunto oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte dalle aziende locali di gestione dei rifiuti - si legge - con accordi dedicati in ogni città e in collaborazione con Cial, le capsule esauste vengono lavorate e recuperate presso l’impianto Garm – Gavardo recupero metalli in provincia di Brescia, dove l’alluminio viene separato dal caffè per dare a entrambi i materiali nuova vita.

Attraverso macchinari specifici per la lavorazione delle capsule in alluminio e per il recupero di nuove materie prime, in impianto avvengono il trattamento e la separazione dei due materiali che compongono la capsula esausta: l’alluminio viene recuperato, frazionato e destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti come penne, biciclette, segnalibri e molto altro, mentre il caffè esausto viene inviato presso un impianto di compostaggio per il suo impiego nella realizzazione del compost e, successivamente, ceduto anche a una risaia in provincia di Novara. Il riso prodotto grazie a questo fertilizzante naturale viene poi riacquistato da Nespresso e infine donato al Banco Alimentare di Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia e al Banco alimentare dell’Emilia-Romagna, ultima sede regionale dell’associazione entrata da poche settimane nel progetto che beneficerà della prima donazione di riso, non appena sarà completata la raccolta, nel mese di novembre.

Grazie alla collaborazione dal 2011 tra Nespresso e Banco Alimentare, sono stati donati 5.500 quintali di riso, equivalenti a oltre 6 milioni di piatti - dettaglia la nota - Mentre nel solo 2023, tramite i banchi alimentari di Lombardia, Lazio, Piemonte e Puglia è stato possibile donare circa 900 quintali di riso, l’equivalente di 1 milione di piatti di riso (1 piatto = 90gr), che hanno raggiunto più di 2.500 strutture caritative – tra case di accoglienza, unità di strada, mense e spazi dedicati al supporto – e oltre 500.000 persone in difficoltà, attraverso consegne dedicate e pacchi solidali. Un impegno che, con il nuovo ingresso del Banco Alimentare dell’Emilia-Romagna, permetterà un supporto sempre maggiore alle organizzazioni che in Italia si adoperano per prestare aiuto ai più fragili.

'Da Chicco a Chicco' è un "progetto vivo, che si evolve e cresce anno dopo anno e sul quale continueremo a investire per continuare a supportare il territorio, tutte le persone che ne traggono beneficio e in funzione di un impatto sempre più positivo per il nostro territorio - afferma Silvia Totaro, Sustainability & SHE Manager di Nespresso Italiana - Una crescita costante in termini di numeri e di risorse rigenerate, possibile grazie a tutte le persone che si impegnano a riconsegnare le loro capsule esauste, ma anche in termini di partecipazione dei nostri partner e, che ci permettono di farlo crescere con un sempre maggiore impatto sulle comunità: da Cial, Utilitalia e Cic che hanno creduto da subito nel progetto, alle società di gestione della raccolta differenziata nelle diverse regioni, aiutandoci a renderlo sempre più capillare sul territorio, fino ad arrivare alle sedi regionali di Banco Alimentare per raggiungere e supportare un numero sempre più alto di persone".

La "collaborazione con Nespresso è un fiore all’occhiello per il nostro Consorzio - commenta Stefano Stellini, Direttore generale Consorzio Cial - Un impegno costante e quotidiano che ci permette di recuperare e avviare a riciclo materiale che altrimenti andrebbe sprecato in discarica. Il cammino verso percentuali di riciclo imponenti è ancora lungo ma la rete del territorio è sempre più fitta e solida e il numero dei punti di raccolta per le capsule del caffè in alluminio esauste aumenta di mese e in mese".

Un punto di vista anche locale sul riciclo delle capsule in alluminio arriva grazie ai dati che Nespresso ha raccolto per una panoramica specifica su alcune regioni che hanno raggiunto risultati interessanti sia in termini di quantità che di percentuali di incremento nel corso del 2023. Si parte dalla Lombardia, che lo scorso anno ha raggiunto oltre 850 tonnellate di capsule raccolte con un +16% rispetto al 2022 e performance particolarmente positive nelle città di Milano che, insieme a una buona parte dell’hinterland (Assago, Sesto San Giovanni, Rozzano, Arese e altri comuni) ha registrato una crescita di oltre il 50%, e Brescia, Bergamo e Como che si attestano al + 30%. In linea con lo scorso anno resta poi il Lazio, che solo nella città di Roma ha contato oltre 200 tonnellate di capsule recuperate.

Molto positivi anche i dati in Emilia-Romagna che, con un totale di oltre 310 tonnellate di capsule, registra un +6% con le città di Bologna, Rimini, Modena e Ferrara che hanno incrementato la raccolta delle capsule del 17% rispetto all’anno precedente. Riciclo in crescita anche per il Veneto, dove sono state raccolte oltre 230 tonnellate di capsule esauste (+9%), con le città di Venezia, Treviso e Vicenza che hanno registrato una crescita rispettivamente di 24, 21 e 12 punti percentuali.

A seguire la Liguria che, con la città di Genova in testa, con un totale di 76 tonnellate di capsule riciclate ha registrato una crescita del 12%. Risultati molto positivi anche per il sud Italia e le isole, con la Puglia che si è distinta per un’importante crescita del 76% grazie a nuovi punti di raccolta sul territorio che vede protagoniste le città di Bari e Lecce (+80%). Chiudono la classifica la Sicilia con 12 tonnellate di capsule (+50%) con le città di Palermo (+77%) e Catania (+23%) e la Sardegna che, con 9 tonnellate di capsule raccolte nella città di Sassari, ha registrato una crescita del 16%. Tra le regioni che hanno mantenuto un trend in linea con gli anni precedenti troviamo poi la Toscana, con Firenze che supera le 80 tonnellate raccolte, il Trentino, con 30 tonnellate, e la Campania, che ha raccolto circa 10 tonnellate di capsule esauste.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Attualità

Roma celebra l’innovazione con i nuovi...

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Nel cuore pulsante della Capitale Italiana, un’epoca nuova di gestione dei rifiuti prende forma con l’arrivo dei moderni cestini “Cestò”. Questi eleganti contenitori sostituiranno i modelli precedenti, aumentando la loro presenza sulle strade cittadine a ben 18.000 unità, triplicando così la loro distribuzione attuale. Il nome stesso, “Cestò”, un brillante gioco di parole dialettale, riflette con calore l’inclusione di questi nuovi guardiani della pulizia urbana.

Origini del nome “Cestò”

Il nome “Cestò” deriva dal dialetto romanesco, giocando con l’espressione che significa letteralmente “ce sta” (ci sta) in italiano standard. Questo nome non solo rievoca la parlata locale, ma sottolinea anche la presenza essenziale di questi cestini nelle strade di Roma, come parte integrante del paesaggio urbano. La scelta del nome è un omaggio affettuoso alla cultura e alla storia della città, confermando l’identità romana di questo nuovo elemento di infrastruttura urbana.

Ispirato al design iconico introdotto durante il Giubileo del 2000, il nuovo “Cestò” combina estetica e funzionalità con materiali ignifughi e antideflagranti, garantendo sicurezza e resistenza, in linea con le più severe normative antiterrorismo. La scelta del polietilene ad alta densità (HDPE), un materiale leggero, riciclato e riciclabile, dimostra un impegno verso la sostenibilità ambientale, ponendo Roma all’avanguardia nella gestione responsabile dei rifiuti urbani.

La presentazione ufficiale del piano di posizionamento, avvenuta il 25 giugno in via dei Fori Imperiali, ha visto la partecipazione illustre del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, del presidente di Ama Bruno Manzi e del direttore generale Alessandro Filippi. Le prime installazioni si concentreranno strategicamente nelle aree di San Pietro, Colosseo, piazza Venezia e Fori Imperiali, aumentando significativamente la disponibilità dei cestini del 70% in queste località chiave.

Il programma prevede l’installazione di ulteriori 2.800 cestini nei municipi I e VIII entro la fine di agosto, con una distribuzione graduale per tutti i municipi entro dicembre, in coincidenza con l’inizio del Giubileo. I cestini rimossi, ma ancora funzionali, saranno conservati per eventuali necessità future o eventi speciali, dimostrando un approccio olistico e proattivo nella gestione degli spazi urbani.

In parallelo, è stata avviata una campagna di comunicazione integrata per educare i residenti e i visitatori sull’importanza dell’utilizzo corretto dei nuovi “Cestò”. Il sindaco Gualtieri ha enfatizzato che tutti i cestini sono realizzati con materiali riciclati e monitorati attraverso un sistema georeferenziale avanzato, garantendo un servizio efficiente e responsabile.

Un ritorno alle origini: la gestione dei rifiuti nell’Antica Roma

Quest’iniziativa contemporanea offre un’opportunità unica di confrontare l’attuale gestione dei rifiuti con i metodi antichi dell’Impero Romano. Sebbene le strade romane fossero tenute pulite dai “coponii” o “quararii”, la gestione dei rifiuti all’epoca era primitiva rispetto agli standard moderni, con scarti spesso gettati nelle vie o nei fiumi, creando problematiche igieniche e di salute pubblica. Il contrasto con l’approccio tecnologico e sostenibile attuale evidenzia il progresso significativo verso una città più pulita e sicura.

Una città impeccabile: segno di civiltà e rispetto

L’introduzione dei nuovi “Cestò” a Roma rappresenta non solo un miglioramento nella gestione dei rifiuti, ma un impegno tangibile verso una città impreziosita dalla sua storia millenaria. Ogni “Cestò” invita i cittadini e i visitatori a custodire la bellezza e l’eredità culturale di Roma, contribuendo attivamente alla sua conservazione e vivibilità quotidiana. La cura di Roma è un atto di amore e rispetto, riflettendo l’impegno collettivo verso una coesistenza civile e sostenibile, testimoniando che il progresso civile non è solo ciò che costruiamo, ma anche come preserviamo e proteggiamo.

I Cestò a Roma sono come note di una sinfonia antica, tessute tra le pietre millenarie della Città Eterna… Ogni Cestò, con la sua semplice presenza, riverbera un’ode alla bellezza e alla storia che pervadono ogni angolo di questa città eterna… È un invito poetico a custodire con amore e rispetto il tesoro di Roma, preservando la sua magia per le fortunate future generazioni…” (AnnA Del Bene)

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Sostenibilità

Intelligenza artificiale e agricoltura, una scelta...

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Foto di Mark Stebnicki

L’aumento della domanda di generi alimentari pone sfide inedite al settore agricolo, all’interno di un quadro profondamente segnato dalle conseguenze del riscaldamento globale. Gli esperti dell’Università di Liegi, in Belgio, propongono alcune soluzioni incentrate sull’intelligenza artificiale. L’applicazione di queste tecnologie, infatti, potrebbe aumentare l’efficienza delle imprese del comparto, riducendo drasticamente l’impatto ambientale delle sue attività. I risultati dello studio sono stati pubblicati su “Nature Sustainability”.

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Sostenibilità

Calabria: A2A incontra stakeholder su transizione ecologica...

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Per raggiungere obiettivi fondamentale collaborazione pubblico-privato

 - (Fotogramma)

A Gizzeria Lido, in provincia di Catanzaro, la società A2A, attiva nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica gas, gestione rifiuti, nonché nei servizi per l'efficienza energetica, ha incontrato gli stakeholder del territorio per confrontarsi su temi quale transizione ecologica e biodversità e come identificare azioni collettive per raggiungere gli obiettivi. Sottolineati i costi per realizzare la transizione ma anche quelli derivanti dal non attuarla, passando poi per l’importanza della semplificazione amministrativa. La burocrazia è, infatti, uno dei fattori che più rallenta i processi e inibisce l’iniziativa privata.

Riguardo alla biodiversità, il primo tema è la conoscenza di territorio per il quale non esiste una mappatura organica degli ecosistemi, secondo il presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, "l’affiancamento del pubblico al privato è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati. La biodiversità calabrese è un’occasione da cogliere".

Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Teresa Russo, presidente della Società italiana di chimica degli alimenti e docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. "La strategia corretta è mettere a sistema tutto quel che c’è e, in questo senso, la collaborazione tra pubblico e privato è imprescindibile per la valorizzazione delle biodiversità. Noi facciamo formazione - ha poi aggiunto - ma poi sono necessari progetti di ampio respiro che coinvolgano tutti i soggetti interessati".

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